giovedì 9 febbraio 2017

L’ipertrofia dell’ego



“Possiamo tollerare una quantità
praticamente infinita di elogi.”
(Sigmund Freud)

Nell’ambito di un sondaggio fatto negli Stati Uniti nel 1997, fu posta la domanda: «Secondo te chi ha più possibilità di andare in Paradiso?» Agli intervistati fu proposto l'elenco di famose personalità tra le quali si dovevano scegliere quelli che avevano più possibilità di conquistare l'ambita meta. Il maggior consenso fu ottenuto da Madre Teresa con il 79 % dei voti, poi si piazzò il giocatore di basket, Mike Jordan con il 65%, quindi Lady Diana con il 60% e, infine Bill Clinton che ebbe il 52% dei consensi. 

Nell'ambito della stessa indagine, si chiese anche quante probabilità avessero gli intervistati stessi di andare in Paradiso, e costoro si diedero l’87% dei voti. Pur ammettendo che le risposte fossero tutte sincere, si doveva concludere che la maggioranza degli intervistati fossero migliori di Madre Teresa? I ricercatori pensarono che questo non era plausibile, perciò approfondirono la ricerca e scoprirono che la maggioranza delle persone pensa di essere al di sopra della media. 

La maggioranza delle persone pensa di essere più intelligente, più competente, di avere più gusto, di essere più gradevole socialmente rispetto alla media. E tutto questo avviene in modo inconsapevole. Quindi l’indagine dimostrò che vi era una diffusa ed eccessiva stima del proprio valore personale, e che questa stima esagerata non era veritiera, perché non corrispondeva alla realtà. O ancor meglio, essi scoprirono che se le cose vanno bene, tutto va al meglio e siamo adeguati. 

Ma quando la vita diventa dura o troppo complessa, allora si mostrano tutte le nostre carenze. Si notò anche che, se ci fosse una reale stima di se stessi non sarebbe necessario volere avere sempre di più. Se noi fossimo veramente sicuri di noi stessi non vorremmo avere, a tutti i costi, il consenso sociale. Se fossimo certi del nostro valore non avremmo la necessità di essere sempre alla moda, non avremmo paura di invecchiare e non avremmo paura di dimostrare le nostre debolezze.. 

Tutte queste paure e incertezze provengono dalle lusinghe rivolte all’autostima del consumatore che viene adulato con la promessa “di poter avere quello che vuole e come lo vuole.” In realtà, queste false promesse sono riuscite a farci cadere sotto la dittatura dell’ego che si nutre solo di esteriorità, di apparenza, del mito dell'eterna giovinezza, che ha sete di potere e che vuole continue conferme. 

Veniamo illusi e siamo convinti di poter scegliere, in realtà veniamo scelti e siamo spinti a scegliere ciò che vogliono gli altri, e verso quello che la moda indicano come adeguato. È questo il motivo per cui sono diffusi i suicidi delle persone troppo fragili, isolate, disoccupate oppure costrette a vivere in condizioni economiche precarie. In questi casi dolorosi cede la fragile stima di persone che sono state scartate perché non possono più consumare. 

O meglio, entra in gioco il disprezzo per la persona più fragile e l'ignoranza del valore della persona umana. Se vogliamo credere ai sociologi, agli psicologi e ai politologi che studiano il fenomeno, tutto questo è dovuto al fatto che stiamo soffocando sotto il peso di un ego ipertrofico. Siamo concentrati troppo sul nostro piccolo ego, e da questo nascono i mali moderni della pigrizia mentale, dell’inciviltà, dell’irresponsabilità, del lassismo e dell’accondiscendenza verso la corruzione. 

La violenza della nostra società nasce dalla nostra condiscendenza verso la menzogna, la violenza e l’ammirazione per il potere imposto con la prepotenza. Da questo scenario nascono gli individui convinti di poter sopravvivere a scapito di tutti gli altri uomini, perché essi valgono più di tutti gli altri. Il culto dell’ego si è imposto a discapito dei valori dell’altruismo e della collaborazione che sono la base del vivere sociale. 

Siamo stati sopraffatti dai falsi valori e dalle false necessità della prestazione, dell’abbondanza e dell’apparenza che vanno imposti a ogni costo. I mali della nostra civiltà sono diventati un attentato al nostro psichismo, al punto che il sociologo Alain Ehrenberg ha coniata la teoria della “fatica di essere se stessi.”

Seppure sia naturale voler avere delle comodità non è affatto normale volere tutto quello che vediamo esposto in vetrina. Se è normale voler vincere una sfida non è affatto normale non riuscire a tollerare la sconfitta dei nostri desideri, o non tollerare il ritardo della gratificazione. Se è normale avere cura del corpo, non è affatto normale avere l'illusione dell'eterna giovinezza. Il compito di riuscire a sostenere tutte queste falsità è diventato un impegno troppo oneroso.

L’elenco delle cose che possiamo scegliere sembra essere infinito ma, in realtà, non possiamo farlo, perché la nostra società ci spinge verso un falso modo di pensare. Se il culto dell’immagine è una esigenza primaria non è molto facile restare indipendenti dalla mentalità che prevale nella maggioranza. Ma il risultato che otteniamo è che l’ego sviluppato nell'ambiente malato è diventato un essere ipertrofico, prepotente, onnipotente e troppo grasso perché è ingozzato da cibi dannosi.

Non è una casualità se la nostra società è oppressa da molti disturbi dell’alimentazione che sono sempre collegati alla falsa immagine di noi stessi. Secondo gli studiosi, da questa situazione malata nasce l’inflazione dell'ego che si riempie di cibo spazzatura, e che poi lo vomita. Secondo gli studiosi, la soluzione è quella di riuscire ad affrontare il problema dell’autostima, perché la soluzione non è quella di abolire l’io, ma è quella di costruire un io che sappia funzionare meglio.

La soluzione non è quella di ricercare l’ascetismo sfuggendo la compagnia dei nostri simili per poterci difendere. La soluzione non è quella di mortificare l’io trascurando se stessi, ma è quella di imparare a pensare meglio a noi stessi. La soluzione è quella di avere un maggiore rispetto di noi stessi e degli altri, ossia quella di avere una migliore considerazione per le azioni costruttive. Solo così riusciremo a sopravvivere in un mondo che è sempre più povero di autentici valori umani.

Purtroppo pensiamo a questo solo quando siamo disturbati dal problema dei disturbi psichiatrici che causano i casi di suicidio, i fatti di cronaca nera, e la violenza contro i familiari. Tutti questi atti sono la conseguenza di una errata percezione di se stessi che diventano gli atti di violenza e di rabbia che vengono attuati contro il proprio prossimo. Con un io solido possiamo raccogliere informazioni più corrispondenti alla realtà che ci circonda, e sapremo vivere in modo migliore. 

La conquista di un io maturo che sappia funzionare al meglio è uno strumento prezioso per la sopravvivenza e per la qualità della nostra vita. Questa esigenza diventa sempre più necessaria nella società moderna che sta diventando sempre più individualista, egoista e molto competitiva. Il compito di imparare a essere veramente se stessi richiede la capacità di sapersi amare e di capire che siamo degni di rispetto, ma non perché siamo sempre vincenti, ma perché siamo esseri umani.

Il fatto di riuscire a conquistare questa meta tanto ambiziosa equivale alla conquista del Paradiso, perché su questo si basa la capacità di salvaguardare la dignità e la nostra umanità. Dobbiamo capire che il valore di un essere vivente è maggiore del valore di un oggetto di lusso o di un bene di consumo di cui è possibile fissare il prezzo e l'utilizzo. Se non riusciremo nel nostro compito saremo un prodotto e un meccanismo che verrà danneggiato dalle pressioni e manipolazioni esterne.

Buona erranza
Sharatan

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