mercoledì 20 gennaio 2010

Il canto dell’acqua della vita


“Se ti offrono cibo avvelenato, non lo mangiare”
(Detto buddhista)


Gli insegnamenti spirituali che insegnano a reintegrare e pacificare l’uomo, invitano a saper fluidificare la nostra vita. Se conosciamo ed amiamo la terra che ci compone, che è l’umile argilla, capiremo bene l’invito a non pietrificare la nostra materia interiore, perché questo ci allontana dalla nostra vita e dall’Amore della Luce.

Amare e rispettare una materia pesante non significa immobilizzare la sua essenza perché l’Acqua può penetrare la Terra, ed è l’Acqua che può diventare un elemento di purificazione quando, filtrata dall’argilla, riesce a separare tutte le impurità. Nell’acqua si trova l’allentamento delle tensioni che opprimono l’uomo della nostra civiltà troppo tecnologica ed inumana: nell’acqua si risolvono quelle forme di sclerosi interiore che immobilizzano ogni sentimento.

L’acqua a cui dobbiamo pensare non è il liquido da cui dipende la nostra vita e che ricerchiamo quando abbiamo sete, ma è l’elemento interiore che attua la pulizia degli organi che mantengono sano il nostro corpo: reni, vescica ed organi escretori.

Tali organi non sono parti volgari del corpo ma sono al servizio del nostro organismo materiale, tanto che l’osservazione delle urine, nelle antiche medicine, serviva per identificare quali miasmi interiori incrostasero ed opprimessero l’uomo fino a scatenare delle malattie che minacciano la salute.

L’organismo umano è meraviglioso se solo sappiamo vedere le splendide tecnologiche interiori con cui la Divinità ha progettato il veicolo materiale in cui siamo celati: perciò in noi ammiriamo tutte le meraviglie della Materia.

L’acqua che deve filtrare sarà perciò l’Energia dell’esistenza, perché l’Acqua di Vita è un modo di vedere, di comprendere, di assorbire e di ritrasmettere il flusso che l’Universo mette a disposizione dell’uomo perciò, senza il flusso di questa energia, il corpo umano fatalmente s’intasa.

La vita che fluisce in noi non va tenuta prigioniera, ma va lasciata libera di circolare perché è questa la sua natura fondamentale: solo così potremo ascoltare il canto dell’Acqua della Vita. La fonte dell’acqua proviene dal cuore della terra, nelle cui viscere resta celata e sepolta sotto le macerie dei nostri sentimenti, ed è per questo che in noi giace il potere di poterla riportare alla luce del sole.

Se cominciamo a pensare a come beviamo la nostra acqua materiale, vedremo come siamo abituati ad assorbire la nostra Acqua interiore e spirituale: fermiamoci allora a valutare come compiamo l’atto del bere, e vedremo che noi siamo abituati ad assorbire solo un composto molecolare apprezzato in modo superiore solo quando la sete che cui tormenta è veramente ardente ed insopportabile.

Nel modo che abbiamo di aprirci allo Spirito dell’Acqua riveliamo il ricordo che noi abbiamo del significato interiore della Fiamma che può molto di più, e che ci aiuta a pilotare il nostro risveglio: perciò l’acqua che noi assorbiamo è una presenza sacra che ci riporta alla Vita.

L’acqua interiore va accolta nel più profondo del nostro Essere, perché siamo solo noi i padroni del nostro cuore, e siamo solo noi che possiamo aprire il cancello alla coscienza luminosa dei fluidificanti Spiriti dell’Acqua.

E’ dalla nostra capacità e disponibilità interiore, è dalla nostra capacità di accoglienza che dimostriamo se abbiamo fiducia in noi stessi, perciò ricordiamo che la vita ha deciso di animare ogni uomo perché l’uomo è degno di questo onore.

Nel ripetere il nostro invito all’accoglienza dell’elemento fluidificatore, all'accoglienza dell’elemento che scioglie la tensione e che cancella ogni nostro dolore, ricordiamo che è necessario il fragore di una risata di gioia.

Il simbolo dell’Acqua è il simbolo della gioia ritrovata, dell’allegra risata, della gioia di sapere, della potenza dell’Energia che circola in noi riempiendoci di potenza, e della volontà di riconoscere un “qualcosa” di gioioso che illumina le nostre giornate senza che sia necessario dovergli dare per forza un nome o una definizione.

La risata fa parte dell’Essenza dell’acqua perché è un agente di diluizione, perchè è un agente di pulizia interiore che rimuove tutti gli elementi di serietà drammatizzanti ed inutili che restringono i nostri canali di vita. La risata e la gioia aiutano a rimuovere le scorie che la nostra psiche ha accumulato a causa delle amarezze e dei dolori della vita.

Esiste perciò un Fuoco dell’Acqua che è il fuoco dell’Amore, il fuoco dell’energia che può elevarci interiormente, e che può scuoterci dall’immobilismo interiore delle nostre terre riarse. L’acqua che la Terra ci porta diventa bollente perché deve scongelare la nostra apatia e riattivare la circolazione delle energie interiori, delle idee e delle azioni, così che la vita si fluidifica e, nel contempo, riesca a pacificare sé stessa.

Nella circolazione interiore ed esteriore viene implicato il non-giudizio di ciò che è diverso da noi, e quindi il rispetto di tutte le forme di manifestazione e di molteplicità di correnti che alimentano il flusso del vivere. La saggezza del rispetto non significa l’accettazione passiva di tutto, perché la passività è madre delle ingiustizie, ed è il falso distacco di tutti coloro che vogliono vivere con un cuore pigro: la passività è prerogativa delle amebe dello spirito.

Pur senza giudicare, la saggezza può benissimo coabitare con la disparità di opinioni che ognuno può coltivare su qualsiasi cosa, e sul modo migliore di condurre la propria vita: secondo la propria opinione, la mente saggia può approvare o non approvare, ma con un’azione che sia priva di disprezzo, di odio, di gelosia o di collera, può manifestare l'espressione rilassata dell'essere che vuole la libertà di tutti.

Distinguere tra giudizio ed opinione è un compito difficile e, nello sbagliare, il confine è sottile, perciò solo la Volontà di Amare riesce a distinguere con facilità quando il pugno si stringe senza usare la riflessione e quando, invece, si riesce a dire ”si può vedere” e si rilassano così le pulsioni di morte insite nel giudizio crudele qualora divenga il nostro unico metro mentale.

Nelle acque del corpo umano vi è anche il sangue, che è la memoria fisica e vitale della nostra stirpe e dalla nostra famiglia. Il sangue è la lastra sensibile di tutto ciò che accade nell’universo personale di ognuno di noi, poiché è un grande ricettore di tutto ciò che circola nel corpo.

Il sangue è il memorizzatore delle paure e delle pulsioni interiori, è uno dei motori della natura animale, cioè dell’aspetto irrazionale che agisce in ogni essere umano. Un sangue che circola con calore nel corpo umano e che fluisce con vigore negli organi è un regalo che la natura offre alla Coscienza che si incarna, ed è il supporto indispensabile nell’esperienza della Materia.

Ma tutto ciò che si muove velocemente ha la necessità di essere purificato e lavato bene perché ogni infima pulsione si inscrive nella linfa interiore che scorre nel piccolo albero umano perciò esso, con il trascorrere degli anni, si trasforma in un serbatoio interiore che portiamo sempre con noi e che passiamo ai nostri figli.

La feccia che si può cristallizzare nei circuiti del sangue corrisponde alla calcificazione di tutte le angosce e dei riflessi primari di protezione o di aggressione. Questi elementi possono frenare la nostra liberazione dalle tensioni interiori: perciò riflettiamo sempre sugli elementi di cui ci nutriamo poiché essi sono il riflesso speculare della qualità del cibo psichico che privilegiamo.

Il nostro sangue, avverte la letteratura spirituale, può venire lavato dal più meraviglioso agente disinquinante, che è l’elemento liquido da cui è costituita ogni forma di vita, e che viene conosciuto con il nome di Perdono.

Il perdono spezza le catene del carnefice e della vittima, cancella il volto orrendo del rancore, della collera e dell’odio: esso porta la comprensione del male di cui soffre l’altro, ed apre alle rive della compassione; perciò nel Perdono vi è la più elevata forma di Amore, perciò esso è la vera Fonte di Vita.

Buona erranza
Sharatan


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