giovedì 9 ottobre 2008

Ragazzi, l'evoluzione è finita!


Un gruppo di ricercatori dell'Università di Londra, coordinati dal professor Steve Jones, sostiene che “Ora sappiamo così tanto sullo sviluppo umano che possiamo fare delle previsioni su quello che potrebbe accadere in futuro" e spiega che "L'evoluzione è determinata da due fattori: la selezione naturale e la mutazione. In passato le mutazioni genetiche permettevano di sviluppare caratterische utili alla sopravvivenza. In un ambiente pericoloso dove le persone lottavano ogni giorno per vivere, la selezione naturale rappresentava una forza potente. Durante le glaciazioni una mutazione aiutava un bambino a sopravvivere alle temperature glaciali. Ma oggi, in un mondo pieno di comodità, la stessa mutazione non è di alcun vantaggio.”
Detto in soldoni, informa che l’evoluzione è finita. Poi aggiunge che “Tutte le popolazioni stanno diventando collegate globalmente e l'opportunità di una mutazione accidentale sta diminuendo: la Storia si fa a letto, ma oggi i letti sono sempre più vicini, ci stiamo mischiando in una massa globale."
Quindi andiamo verso il meticciato planetario, come dicono Attali, Baumann e tanti altri eccentrici. Sarà quindi prudente e necessario, mettere dei confini, tracciare degli ambiti, definire delle zone di rispetto?
I cittadini stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2008 sono aumentati del 16,8%rispetto al 2007. E’ l'incremento più elevato mai registrato nel corso della storia dell'immigrazione nel nostro Paese. Lo certificano i dati Istat diffuso oggi, e questi incrementi hanno sicuramente preoccupato la nostra politica che ha pensato di correre subito ai ripari.
Sollecitamente la Lega ha ideato il permesso di soggiorno “a punti”, un po' come la patente di guida: chi si integra nella società italiana vede accresciuto il punteggio, chi viola le leggi o non è in regola, perde punti fino a esaurimento, cioè viene espulso. Permesso a punti, quindi, ma anche matrimoni misti più difficili e referendum comunali per costruire edifici di culto per confessioni religiose che non hanno stipulato intese con lo Stato. Pene più pesanti per chi commette i reati di violazione di domicilio, furto e rapina, soprattutto quando tali reati siano associati a violenza sulle cose, sulle persone o anche solo a minacce. In questo caso, l'emendamento della Lega prevede di fissare la sanzione pecuniaria al massimo consentito dalla legge.
Ma, fatti salvi i casi in cui debba giudicare un ergastolano pluriomicida straniero, con quale criterio, mi sono chiesta, identificheremo gli atteggiamenti che possano dimostrare l’avvenuta integrazione? Molti provvedimenti punitivi sembra abbiano un carattere discrezionale, la cui severità andrebbe essere dosata a giudizio delle Questure. Insomma sono buono o cattivo a seconda della generosità del giudizio.
E io che mi credevo che il permesso di soggiorno andasse a persone che ne potessero rivendicare il diritto! Scopro che ho torto marcio e che la mia mentalità è contorta.
Come dalle nebbie del tempo, mi riaffiorano alla mente i “fioretti” delle monachine della mia infanzia, ma per capirlo, devo fare un’inciso. Datosi che sono di gennaio, fui avviata in prima elementare un anno dopo i miei compagni di gioco coetanei. La mia famiglia si arrogò il diritto di pensarmi esclusa, se non li avessi emulati, per cui mi iscrissero alla “primina” di un istituto religioso vicino a casa. A quei tempi non si usava ascoltare le esigenze dei bambini, per giunta di mocciosi di 7 anni, per cui mi ritrovai con un bel grembiulino e un cestino, a frequentare tutti i giorni le lezioni delle monachine. La scuola era in un bel palazzotto ottocentesco, inserito in una pineta ombrosa e verdissima, e le aule erano enormi e luminose. Io andavo volentieri, perché ci insegnavano rudimenti di scrittura e varie altre attività scolastiche ed extrascolastiche, come le animazioni teatrali. Ogni anno veniva allestito uno spettacolo e io fui fatina per un giorno, con due battute sceme, in Cenerentola.
Poi c’erano nelle pratiche di indottrinamento cattolico, la pratica dei “fioretti.” La pratica devozionale dei “fioretti” delle suorine era la seguente: quando facevamo una buona azione, avevamo il diritto di disegnare e colorare un piccolo fiore. Poi lo ritagliavamo e lo mettevamo, in una bustina con il nostro nome, ai piedi della statua di una Madonnina di gesso colorato, che stava all’ingresso della scuola. Alla fine dell’anno, chi aveva più “fioretti,” riceveva come premio di bontà, un bel regalo. Mi si perdoni il tono alla De Amicis ma è tutto vero, lo giuro!
Da questa pratica di bontà ho appreso ben poco, per cui non ho mai fatto delle cose giuste perché mi aspettassi un premio. Se ho fatto cose buone è stato solo perché le reputavo tali,diversamente “l’uomo giusto attira la vendetta delle stolto” perché è gradito di fronte al suo Dio, come dicono le Scritture, volendo significare che delle tue pratiche di bene, ne deve essere testimone solo il Signore. Fare ciò che sembra giusto e non ostentare le proprie azioni, insomma fai la cosa giusta e non te la menare. Quindi il pensiero contorto mi fa indagare per scoprire che, anche in altri paesi,è in vigore il permesso di soggiorno “a punti” ma funziona con ben altri criteri, infatti i punti vengono attribuiti in merito a criteri che i richiedenti già posseggono e che lo stato ospitante gli riconosce. I criteri sono oggettivi e sono costituiti da: conoscenza delle lingue, titoli di studio e titoli qualificanti l’esercizio delle professioni, offerte di lavoro a cui si aspira, etc. Per cui la legge espressamente dichiara criteri definiti e li applica con criteri di equità!
Da noi invece, si preferisce fare il criterio a “fioretti” con il premio finale. Premio o minaccia di una punizione esemplare, nel caso che non ci si comporti da bravi bambini. Per cui l’immigrato non viene “riconosciuto” come persona come individuo o come cittadino, per il suo valore e la sua dignità, ma viene tollerato e viene accolto con “beneficio d’inventario”. Come dire: “Potresti essere un bene come potresti essere un male, devi dimostrare di essere buono, altrimenti sei fuori.”
Non mi sembra una mossa saggia! Credo che i provvedimenti dello stesso tipo, cioè volti a regolamentare l’immigrazione, in vigore in Canada, in Australia ed in Inghilterra siano molto più civili. Essi si limitano a valutare dei “curriculum vitae” con cui stimano se la persona è adeguata - per livello d’istruzione, conoscenza della lingua, capacità professionali, offerte di lavoro, etc. - cioè per una serie di positive aspettative d’integrazione, ad avere un permesso di soggiorno. Esse valutano se l’immigrato possa aspiare a soggiornare in condizioni dignitose nel proprio territorio. Mi sembra che questa politica parli di prevenzione della criminalità e di società civile, ed è un linguaggio che preferisco al criterio a “fioretti” con premio finale. Poi - per inciso - io le monachine le rimpiango sempre per il mitico risotto che facevano, mica per i “fioretti.”
Buona erranza
Sharatan ain al Rami

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