sabato 25 febbraio 2017

Illusioni



“Quando il sé si aggrappa all’altro,
è come gettare fango nell’acqua.
Se il sé è mosso dall’altro,
è come se si versasse olio sul fuoco.”
(Han Shan)

“Quando ci si aggrappa a qualcosa, la vita è distrutta; quando ci si afferra a qualcosa, si smette di vivere. È scritto in tutte le pagine del Vangelo. E questo si consegue con la comprensione. Cercate di capire. E capite anche un’altra illusione: la felicità non corrisponde all’emozione, all’eccitazione. Credere che un’emozione derivi dalla realizzazione di un desiderio è un’altra illusione.

Il desiderio è portatore di ansia e prima o poi i postumi della sbornia saltano fuori. Quando si è sofferto a sufficienza, allora si è pronti a capirlo. Vi nutrite di emozioni: è come nutrire di prelibatezze un cavallo da corsa, dandogli torte e vino. Un cavallo da corsa non si nutre così. Quello che serve è cibo buono, solido, nutriente, e anche da bere. Bisogna che lo comprendiate da soli.

Un’altra illusione è che qualcun altro possa fare tutto questo al vostro posto, che qualche sapiente, qualche guru o insegnante possa farlo in vece vostra. Nemmeno il più grande guru del mondo può fare un passo al vostro posto. Dovete farlo voi. Siete voi che dovete agire. Nessun altro può aiutarvi. Siete voi a dover digerire il cibo che consumate, siete voi a dover capire. Nessun altro può capire in vece vostra. Siete voi a dover cercare. Nessuno può cercare in vece vostra. E se quel che cercate è la verità, allora dovete farlo voi. Non potete appoggiarvi a nessuno.

C’è un’ulteriore illusione, e cioè il fatto che sia importante essere rispettabili, essere amati e apprezzati, essere importanti. Molti dicono che abbiamo un’esigenza naturale di essere amati e apprezzati, di appartenere a qualcuno. È falso. Lasciate cadere questa illusione e sarete felici. Abbiamo un’esigenza naturale di libertà, un’esigenza naturale di amare, ma non di essere amati.

È un problema molto comune: «Nessuno mi ama: come posso, dunque, essere felice?» E io spiego a questa persona: «Vuoi forse dire che non ci sono mai dei momenti in cui dimentichi di non essere amata, ti lasci andar e ti senti felice?» Certo che ci sono. Una donna che è intenta a guardare un film. Si tratta di una commedia, e la donna ride a crepapelle, e in quell’attimo benedetto ha dimenticato di ricordare a se stessa che nessuno l’ama, che nessuno l’ama, nessuno l’ama, nessuno l’ama, nessuno l’ama…

Lo stesso vale per tutti voi: finché qualcuno non vi ha detto che non sarete stati felici senza essere amati, desiderati o attraenti per qualcuno. Attraverso il contatto con la realtà si diventa felici. Ecco cosa porta la felicità: un contatto con la realtà, istante per istante. È qui che troverete Dio; è qui che troverete la felicità. Ma la maggior parte della gente non è pronta per sentirsi dire queste cose.

Un’altra illusione è che gli eventi esterni abbiano il potere di farvi del male, che le persone abbiano il potere di farvi del male. Non è così. Siete voi che date loro il potere di farlo. Un’altra illusione: voi siete tutte quelle etichette che la gente vi ha appioppato, o che viete appioppati da soli. Non lo siete, non lo siete! Dunque non dovete abbarbicarvi a esse.

Il giorno in cui qualcuno mi dicesse che sono un genio e che io lo prendessi sul serio, mi troverei in un bel guaio. Capite perché? Perché da quel momento in poi inizierei a essere teso. Dovrei mantenermi all’altezza della situazione, rispondere alle aspettative. Capite? Dunque, l’unica cosa che dovete fare è mandare in pezzi l’etichetta!

Mandatela in pezzi e sarete liberi. Non identificatevi con quelle etichette. Quelle  etichette rappresentano ciò che pensa qualcun altro, ciò che quella persona ha visto in voi in un dato momento. Siete davvero dei geni? Siete degli svitati? Siete dei mistici? Siete dei pazzi? Che cosa importa, in realtà? L’importante è continuare a essere consapevoli, vivere la vita istante per istante.

Com’è meravigliosamente descritto da quelle parole del Vangelo: «Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai… Osservate i gigli del campo… non lavorano e non filano.» Queste sono veramente parole mistiche, le parole di una persona che si è destata. E, dunque, perché siete così ansiosi? Siete forse in grado di aggiungere, nonostante tutta la vostra ansia, un singolo istante alla vostra vita?

Perché preoccuparsi per domani? Entrate nel presente. Vivete nel presente. È una cosa che vedrete accadere quando vi sveglierete. Vi ritroverete a vivere nel presente, assaporando ogni momento nell’attimo in cui lo vivete. Un altro buon segno è quando sentite la sinfonia una nota dopo l’altra, senza volerla fermare.” (Anthony De Mello, Messaggio per un’aquila che si crede un pollo, Piemme Ed.)

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