martedì 29 gennaio 2019

Il karma del giovane monaco



“La virtù della meditazione,
anche durante un breve zazen,
elimina gli innumerevoli errori
accumulati nelle vite passate.
Perché continuare a errare
sui sentieri dell’Inferno
quando siamo così vicini
alla Terra Pura del Buddha?”
(Hakuin)

Un piccolo tempio sorgeva in una radura, nel cerchio di una foresta di pini odorosi di resina. Nel piccolo tempio di montagna viveva un venerabile monaco insieme al piccolo gruppo dei suoi discepoli. Il monaco aveva raggiunto un tale livello di Risveglio che riusciva a vedere oltre l’illusorio specchio del lago delle apparenze.

Una mattina, dopo la consueta seduta di meditazione, riconobbe sul volto di un suo giovane discepolo, il segno della morte imminente. Comprese che il giovane monaco non aveva più molto tempo da vivere e fu mosso a compassione per il suo aspro destino. Di certo la sua morte prematura era dovuta a delle azioni funeste compiute nelle esistenze precedenti.

E oggi, il karma negativo accumulato in passato esigeva di essere scontato con la morte precoce del giovane. Il venerabile bonzo ebbe compassione del ragazzo e gli concesse un mese di congedo dalla vita monastica affinché il ragazzo potesse tornare a casa e stare qualche giorno con i suoi genitori.

Il giovane monaco fu affidato ad una carovana di pellegrini che passavano dal monastero e che, per una fortunata coincidenza, andavano proprio verso la città natale del ragazzo. Dopo un mese, così come si era convenuto, il giovane monaco fece ritorno al monastero e andò a rendere i suoi omaggi al vecchio maestro.

Il vecchio monaco gli chiese come era andato il suo soggiorno in famiglia. Il ragazzo affermò che era stato molto bene insieme ai suoi parenti che lo avevano ricoperto di affetto e di doni per il tempio: era giunto a presentare gli omaggi della sua famiglia.

In effetti, il monaco lo vide pieno di vita e sprizzante di gioia da ogni poro. Ogni traccia di morte sembrava scomparsa dal suo viso, e il vecchio maestro non riuscì a capire come potesse essersi sbagliato perciò gli chiese come fosse andato il suo viaggio.

Il ragazzo rispose: «Il viaggio è stato bellissimo. Abbiamo attraversato alte montagne con un paesaggio bellissimo, abbiamo fatto una marcia estenuante per arrivare in tempo, ci siamo fermati per riposare la notte sotto le stelle risplendenti, ma la bellezza del paesaggio e la gioia di rivedere la mia famiglia mi hanno ripagato di tutti i disagi.»

A quel punto il vecchio saggio gli chiese: «Bene, mi fa piacere che tutto sia andato così bene, Ma non avrai per caso dimenticato di raccontarmi qualcosa? Hai compiuto qualche buona azione che hai fatto? Hai mantenuto un comportamento virtuoso?»

Il ragazzo sembrò riscuotersi ed esclamò: «Ma certo, lo dimenticavo! Durante la marcia e per tutto il viaggio ho sempre tenuto presenti i vostri insegnamenti e sono stato attento a non schiacciare nemmeno il più piccolo insetto. I pellegrini si sono lamentati perché non andavo abbastanza veloce!»

Sul volto del venerabile saggio fiorì un sorriso radioso, perché aveva compreso. Quando aveva scorto sul viso del ragazzo i segni della morte imminente, non si era sbagliato. Con la sua prova di continua attenzione e di compassione, il giovane monaco era riuscito a trasformare il suo karma; aveva ripagato il male riversando solo il bene lungo il suo cammino.

Buona erranza
Sharatan

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