mercoledì 28 aprile 2010

Selful sul mondo!


“Un sognatore è colui che vede la sua strada al chiaro di luna,
e la sua punizione è vedere l’alba prima del resto del mondo”

(Oscar Wilde)


Le teorie della psicologia infantile usano molti paradigmi per costruire ipotesi sullo sviluppo della personalità ma tutte, alla fine, devono ammettere che le persone non si costruiscono nel vuoto, ma nell’ambito di relazioni di intimità e di amore: perciò sono ormai vari decenni che l’importanza del Se personale viene valutato in termini di funzionalità ottimale alle funzioni della vita.

Nella funzionalità ottimale delle persone vengono considerati i seguenti fattori cognitivi:
- la capacità di differenziare noi dalla famiglia originaria e dal resto del mondo
- la capacità di pensare e di decidere per noi stessi
-la capacità di capire il nostro valore e di saper riconoscere quello degli altri, onorando il prossimo con un adeguato comportamento conseguentemente rispettoso
- la capacità di accettare se stessi con pregi e difetti
- la capacità di avere empatia per il resto del mondo
- la capacità di sperimentare dei sentimenti variegati
- la capacità di saper comunicare e condividere i sentimenti che si provano
- la capacità di prendere decisioni utili per noi stessi e per l’altro
- la capacità di essere flessibili alle situazioni senza perdere il senso di noi
- la capacità di saper dare un senso alle esperienze che viviamo

Queste sono le capacità positive degli individui equilibratamente maturi, ma l’aspetto fondamentale di tutto il lungo elenco, l’aspetto basilare del nostro modo di vivere è il nostro senso di importanza, e la stima del nostro valore personale. La domanda fondamentale a cui rispondere è: “Quanto ci sentiamo importanti? Quanto sono importanti le persone che amiamo e che ci amano?”

Nelle teorie psicologiche si afferma che la prima, la fondamentale e la migliore funzionalità è nell’atteggiamento che, affermata la nostra fondamentale importanza e riconosciuta la paritaria importanza degli altri, dobbiamo imparare a sentirci “selful.” La posizione mentale selful significa credere che: “Io sono importante; tu sei importante,” e porta all’inevitabile conclusione nel “Gioco del pari.” Scusate se è poco, ma è l’atteggiamento selful che costruisce il principio dell’uguaglianza umana!

L’importanza paritaria nelle relazioni è raccomandata in tutti i modelli di scambio, di aiuto e di affetto reciproco, cioè in tutte le occasioni di completezza di Essere, Dare e Avere. La crescita personale e la riuscita, le competenze nelle relazioni si verificano nella condivisione dei dolori, dei timori di essere feriti, si vedono nell’accoglienza del pianto, ma è in selful che si sperimenta la vera gioia, i sentimenti positivi e il conseguimento di piaceri reciproci, e non distruttivi.

In senso emotivo, gli individui selful riescono a sperimentare, articolare ed esprimere l’intero arco dei sentimenti e delle emozioni, senza doverne escludere nessuna. Una variegata gamma di espressioni emotive è la possibilità ottimale dell’essere umano, ed è offerta solo dagli individui di questo tipo, perché in ogni altra possibilità espressiva è limitata e ristretta.

In selful, il se è un essere intero, che possiede all’interno di se stesso tutte le risorse, per cui non ha bisogno di depredare le risorse altrui per esistere: esso non ruba per Essere perchè è un Se che non ne ha bisogno. Pensando con questa interezza non significa non saper vedere le proprie imperfezioni, perché ogni essere umano ha delle pecche da emendare, ma significa saper valutare che tutte le nostre caratteristiche sia perfette che imperfette costruiscono l’immagine nostra.

Un se così non si fa ridurre il valore da semplici imperfezioni, che sono qualità perfezionabili personali, perché l’essere è sempre intero anche nel difetto: Essere prezioso nella sua Unicità. Le relazioni con gli altri si devono costruire sulla base della reciprocità, che è la regola d’oro del “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te” conosciuta come Regola Aurea di Gesù, ma rovesciata. E chissà se l’inversione di tendenza e prospettiva, non la renda meno ostica alla mente che finge di non sentire!

Chiaramente il selful afferma la primaria importanza dell’amore e del rispetto come concetti fondanti della vita, che è l’amore e il rispetto sia verso noi stessi che verso tutto il resto del mondo, perciò in tutte le cose della vita. Se mettiamo questo concetto come pietra angolare della nostra esistenza, allora Essere selful significa saper concepire che un se veramente autentico e pieno sa elevarsi al di sopra del proprio particolare interesse, per giungere ad un Tutto più ampio, includendovi tutto.

Se Kierkegaard e Choran scrivevano che il viaggio esplorativo in noi stessi, le scoperte nella più profonda Africa, sfocia in abissi di disperazione e di impotenza di provare gioia, dovremmo ricordargli che loro, non la seppero vivere una buona vita, e che dimostrarono solo il timore codardo di vivere predicando l'impotenza affettiva mascherata da menate intellettuali. Io direi poco elegantemente che insegnarono magistralmente la pratica delle seghe mentali.

Gli individui portano in loro stessi la disperazione quando non riescono a vivere pienamente la loro vita, e quando restano incatenati dalla stessa disperazione che hanno seminato facendola crescere all’interno, per cui decidono di bloccarsi, di regredire o di non sapere andare in avanscoperta sui sentieri della vita. Imparare a vivere selful migliora le nostre relazioni, e dimostra il coraggio e l'audacia di sapersi coinvolgere in tutti i casi della vita, per acquisire maggiore flessibilità. Noi sappiamo avere un coinvolgimento attivo se sappiamo perturbare un qualche equilibrio di ordine precostituito per vivere in modo più sottile e sinergico: così viviamo in modo molto più dinamico e creativo, e nutriamo meglio la nostra Vita.

Impariamo a differenziare le emozioni che sperimentiamo da quelle interne per esprimerle meglio anche all’esterno perché le persone, per avere benessere, devono analizzare i sentimenti utilizzando una sana razionalità usandola come un collegamento per fare un ponte tra l’esperienza e l’espressione di essa. Dobbiamo anche sapere che è la capacità di condividere le esperienze e le espressioni dei dolori e dei tormenti, che diventa rilevante nei rapporti con coloro che amiamo e che ci amano.

Il modo migliore per scoprire se amiamo qualcuno è la capacità che abbiamo di condividere con loro i nostri dolori, perché comprendere e condividere il dolore dell’altro dimostra la nostra capacità di amare e la completezza della nostra umanità. Condividere il dolore con gli altri significa permetterci di essere vulnerabili, permettersi di ammettere le nostre debolezze e i nostri difetti, per accettare la nostra naturale fallibilità di semplici esseri umani, e così rispecchiarla nell'altro mentre lo amiamo.

Se crediamo che la cosa sia illogica riflettiamo che l’ammettere di essere fragili, di essere vulnerabili e di avere un grande bisogno d’amore implica una grande dotazione di forza interiore. Piangere e soffrire per coloro che amiamo è la proclamazione che siamo capaci di contemplare tutte le modulazioni di frequenza, per saper offrire una reazione che dimostri forza, che si offre e che si contraccambia. Così noi doniamo una relazione di uguaglianza vera, e un rapporto di autenticità umana.

Sono coloro che sono intimamente deboli che si lasciano spaventare dalle angosce e dai dolori degli altri, perché essi hanno paura che il dolore altrui ridesti delle loro nascoste fragilità interiori, e di restare esposti all’angoscia della vulnerabilità. La vera intimità umana si può raggiungere solo con coloro che sono tanto forti da potersi permettere di essere fragili senza indebolirsi: essi si permettono di suonare sulle 10 corde dell‘arpa perché sono artisti.

E se qualcuno potesse pensare che queste idee siano dei sogni da idealista, si sappia che sono le teorie di Luciano L’Abate, che è un esperto in modelli relazionali. Luciano le esprime stupendamente in “Famiglia e contesti di vita: una teoria dello sviluppo della personalità“. E se sembravano solo frutto di cabale e taoismi fomentati da grappa di rose, io dico che non è vero, perché potrebbe essere anche una semplice casualità fortuita.

Buona erranza
Sharatan


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