sabato 25 maggio 2013

... in crescendo



“Mente e anima, in buon accordo,
tornino a fare una sola musica.”
(Alfred Tennyson)

Secondo Gurdjieff, tutto l’universo segue la scala dell’ottava, infatti tutte le fasi evolutive procedono con fasi ascendenti che vanno in crescendo finché non incontrano l’intoppo che impone di fare uno sforzo per scavalcare l’ostacolo: e anche l’evoluzione personale segue le medesime regole. L’evoluzione personale è una scala perché i molti io delle tendenze in contraddizione che popolano il mondo interno non hanno tutti il medesimo livello di sviluppo.

La frammentazione interiore rende più difficile il nostro lavoro di perfezionamento, ma una giusta valutazione della forza con cui affrontiamo l’impegno inizia con la nota Do che viene toccata e questa fase è detta “valorizzazione delle idee del lavoro”. Giacché la scala è in ascesa, la nota successiva è il Re che è definito come “l'applicazione delle idee del lavoro a se stesso.”La nota ascendente che segue è il Mi che viene detto “la comprensione delle difficoltà personali.” Poi avviene che dobbiamo raggiungere la nota seguente il Fa che è collocata fuori dalla nostra portata, infatti essa è oltre il “punto del semitono mancante.”

Psicologicamente questo vuol dire che siamo arrivati al punto in cui è necessario uno shock speciale per farci raggiungere il livello di comprensione che è rappresentato dalla nota Fa. Giunti a questo punto, dice Gurdjieff, si pone il problema di valutare con quanta forza suoniamo la nota iniziale cioè il Do. Si disse che il Do deve essere suonato con una forza sufficiente, perciò non deve essere troppo forte o troppo debole, e questo fatto va rapportato al livello psicologico.

La cosa che si vuole insegnare è che la “valorizzazione del lavoro” deve essere abbastanza poderosa per infondere una forza sufficiente per offrire l’impulso che ci fa progredire fino al Re e al Mi, finché si raggiunge il livello di Fa. E’ ovvio che se una persona stima con troppa debolezza l’idea di progredire, il suo miglioramento si arresta dopo qualche tentativo infruttuoso, mentre questo tipo di lavoro richiede tempo e continuo impegno per avanzare.

E’ anche vero che una persona che stima troppo se stesso non arriva a mettersi in torto, perciò non mette in dubbio il fatto di non essere padrone delle sue azioni. Se abbiamo paura di sapere che siamo mossi da impulsi molteplici non inizieremo neppure a indagare. In questi esempi vediamo che c’è chi non crede di poter lavorare e chi non crede nemmeno di volerlo fare, perciò in entrambi i casi vediamo che non avviene una giusta valutazione del lavoro.

Psicologicamente parlando, si comprende perché la terza nota della scala, cioè il Mi, è la tappa che viene definita “la comprensione delle difficoltà personali”. A questo punto va compreso anche il tipo di legame che esiste tra la nota Mi e la nota inferiore, Re, che viene detta “l’applicazione delle idee del lavoro a se stesso,” e il legame che ne risulta è il processo in cui si riesce a “connettere il lavoro con ciò che si osserva”.

Il punto focale è proprio questo, avverte Gurdjieff, perché è a questo punto che le cose possono disporsi nel modo giusto, ma possono disporsi anche in modo non corretto. Con questo discorso si vuole dire che l’individuo può fare al meglio nelle sue cose interiori, ma poi i fatti della vita seguono un loro corso con logiche diverse da quelle dei singoli uomini.

Questo lavoro insegna che siamo organizzati meccanicamente per mezzo delle nostre abitudini, perciò siamo abituati a prestare attenzione solo a quello che vogliamo. La nostra mente assomiglia a un bambino molto indisciplinato che vuol fare solo quello che gli fa piacere, perciò impara a dare importanza alle cose sbagliate. Per spiegare meglio, Gurdjieff usò l’aforisma della casa in cui tutto il mobilio è sparso a caso su tre diversi piani: in quella casa esisterebbe la possibilità di arredare in modo perfetto ma tutto il mobilio è messo alla rinfusa.

Questo fatto non si può obiettare, riflette Gurdjieff, perchè le cose non sono definite in modo ordinato perciò viviamo con falsi valori che abbiamo paura di cambiare, e tendiamo a lasciare che tutto vada come è sempre andato. Viviamo una vita confusa che viene aggiustata con una serie di menzogne che ci accompagnano. Quando dubitiamo di essere frantumati in molti individui vediamo che la qualità del nostro essere si caratterizza in questa molteplicità.

Alcune parti di noi sono meschine, invidiose, povere e stupide perciò non hanno alcun livello di comprensione, mentre altre parti sono nobili e intelligenti perciò comprendono e sanno usare le idee che gli provengono dal lavoro. Quando un individuo sente con le orecchie e vede gli occhi non fa fatica ad ammettere che siamo addormentati, perciò il lavoro mostra che stiamo vivendo come automi che si opprimono e si uccidono a vicenda.

Questa è la tappa iniziale del viaggio di rinascita dell’uomo che si è risvegliato alla verità della realtà, e l'evidenza non è filosofica, perché tutto il mondo trova più comodo gestire degli individui ottusi e inconsapevoli, e tutto viene regolato con questa finalità. Vediamo ovunque una manipolazione arbitraria del giusto modo di vedere le cose, perché si vuole fare una manipolazione della percezione della realtà.

Un ordine perfetto è quello che permetterebbe di avere un’osservazione corretta della realtà che equivale a dire che dovrebbe presentare sempre e solo la verità sulle cose. Un corpo possiede delle parti più elevate che dominano i centri inferiori, perciò il cervello è la parte che stiamo ancora perfezionando essendo la parte più recente.

Se tutto è basato sulla scala dell’ottava è evidente che le cose si possono rapportare in modo corretto o in modo non giusto, ma questo avviene quando le parti più meschine e prive di comprensione prendono il controllo e dirigono l’essere. In tutti gli aspetti della vita e in ogni stadio interiore delle persone è molto difficile vedere dei casi in cui si sente risuonare il Fa.

Gurdjieff dice che ha visto dei pianisti che suonano bene la scala Do-Re-Mi, ma raramente sanno procedere oltre sebbene, a volte, si possa intravedere un barlume del pianista eccezionale che potrebbero diventare. Questo fenomeno lo vediamo in tutti i mestieri che vediamo fare nel mondo, perciò vedere un uomo che cerca di suonare la nota Fa significa vedere che un uomo lavora duramente per raggiungere un livello superiore.

Ebbene, quell’uomo non si trova allo stesso livello degli altri, perché cerca di fare uno sforzo individuale che lo spinge fino al punto da cui può prendere lo slancio, e con un salto, può raggiungere la sponda del Fa. Non esiste nessun maestro che può sostituirsi allo sforzo individuale, dice Gurdjieff, perché la ricerca del semitono mancante è indefinita e indefinibile essendo un percorso personale.

Lo sforzo deve venire dal nucleo intimo dell’essere, perciò il salto verso l’alto corrisponde sempre anche alla discesa negli abissi dell’essere. Con questo si vuole dire che nessuna imitazione dell’essere può essere persistente, perciò valutiamo che molte caratteristiche provengono dalla falsa personalità costruita per adattarci al mondo. Se il lavoro sveglia l’essenza, essa fa risuonare i vari io che vivono nell’essere per spingerli a fare.

Ma, a prescindere da ciò che l’uomo potrà fare, esso diverrà uomo per il solo fatto di avere vissuto sempre esprimendo pienamente la sua disposizione fondamentale. E’ evidente che, se l’essenza avrà imparato qualcosa che gli è utile, nella ricorrenza della stessa situazione, essa ricorderà e la sua reazione sarà migliore.

Molti dei casi di genialità si basano sul fatto che una essenza ricorda meglio le cose che ha imparato nelle vite precedenti. Quando la nota Fa viene toccata in età precoce si passa molto velocemente nella progressione Do-Re-Mi, anche se resta il fatto che molte attitudini personali non si possono spiegare se crediamo in una sola vita.

Nel lavoro è necessario capire che la forza usata per suonare il Do iniziale va dosata bene, perché è sbagliato credere che un forte impulso iniziale faccia progredire con una maggiore velocità. La cosa che va compresa è che la potenza è una valenza di polarità attiva, mentre l’inerzia è una polarità negativa, perciò un Do attivo è diverso da un Do passivo. Il nostro atteggiamento può cambiare solo se valutiamo che una cosa creduta importante non lo sia più.

Uno stato psicologico diventa sbagliato quando diventa una chiave che non apre più la porta che apriva. La scala di valori è la chiave che apre la comprensione necessaria alla risalita. Questo ci fa riflettere sul significato della parabola del mercante che cercava una perla preziosa finché ne trovò una così perfetta che vendette tutti i suoi averi per comprarla. Da questa parabola, dice Gurdjieff, si desume il senso della valorizzazione del lavoro.

L’uomo che vuole avanzare deve credere in una Mente superiore molto più saggia e più preveggente dell’uomo. La tappa iniziale del lavoro è credere nella Mente Suprema, perché nessuno deve avere l’arroganza di credersi superiore agli altri, e lo studio del sistema cosmico ci sostiene e ci aiuta a credere questo. Se vediamo le logiche perfette e le sottili corrispondenze che esistono nel creato nessuno ha più la presunzione di sentirsi messo nel posto sbagliato, perché questo lo crede la falsa personalità che ama le cose illusorie ed esteriori.

Per iniziare il lavoro è necessario voler fermare la catena di reazioni che attivano dagli io più bassi e influenzabili che sostengono questa personalità falsa. Imparare il linguaggio del lavoro significa applicare le sue idee a se stesso, perciò diventa una cosa pratica che aiuta a seminare in modo corretto. Naturalmente la valorizzazione per il lavoro si accresce nel proseguire in Re e in Mi, cioè con l'accordo della scala crescente rispetto al Do iniziale.

Se l’uomo possiede un centro magnetico, la sua nota Do risuona precocemente e con forza maggiore, perciò quando le cose si raffreddano, l’impulso che lo sostiene continua ad agire. In questo caso l’osservazione di sé è la scala giusta per la valorizzazione di ciò che è necessario, e di ciò che va lasciato. Tutti abbiamo bisogno di lavorare per aumentare la nostra comprensione, perché siamo tutti interiormente aperti alla verità ma esteriormente siamo aperti solo alle menzogne.

Questo lavoro deve parlare interiormente, dice Gurdjieff, infatti il nostro salto evolutivo avviene quando si impara a parlare, a camminare e a comprendere meglio, a perdere molta presunzione, perciò quando comprendiamo che tutti fanno al meglio di quello che comprendono e che sanno fare. Se crediamo a questa verità non sentiamo più il desiderio di giudicare nessuno, perciò sentiamo risuonare la nota Fa.

Buona erranza
Sharatan

2 commenti:

corte sconta ha detto...

niente male,interessante, costruttivo e chiaro.brava hai buona sintesi.Buon cammino.

Sharatan ain al Rami ha detto...

Grazie e buon cammino anche a te :-)