mercoledì 26 giugno 2013

Il nettare degli immortali



Il nome Wang significa “re” ma, per ironia del destino, un nome così altisonante fu dato ad un contadino che viveva in una misera casa al centro di un piccolo terreno nella valle del fiume Wei. Il poveraccio faticava duramente su una terra sassosa che gli dava uno stentato raccolto con cui viveva con grande difficoltà. Non poteva sfamarsi sempre in modo soddisfacente, perciò pensava che il Dio del destino lo avesse in odio.

Malgrado la sua miseria, Wang era un uomo molto generoso che accoglieva i mendicanti e che offriva una briciola anche ai passeri del cielo. La sera Wang si addormentava stremato dalla fatica, e una notte gli apparve in sogno un passero che gli disse che la fortuna stava girando finalmente in suo favore.

Gli disse di uscire di casa, perché gli Otto Immortali si erano messi in viaggio e stavano arrivando vicino alla sua casa. Wang si svegliò sentendo che un uccello stava beccando alla sua porta, perciò si alzò, corse alla porta e la spalancò per guardare fuori. Alla luce della luna vide che otto sagome scure si stagliavano nella notte, e che avanzavano silenziosamente.

Guardando meglio e contando, verificò che c'erano otto ombre sul sentiero del villaggio. Wang indossò la casacca, il mantello, afferrò la borsa e il bastone e si lanciò sulle orme delle ombre misteriose. Mentre procedeva con passi felpati, Wang pensava alle parole del passero. Considerò che i misteriosi viandanti potevano essere gli Immortali, ma potevano essere anche dei ladri notturni in cerca di un bottino.

Wang temeva di essere all'inseguimento di pericolosi banditi, perciò si teneva a distanza di sicurezza. Poi la nube che copriva la luna si dissolse. e la luce offrì una migliore visione, Wang osservò meglio il gruppo riconoscendo Zhang Guo Lao che apriva il corteo in groppa alla sua mula bianca.

Poi veniva Li Tieguai che camminava zoppicando e appoggiandosi alla sua stampella di ferro. Wang riconobbe facilmente i due immortali più famosi, perciò continuò a seguire il gruppo con più fiducia, ma con la prudenza di prima. Pensava che gli Otto stavano tornando nel Regno degli Immortali dove tutti vivono nella gioia.

Di quel regno si diceva che fosse sempre in festa, e che tutti i suoi abitanti fossero giovani e felici, perciò la spensieratezza e la gioia erano unite alla perenne giovinezza. Camminando nella notte, il gruppo arrivò alle sponde del fiume Wei, perciò Zhang Guo Lao tirò le redini alla sua mula, e disse:

“Ohhhh! Vai piano bella mia! Cammina piano, altrimenti schizziamo di fango gli abiti dei nostri compagni.” Sotto lo sguardo sbigottito di Wang, si vide la mula bianca attraversare il fiume sfiorando appena l’acqua. E poi si videro anche gli altri sette Immortali attraversare le acque impetuose del fiume senza neppure bagnarsi le vesti.

All’improvviso si sentì il mendicante zoppo Li Tieguai dire ai suoi compagni: ”Cosa ne facciamo del mortale che ci segue?” A quelle parole Wang restò immobile come se fosse diventato di sasso, infatti non capiva come avessero potuto notare la sua discreta presenza. Era stato prudente e silenzioso, ma la sua prudenza non poteva nulla contro i poteri degli Immortali.

Wang sentì che la signora protettrice dei maghi, la dama He Xiangu, rispondeva a Li Tieguai: “E cosa ne vorresti fare? Se è pronto può oltrepassare il fiume e raggiungere l’altra riva, altrimenti resterà qui. Sottoponilo alla prova e vediamo!” A quel punto il taoista zoppo fece cenno a Wang di avvicinarsi e gli disse:

“Ascoltami bene. Per attraversare il fiume senza affogare nelle acque devi esaudire tre condizioni. La prima condizione è che potrai camminare sulle acque se guarderai fisso davanti a te e se non avrai pensieri impuri. Sei in grado di farlo?” Wang fece di si con la testa, perché la prospettiva di entrare nel Regno degli Immortali gli dava la forza di fare qualsiasi cosa.

Li Tieguai dettò la seconda condizione: “La seconda condizione è che devi essere pronto a lasciare qualsiasi cosa possiedi senza avere nessun rimpianto per quello che lasci.” A quelle parole Wang gli rispose: “La seconda condizione è ancora più facile della prima, perché io possiedo molto poco. Non credo che sarà difficile da fare.” E per confermare ciò che diceva gettò nelle acque vorticose del fiume la borsa e il bastone.

A quel gesto, il viso dell’immortale zoppo si illuminò con un sorriso sarcastico, poi stappò la sua zucca e disse: “Credo che la terza condizione sia più complessa. Devi bere un sorso di questa medicina che rende puro il corpo, perciò tu diventerai più leggero di una foglia in autunno. Metti le mani a coppa!”

L’immortale zoppo versò nel palmo delle sue mani un liquido vischioso, verdastro e puzzolente. Il povero Wang conosceva le storie dei leggendari liquori che gli dei distillavano, perciò si aspettava di ricevere un meraviglioso elisir. Alla vista di quel disgustoso intruglio restò basìto, ma ugualmente portò le mani alle labbra, però lo stomaco gli si ribellò, e fu preso da un violento conato di vomito.

Il puzzolente liquido che Li Tieguai aveva versato, gli colò dalle dita cadendo a terra. Quando Wang vide che l’orribile mistura cadeva, si affrettò a lavare le mani nell’acqua del fiume per togliere il puzzo dalle dita. A quel punto l’immortale zoppo urlò sdegnato:

“Ottuso miserabile, hai gettato via il prezioso Nettare dell’Immortalità. Hai sprecato la più meravigliosa bevanda che un mortale possa desiderare. Questo elisir è stato preparato dalla Regina Madre dell’Occidente con tutta la sua cura e la sua sapienza. Sei un essere ottuso che non sa vedere oltre le apparenze, perciò non sei degno di seguirci.”

A quelle parole sdegnate, Wang si sentì morire e supplicò: “Vi prego e vi supplico. Datemi una seconda possibilità!” Ma Li Tieguai replicò sarcastico: “Credo che tu abbia già una seconda possibilità nelle tue mani. Cerca di farne un buon uso!”Dopo aver detto quelle misteriose parole, l’immortale scomparve zoppicando nella notte sulle tracce dei suoi compagni.

Dopo averlo visto scomparire, Wang si guardò le mani e vide che esse brillavano di una luce risplendente come se fossero illuminate da mille lampade di giada. Non fu necessario molto tempo perché il povero contadino comprendesse quello che l’immortale voleva dire. Le sue mani aveva acquistato un grande potere, perché erano diventate capaci di lenire i dolori e di curare le malattie.

Le sue mani da contadino erano diventate le mani di un guaritore, perciò un buon uso le fece diventare le mani di un medico famoso. Wang non aveva dimenticato il suo passato di stenti e di miseria, perciò usò il suo potere curativo con saggezza. Si faceva pagare bene dai potenti e diventò un uomo agiato che non dimenticò di aiutare la povera gente con la sua ricchezza.

Si astenne sempre da ogni pensiero egoista e praticò sempre la compassione, perciò praticò la condizione primaria che è richiesta per raggiungere la riva degli Immortali. La bonaria disposizione del suo cuore fu la sua salvezza, perché lo zoppo Ma Li Tieguai venne molte volte a controllarlo, dissimulandosi sotto false spoglie.

Per sondare il suo cuore, Ma Li implorò di essere curato dichiarandosi solo, malato e disperato. Wang lo accolse, lo rifocillò e lo curò gratuitamente: e questa fu la sua fortuna, perché se avesse agito diversamente avrebbe perso immediatamente tutti i suoi poteri. La generosità e i meriti che egli accumulò gli permisero di entrare nella via dell’eterna giovinezza.

Comunque sia, il suo nome diventò famoso come Wang, il Re dalle Dita d’Oro, e gli viene attribuita la paternità dell’agopuntura fatta con la pressione delle dita. Questa disciplina è conosciuta meglio con il nome giapponese di Shiatsu, e questa arte curativa fu la via con cui Wang riuscì a conquistare l’immortalità.

Buona erranza
Sharatan

5 commenti:

luca ha detto...

Sempre intense e illuminanti i racconti taoisti....filosofia che ho cominciato ad approcciare da pocchissimo, ho ordinato un libro che si presenta tostarello ma bello....
INtanto mi preparo leggendo i racconti qua sul blog :D

Anonimo ha detto...

BELLISSIMO POST!!!

le persone umili sono quelle con maggiori benedizioni.

Ti allego un link di una persona meravigliosa

http://freeanimals-freeanimals.blogspot.it/2013/06/il-barbone-benefattore.html

non ti aspetti che esistano persone così ...


Ciao Sharatan

Alex

Sharatan ain al Rami ha detto...

Ciao Luca :-)

il taoismo è stato il mio primo approccio alle filosofie orientali... conseguente alla pratica delle arti marziali. Ti istigo a continuare lo studio ;-)

Per diventare esperti bisognerebbe studiarlo una vita... ma non siamo ambiziosi, vero? Capita la mentalità non c'è problema. Perciò, per fare un esempio, loro usano un carattere che significa "davanti agli occhi" per indicare il tempo passato, e usano un carattere che significa "dietro alle spalle" per indicare il tempo futuro.

Quando ho chiesto perché mi hanno detto che il passato è davanti agli occhi perché lo conosciamo, mentre il futuro è alle spalle perché non lo possiamo vedere. Beh, sono diversi, ma una volta imbroccato il verso...Ho scritto molte storie taoiste che ti piaceranno.

Grazie Alex :-)
per il blog che mi consigli. Credimi, anche per me le persone come il barbone sono l'incoraggiamento a credere nell'umanità... se restassero solo l'altro genere di persone saremmo persi.

Per fortuna succedono cose che sembrano uscite da un film di Frank Capra, eccone un'altra:
http://www.corriere.it/esteri/13_marzo_27/barbone-kansas-restituisce-anello_3ab617e2-96a9-11e2-b7d6-c608a71e3eb8.shtml

Un caro abbraccio ai miei cari erranti..e alla Dolcissima :-)

luca ha detto...

SISi istigami pure .D
IN effetti non è di immediata comprensione, la mentalità è un pò lontana dalla nostra, se non cc'è qualcosa, tipo le AM, che permettono di concretizzarlo rischia di essere fumoso...già con le storie e i posto inizio a raccapezzarmi un pò ....
Ho ordinato un libro sul sufismo e taoismo così becco due piccioni con una fava, anche sul sufismo volevo
avere quantomeno una infarinatura :)

Sharatan ain al Rami ha detto...

"...implorai e venne in me lo spirito della sapienza.
La preferii a scettri e a troni...
L'amai più della salute e della bellezza,
preferii il suo possesso alla stessa luce,
perché non tramonta lo splendore che ne promana...
Essa è un tesoro inesauribile per gli uomini...
In essa c'è uno spirito intelligente, santo,
unico, molteplice, sottile,
mobile, penetrante, senza macchia,
terso, inoffensivo, amante del bene, acuto,
libero, benefico, amico dell'uomo,
stabile, sicuro, senz'affanni,
onnipotente, onniveggente
e che pervade tutti gli spiriti
intelligenti, puri, sottilissimi.
La sapienza è il più agile di tutti i moti ...
È un'emanazione della potenza di Dio,
un effluvio genuino della gloria dell'Onnipotente...
È un riflesso della luce perenne,
uno specchio senza macchia dell'attività di Dio
e un'immagine della sua bontà.
Sebbene unica, essa può tutto;
pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova
e attraverso le età entrando nelle anime sante, forma amici di Dio e profeti.
Nulla infatti Dio ama se non chi vive con la sapienza. (Libro della Sapienza)

La penso come re Salomone ;-)