martedì 13 gennaio 2009

Il viaggio dello sciamano



Probabilmente l’Homo sapiens ha impiegato migliaia di anni per cacciare il più antico uomo di Neanderthal, e la lotta tra le due specie deve essere stata lunga e sanguinosa. Mentre il Dna degli uomini contemporanei è praticamente identico a quello degli antenati sapiens, quello del Neanderthal differisce nettamente da entrambi; per cui i due gruppi, pur avendo abitato insieme in Europa, non si incrociarono tra loro, rimanendo sempre due specie distinte fino a che, circa 35.000 anni fa, il Neanderthal, perdendo la battaglia evolutiva con il Sapiens, si estinse completamente.

La capacità di esprimersi mediante immagini è una prerogativa dell’Homo sapiens, a cui si deve la nascita dell’arte figurativa come mezzo di comunicazione simbolica, come prima forma di spiritualità, insieme al culto dei morti.
Nelle pitture rupestri sono raffigurati uomini ed animali, scene di caccia e di battaglia, ma le espressioni pittoriche non sono estetiche, bensì hanno valore magico-rituale. Queste pitture, come potenti talismani aiutano lo sciamano e guidare o influenzare le forze che vi sono rappresentate: sono talismani per la fortuna, il coraggio, la salute, la vittoria in battaglia, la fertilità, etc…, sono gli strumenti che lo stregone usa per le sue magie propiziatorie o di scongiuro. Le figure rupestri diventano così molto più che semplici disegni. Così lo sciamano può guarire, propiziare il raccolto, la caccia e la guerra.

La figura dello sciamano o stregone è, quindi, la prima figura che prova ad intermediare tra l’uomo e gli spiriti di natura, siano essi animali o vegetali, siano esse forze distruttive o costruttive, siano esse spiriti guida o divinità.
Probabilmente il primo sciamano fu un individuo dotato di eccezionale sensibilità, in grado di recepire i livelli sottili della realtà, successivamente le pratiche sciamaniche furono insegnate o trasmesse dal maestro al discepolo, sulla base di determinate tradizioni. Presto comparvero figure di sacerdoti che, in parte avevano virtù sciamaniche ma che potevano anche avere solo la conoscenza teorica dei misteri, senza però avere il potere di sperimentarli interiormente.

Lo sciamano credeva nei tre mondi: il Mondo di Mezzo, cioè la superficie della terra, in cui vivono gli uomini, il Mondo Inferiore, la parte sotto la superficie della terra, in cui vivono animali, piante e rocce del potere, e il Mondo Superiore, al di sopra della superficie terrestre, in cui abitano le guide e le divinità.
Lo sciamano poteva viaggiare indifferentemente in tutti e tre i mondi, poiché essi sono reali nella stessa misura e nessuno è superiore agli altri.
Il Mondo Inferiore è il luogo dove poter cacciare il potere, mentre il Mondo Superiore è il luogo in cui poter cercare una guida o una protezione: i viaggi nei due mondi hanno quindi le medesime caratteristiche.

Durante l’apprendistato, lo sciamano doveva imparare la mappa dei Mondi Inferiore e Superiore, essendo luoghi dai domini molto vasti, ed inoltre doveva imparare a padroneggiare la forza del suo potere personale, da utilizzare nelle future pratiche magiche.
Il viaggio sciamanico avveniva in trance meditativa, accompagnata dal suono ritmico dei tamburi unite a vibrazioni di sonagli, con una musica dal ritmo costante e stabilito, che ne segnava percorso e durata. Il viaggio al mondo Inferiore iniziava nel cerchio della tribù, formato dagli anziani e dai migliori guerrieri del villaggio, e si compiva perchè lo sciamano potesse trovare il suo animale di potere, il cui spirito lo avrebbe pervaso e gli avrebbe infuso la forza necessaria per compiere le pratiche magiche. Lo sciamano poteva viaggiare in luoghi lontani, "lasciando che il corpo giacesse addormentato nella sua tenda” ma percependo tale viaggio mentale come un viaggio fisico reale.

Nella mente dello sciamano sorgeva l’ingresso nel cuore della terra, e mentre il ritmo dei tamburi continuava a scandirsi, iniziava la discesa nel cunicolo sotterraneo, in una scenografia mentale precisa, reale e tangibile come un luogo reale. Lo sciamano doveva sventare i tranelli che gli stregoni rivali gli potevano tendere, pronto a riconoscerne e controbatterne opportunamente le insidie. L’uso di oggetti di potere era indispensabile per sconfiggere dei nemici, possessori di magie ostili, per cui non è raro un equipaggiamento magico costituito da armi, quali arco, frecce, spade, pugnali, etc., attraverso le quali egli poteva combattere simbolicamente gli elementi nocivi e permettere alla propria comunità una difesa magico-psichica di grande potenza.

Lo sciamano usava canzoni di potere che avevano funzione evocativa, che servivano per richiamare gli animali di potere abitanti nel Mondo Inferiore, e che usava per attrarre a sé l'animale-totem personale.
Il ritmo accellerato dei tamburi della tribù, richiamava lo sciamano al Mondo di Mezzo e ricominciava la risalita alla luce. La risalita era molto più veloce della discesa e lo sciamano rientrava nel cerchio della tribù, mentre il ritmo dei tamburi rallentava sempre più fino a tacere. A questo punto lo sciamano si alzava cantando la sua canzone del potere, ed iniziava la danza dell’animale del potere che aveva riportato, e che veniva così manifestato all'intera tribù.

L’animale di potere è sempre particolare e personale, per cui deve avvenire un riconoscimento reciproco, tra lo sciamano e il suo animale-totem, al momento dell’incontro. Un animale di potere può restare per anni con uno sciamano e poi un nuovo animale può prenderne il posto, ma vi è un solo animale di potere alla volta, e senza il suo animale-totem uno sciamano perde ogni potere magico. Nel Mondo di Mezzo lo sciamano usa il suo potere e la sua guida per dirigere le forze e governare gli eventi.

Mircea Eliade dipinge lo sciamanesimo da un punto di vista deliberatamente mistico, e le pratiche sciamaniche dell’estasi e della trance, vengono presentate come esperienza religiosa vissuta allo stato primitivo e intesa come volo dell’anima. Tali pratiche, secondo Eliade, sono compatibili con ogni genere di credenza, poiché nate da un rapporto primordiale, e perciò potenzialmente universale, col divino. Per questo lo sciamanesimo non è una religione, ma è piuttosto la più antica pratica spirituale umana, ed è proprio il viaggio interiore che costituisce la base di tutte le pratiche meditative, come insegna la magia occidentale, la cabala ebraica ed il taoismo cinese.

Il primo passo dell’evoluzione umana, si compie facendo un percorso all’interno nell’inconscio per portare alla luce la consapevolezza cosciente: il primo passo dell’uomo è essenzialmente un viaggio di iniziazione sciamanica.
Questo viaggio, ravvisato come esperienza individuale, invita ciascuno a trovare il proprio canto di potere ed il proprio animale-totem, invita ciascuno a trovare la propria armonia interiore. Questo viaggio implica, sia la sensazione di una fusione dell’individuale e dell’universale, ma afferma anche l’integrazione del nostro aspetto spirituale ed emozionale: in questo senso, tutti “siamo sciamani” senza che nessuno possa essere sciamano per gli altri.

Buona erranza
Sharatan

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