martedì 16 settembre 2008

Oltre i confini


Ken Wilber, uno dei padri della psicologia transpersonale, lavora su numerosissime tematiche che vanno dalla economia, alla psicologia, alla ecologia, alla politica, alla tecnologia, all’educazione, etc. secondo il modello Integrale usato dal centro l’Integral Institute, da lui fondato con migliaia di esperti e collaboratori nelle più diverse discipline. E’ autore di numerose opere di cui 25 le principali. Nel libro “Oltre i confini: la dimensione transpersonale in psicologia” elabora un modello della mente, che vede l’unità dell’esperienza umana, al di là dell’apparente molteplicità, delineando una direzione che rompe gli assiomi della psicologia classica, logica e meccanicistica, per ampliarne le dimensioni di analisi e comprensione. Proseguendo la traccia della psicanalisi, che ha voluto conoscere il livello profondo della psiche in cui dormono gli istinti primari, e sviluppando le scoperte della psicologia umanistica, che ha indagato sull’autonomia dell’Io rispetto agli istinti primari, la psicologia transpersonale vuole indagare l’uomo al di là della persona, ai livelli più elevati della psiche, su un piano spirituale e cognitivo che trascende ciò che la ragione può concepire o analizzare.
Questa “psicologia delle vette” indaga sul Sé transpersonale come riflesso dell’Atman, ed afferma che la coscienza individuale è inscindibile da quella universale. Nella visione transpersonale, l’autorealizzazione non è solo lo sviluppo dell’Io, ma è soprattutto l’estrinsecazione di qualità e virtù che collegano l’uomo alla sua sorgente. L’autorealizzazione è quindi la liberazione dalla paura e dal conflitto, ma è data anche dalla trascendenza dell’egoismo e dell’ignoranza, per realizzare le migliori qualità della vita. I mali del mondo moderno risentono di questa disarmonia dell’essere umano, e si porgono come sintomi di un profondo disagio che alberga nella mente individuale. Se tutti i mali della terra sono causati dalla coscienza umana, allora la lettura delle opere di Wilber, ci aiuterà a capire come funziona la nostra coscienza.
Wilber afferma che la parte di noi stessi che conosciamo è una linea di confine: noi conosciamo il “Sé” solo se possiamo definire ciò che è un “Non-sé” in modo da potere delimitare qualcosa per esclusione, cioè se tracciamo dei confini.
Ciò dimostra i nostri pregiudizi e la scissione mente-corpo, tipica della cultura occidentale, ma ancor più spiega come possiamo creare ulteriori confini mentali nella psiche, qualora arriviamo ad ammettere parti del Sé e a negarne delle altre. Queste nostre immagini limitate, con cui l’individuo s’identifica e che trova accettabili, costituiscono la Persona, mentre vengono negate e relegate nell’Ombra tutte le parti indesiderate. Se espandersi oltre il confine significa fare l’analisi di tutto ciò che prevarica il corpo e si collega con il Tutto, dobbiamo concepire per questo motivo, come vi siano molti livelli di identità e non uno solo. Vi è quindi il Livello della Persona che concepisce una parte persona e una parte ombra. Vi è poi il Livello dell’Ego che scinde il suo essere dal suo corpo. Vi è poi il Livello dell’Organismo Totale che comprende la natura centaurica, cioè l'armonia della parte animale e spirituale - in rapporto con l’ambiente esterno. Vi è poi il livello più elevato della Coscienza dell’unità o Coscienza Cosmica.
Tutti i diversi livelli hanno caratteristiche, sintomi e potenziali diversi e hanno terapie preferenziali diverse: ad esempio la psicanalisi e lo psicodramma lavorano sui livelli dell’Ego, mentre la psicologia umanistica, la Gestalt e la bioenergetica lavorano sui livelli centaurici. La psicologia transpersonale elabora dei livelli di consapevolezza che sono tra l’Organismo totale o Centauro e il livello di Coscienza dell’Unità, testimoniato dalle tradizioni mistiche orientali e dalla filosofia perenne.
Tutte le terapie tradizionali tendono a colmare la scissione tra parti conscie e parti inconscie, tutte tendono a riunire la persona e la sua ombra, altre vogliono unire la psiche con il soma per ritrovare il Centauro, simbolo dell’organismo completo. Nella psicologia umanistica si vuole liberare il vasto potenziale dell’essere umano, aumentando le possibilità realizzative dell’individuo. Le vie per riunire l’individuo al suo mondo, per rivelare l’identità suprema con l’universo, sono quelle del buddismo zen, dell’induismo Vedanta, ma vi sono anche varie tecniche di meditazione trascendentale, la psicosintesi, l’analisi junghiana, alcune pratiche yoga, etc.
Questi livelli, nella realtà, non sono definiti in modo tanto rigido, afferma Wilber, la loro classificazione è delineata solo per comodità teorica, ed il livello che ci interessa, è quello che racchiude il nucleo fondamentale delle tematiche personali; quello da cui dobbiamo partire per effettuare il nostro percorso. Il solo limite è costituito dalla terapia stessa, laddove si assuma la responsabilità di essere esaustiva di tutti i livelli dell’individuo. Per questo, man mano che saremo consapevoli del nostro livello di crescita, potremo meglio orientarci su quella tecnica che è maggiormente funzionale alla nostra evoluzione. Infatti l’uomo è chiamato ad una ascensione a livelli sempre maggiori di consapevolezza, allargando così i confini della sua anima, per trovare territori sempre più ampi e profondi: crescita è ri-stabilire, ri-suddividere e ri-tracciare le mappe del Sé.
Anche se nella vita tutto sembra fatto di opposti, in realtà essi sono intimamente uniti, sono le due facce della stessa medaglia. Le tradizioni mistiche orientali vedono la liberazione, nella fine dell’illusione della dualità, nella consapevolezza dell’unità: la realtà ultima è un’unione di opposti, per questo è senza confini. La soluzione alla guerra degli opposti, afferma Wilber, richiede quindi l’abbandonare tutti i confini, e il non manipolare gli opposti l’uno contro l’altro. La guerra degli opposti è il sintomo dei nostri illusori confini. Ma se ogni confine comporta potere tecnologico e politico, i confini, le manipolazioni e le classificazioni comportano anche l’alienazione, la frammentazione ed il conflitto poiché, nel volere stabilire un controllo su qualcosa, nel contempo ci si separa ed aliena da tutto ciò che si intende controllare. Con i confini si dividono le cose, si stabiliscono delle classi, si classificano le cose e si assume il controllo, ma a caro prezzo. Il controllo umano della natura, ad esempio, sia pure con le conoscenze e le consapevolezze che ne sono derivate, ha portato dei frutti dolceamari. La coscienza dell’unità deve portare ad espandere il senso del Sé, fuori dai confini del proprio corpo, verso il Tutto, dove non ci sono linee di confine. Non vi è assolutamente dissoluzione della coscienza, ma un ampliarsi della stessa nel flusso dell’universo, perché non esiste un Sé separato diverso dal mondo, ed il soggetto e l’oggetto sono la stessa cosa: il nostro Sé è il Tutto. Quando ci arrenderemo a questo, non esisteranno più le guerre e neppure i confini.
Buona erranza
Sharatan ain al Rami

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella recensione, i miei complimenti.

FUOCO

Sharatan ain al Rami ha detto...

Sei molto gentile, ti ringrazio per la tua cortesia.

Un caro abbraccio
Sharatan