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giovedì 17 gennaio 2019

L’Io di gruppo umano



“L’Io dell’uomo si consuma nel suo proprio fuoco
mediante sé medesimo.”
(Aforisma ermetico)

L’essere umano sta facendo contemporaneamente una discesa e un’ascesa, dice Steiner, ma il percorso non viene compiuto in totale solitudine. Come per tutte le specie, anche per l’uomo il cammino evolutivo viene percorso insieme alla propria specie. Durante la vita fisica, l’uomo impara a modificarsi per sviluppare un’anima individuale.

Anticamente, gli uomini erano forniti di un’anima che viveva inserita all’interno di un’anima di gruppo che raggruppava molti individui, così come accade negli animali.L’insufflazione dell’anima da parte di Dio non avvenne in modo repentino, ma tramite un processo che si completerà in un lasso di tempo molto ampio.

Le forze spirituali furono inspirate dall’uomo con il respiro, ma gli uomini non erano maturi e non avevano la struttura adatta a ospitare l’anima cosciente. Quest'anima non sarà l’ultimo stadio di sviluppo dell'uomo, perché in futuro svilupperemo l’anima senziente che si evolverà per ospitare il Sé spirituale o Manas: questa è la nostra meta finale.

In origine gli uomini erano raggruppati in 4 tipi fondamentali, espressi dai 4 animali biblici messi ai 4 lati del Carro Divino che vengono associati ai 4 apostoli: toro, aquila, leone e uomo. Questi tipi sono i simboli  dei 4 ceppi originari da cui discende tutta l'umanità.

A loro vengono associati anche i 4 elementi: fuoco, aria, acqua e terra, e questi simboli mostrano la quadruplice natura dell’essere umano. Dai 4 ceppi principali si svilupparono le 4 razze umane: bianca, nera, rossa e gialla. Non esistono razze pure, perché l’umanità è una miscela di 4 tipi umani esistenti fin dall'origine.

Gli esseri umani seppero evolversi fino a sviluppare 4 involucri diversi per ospitare le 4 componenti dell'essere umano: corpo fisico, eterico, astrale e l’Io. Nel singolo “persiste” il ricordo delle vite precedenti che restano sotto forma di “doti” frutto di molte esistenze precedenti. Queste attitudini si manifestano in forma di talenti, attitudini, antipatie e simpatie.

La “persistenza” di caratteri derivati da esistenze precedenti produce una specifica struttura e sostanza che sintonizza gli accordi del singolo su una certa tonalità. un accordo nelle vibrazioni produce un’attrazione dell’anima verso altre anime a lei consimili, per cui l’anima viene “attratta” verso un gruppo familiare specifico.

E tanto più si va a ritroso nel tempo, tanto più si osserva che l’anima del singolo era inclusa nell’anima vastissima composta da molti singoli che condividono la medesima anima. L’anima singola non si percepiva come una volontà unica e individuale, ma percepiva come propria la volontà della grande anima in cui era incluso.

Il singolo amava solo chi faceva parte della stessa stirpe, perché prevaleva la forza del legame del sangue. Il sangue, dice Steiner, è un succo peculiare come afferma Goethe perché il sangue esprime la forza dell’Io. Invece il corpo fisico si esprime nella sua stessa forma fisica, il sistema ghiandolare si esprime nel corpo eterico, il sistema nervoso nel corpo astrale, e il sangue si esprime con l’Io.

Anticamente, il singolo era racchiuso all'interno di un gruppo che percepiva come suoi pari, e questa fu una necessità evolutiva. Il fine dell’esistenza terrena è la capacità di esprimere l'amore, ma l'apprendimento è difficile. L’amore richiede l’indipendenza dell’essere che ama e viene amato.

A quei tempi l’uomo non era autonomo, era immaturo, perché la sua coscienza doveva evolversi, perciò fu sviluppato solo l'amore verso i consanguinei e questo durò a lungo. L’amore per il proprio sangue spinse a conservare la stirpe con matrimoni tra consanguinei.

Il gruppo condivide la stessa forza che è infusa dallo stesso sangue, e il singolo sa che fa parte della stessa famiglia di anime. Anticamente c'erano solo le anime di gruppo i cui appartenenti si univano solo ai membri della loro stirpe. I singoli non sentivano il proprio Io come un Io personale, ma sentivano l'Io del gruppo a cui appartenevano.

E costoro, con il sangue dei loro padri, ereditavano anche i loro ricordi di vite passate, e tali ricordi erano tramandati e sentiti come se fossero esperienze vissute in prima persona, dice Steiner. L’anima di gruppo non era estesa nello spazio ma era estesa molto estesa nel tempo.

La vedremmo nascere in un certo punto, in una certa data e al piano eterico. Da quel punto in poi essa inizia a esistere e si manifesta come un’anima di gruppo a livello eterico, poi si trasforma, si sviluppa e finesce di esistere. L’anima di gruppo assume le caratteristiche dei 4 tipi originali e mentre si modifica per integrarne le qualità subisce una trasformazione.

Dietro alla forma fisica c’è sempre una presenza eterica, e così accade anche nell’anima di gruppo dell’uomo. L’anima di gruppo vive più a lungo del singolo essere umano, perciò il suo ciclo vitale è più lungo di quello del singolo individuo. Nascita e morte sono caratteristiche all’essere fisico, ma la trasformazione riguarda l'eterico e diventa una metamorfosi.

Anche un’anima di gruppo viene da esistenze precedenti, attraversa la gioventù, vive la maturità, affronta la vecchiaia e poi declina, ma la sua coscienza non muore: essa si trasforma. Quando la stirpe nasce è fatta da una raccolta di singoli, dice Steiner, perciò la stirpe si trasforma insieme ad essi.

La forza della stirpe cresce con il suo prestigio finché essa raggiunge l’apice e tramonta senza finire di esistere, perché sa risorgere dalle sue stesse ceneri. E quando torna a rivivere, si trasforma nell’anima di gruppo di un’altra stirpe.

L’insieme di molti forma una comunità umana che affronta uno sviluppo ascendente e uno sviluppo discendente per un tempo che fu stimato con calcoli esatti dagli antichi occultisti. Essi calcolavano l’età dell’uomo in 75 anni (espressi in anni lunari), e dicevano che la durata dell’anima di gruppo è di 14 età (in anni lunari), in cui i 4 tipi si incontrano lungo il percorso di ascesa e discesa fino alla prossima metamorfosi.

Calcolando le generazioni essi moltiplicavano il 75x7 (cioè gli anni di una generazione) e ottenevano l’età di circa 500 anni. Per questo l’antico occultista affermava che una stirpe viveva 500 anni, e poi moriva. Ma poi risorgeva dal rogo del suo fuoco interiore che distruggeva la vecchia forma per far posto alla nuova forma, e ciò avveniva senza perdere la sua coscienza.

Sappiamo che il tramite dell’Io è il sangue e il sangue è anche il mezzo di espressione del fuoco. Il corpo fisico è il mezzo di espressione della terra, il corpo eterico è il mezzo di espressione dell’acqua, il corpo astrale è il mezzo di espressione dell’aria. Quando l’uomo avrà superato la cupidigia dell’Io otterrà l’immortalità. Questa dottrina, dice Steiner, viene espressa dal simbolo della “fenice” che sa risorgere dalle sue stesse ceneri.

Buona erranza
Sharatan

martedì 8 gennaio 2019

Anime in evoluzione



“L’umanità è un fiume di luce che scorre
dall’esterno verso l’eterno.”
(Khalil Gibran)

Sarebbe un grosso errore credere che l’uomo possieda un’anima individuale già formata, e che nasca nell’esistenza terrena già fornito di un’anima individuale completa e che quest'anima venga incorporata in un corpo fisico nelle varie esistenze terrene, dice Steiner. L’uomo dei tempi attuali rappresenta uno stadio di passaggio da un’anima di gruppo che, anche l'uomo possedeva in un tempo lontano, e un’anima individuale compiuta e perfetta.

Al momento presente, l’uomo è sulla via di inserire completamente l’anima individuale dentro il suo corpo fisico. Siamo ancora in cammino per raggiungere questa tappa evolutiva che sarà conclusa quando l’uomo avrà terminato la sua esistenza sulla terra. Per la maggior parte degli uomini, il loro Io è un prodotto intermedio tra l’Io di gruppo degli animali e l’Io individuale e, tanto più si risale a ritroso nel tempo, e tanto più questo fatto diventa evidente.

All’inizio dell'evoluzione umana, cioè all’inizio dell’esistenza dell’uomo, al tempo in cui l’anima iniziava a scendere sul piano fisico, anche le anime degli uomini erano degli Io collettivi. Un gruppo di uomini apparteneva a gruppi di uomini che formavano un’anima collettiva. A tale riguardo, dobbiamo sapere che l’uomo è composto da 4 parti: corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e Io individuale, e che l’Io o anima individuale è costituito da 3 parti: anima senziente, anima razionale e anima cosciente.

L’Io individuale inizia a distinguersi nell’anima senziente e nell’anima razionale, ma solo nell’anima cosciente comincia a divenire un Io autocosciente. A questo stadio si inizia a percepire un’altra parte dell’essere umano: il Sé Spirituale o Manas. Riassumendo, allo stadio evolutivo attuale, l’uomo ha le seguenti parti: corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale che contiene l’anima senziente, l’anima razionale e l’anima cosciente che sono inserite una dentro l'altra e, infine, Sé Spirituale che è l’Io vero e proprio.

Di questi 7 corpi, la parte più perfetta è il corpo fisico che, attualmente, è al massimo della perfezione. E con questo non si deve capire che sia la parte più evoluta, ma solo che il corpo fisico è arrivato al massimo sviluppo funzionale. Il corpo fisico mostra la migliore opera di ingegneria, di genetica, di chimica e di fisica osservabili in natura, perché nel corpo fisico, con il minimo dispendio di sostanza si ottiene il massimo risultato e rendimento.

Il cuore umano, dice Steiner, è un miracolo della natura e lo sarà ancor più quando avrà raggiunto una perfezione maggiore. Se facciamo un confronto con il corpo astrale che è colmo dei desideri e degli istinti umani, si vedrà che tale corpo è molto lontano dalla perfezione del corpo fisico perché istinti e passioni sono posti su di un gradino evolutivo inferiore.

L’avidità e la cupidigia dimostrate dall’uomo e il suo disinteresse per le necessità dei suoi simili lo pongono a un livello evolutivo infimo. Anche dai piccoli esempi notiamo quanto il nostro cammino evolutivo sia ancora lungo. Sappiamo che il corpo fisico fu formato quando la terra attraversava il suo primo stadio di evoluzione, lo stato di Saturno che non riguarda affatto il pianeta omonimo.

La terra ha attraversato quattro stadi di sviluppo, e mentre essa li attraversava, avvenivano anche delle trasformazioni evolutivo nell’essere umano. Mentre avveniva il secondo gradino evolutivo terrestre, cioè lo stadio del Sole, al corpo fisico venne aggiunto il corpo eterico, perciò l'eterico è posto a un gradino evolutivo inferiore rispetto al corpo fisico.

Al successivo gradino evolutivo della terra, lo stadio della Luna, fu aggiunto il corpo astrale per cui il corpo astrale ottenne solo lo stadio evolutivo prodotto durante lo stadio della Luna. Perquello che riguarda l’Io, esso fu aggiunto solo nel quarto stadio evolutivo; la Terra attuale. Per questo motivo l’Io va pensato come un neonato, per cui l'età e la maturità dell'uomo è quella di un essere che è appena nato.

Riflettendo in questo modo è chiaro il motivo per cui il corpo fisico abbia raggiunto il massimo grado di perfezione, e quando la terra avrà raggiunto la sua meta, tutta la materia fisica si spiritualizzerà e passerà alla condizione astrale. Lo stadio evolutivo successivo, detto di Giove vedrà il corpo eterico sviluppato al massimo grado; com'è oggi il corpo fisico.

Nell’evoluzione terrestre detta di Venere, sarà il corpo astrale a raggiungere il massimo grado di sviluppo. E, nello stadio successivo, quello di Vulcano sarà l'Io che raggiungerà la perfezione completa e si troverà allo stesso livello di completezza mostrata attualmente dal corpo fisico umano.

Giunto a questo stadio, il nostro Io sarà colmo di tutte le migliori caratteristiche che vengono lasciate dai vari stadi evolutivi che ha attraversato. Nell’occultismo, dice Steiner, l’antica Luna era detta il “Cosmo della Saggezza” e su di essa venne colmato di saggezza il corpo fisico.

Il corpo eterico sarà colmato di Amore quando raggiungerà lo stadio di Giove così come il corpo fisico, sulla terra è oggi ricolmo di Saggezza. E, in futuro sarà ammirato un bel corpo eterico così come oggi viene ammirato un bel corpo fisico. Da tutto ciò che si è detto emerge con chiarezza perché solo il corpo umano abbia raggiunto la perfezione del livello “Uomo”.

Per ciò che riguarda il grado di sviluppo del corpo eterico sappiamo che ha raggiunto lo sviluppo dell’animale e che il corpo astrale ha raggiunto il grado di sviluppo simile a quello del regno vegetale. Questo è ancora più evidente nel sonno, quando il corpo astrale esce dall'involucro, mentre il corpo fisico e quello eterico cadono in un sonno privo di sogni: questa è la condizione del mondo vegetale.

Il corpo astrale rispetto al suo stato di coscienza è ancora al gradino del vegetale, mentre il corpo astrale è al gradino vegetale riguardo alle sue condizioni di vita. E se il corpo astrale, occupa oggi il gradino del vegetale, l’Io è ancora più in basso, ossia al livello minerale.

Tutte le attività umane mostrano quanto sia vero quello che si è detto, perché l’uomo comprende solo le leggi fisiche del mondo minerale, infatti le usa per costruire le sue strutture. Se valutiamo il suo atteggiamento verso il mondo vegetale e verso gli altri esseri viventi vediamo che il suo intelletto non sa comprenderli.

È necessario che l’uomo abbia sviluppato una sensibilità per gli occulti del mondo. Infatti, nel futuro sapremo capire anche il regno vegetale e le piante così come oggi comprendiamo il mondo minerale, ma purtroppo ancora non abbiamo conquistato questa maturità morale.

Nel futuro la coscienza umana sarà sensibile alle vibrazioni che sono prodotte dai corpi eterici e sarà elevata dalla mera condizione della vita minerale diventando una coscienza vegetale. A quel punto l’uomo capirà che non può scindere il suo benessere da quello degli altri, e non potrà più ricadere nell’illusione che si possa staccare il nostro bene da quello del nostro prossimo.

Oggi, solo il corpo fisico ha il livello evolutivo di “Uomo” e l’eterico possiede uno sviluppo animale, l’astrale ha il livello della pianta, mentr e l’Io è come il minerale. L'eterico dovrà passare dal livello animale alla condizione umana, ma lo farà solo se impara l'amore per il prossimo, ma finché non smette di cercare il suo benessere a scapito degli altri non avrà alcuna evoluzione di coscienza.

Buona erranza
Sharatan

martedì 15 dicembre 2015

Il respiro della terra



“L’uomo è rimasto isolato nel cosmo.
Non è più parte della natura e ha perso
la sua partecipazione emotiva agli eventi naturali.
Le cose non gli parlano più ed egli non può
parlare a pietre, sorgenti, piante e animali.”
(Carl Gustav Jung)

Vi sono molte forme di sensibilità che l’anima umana possiede ancora a livello molto debole, ma che sarà chiamata a sviluppare in futuro. Ci sono alcune qualità che avranno un migliore affinamento e questo riguarda i sentimenti che non possiamo percepire perché la loro intensità sarebbe insopportabile per l’uomo moderno. Il nostro intellettualismo prevale e limita la nostra visuale, infatti lo sviluppo dell’intelletto ha comportato la scomparsa di alcuni sentimenti che, gli uomini antichi, ancora potevano sentire: il legame tra l’uomo e la terra fa parte dei sentimenti ormai dimenticati.

L’intellettualismo moderno rende aridi e incapaci di percepire molte sfumature del mondo esterno. Da questo punto di vista, la vita spirituale del passato era molto più ricca perché si veniva addestrati a percepire il ciclo delle stagioni ottenendo una percezione spirituale molto raffinata. Il rapporto tra l’uomo e il mondo è condizionato da un confine perché l’uomo è un essere chiuso non solo dal punto fisico, ma anche da quello spirituale. Dobbiamo immaginare che tra l’uomo e il mondo esterno esista un passaggio di correnti che pulsano andando dall’interno dell’uomo verso il mondo, e immaginare altre correnti che scorrono nel mondo spirituale del cosmo e penetrano nell’uomo.

Dobbiamo immaginare che, dal cosmo, fluiscono alcune forze che spesso vengono paragonate ad un oceano pulsante di molte forme di energia. La componente spirituale dell’uomo fluttua nell’oceano, perciò la componente spirituale si estende verso l’esterno finché non trova una zona oscura. La zona è oscura perché costituisce una parte di realtà che l’uomo non sa come raggiungere. Questo spiega perché l’uomo sa percepire del mondo esterno, solo la visione di quello che riesce a sostenere. L’uomo possiede una forza interiore che gli proviene dalla forza della sua visione del mondo.

Questa forza trova un ostacolo insormontabile quando essa incontra un limite alle sue rappresentazioni, perciò l’anima umana non sa entrare in relazione con l’esterno. Le onde universali si avvicinano all’uomo perché lui le attira in proporzione a quante onde può contenere e così qualcosa scorre nella sua interiorità. Poi l’onda si ritrae e si allontana. Questo è il modo con cui veniamo impregnati dall’aura che fluttua nel cosmo e che resta nella coscienza diventando l’elemento aurico universale che vive all’interno dell’uomo.

L’elemento aurico universale fluisce nella nostra parte subcosciente che contiene anche un’altra componente che fa parte dell’universo, perché anch’essa è stata ricavata dalla sostanza universale. E dove si incontrano le due componenti universali si formano dei blocchi che corrispondono ad un’onda di energie che irrompono nell’uomo. L’onda energetica interna segue la direzione seguita dai nervi motori e da quelli sensori. Da ciò si determina il contrasto dell’uomo con l’ambiente energetico e spirituale in cui egli vive, e condiziona gli elementi che si possono ricavare dall’ambiente in cui si vive.

All’interno dell’uomo c’è una barriera che protegge e nasconde quello che non possiamo sostenere, perciò la barriera interna ci nasconde anche le impressioni del mondo esterno che non sappiamo sostenere. In passato e nelle fasi evolutive delle epoche passate era possibile che la parte subcosciente potesse emergere e agire sopra la parte cosciente. L’antica chiaroveggenza si basava su questo fenomeno di anticipazione delle qualità o caratteristiche che dovremo sviluppare in futuro.

Si crede, erroneamente, che l’evoluzione sia un processo lineare e progressivo e prosegua con ritmo costante e sempre nel medesimo modo. Ma andrebbe immaginato un corso che, in contemporanea con una linea di sviluppo di qualità generali, esista pure una linea di sperimentazione di caratteristiche che sono anticipate per essere “testati” su alcune personalità. La tendenza si mostra in modo molto sottile solo nell’osservazione di alcuni spiriti che sembrano avere i residui delle qualità del tempo antico, ma che sono l’anticipazione di caratteri e qualità che svilupperemo naturalmente, ma in futuro.

In queste personalità osserviamo che non si esprime l’aspetto più evidente della loro coscienza, ma che si esprimono delle forze potenti che emergono dal loro subcosciente. Tra questi sentimenti ormai dimenticati vi è la capacità che avevano gli uomini del tempo passato di sentirsi inseriti nella vita del cosmo e di saper guardare nell’universo sentendo che anche l’essere umano ne faceva parte. In passato si sapeva guardare nel mondo, nel cosmo e anche negli altri sistemi planetari ma l’uomo non riusciva a valorizzare quello che aveva dentro se stesso cioè il suo io, dice Steiner.

In passato si veniva predisposti a imparare per mezzo di un addestramento specifico che favoriva la capacità di guardare all’interno della materia . Si veniva addestrati a vedere non solo quello che si percepisce alla superficie delle cose, ma a guardare anche nel substrato spirituale che si nasconde all’interno della materia. E molti sforzi erano dedicati al ciclo di osservazione della grande natura e della percezione del variare del ciclo della terra. Alcuni discepoli spirituali erano educati affinché la loro anima potesse percepire il trascorrere dei ritmi stagionali della terra. Un sentimento simile vive ancora oggi, ma solo in persone che sentono il susseguirsi delle stagioni perciò sentono cose diverse a seconda che sia la primavera oppure l’autunno.

Nella loro anima si riversa il senso della speranza quando vede che la natura, in primavera, mette le prime gemme e la speranza della primavera diventa l’esultanza gioiosa dell’estate. Sentiamo delle sensazioni molto diverse se vediamo lo sfiorire della natura e le foglie ingiallire con l’avanzare dell’autunno. Se vediamo gli alberi spogli sentiamo che la malinconia dell’autunno è diventata la tristezza dell’inverno. I discepoli dei misteri nordici erano addestrati a raffinare la loro percezione del trascorrere dell’anno, perciò nel solstizio d’estate, la notte di s. Giovanni che cade il 23 giugno, si accendevano dei fuochi per rappresentavano la gioia della natura che risplendeva di vita durante l’estate.

Invece, al solstizio d’inverno, si celebrava la fecondazione che ha portato la nascita del Bambino Gesù. Gli antichi discepoli ottenevano il potere di guardare oltre la materia, perciò la materia diventava completamente trasparente in modo che - attraverso di essa – potevano capire i grandi misteri cosmici che si nascondono dietro il susseguirsi delle stagioni. Le stagioni sono il modo con cui la terra partecipa e contribuisce alla vita del cosmo, perché sono il modo con cui la terra si rigenera continuamente.

Alcuni popoli educavano la loro anima a vedere l’ordine cosmico nascosto nei ritmi delle stagioni. Perciò vedevano che, alla tristezza dell’autunno segue il mese dei morti che è la festa caratteristica del ritirarsi della vita della natura che culmina nel Natale in cui si celebra la nascita del Bambino Gesù e che coincide con il morire del cosmo che culmina con il risorgere della luce che accade nel solstizio d’inverno. Anche la vita dell’anima segue le stesse fasi evolutive dell’anno, perciò le tappe della vita spirituale dei popoli pagani furono importate nelle festività cristiane.

All’equinozio d’autunno e all’equinozio di primavera, la durata del giorno e della notte si equivalgono. Però, a giugno, la proporzione aumenta in favore del giorno, mentre in dicembre prevale la durata della notte e il tempo in cui il sole è nascosto. Questo è il rapporto tra la terra e il sole di cui ci curiamo poco e che teniamo in minima considerazione. I popoli primitivi dicevano che la terra è un organismo vivente che segue il suo ritmo. Durante l’autunno sentiamo che la terra inizia la sua inspirazione perciò richiama tutti gli spiriti elementari al suo interno. Invece, in primavera, la terra inizia il suo processo di espirazione perciò la vita si diffonde sulla terra e si diffonde verso tutto il cosmo.

In estate, l’espirazione della terra è terminata perciò inizia a verificarsi l’inspirazione che vedrà il ritiro delle forze naturali verso l’interno della terra. I popoli primitivi conoscevano questi processi respiratori perciò dicevano che la terra è un essere vivente e che il suo respiro è il ciclo delle stagioni che è anche il modo con cui la terra partecipa alla vita del cosmo. L’autunno vede l’inizio dell’inspirazione che - dal punto di vista spirituale - inizia con la notte delle stelle cadenti cioè la notte di s. Lorenzo quando cade sulla terra il ferro meteorico in cui è nascosta l’arma degli dei contro Arimhan.

Steiner dice che Arimhan vuole vincere gli esseri spirituali superiori che contrastano le forze della morte che aumentano in autunno. L’autunno inizia fin dalla metà d’agosto e infatti, nel mondo contadino, lo si faceva iniziare la notte di s. Bartolomeo ossia il 24 agosto quando si sente che si è già invertito il respiro della terra. L’equinozio d’autunno è collegato al mito di s. Giorgio che uccide il drago che è simile a Perseo che uccise il mostro marino e che sposò Andromeda. In autunno, il fuoco dell’estate è diventato la cenere che sarà il cibo della terra che custodisce il seme da cui nascerà la nuova vita. Questo è il modo in cui dovremmo pensare alla terra se - fin da bambini - fossimo educati a pensare.

Buona erranza
Sharatan

sabato 4 luglio 2015

Evoluzioni e mutazioni



“Mi stupisco che tu possa volere tanto il giorno!
Per la mia anima, il sole non è mai tramontato.”
(Angelo Silesio)

Se volessimo vedere l’evoluzione passata del nostro pianeta dovremmo risalire a tempi remoti, e così arriveremmo ad una condizione spirituale del pianeta che aveva attraversato varie “incarnazioni”. Il nostro sguardo retrospettivo risalirebbe ai tempi in cui il nostro pianeta si era materializzato e poi si era spiritualizzato per poi assumere nuovamente forma materiale, finché era divenuto Terra.

Uno sguardo acuto in modo straordinario potrebbe risalire tanto indietro da poter vedere che quel fenomeno si era ripetuto per altre due volte. Il nostro pianeta è il risultato di tre mondi precedenti cioè è il prodotto di tre stati planetari precedenti. Ognuno degli stati fisici è seguito da uno stato intermedio di spiritualizzazione, nel quale la materia fisica diventa sempre più fine quanto più si risale indietro nel tempo.

In tutte le situazioni vediamo che è racchiusa la condizione di ciò che esse furono in passato, infatti nel presente restano i residui di stadi evolutivi precedenti che convivono con gli aspetti più avanzati. I progenitori degli uomini che vissero in quei tempi ancestrali svilupparono i vari involucri che costituiscono l’essere umano odierno. Tre involucri dell’uomo cioè quello fisico, quello eterico-vitale e quello astrale, si svilupparono nel corso delle tre precedenti incarnazioni del nostro pianeta.

Attualmente siamo impegnati a sviluppare l’ultima componente ossia l'io che si dovrà porre in relazione con i tre corpi suddetti. Mentre la Terra cambiava la sua forma, all’uomo veniva dato un nuovo involucro perciò l’evoluzione della Terra è collegata con il cammino evolutivo che l’uomo sta facendo per conquistare un gradino più elevato. La prima incarnazione del nostro pianeta avvenne come Saturno, la seconda incarnazione fu come Sole, la terza fu come Luna, e la quarta la viviamo come Terra.

Chiaramente i nomi dei mondi precedenti non hanno nessun collegamento con i pianeti omonimi dell’attuale Sistema Solare, ma sono i nomi di forme primordiali di vita. Ma tutte le condizioni odierne della Terra così come pure gli avvenimenti, gli esseri e il destino presente sono il prodotto di questi stadi planetari precedenti. Nel mondo attuale non esistono le condizioni di allora ma, nell’uomo, restano ancora gli effetti di questi stadi precedenti.

La parte più antica dell’uomo è il corpo fisico perciò è la nostra parte più perfezionata perché esisteva fin dai tempi di Saturno sebbene fosse molto diversa. Il corpo fisico esiste come tale perché è correlato al corpo eterico, al corpo astrale e con l’io, ma questa relazione non esisteva su Saturno. Ma, in seguito, il pianeta incarnato come Saturno si spiritualizzò e si materializzò come Sole e, a questo stadio, sviluppò il corpo eterico che si compenetrò nell’involucro fisico.

Lo stesso fenomeno si ripeté nuovamente durante l’incarnazione in Luna quando si sviluppò il corpo astrale e si inserì nell’interno dei due involucri precedenti. Con ogni nuova compenetrazione, ogni involucro umano conquistava un grado di perfezione. Al livello attuale vediamo che il corpo fisico ha raggiunto il 4° gradino evolutivo, il corpo eterico-vitale ha raggiunto il 3° gradino evolutivo, l'astrale è asceso al 2° gradino, e l’io è al 1° gradino.

Vediamo che i 4 involucri hanno un grado di perfezionamento diverso che è legato alla loro antichità. Ma la qualità dei vari elementi ha un’importanza molto diversa. Con questo dire si vuole affermare che il corpo astrale, per sua natura, si trova a un livello evolutivo più elevato del corpo fisico. E in futuro, l'astrale avrà molta più importanza della parte fisica che dovrà decadere. Ma, non di meno, il corpo fisico è giunto a un’alta perfezione come si vede dalla meravigliosa struttura del nostro organismo.

Invece non vediamo una pari maturità nelle altre componenti. Le manifestazioni di piacere e dolore, di desiderio e passione mostrano che lo sviluppo discrepante dei nostri involucri produce effetti disarmonici e insani. Nelle contraddizioni umane, non si fatica a vedere che l’io umano è realmente una componente immatura perché è solo all’inizio della sua evoluzione.

Il nocciolo umano cioè l’io è nella fase iniziale della sua evoluzione ma, in futuro, dovrà imparare a correlare tutte le altre componenti dell'uomo. I maestri insegnano che le malattie e la morte derivano dalle disarmonie del corpo astrale che si ripercuotono sull'eterico-vitale, e che finiscono per causare la rovina dell'involucro fisico.

Essi insegnano che la sede del piacere, del desiderio e delle passioni è posta nel corpo astrale, ma l'astrale è ancora troppo immaturo e agisce in modo inadeguato, perciò finisce per rovinare il fisico. Il corpo fisico ha un’evoluzione di 4 fasi evolutive che lo mettono ad un elevato grado di evoluzione. Ma il corpo astrale ha un’importanza animico-spirituale maggiore perciò la parte più elevata e imperfetta riesce a prevalere sulla componente maggiormente evoluta, ma di livello inferiore.

Il ricordo di tutti gli stati attraversati dal nostro pianeta lo riviviamo tramite il fenomeno del sonno quando i nostri corpi si dividono. Mentre il corpo fisico e quello eterico-vitale restano nel letto, il corpo astrale e l’io salgono nei mondi spirituali. E lo stesso fatto si ripete anche con la morte quando il distacco avviene in una modo più netto e definitivo. Nel sonno siamo incoscienti mentre, nella veglia, siamo inconsapevoli delle diverse parti che ci compongono.

Ma, nei tempi antichi, gli uomini si ricordavano di essere stati anime prima di diventare uomini. Risalendo a 10.000 a. Cristo, in Europa, vediamo vivere uomini molto primitivi ma, in Asia, c'erano civiltà dalla vita spirituale molto evoluta. In India vivevano degli uomini che dicevano di essere figli degli dei. Dicevano che erano dei perché venivano dal mondo degli dei. Dicevano che quando dormivano tornavano a essere dei perché essere dei, per loro, equivaleva a essere diversi dallo stato di veglia.

Questa civiltà evoluta ricordava la vita prima della nascita, essi conoscevano la vita che avevano vissuto tra gli dei. Il ricordo di quei tempi ancestrali è contenuto nei Veda che sono delle opere poetiche stupende in cui viene rivelata “la parola” perché “veda” significa proprio questo. Si diceva che la parola era stato un dono dello spirito, infatti essi credevano che quello che veniva detto nei Veda fosse quello che avveniva nel mondo degli dei.

In tempi ancora più antichi di questi, la conoscenza era maggiore di quella che dicono i testi vedici. Ma quello che resta del sapere originario fu trascritto nei testi dei Veda. Perciò i Veda sono i testi più recenti di conoscenze possedute in tempi molto più remoti. E in quei tempi si sapeva che siamo degli esseri che sono discesi dal mondo spirituale.

Risalendo a 6.000 a. C. troviamo questa civiltà indiana che è una civiltà regredita rispetto la civiltà precedente che era più avanzata. Ma poi si sviluppò la civiltà della Persia come civiltà paleo-persiana che sviluppò caratteri diversi. Gli antichi indiani credevano di venire dal cielo e non amavano la vita terrena. Essi si sentivano espulsi e respinti dal mondo degli dei, perciò non apprezzavano la vita terrena: per loro vivere sulla Terra non era importante.

Invece in Persia, per la prima volta, si avvertì interiormente il valore della Terra e della vita terrena. I persiani credevano che la luce fosse preziosa e credevano che l’oscurità era necessaria per poter amare la luce. Nel tempo si confermò l’importanza della vita terrana, e si affermò che la terra era tanto preziosa che la terra era in perenne lotta con il cielo: e queste idee furono credute per 3.000 anni.

Con lo sviluppo della civiltà egiziana si affermò il terzo tipo di essere umano dopo quello indiano e quello persiano. In Egitto si fecero dei monumenti grandiosi per celebrare la memoria, si regolò il corso del Nilo e si sviluppò la geometria e l’agrimensura perché l’egizio amava la Terra. Gli egizi avevano dimenticato di provenire dal mondo spirituale, perciò volevano essere rassicurati su questo legame con il mondo spirituale.

Prima degli egizi non si pensava all’immortalità, perché la si sapeva come realtà. Ma l’egizio aveva l’incertezza della sopravvivenza della sua anima perciò gli uomini vennero afferrati dalla paura della morte. Per questo gli egizi imbalsamavano i corpi dei morti e li mettevano nei sarcofagi assieme ai loro beni più preziosi affinché l’anima non subisse danni. Volevano garantirsi a tutti i costi l’immortalità della materia terrena.

La civiltà successiva dell’antica Grecia ebbe la totale dimenticanza della vita prima della nascita. Per questo, solo le poche persone che continuavano a frequentare le scuole dei misteri continuavano ad avere un’evoluzione spirituale. I greci coltivavano la vita terrena perciò quando, nel 4° secolo a. C., il filosofo Aristotele disse che l’anima nasce assieme al corpo affermò una cosa che i greci non sapevano.

In Grecia, per la prima volta, nasce l’idea che l’anima nasce con il corpo. Aristotele dice che l'anima è immortale e che, dopo la morte, continua a vivere nel mondo spirituale. E con questa idea egli si avvicinò al cristianesimo, ma poi Aristotele ebbe anche un'idea malsana dovuta al fatto che aveva dimenticato l’antica origine dell’uomo.

Disse anche che, dopo la morte, l’anima si ritrova con il patrimonio di una sola vita terrena, perciò l’anima rivive in eterno quella unica esperienza terrena. Se qualcuno fece il male è condannato a essere dannato in eterno, e non può fare nulla per migliorare la situazione. Lo so che questa idea è tremenda, ma questo è ciò che disse Aristotele!

Poi l’arrivo del cristianesimo diventò un’occasione per l’impero romano che lo adottò come religione ufficiale. La chiesa si trasferisce a Roma e stabilisce le regole del gregge dei credenti. Nasce l’idea che esistono pecore e pastori, perciò i pastori decidono quello che le pecore devono credere: e decidono che le cose si decidono nei concili.

Nell’8° concilio i pastori dicono che è eretico credere che l’uomo provenga dal mondo spirituale dove ha vissuto prima della nascita. L'idea di Aristotele è diventata l’opinione prevalente della chiesa, perciò l’umanità fu costretta a non credere di essere disceso assieme alla sua anima, perché gli fu proibito.

Buona erranza
Sharatan

giovedì 3 ottobre 2013

Mutazioni dell’anima



“Il Signore prestò la casa di un bruto all’anima di un uomo.
E l’uomo disse: ‘Ti sono io debitore?’
Il Signore rispose: ‘Non ancora, ma rendila pura quanto puoi,
e allora te ne darò una migliore’.”
(Alfred Tennyson)

Ogni forma di vita affronta successive incarnazioni per sviluppare una capacità di pensiero, di sentimento e di espressione sempre più raffinata. Le forme di vita si perfezionano acquisendo delle capacità e delle strutture sempre più complesse. Generalmente si crede che solo gli esseri umani si reincarnano, ma il fenomeno riguarda tutte le forme di vita e tutti gli organismi viventi.

Anche le piante e gli animali si reincarnano, però nel loro caso, l’anima che muore ritorna alla grande anima di gruppo vegetale oppure al gruppo animale. Per capire, pensiamo che l’anima della rosa ritorna all’anima di gruppo delle Rosacee, mentre l’anima del gatto ritorna all’anima di gruppo dei felini. E dopo potranno vivere una nuova vita come rose oppure come gatti.

Per l’uomo la cosa è diversa, perché l’uomo ha un’anima che si è individualizzata, perciò egli è una coscienza separata e individuale. Secondo le concezioni dei teosofi e degli antroposofi l’anima, una volta che si è individualizzata si reincarna sempre come essere umano. L’anima individualizzata ha acquisito i suoi veicoli o strumenti di conoscenza, e li rinnova in ogni vita.

L’anima usa un corpo di materia mentale superiore che è chiamato “corpo causale.” Esso ha una forma ovoidale ed è costituito da un ovale di materia ardente e luminosa oppure delicata e sfumata che lo circonda, e che forma la veste permanente dell’anima. La sua forma è umanoide, ma non appare connotata da tratti di sesso, ma è asessuata e simile alla natura degli angeli.

Il “corpo causale” è così detto perché è il principale impulso del pensiero, del sentimento e dell’azione dell’anima in ogni contesto in cui essa si manifesta, perché esso viene creato dall’anima stessa. All’interno del corpo causale vive l’anima eterna e imperitura che non conosce nascita, infanzia e vecchiaia, e che perciò è immune dalla morte.

L’anima immortale deve crescere in capacità di amare, di pensare e di agire col trascorrere dei millenni. Essa vive una vita eterna per rendersi sempre più efficiente in qualche manifestazione particolare. Per accrescere la sua maturazione, l’anima usa le esperienze delle vite che vive, ma l'aspirazione dell'anima è partecipare alla manifestazione dell’Amore Divino.

All’inizio, l’anima vive delle vite ai piani più bassi del suo livello di manifestazione, perciò è costretta a reincarnarsi più volte. Per incarnarsi, l’anima raduna intorno a sé la materia del piano mentale inferiore e plasma con essa il corpo mentale con cui pensa e trasforma il mondo esterno in idee e concetti mentali.

Poi raduna un po’ di materia astrale per fare il corpo astrale con cui sente e trasforma il mondo dei fenomeni in emozioni e sentimenti. Infine, le viene dato un corpo fisico che l’anima usa per agire e percepire il mondo fisico per mezzo dei sensi. Quando l’anima indossa questi corpi si incarna.

Il corpo fisico percepisce le vibrazioni esterne che provocano una reazione nervosa che si riflette sul cervello. E il corpo astrale registra quella stimolazione per l'effetto piacevole o spiacevole. Il corpo mentale trascrive la classificazione fatta dal corpo astrale e la trasforma in pensiero.

Il pensiero è portato a conoscenza dell’anima che vive nel corpo causale. L’anima può mandare la sua reazione al fenomeno del mondo fisico tramite il corpo mentale che comunica con l’astrale, e l’astrale comunica con il cervello fisico. Ogni istante e ogni volta che la coscienza entra in azione, attiva una comunicazione tra il corpo causale ed i suoi veicoli inferiori.

Dopo aver raccolto idee e informazioni, l’anima le analizza, le classifica, e dalle idee della vita distilla gli ideali di vita, pensiero e di azione. In questo modo, i concetti dei fenomeni sono trasformati in ideali che l’anima ingloba in sé, e che diventano parte di essa. E alla morte, l’anima depone il veicolo fisico che non risponde più agli stimoli sensoriali.

L’anima conserva ancora il corpo astrale e il corpo mentale. Poi si disintegra il corpo astrale perciò l’anima viene distolta dai fenomeni del mondo astrale e si concentra sul corpo mentale inferiore. Quando è abbandonato anche il corpo mentale, l’anima si ritrova nel corpo causale, perciò si libera dei suoi veicoli inferiori.

Ma riflettendo, vediamo che per l’anima non è cambiato nulla, perché essa è sempre restata nel corpo causale. Erano i veicoli inferiori che agivano nel mondo. L’anima è tornata finalmente a casa, anche se non l'ha mai abbandonata. Essa non ha fatto altro che concentrare la sua attenzione e la sua coscienza sui veicoli inferiori. Questo è il funzionamento del meccanismo della reincarnazione.

L’anima usa dei veicoli finché ne ha bisogno, poi li abbandona per indossare altre vesti, perciò quello che conosciamo come morte non è altro che un ritrarsi della coscienza dell’anima dai piani inferiori per riportarla verso quelli più alti. La reincarnazione andrebbe studiata potendo osservare il ciclo delle varie trasformazioni dell’anima con il maturare delle sue esperienze di vita.

I teosofi dicono che ogni passo di questo incedere dell'anima è presente nella Memoria del Logos, perciò un investigatore può mettersi in contatto con quella Memoria e vedere le successive incarnazioni dell'anima. Un primo fatto da ricordare è che non tutte le anime imparano alla stessa maniera, perché ad una certa data, non tutte le anime hanno la medesima capacità.

Esistono anime vecchie e anime giovani, perciò un’anima impara più velocemente e altre più lentamente perché la poca esperienza rende più difficile avere la velocità di percezione. Per questo si ripetono le medesime esperienze, finché si amplia la capacità di acquisire da esse, perciò anche la differenza di età delle anime fa la differenza.

Ci sono delle anime incapaci di dominare i loro istinti e ci sono anime più evolute, ma la legge generale prescrive che, dopo la morte, l’anima debba passare un periodo di tempo sul piano astrale finché possiede il corpo astrale. Poi deve passare un certo lasso di tempo nel piano mentale inferiore finché possiede il corpo mentale. Il mondo mentale inferiore è chiamato Devachan dai teosofi, e indica il luogo in cui l’anima rivive i suoi desideri e le aspirazioni della vita terrena.

In quel luogo l’anima appaga pienamente tutti suoi desideri e gode della felicità di vedere realizzato ciò che aveva sognato. Perciò l’anima può vivere per secoli immersa nella completa beatitudine, almeno finché le forze che avevano sorretto quelle aspirazioni sono esaurite. Poi viene il tempo in cui l’anima deve abbandonare anche il corpo mentale.

Essa ha concluso l’incarnazione e si ritrova nel corpo causale con le esperienze che ha trasformato in ideali e in capacità di amare e di agire. Ma, poiché il cammino di perfezionamento è molto lungo, ben presto arriva il momento di nascere ancora. Perciò si fanno dei nuovi veicoli inferiori con cui l'anima potrà affrontare una nuova incarnazione.

L’intervallo tra due vite viene trascorso, in gran parte, nel mondo celeste inferiore cioè nel mondo celeste più basso detto Devachan. La lunghezza della permanenza dipende dalla quantità e dalla qualità delle aspirazioni accumulate nella vita passata. Le anime meno evolute solitamente vivono una breve vita nel Devachan, mentre quelle più evolute vivono molto più a lungo nel mondo celeste.

Riguardo al sesso, va detto che le caratteristiche di genere hanno come unico scopo quello di farci acquisire delle caratteristiche. Perciò vivremo nel corpo che il genere che ci farà sviluppare meglio. Sarà usato sempre il corpo del sesso che favorirà la migliore comprensione delle esperienze che vivremo.

Le necessità e le opportunità migliori variano a seconda dell'anima, ma si dice che non c’è regola fissa sul numero di vite come maschio o femmina che vivremo. Non c’è una regola neppure sulla durata della vita fisica. La nascita nel mondo fisico corrisponde alla morte nel mondo celeste, perciò il tempo della morte è definito “a priori” ossia prima della nascita, e la scelta spetta ai “Reggenti del Karma.”

I Reggitori del Karma sono Angeli preposti a pareggiare il male e il bene del passato e del presente dell’uomo. Il loro ruolo è quello di fare in modo che, nel pareggio del male e del bene, si ottenga il massimo bene per la creatura. Una vita può essere più utile se diventa più breve, perciò essi possono accorciare la vita di quella creatura.

Oppure può essere meglio che una vita abbia una durata maggiore, perché deve continuare per qualche motivo. I Reggenti del Karma possono decidere di allungare quella vita. La durata dell'incarnazione è sempre motivata da uno scopo, anche se non potremmo non comprenderlo.

Sebbene le linee evolutive e gli eventi principali della vita siano definiti dagli Angeli a seconda del karma, cioè dei meriti e demeriti che abbiamo accumulato, ci resta un margine di libertà. Possiamo scegliere come modificare la vita per mezzo della nostra iniziativa, perciò possiamo accelerare la comprensione e rendere più veloce e indolore il nostro sviluppo.

Nel corso delle incarnazioni il corpo fisico cambia, ma il corpo causale detto Augoide, non cambia mai. Esso mantiene sempre la sua forma peculiare, e qualcuno riesce a vederla dietro il corpo fisico. Il corpo causale è il volto che non cambia mai, perciò esso resta immutabile per tutte le nostre vite.

Ogni anima evolve restando legata alle anime con cui ebbe legami d’affetto, perciò non percorre da sola i sentieri della vita. Essa cammina in compagnia di altre anime che ha imparato ad amare. Un affetto profondo è sempre un legame di anime e non di materia, perciò le anime che sono affini si riconoscono sempre.

Le relazioni fisiche hanno un'importanza minore delle affinità elettiva tra le anime. Le incarnazioni delle anime s'intrecciano per entrare in relazioni in cui impersonano i ruoli di genitori, fratelli, amanti o amici. E poi, nelle vite successive, quei ruoli si scambiano.

I vincoli di affetto tra anime si manifestano in forme diverse, perciò facciamo l'esempio di A e B. Vediamo A vivere tre vite come femmina e B come maschio che, in una vita gli è amante, in un’altra gli è fratello, poi diventa figlio in una terza vita. Nella quarta vita, A e B si incontrano come maschi, perciò diventano due amici fraterni.

La vita potrebbe sembrare incomprensibile senza la realtà dell’evoluzione che mostra il futuro cui l’uomo è diretto. L’evoluzione è un processo che cura l’anima senza trascurare il corpo. Uno sviluppo evolutivo equilibrato non deve trascurare nessun aspetto della vita individuale.

Anche la morte deve perdere il suo aspetto tremendo, perché gli uomini vanno verso la perfezione insieme a coloro che amano. I teosofi dicono che quando l’anima sarà uscita dal ciclo del Samsara perché ha concluso tutte le vite, essa continuerà l’evoluzione diventando un Maestro di Sapienza ossia il Verbo di Dio fatto carne.

Buona erranza
Sharatan

martedì 27 settembre 2011

La vita nel sonno


“In sogno esistono chiaramente i sei sentieri illusori.
Ma quando ci svegliamo nulla esiste più,
neppure le migliaia di fenomeni.”

(Yoka Daishi)

Secondo la scienza spirituale dormiamo perché i diversi corpi di cui siamo formati si stancano uno dell’altro: il corpo fisico è affaticato dagli sforzi muscolari che compie nelle attività quotidiane e dalla gestione dei pensieri e dei sentimenti che imprimono delle modificazioni nell’equilibrio biochimico. L’uomo sano rigenera le forze con il riposo, infatti anche i pensieri e le emozioni riducono le nostre forze e l’indebolimento si ripercuote su tutto il corpo fisico che, quando è troppo stanco, non riesce più a pensare e agire: per adempiere a questa necessità il corpo fisico si rigenera con il sonno.

Il nostro corpo astrale è affaticato dal lavoro di far muovere le parti fisiche dell’organo pensante, perciò del cervello e per rigenerare le sue forze ha la necessità di separarsi per un lungo periodo dal corpo fisico. Quando è a livello astrale, perciò nel suo elemento, il corpo astrale non avverte alcuna fatica e potrebbe lavorare per decenni del nostro tempo senza essere minimamente affaticato. L’uomo subisce una forte perdita energetica quando si impegna a gestire le sue emozioni, perciò la fatica è maggiormente subita dall’involucro fisico che la riversa sul corpo astrale.

Quando siamo addormentati il nostro corpo astrale esce mentre la pressione dell’ambiente fa entrare della materia astrale indifferenziata dentro il corpo fisico, perciò la materia amorfa assume la forma dell’involucro. Quando il corpo astrale ritorna nell’involucro materiale che lo contiene, la materia astrale amorfa viene espulsa senza problemi: durante il sonno usiamo il corpo astrale lasciando il fisico nel riposo, infatti il corpo fisico è presente ma l’uomo non è più dentro di esso.

Il corpo astrale è identico a quello fisico, sia nella struttura che nella fisionomia, perché l’attrazione tra le particelle eteriche e quelle fisiche dura per tutta la vita, perciò l’influsso continua ed è presente anche nel sonno. Ma il corpo astrale immaturo ha una consistenza più densa al centro che sfuma verso i bordi dai contorni irregolari nella forma che è quella di una sfera ovoide: ma la sua struttura è condizionata dallo sviluppo evolutivo dell’organismo che lo ospita.

Un corpo astrale che è poco sviluppato, perché appartiene ad un individuo molto primitivo, possiede dei contorni molto irregolari ed è poco denso, infatti possiede poca memoria astrale. Esso è incapace di allontanarsi troppo dal corpo fisico cui appartiene, perciò anche nel sonno del corpo fisico egli giace addormentato nascosto nel suo guscio materiale. L’uomo spiritualmente primitivo usa il corpo astrale per far transitare le sue emozioni ma, quando dorme, il corpo astrale immaturo non è in grado di trattenere le sue impressioni senza l’aiuto del mondo esterno, perciò non sa esprimersi in modo astrale.

Le sue sensazioni sono legate solo al livello astrale inferiore, perciò sono eccitate solo da forme-pensiero transitorie e di natura inferiore. Il corpo astrale immaturo non sa cosa fare quando l’uomo non evoluto dorme, perché non sa selezionare gli stimoli da cui viene eccitato, perciò può anche restare a fluttuare pigramente sopra la sua forma fisica che si rigenera nel sonno. Ecco perché nell’uomo poco evoluto i principi superiori sono addormentati nello stato comatoso del suo corpo fisico: infatti l’uomo primitivo ama l'inerzia totale.

In altri casi, se il corpo astrale è poco organizzato ma più attivo, esso può fluttuare nelle regioni astrali in cui riconosce degli individui che gli sono affini, perché prediligono le medesime esperienze e si unisce agli amici per fare bisboccia. L’uomo più evoluto ha la forma del corpo astrale più definita e più simile a quella del corpo fisico, perciò la sua forma è più netta: l’uomo più evoluto non è inconsapevole del corpo astrale, perché sa pensare molto più attivamente, però durante il sonno conserva il ricordo degli avvenimenti che vive di giorno. Anche quando dorme egli resta assorbito nelle preoccupazioni, perciò seppure potrebbe vedere dell'altro, resta immerso nella nebbia dei suoi pensieri e delle sue preoccupazioni anche mentre è addormentato.

Solo se l’uomo è molto evoluto mentre il corpo fisico dorme, la parte astrale sa uscire dal corpo fisico portando con sé la sua coscienza, infatti il corpo astrale diventa identico al corpo fisico sebbene sia più efficiente del corpo materiale. La ricettività dell'astrale evoluto è massima, infatti esso è reattivo a tutti i tipi di vibrazione raffinata del suo elevato livello evolutivo. Nel corpo astrale evoluto non esistono reazioni per le vibrazioni dei piani astrali inferiori, perché è un corpo molto sveglio che ha la comprensione totale e istantanea di ciò che lo circonda, infatti l'astrale ha una percezione molto più evoluta di quella fisica.

Nel viaggio astrale incontriamo gli amici viventi oppure i nostri cari che sono morti, e si può comunicare con tutti gli esseri che sono svegli nel livello astrale che visitiamo. Possiamo incontrare dei maestri da cui siamo istruiti oppure delle persone a cui offrire aiuto, possiamo avere dei contatti con entità superiori, perciò durante il sonno l’uomo molto evoluto può compiere un'attiva e proficua vita astrale. Nel mondo astrale vivono le passioni e le emozioni, perciò per chi è molto passionale è la dimensione ideale per provare passioni ed emozioni eccelse con un'intensità che è insostenibile per l'involucro fisico.

Il corpo fisico subisce la fatica delle emozioni che diventano spossanti, però la fatica è inesistente nell'astrale, infatti si provano delle passioni, delle emozioni e una beatitudine immensa. Nella stessa maniera avviene anche per il dolore e per la sofferenza, che nel livello astrale possono diventare atroci e inenarrabili, ma nell'astrale abbiamo il vantaggio di poter mutare le emozioni in modo più veloce che nella vita fisica. Dominare il dolore della mente nel mondo fisico può essere un compito insostenibile, perciò qualcuno soccombe, ma nel mondo astrale è sufficiente avere la volontà di non voler soffrire, e istantaneamente il dolore scompare, perché il potere della volontà e della mente è immenso e superiore alla materia fisica.

Entrare nel mondo astrale con piena e totale coscienza equivale a gettare un ponte tra il mondo fisico e quello spirituale, perciò annullare il divario esistente tra la coscienza astrale e quella della vita ordinaria: nell’uomo molto evoluto che possiede la piena coscienza si attua una potenza totale percepita sia di giorno che di notte. Nella spiritualità si dice che ogni persona colta e istruita che ha una coscienza totale può sviluppare un corpo astrale così evoluto per usarlo come veicolo mentale, e se questo non avviene è perché l’uomo non ha fatto tutti gli sforzi necessari per sviluppare questa abitudine.

La principale difficoltà degli uomini colti e istruiti non è quella di avere un corpo astrale che è inetto, ma è quella di avere l’abitudine di agire solo per l’imposizione forzata delle abitudini del suo veicolo fisico. La più grande ignoranza è quella di non sapere che il corpo astrale può lavorare per il nostro vantaggio mentre sta agendo sul piano astrale per suo conto, perciò si ignora che la volontà umana può dirigere anche questo tipo di attività. Le persone dormono a livello astrale perché sono pigre, infatti aspettano degli stimoli fisici esteriori per poter agire, perciò esistono uomini che sono comatosi a livello fisico e astrale.

Dicono che, se un uomo è stimolato da un Maestro viene scosso a livello astrale, perché viene risvegliato alla realtà astrale che lo circonda, perciò il primo lavoro da fare è il risvegliarsi ai pensieri elevati, agli ideali nobili e nelle azioni più eccelse della natura umana. Così il tempo del sonno non sarà più il tempo vuoto e ozioso, ma sarà un periodo di elevate attività mentre avviene il riposo del corpo. Mentre ci stiamo per addormentare possiamo meditare e formulare un buon proponimento da fare mentre dormiamo, perciò se l’intenzione è definita e chiara, il lavoro astrale si farà mentre siamo nel sonno.

Il proposito sarà elaborato a livello astrale, e questo è un esercizio utile per addormentarsi bene e per esercitarsi a fare dei viaggi astrali usando la volontà. I propositi devono riguardare la volontà di offrire conforto a chi soffre, di offrire affetto a coloro che sono abbandonati nel loro dolore, di poter risolvere delle situazioni conflittuali e cose simili. E’ perciò assolutamente necessario che vi siano le condizioni di poter verificare se l’effetto è stato raggiunto, perciò dobbiamo poter testare concretamente l’efficacia della nostra azione.

L’uomo si dovrà destare a queste verità per 4 motivi che sono ineludibili:
1) perché l’evoluzione può essere lenta, ma è inesorabile
2) perché la volontà dell’essere che è consapevole di poter accellerare la sua evoluzione riconosce il valore di questo fatto, perché la consapevolezza sviluppa anche il buon senso di fare un lavoro che offre il massimo vantaggio personale
3) perché possiamo evitare il risveglio traumatico dell'impatto doloroso con la più dura realtà
4) perché possiamo esaudire il desiderio di incontrare un Maestro che sappia agire dall'esterno per incrinare il nostro duro involucro in cui giace il nostro essere per infondere delle possibilità superiori.

Secondo le dottrine spirituali, quando l’uomo è pronto il suo risveglio non può essere ritardato, e quando arriva il momento giusto, il fatto avviene in modo repentino e istantaneo. Se il risveglio è attuato si accellera anche lo sviluppo del veicolo astrale, perciò l’astrale diventa la perfetta copia del corpo fisico, ma il veicolo astrale è molto più efficiente poiché può superare tutti i vincoli del tempo e dello spazio, perciò la sua attività è molto utile anche all’uomo fisico. Nell’uomo ridestato la vita del sonno e della veglia diventano identiche, poiché si mantiene la coscienza e la memoria delle due vite, infatti la memoria astrale include quella fisica, ed è più facile che sia la memoria fisica che non riesca a conservare il ricordo della sua attività astrale.

Vi è poi il caso dei veggenti e dei medium che sanno passare dal piano astrale a quello fisico a loro piacere, e solitamente in modo inconscio, perché il corpo astrale può viaggiare nei piani cosmici per riportare le memorie e le impressioni dei mondi astrali che ha visitato. Di solito avviene che i medium conoscono a livello astrale, ma non ricordano ciò che hanno appreso quando tornano nel corpo fisico. Molto raro è il caso in cui il corpo astrale del medium conserva integralmente tutta la sua coscienza e la memoria fisica e astrale, ma questo avviene se il cervello è così raffinato e duttile che le cognizioni apprese si cesellano in modo indelebile, così come era nella veggenza totale di Rudolf Steiner.

Buona erranza
Sharatan