domenica 5 luglio 2009

Fa peccato chi manca alle promesse


“Una promessa fatta ai poveri è particolarmente sacra. È un atto di grazia e di grande autorità quando vengono fatti tutti gli sforzi per onorare questi patti, ed ecco perché i Paesi del G8 che guidano l’iniziativa verso i più poveri meritano questo riconoscimento.

Ma quando occorre dobbiamo essere pronti al biasimo oltre che alla lode. Mi rattrista che grandi nazioni come l’Italia e la Francia vadano nella direzione sbagliata e manchino le promesse fatte quattro anni fa al vertice di Gleneagles. Dobbiamo tutti fare pressione affinché nei prossimi incontri del G8 tornino in carreggiata e facciano quel che è giusto.

Certo, lo sviluppo dell’Africa deve essere guidato da cittadini africani - di tutti i ceti sociali - ma accogliamo volentieri e abbiamo bisogno dell’aiuto internazionale nella nostra lotta contro la povertà e l'ingiustizia. Questo significa aiuto dai governi e dai buoni cittadini in Paesi come l’Italia.

Mi aspetto che molti di noi si sentano spesso turbati e scoraggiati quando guardano i notiziari e vedono quel che accade in Darfur, Zimbabwe, Congo. «Quando arrivano le buone notizie?», ci chiediamo. Bene, vi annuncio che ci sono buone notizie dall’Africa.

Quando recentemente sono stato in Darfur sono stato particolarmente colpito dagli operatori umanitari che resistono lì in una situazione orribile. Voglio dire forte e chiaro che ci sono tanti giovani incredibilmente idealisti, convinti che la povertà possa diventare un dato storico, fiduciosi nella possibilità di un mondo senza guerra. Il male non ha campo libero. Sono nella posizione di affermare che questo è un universo morale e il bene finirà per prevalere.

In Africa, solo nell’ultimo decennio, 34 milioni di bambini in più hanno avuto l’opportunità di frequentare la scuola, imparare a leggere e a scrivere e salvarsi dalla povertà. Questo grazie agli sforzi della leadership africana e all’efficacia degli aiuti, compresi quelli dei Paesi del G8. Può essere difficile raffigurarsi 34 milioni di bambini. Così pensiamo a un solo bambino che ora può andare a scuola e ricevere il dono dell’istruzione. Dategli il viso di un bambino che conoscete. E date a quel volto un nome. Non si tratta di numeri, è quel bambino, figlio di qualcuno, fratello di qualcuno. È fantastico che sia successo.

Ci sono anche buone notizie per la lotta contro malattie come l’HIV/AIDS. Si stima che in Africa ci siano tre milioni di persone in vita grazie alle cure contro l’Aids. Immaginate di vivere in una famiglia colpita dall’Aids,il capofamiglia ha ricevuto questa condanna a morte e voi lo vedete spegnersi quando, ecco, inizia a prendere le medicine antivirali e inizia la metamorfosi. Pensavamo che nostra madre stesse morendo ma ora sta abbastanza bene per andare al lavoro. È così per tre milioni di persone. Perché è stato dato aiuto. Una promessa fatta a un povero è particolarmente sacra. Non mantenerla è un peccato.”

Questo messaggio di monsignor Desmond Tutu è pubblicato oggi su La Stampa, nell’edizione speciale dedicata interamente all’Africa.

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