lunedì 3 marzo 2008
La vera amicizia
Quando ho bisogno di meditare su contenuti di qualità, mi leggo qualche frase di Seneca.
Trovo le "Lettere a Lucilio" di una bellezza unica. Chiunque le avrà lette non potrà che darmi ragione, ma per chi non ne conosce il valore, bisogna che le conosca assolutamente.
Il grande filosofo romano le scrive negli ultimi anni di vita. Una vita molto travagliata e agitata, essendo, Seneca, il precettore del giovane Nerone che crescendo si rivela un personaggio dagli alterni umori. Vive in una corte, nella quale le morti o gli incidenti occorsi ai vari membri della famiglia imperiale, perlopiù finiscono tragicamente, Seneca deve per anni barcamenarsi. Non ci riusce fino in fondo e cade vittima di quegli intrighi, per cui è accusato di congiura e costretto a darsi la morte.
Le sue lettere all'amico Lucilio sono scritte negli ultimi anni della sua vita e vengono definite la sua opera più geniale. Nel suo pensiero vi sono temi di un'attualità sbalorditiva, in esse Seneca si rivela fiducioso nell'uomo, comprensivo delle debolezze proprie ed altrui, pieno di senso di solidarietà che si estende a uomini di ogni razza, religione e rango, è nemico della violenza gratuita soprattutto quella dei ludi gladiatori e delle guerra che reputa una forma di omicidio legalizzato. Si scopre in questo grande filosofo, una sensibilità psicologica sensibile e raffinata, sempre impegnata nel perseguire, tramite il dialogo e la persuasione, il completo perfezionamento morale.
Vorrei trascrivere solo qualche brano della sua idea di amicizia:
"Il saggio, anche se è autosufficiente, vuole, però avere un amico, se non altro per esercitare l'amicizia, e perché una virtù così nobile non languisca...avere qualcuno da assistere lui stesso, nelle malattie, o da liberare se prigioniero dei nemici. Se uno si preoccupa solo di sé e perciò fa amicizia, sbaglia. ...Sono le amicizie cosiddette opportunistiche: un'amicizia fatta per interesse sarà gradita finché sarà utile. ...Così se uno ha successo, lo circonda una folla di amici, mentre rimane solo se cade in disgrazia: gli amici fuggono al momento della prova; per questo ci sono tanti esempi infami di persone che abbandonano l'amico per paura, e di altre che per paura lo tradiscono. L'inizio e la fine fatalmente concordano. Chi è diventato amico per convenienza, per convenienza finirà di esserlo. Se nell'amicizia si ricerca un utile, per ottenerlo si andrà contro l'amicizia stessa. …"E come, dunque, ci si accosta ad essa?" Come a un sentimento bellissimo, non per lucro, né per timore dell'instabilità della sorte; se uno stringe amicizia per opportunismo le toglie la sua grandezza. “
E tu, quanti amici di questo genere pensi di avere?
Buona erranza
Sharadan ain al Rami
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