domenica 10 marzo 2013

Una mente senza radici



“Riempite la vostra mente di compassione.”
(Buddha)

“Dobbiamo eliminare le radici della mente. Se le permettiamo di svilupparle, ci intrappoliamo sempre negli stessi pensieri. Tendiamo a dirci che possiamo essere felici solo a certe condizioni: il tempo deve essere bello, né troppo freddo, né troppo caldo; dobbiamo aver mangiato bene; dobbiamo divertirci e così via. Quando poi le condizioni mutano, la mente diventa infelice o irata. Il nostro stato d’animo cambia in un istante. Se per esempio ci viene fame, ecco che siamo di malumore.

Fino a poco tempo fa eravamo così felici e ora all’improvviso tutto è cambiato. Non è saggio lasciare che le condizioni esterne controllino la nostra mente. E’ facile destabilizzare il nostre ego. Inoltre, se non stiamo attenti, la mente si attaccherà ad atteggiamenti e a principi rigidi. Comunque se addestreremo la mente in modo da essere più rilassata, svilupperemo anche una maggiore resistenza alle circostanze esterne e a l’impermanenza. Questo non significa che non dovremo avere una direzione definita, ma che potremo seguire il flusso della vita.

Capiremo che creiamo una versione soggettiva della realtà attraverso le nostre percezioni e interpretazioni; che le cose non sono fisse e che è facile che gli altri abbiano una visione diversa dalla nostra. Per esempio, se giudicate qualcosa particolarmente bello e molto attraente, questo non è necessariamente vero per le altre persone. Potrebbe trattarsi di un essere umano, di un quadro o di una casa. Qualunque cosa sia è una creazione della vostra mente. Perché dovrebbe essere uguale per tutti? Ognuno di noi si crea la propria realtà personale, e accettare questa idea è liberatorio. Ecco che cos’è la compassione.

Può sembrare una contraddizione, ma, se riuscite ad apprezzare una mente senza radici e capace di fluire con le cose, allora potrete cominciare a domarla. Forse sentir parlare di una mente senza radici è sconcertante, perché spesso noi cerchiamo una cosa che ci radichi, soprattutto nel campo delle idee. Anche la mente ha una propria personalità – il modo in cui tendiamo a giudicare il mondo e la gente, le nostre concezioni, i nostri filtri, i nostri occhiali.

Ma, da un punto di vista positivo, se la mente è senza radici allora crescono le possibilità, troviamo definitivamente la libertà. Questa è la chiave per aprire la porta della realizzazione, della compassione, di ogni cosa. Grazie alla meditazione domiamo questa mente priva di radici, senza però incatenarla. Favoriamo la chiarezza e ci focalizziamo, mentre permettiamo alla mente di fluire e di essere libera, libera di indicarci la via.

Possiamo vedere con nitidezza la meta che ci ispira, e saremo anche il grado di impegnarci a raggiungerla e di capire che cosa dobbiamo fare quotidianamente. E’ come trovarsi di fronte a uno scrigno di gioielli: con un po’ di comprensione e di accettazione di ciò che siamo, possiamo aprirlo e vedere che cosa contiene. Non vi raccomanda, mentre meditate, di cercare di fermare i pensieri e di evitarli. Sì, essi sono i prodotti della mente e voi dovete scoprire gradualmente la vostra natura interiore, ma è molto difficile liberarsi dei pensieri.

Se vi sforzate di farlo, invece di ottenere una mente chiara, in realtà ve la ritroverete piena. Raccomando quindi di permettere ai pensieri di sorgere e poi di andarsene gentilmente. Non concentravi su di essi, prendetene nota e lasciate che scivolino via. La vostra mente è come un bambino che provoca troppo rumore, se fate in modo che se ne renda conto, si accorgerà del problema e alla fine si calmerà da solo.

Dovete dunque essere pazienti, anche con la mente, a poco a poco le proteste e le domande si acquieteranno. I pensieri verranno, ma poco a poco se ne andranno – positivi o negativi non ha nessuna importanza. Non vi fissate, lasciate che vadano. Lentamente la mente si calmerà in uno stato naturale, e vi troverete in pace. “

(Gyalwang Drupa, Vedere il cielo in un fiore selvatico: la via buddista per la felicità, Mondatori, 2012.)

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