domenica 19 giugno 2011

Le vie del Sé


“Per prima cosa tutti voi non dovete credere a nulla,
e secondo non dovete fare nulla che non comprendete”

(Georges I. Gurdjieff)

C’è veramente bisogno di imparare le vie del Sé, di diventare sempre più intimi con i pensieri del cuore, di allenare la mente a lavorare con questi pensieri. E’ necessario accentuare la positività riguardo alle nostre capacità, è necessario accrescere la nostra compassione, andare verso la tolleranza, è necessario andare verso la creatività personale e verso la manifestazione dei nostri talenti: insomma dobbiamo avere una maggiore fiducia nel futuro.

Molti pensano che la conoscenza e la saggezza porteranno molti frutti spirituali, ma l’obiettivo diventa insostenibile se non sono rafforzate e illuminate dall’amore umano. Per questo il primo apprendimento è l’amore, ma quando si impara tramite cognizioni, queste ci rendono amabili e seducenti poiché aiutano l’esibizione della personalità e dell’intelligenza, ma la persona diventa sterile e fredda, poiché è priva dell’amore che trasforma l’erudizione in comprensione.

Nella cultura cinese vi è il simbolo taoista dello Yin e Yang, in cui il cerchio è diviso in una parte nera che ha un punto bianco al suo centro e una parte nera che ha un punto bianco: questo simbolo afferma che è vero che si distingue il nero dal bianco, ma la realtà è frutto di quell’equilibrio. Così dovremmo vedere la parte oscura di noi stessi, cioè la parte che percepiamo come la più miserabile.

E’ invece molto più diffusa l’immagine di una guerra tra i guerrieri della luce e i guerrieri dell’oscurità: è invece nella corretta interpretazione del simbolo taoista che dovremmo fare il riequilibrio tra i due aspetti. E’ in questo riequilibrio che va inquadrato il lavoro da compiere sul sé ombra. E’ assolutamente impossibile negare l’aspetto predatore dell’animo umano, come è impossibile negare di poter provare gelosia, cupidigia, invidia odio e vendetta e tutti gli altri difetti e vizi, ma sappiamo anche che noi siamo tutt’altro e molto di più.

Nel lavoro sul riequilibrio tra le tendenze più infime a cui può giungere l’animi umano, perciò dagli abissi interiori fino alle vette delle aspirazioni più nobili è stato collocato il lavoro che l’uomo, sommo artigiano dell’architetto celeste, deve saper compiere su se stesso. E’ davvero una grande conquista vedere il lato oscuro del sé come una risorsa e non come un difetto, e sentire che abbiamo un cuore potente e coraggioso, perciò sentirsi come un leone che è capace di dominare. Questo è il passaggio che gli sciamani chiamano la scelta dell’animale totem a cui assomigliare, poiché dobbiamo scegliere se diventare il cacciatore-totem oppure il predatore assassino.

L’animale totem può muoversi furtivamente nei sogni e tornare indietro per riferire le notizie di altri mondi e di altre dimensioni, così può aiutarci nella nostra ricerca di verità. E allora tutti gli aspetti del nostro sé ombra non appaiono poi così sudici o disgustosi se usiamo il potenziale creativo ed evolutivo delle nostre tendenze interiori, e se li vediamo come aiutanti nella nostra ricerca.

I lati oscuri come quelli luminosi sono influenzati non dalla natura dell’essere, ma dalle emozioni che li alimentano, per questo va raffinato il livello delle emozioni facendo chiarezza sul miscuglio di emozioni che offusca e opprime la nostra mente. Per questo dovremmo egualmente raffinare i nostri desideri fisici e il nostro desiderio di ricerca della conoscenza. In questo modo passiamo dal regno del dualismo yin e yang al ritmo dell’armonioso fluire dell’energia che circola liberamente in tutti i nostri chakra.

Finché non c’è il riequilibrio dei nostri lati oscuri con quelli luminosi vedremo le persone come catalizzatori negativi o positivi, infatti vedremo bianco o nero a seconda delle proiezioni che faremo sul mondo esterno e sulle persone, che è il modo indiretto di lanciare fuori il nostro lato luminoso e oscuro. Dobbiamo vedere in modo positivo anche quei momenti di buio in cui pensiamo che non possiamo farcela, perché nel momento vediamo che c’è un cattivo atteggiamento nel modo in cui siamo coinvolti, quindi abbiamo l’opportunità di migliorarlo.

Osserviamo quei pensieri e quei meccanismi che sono alla base dei pensieri, osserviamo i commenti che facciamo riguardo a quel tipo di pensieri, poiché spesso vi sono giudizi che vengono emessi sulla qualità del pensiero. Scopriremo che possono esistere delle voci che devono essere messe in un archivio segreto della memoria più profonda, ma queste voci non devono rimanere confuse con le voci che ci parlano tramite il sogno e tramite la riflessione.

In un archivio segreto e inaccessibile vanno rinchiuse le voci che parlano con parole che non sono le nostre, cioè tutte le voci dei genitori, dei guardiani e dei censori, dei profeti e delle autorità esteriori, perché l’unica voce che dobbiamo ascoltare, quando facciamo il riequilibrio interiore è una presenza interiore amorevole e compassionevole. Ma le vie dell’amore sono difficili, per cui spesso sono usate le forme del trauma per richiamare alla coscienza gli elementi che ci indeboliscono in modo che il dolore diventa un fissativo che rafforza l’attenzione su quello che ci distorce e confonde.

L’equilibrio del sé richiede il coraggio di superare sfide molto dolorose, ma nulla possiamo fare se non siamo innamorati di noi stessi, poiché è necessario innamorarci di noi stessi per poter vedere con compassione all’alternarsi di luce e di ombre che sono nelle eclissi del bene e del male presenti nel carattere di tutti. Un sé che è squilibrato produce un blocco energetico e quindi un tipo di energia che funziona come catalizzatore per il tipo di lezione di cui l’entità ha bisogno per apprendere la lezione che è necessaria allo sblocco e quindi all’evoluzione.

L’evoluzione interiore del sé si compie tramite tutte le lezioni che vengono imparate, ma questo non ha nulla a che vedere con la precisione con cui si eseguono i compiti o con il livello di miglioramento di questa precisione. Il miglioramento è nell’essere dell’entità, nel modo in cui essa reagisce, nella libertà e nella spontaneità con cui offre il suo amore, nella cura che dedica a coloro che pensa, nelle cose con cui occupa la sua mente, e negli ideali e nei sogni che gli stanno a cuore: il miglioramento dell’essere è nella capacità di creare luoghi di luce a cui può spingere il suo spirito.

Questo è il motivo per cui scrivono che l’equilibrio non giunge per coloro che si illudono di dirigere con abilità e con precisione la loro vita ma giunge per chi sa amare profondamente. Per questo motivo nessun equilibrio e nessuna saggezza viene dal pensare di avere come unico fine l’equilibrio stesso, poiché nessuno conosce se stesso fino in fondo, in quanto il sé è sempre cieco. Ricercare l’equilibrio è il fine, ma può nascondere l’insidia nell’orgoglio di credere di possedere la saggezza, perciò diventa l’arroganza del possesso delle verità assolute.

Siamo parte dell’energia, siamo un aspetto della consapevolezza, noi siamo un magma incandescente che si raffredda perdendosi nelle false concezioni del mondo che ci privano della nostra potenza. Per questo le nostre azioni possono perdere la loro efficacia e possiamo divenire dei continenti sconosciuti a noi stessi se crediamo di conoscere ciò che possiamo diventare. Ricordiamoci che siamo la scintilla di una luce più grande, che è molto più grande di quanto si possa percepire e che è in continuo miglioramento, poiché siamo in una realtà che è in espansione.

L’uomo teme di guarire dalla dualità, poiché vede l’evoluzione che è una via infinita come un percorso che richiede lo sforzo della volontà e l’esercizio di crescenti competenze, perciò l’uomo teme il suo risveglio, poiché non ama sottoporsi alla disciplina. Dobbiamo sapere che l’uomo muore solo quando gli diventa impossibile di poter lavorare al suo raffinamento, perciò solo l’amore per il nostro raffinamento ci deve dare la gioia di continuare.

L’uomo non deve sentirsi imperfetto e indegno perché il peccato non esiste, infatti l’uomo pecca solo quando non riesce a destarsi dal sonno, perciò non può colpire il suo bersaglio. L’uomo vive addormentato nei suoi sensi offuscati, per questo dobbiamo ricordare che è l’amore per questo lavoro che ci offre la gioia di fare. L’uomo deve migliorarsi perché ama farlo e perché deve sentire nel cuore, nella mente e nello spirito l’amore di essere il fiume armonioso che scorre verso l’oceano.

Buona erranza
Sharatan

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