venerdì 12 maggio 2017

Il desiderio



“L’attaccamento è come miele sulla lama di un rasoio:
sembra piacere ma offre solo dolore.”
(Lama Zopa Rinpoche)

Quando un forte desiderio sommerge la mente, ostacola la capacità di vedere con chiarezza la realtà. Il desiderio si aggrappa all’apparenza esagerata dell’oggetto del desiderio come sempre, realmente, in sé e per sé buono. Dopo aver applicato le buone qualità dell’oggetto e averlo etichettato “buono” credete di vederlo come qualcosa di buono di per sé e vi aggrappate a esso.

Aggrapparsi all’apparenza esagerata interferisce con la capacità di vedere la natura ultima dell’oggetto. Quando questo accade, anziché guardare l’oggetto, la persona o la cosa che desiderate, dovreste osservare il soggetto, la vostra mente. Semplicemente, osservate la vostra mente. Cambiate l’oggetto di attenzione, da esterno (l’oggetto che proiettate) a interno (la mente che proietta). Invece di pensare all’oggetto, osservate la mente che pensa l’oggetto.

Quando praticate questa meditazione così semplice, si verifica subito un cambiamento. All’improvviso il desiderio insopportabile può essere fermato. Nella vostra mente c’è spazio per vedere la vera natura di voi stessi e dell’oggetto del vostro desiderio. Se lo fate anche solo per un attimo, la mente desiderante inizia a essere controllata, pacificata, domata.

Voi seguite il desiderio allo scopo di ottenere l’appagamento. Il vostro desiderio è meritevole e avete ragione a volerlo raggiungere, ma il metodo è sbagliato e ha come unico risultato l’insoddisfazione. Voi seguite il desiderio e non siete soddisfatti. Di nuovo seguite il desiderio e di nuovo non siete soddisfatti. Ci provate ancora, e ancora una volta non siete soddisfatti.

Quando dico che dovreste rinunciare al desiderio, potrebbe sembrare che vi dica di rinunciare alla felicità, ma non è così! Se osservaste veramente in profondità il desiderio e gli oggetti del desiderio, vedreste che, sebbene appaiano come piaceri, non è possibile trovare in essi alcun vero piacere. Sopprimere il desiderio, però, non significa affatto sopprimere ogni felicità!

In realtà, quando rinunciate al desiderio, vi aprite nell’unico modo possibile alla vera felicità. Poiché forse non avete ancora sperimentato la vera felicità, scambiate la sottile sofferenza del desiderio per la vera pace, ma una volta che comprenderete gli infiniti benefici di rinunciare all’egoismo e al desiderio, questo tipo di rinuncia è un atto gioioso. (Lama Zopa Rinpoche, Il cammino della felicità, Mondadori ed.)

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