martedì 10 settembre 2013

Meditazione



La meditazione è la chiave universale. Può aprire le porte dell’infinito e può chiudere il mistero dell’ignoto. Ma non si realizza nulla, semplicemente possedendo questa chiave, la si deve anche usare. Idriesh Shah narra un racconto derviscio. C’era una volta un uomo saggio e molto ricco che aveva un figlio. Un giorno gli disse: “Figlio mio, eccoti un anello preziosissimo. Tienilo quale prova che tu sei il mio erede, e passalo ai posteri. È di grande valore, di finissimo aspetto, e in più possiede la capacità di aprire una porta particolare che conduce alla ricchezza.”

Qualche anno dopo il saggio ebbe un altro figlio. Quando fu cresciuto abbastanza il saggio dette anche a lui un altro anello con lo stesso consiglio. La stessa cosa accadde quando ebbe il suo terzo e ultimo figlio. Quando il vecchio morì e i figli furono cresciuti, ciascuno di loro dichiarò la propria supremazia dovuta al possesso dell’anello. Nessuno era in grado di stabilire in modo inconfutabile quale degli anelli avesse maggiore valore.

Ognuno dei figli aveva i propri sostenitori, e tutti dichiaravano il valore superiore e la maggiore bellezza del proprio anello. Ma la cosa curiosa era che la porta della ricchezza rimaneva chiusa ai possessori di quelle chiavi e anche ai loro più intimi sostenitori. Tutti erano occupati col problema della supremazia, del possesso dell’anello, del suo valore e del suo aspetto.

Solo in pochi si misero alla ricerca della soglia del tesoro del vecchio saggio. Gli anelli possedevano anche qualità magiche. Benché fossero delle chiavi non si potevano usare direttamente per aprire la porta del tesoro. Era sufficiente guardarli senza avidità o senza troppo attaccamento rispetto all’una o all’altra delle qualità che avevano.

Una volta fatto questo, le persone che li avessero guardati in quel modo erano in grado di scoprire dov’era il tesoro e aprire la porta semplicemente mostrando l’anello. E i tesori possedevano anche altre qualità: erano inesauribili. Nel frattempo i sostenitori dei fratelli, ripetevano storie dei propri antenati sui meriti degli anelli, ciascuno in maniera leggermente diversa. Il primo gruppo pensava di possedere già il tesoro per il semplice fatto di averne la chiave.

Il secondo gruppo pensava che tutto ciò era illogico e così si consolava. E il terzo gruppo rinviò la possibilità di aprire la porta a un futuro lontano, remoto e immaginario e in questo modo, per loro, nel presente non c’era nulla da fare.

È più che probabile che tu appartenga a una di queste tre comunità, perché tutti coloro che iniziano la ricerca cadono inevitabilmente in una di queste tre trappole. In realtà, questi sono i tre trucchi fondamentali che la mente può giocare per salvare se stessa dalla meditazione. Fa’ dunque attenzione a questi tre trucchi. Love!(Osho)

2 commenti:

max ha detto...

CARA Sharatan hai scritto un'ottimo articolo.
se posso permettermi di presentare due libri interessantissimi che sono 1) Rob Nairn corbaccio ediz " che cos'è la meditazione ", libro quasi introvabile nel quale si danno le basi della meditazione , chiarissime .
2)Hara il centro vitale dell'uomo sec lo Zen pag da 131 in poi per la meditazione con la respirazione dell'abbandono dell'Io.
un caro saluto "I shin de shin"
max

Sharatan ain al Rami ha detto...

Ciao Max,
sono contenta che segnali questi bei libri. Mi dispiace, ma il post è un brano di Osho che ho citato integralmente, non è uno scritto mio, ma una citazione ;-(
un caro abbraccio