sabato 25 ottobre 2008

Danzando al ritmo della cucaracha!


Regnano nei palazzi del potere le ombre di complotti. Complotti di comunisti, di cani sciolti e di facinorosi. La protesta viene sempre montata ad arte da parte di coloro che sono lì, appollaiati e pronti a fare critiche, a scrutare il pelo nell’uovo: sono i disfattisti e sono geneticamente di sinistra. Nelle piazze scendono solo i facinorosi, degli infiltrati che hanno il supporto dei giornali, da cui il Cavaliere prende fieramente le distanze. “Dalla sinistra non sono mai venute cose giudiziose e positive, io vado avanti a realizzare il mio programma. Non c’è nessuna possibilità di dialogo con questa sinistra.” Ma per non perdere tempo, e per non intrattenere un dialogo, del tutto inutile con dei facinorosi, è preferibile mandare nelle piazze le forze di polizia, salvo poi fare marcia indietro quando arrivano le reazioni, e ci si convince che sarebbe una mossa poco longimirante. La comunicazione è sempre stata per il Cavaliere un chiodo fisso, per cui, se i dati dei sondaggi – a suo dire - descrivono un Paese favorevole alla riforma della scuola, così deve essere.
E al disfattismo di una sinistra triste e rassegnata, lui non ci sta e con gli industriali, convenuti alla cena di villa Madama, sbotta: «Mi chiedo come fate ad accettare che la Rai, che vive anche grazie alla vostra pubblicità, inserisca i vostri spot dentro programmi dove si diffondono solo panico e sfiducia». E’ vero, tanta tristezza, tanta mortificazione, gli deve risultare incomprensibile. “E' un uomo sincero, capace di parole chiare e leali, capace di mantenere la parola data e mi piace il suo ottimismo senza limiti” con queste parole Bush aveva accolto Berlusconi alla casa Bianca.
Tutto questo spiega le massicce dosi di ottimismo finora distribuite ai cittadini per fronteggiare la crisi economica: i giovani hanno fiducia in Maria De Filippi, tutti amano i libri di Moccia e le donne sognano una storia d’amore da sogno, come quella che vive il ministro Frattini e Chantal Sciuto. Anche i sogni aiutano a vivere, direbbe Marzullo. Infatti il 9 settembre 2008, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, parla del suo amore con Chantal Sciuto, dermatologa, con un sito Internet. Considerando che è una buona idea, l’uso di un ufficio stampa per dire agli italiani di un’amore, il capo della nostra diplomazia dice: “Oramai va così. In Francia tutti si chiedono chi è il padre del bimbo che porta in grembo Rachida Dati, l’America è impressionata dai cinque figli della Palin e non parliamo di Sarkozy e Carla Bruni”. Mentre gli uragani scuotevano i Caraibi e il sud degli Stati Uniti, mentre tra Georgia e Russia si rischiava una crisi di dimensioni preoccupanti, e i mali dell’Africa restano al palo, lui si dichiarava innamorato e poi andava alle Maldive, da cui provenivano le sue foto; sorridente, con il vento tra i capelli clamorosamente pettinati e baciato in fronte dal sole, insieme alla sua Chantal. E che a Bruxelles andasse il sottosegretario Enzo Scotti, che assomigliando vagamente ad Andreotti, sa offrire l’immagine di una classe politica longeva e affidabile!
“Oramai la politica è fatta anche di queste cose. Chantal ha avuto l’idea di rivolgersi a un’agenzia di pubbliche relazioni per rendere nota la nostra storia e siccome non c’è nulla di male l’ho trovata una buona idea”. E la Sciuto, per scansare il sospetto d’essere alla ricerca di notorietà, risponde: “Non ho bisogno né voglia di visibilità. Per me la priorità assoluta è proteggere il mio rapporto con Franco. Lui non vuole essere distolto dal suo impegno politico a causa del gossip e allora preferisco essere io il bersaglio”. Notoriamente, le agenzie di pubbliche relazioni servono per difendere la privacy, ridicolo non averlo pensato. Comunque dalle Maldive, grazie alle sue telefonate dalla spiaggia, il ministro Frattini sostiene di essere stato determinate per la soluzione del conflitti tra i potenti della terra.
Rischiare di vedere invalidati tutti i migliori sforzi dei suoi ministri e suoi, ha causato lo sfogo di Berlusconi, che ha parlato in modo diretto ad alcuni dirigenti del mondo pubblicitario, senza curarsi del conflitto di interessi: “Da presidente del Consiglio non ho poteri per intervenire, ma voi dovreste chiedere un incontro ai vertici della Rai. Dovreste chiedere se è mai possibile che le aziende investano in pubblicità senza veder mai diffusi messaggi positivi. Non dico tanto, almeno una volta”. Diffida dei risultati ansiogeni diffusi dai media che sono indicatori fondamentali per il clima politico del paese, convinto com'è che “gli italiani non aprono i giornali, accendono la tv” per questo l’immagine che deve uscire deve dare “l’ottimismo che è il succo della vita.”
Questa sua vocazione alla diffusione del buon umore e alla positività l’ha più volte esportata, lasciandosi andare a una “disinvolta disinvoltura”, nel trattare i maggiori capi esteri mondiali, con libertà di atteggiamenti che ha spesso costernato gli addetti al protocollo internazionale. Ma queste notizie trapelano maggiormente sulla stampa estera dove l’Italia, più volte è apparsa sotto il manto del ridicolo e della beffa. Veniamo descritti come amanti di stili politici latinoamericani, e nessuno si riferisce all’amore per i balli caraibici o alla macarena, alla salsa, alla bachata o al merengue.
Ma la stampa è sempre diretta dal potere, lasciatevelo dire da chi ne detiene una fetta rilevante, per cui bisogna saperla bene interpretare e, siccome agli italiani piace una vita “risate, pizza e mandolino,” lui non fa altro che acconsentire alle sensibilità dei suoi elettori, dopo avere tolto di mezzo qualche intralcio, che poteva interrompere i lavori. Per questo chiede ai suoi ministri l'astinenza televisiva: “Perché o sono programmi faziosi, oppure sono programmi dove si sentono insulti e voci sovrapposte. Così il nostro messaggio non arriva, gli italiani non ci capiscono e si distaccano. Meglio lavorare”.
Ed è vero, dicono le proiezioni che il governo strappa sempre più consensi, nel gradimento degli italiani, se al 62% si piazza lui stesso, Silvio il premier tra i più amati. Nonostante il riscaldamento globale, la crisi finanziaria globale, la crisi economica e la politica di tagli feroci al walfare, è riuscito a convincere che il paese è una grande azienda e che i ministri della repubblica siano un operoso consiglio di amministrazione. Lo dice il sondaggio Ipr marketing per Repubblica.it, usando dei dati del 13 e 14 ottobre 2008. Vediamone gli altri indici: a Palazzo Chigi, Giulio Tremonti sorpassa Roberto Maroni con un +5% percentuale. “ha dimostrato, così almeno dice il sondaggio, di saper tenere dritta la barra nelle tempeste economiche e finanziarie di queste settimane. Soprattutto ha dimostrato che il suo pessimismo, quello per cui ha spiegato di aver blindato a luglio la finanziaria perché in autunno ci sarebbero state tempeste, era fondato e motivato. Gli italiani ricordano e lo premiano. E' sotto di un punto, ma costante rispetto al mese prima, Maroni che tiene duro su immigrazione, lotta alla criminalità e la spunta sul collega alla Difesa Ignazio La Russa circa l'impiego di militari lungo il litorale domizio per fronteggiare i casalesi.”
Segue il dinamico Brunetta, con “ i tornelli d'ingresso per i dipendenti di Palazzo Chigi, la campagna sui fannulloni e il piano di taglio dei costi della burocrazia che non la previsione di non assumere un terzo dei ricercatori con contratto a termine. O, in parte c'entra un po' anche lui, la privatizzazione delle università. Renato Brunetta, che firma entrambi i provvedimenti, cresce di due punti percentuale (60% di gradimento), sale al terzo posto della classifica, a parità con il titolare della Farnesina Franco Frattini (60%), e si conferma in assoluto il più gradito della squadra di governo. [Brunetta] A maggio era al palo, al 45%, tra i più bassi. A giugno, con la campagna sui fannulloni, era già schizzato al sessantuno per cento, secondo solo a Berlusconi”. Seguono Sacconi al 58% e Alfano al 54%. La Gelmini, con la Pubblica Istruzione, passa dal 38 al 42% facendo un balzo di +4% punti, seconda nel recupero, solo allo scatto di Brunetta. “Bossi e Calderoli, restano stabili, anzi il Senatur scende di un punto. Piacciono, invece, la legge sulla prostituzione e quella sullo stalking (minacce telefoniche), fiori all'occhiello del ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna che guadagna due punti, arriva al 44 per cento e non era mai stata così in alto nei sondaggi di Ipr marketing … Combinando i risultati, vince alla grande Renato Brunetta: è il più sincero e il più determinato; è al secondo posto per la competenza e al terzo per la capacità comunicativa. Un trionfo!”. Brunetta, definito da Margherita Boniver, “il vero gigante del governo.”
Che tristezza vivere nel sospetto che gli italiani siano convinti che i regimi sudamericani, non sono regimi totalitari, ma solo dei paesi ottimisti in cui si legifera giocosamente al ritmo della cucaracha!
Buona erranza
Sharatan ain al Rami

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