Nei tempi passati, delle civiltà e delle culture molto più spirituali e profonde della nostra hanno affermato che il nostro cuore è una suprema fonte di saggezza: oggi sappiamo che questo corrisponde a verità per merito di alcune ricerche scientifiche condotte negli ultimi 10 anni presso l’Institute of HeartMath di Boulder Creek, in California, che hanno rivoluzionato le concezioni scientifiche precedenti riguardo alle emozioni.
Precedentemente, gli scienziati credevano che le emozioni non fossero altro che delle espressioni mentali generate dal cervello: oggi sappiamo che le emozioni coinvolgono sia la mente che il corpo. Si è scoperto che i segnali neurologici ed ormonali che giungono tramite le strutture del corpo fino al cervello, non solo regolano le funzioni fisiologiche, ma contribuiscono pure alla percezione del mondo e all’elaborazione emozionale della nostra realtà.
Le percezioni corporee vengono trasmesse al cervello, con la stessa ampiezza di segnale ma anche con lo stesso ritmo e la stessa struttura che posseggono durante la percezione corporea stessa: tale modalità di percezione e trasmissione dimostra che il ruolo del cuore è estremamente importante per la creazione di memorie emozionali.
Il cuore, affermano gli scienziati, è ben più di una pompa infatti esso funziona anche da ghiandola ormonale, ed è un organo sensoriale e un centro di codifica e di elaborazione delle informazioni, esso possiede un suo sistema nervoso intrinseco, che è sufficientemente sofisticato da poter essere chiamato “cervello cardiaco.“
In virtù dei suoi circuiti neuronali e della sua memoria cellulare, il cuore può apprendere, può ricordare, può prendere decisioni funzionali indipendenti dal cervello craniale, cioè esso decide indipendentemente dalla razionalità. Tramite ogni suo battito, il cuore trasmette al cervello gli schemi corporei e tutte le informazioni neurologiche, ormonali, elettromagnetiche e di pressione che andranno a costituire la base neurofisiologica della nostra esperienza emozionale.
Se tutti gli organi del corpo posseggono la capacità di emettere una carica elettromagnetica all’interno di un campo d’azione ebbene, il cuore possiede il campo elettromagnetico più potente. Secondo i ricercatori Glen Rein e Rollin McCraty, dell’Institute of HeartMath, il campo elettromagnetico del cuore è migliaia di volte maggiore di quello del cervello: esso si estende fino a 1,5-2,4 metri dal corpo.
Secondo questi studiosi se usiamo tecniche di self-management mentale ed emotivo appositamente ideate, se utilizziamo delle tecniche con cui calmiamo la nostra mente, se iniziamo a spostare la nostra consapevolezza sull’area cardiaca, e se ci concentriamo su emozioni positive, allora raggiungiamo lo stadio di “emotività coerente“ che può renderci più sereni ed armoniosi.
Essi hanno dimostrato che l’impiego cosciente delle emozioni può modificare il DNA umano, perciò direi che hanno dimostrato come il potere del cuore abbia la potenzialità di fare miracoli. Gli studiosi hanno fornito la prova che un buon uso del potere del cuore ci permette di acquisire facoltà d’ordine superiore, che possiamo incrementare le nostre facoltà di apprendimento, che possiamo ottimizzare i nostri processi decisionali, e che possiamo migliorare il nostro comportamento emozionale e il nostro vivere sociale.
Il mondo tecnologico in cui viviamo soffre della sindrome dell’usurpatore spiegata dalla parabola di Gurdjieff, in cui egli paragona la condizione umana alla carrozza trascinata dai cavalli. La carrozza è il corpo fisico con struttura materiale e bisogni, i cavalli sono i nostri istinti e i sentimenti che il cocchiere, che è la mente, deve saper governare mentre il padrone della carrozza, che giace dormiente nella vettura, è la nostra Anima.
L’Anima è sopra la mente e sopra il corpo perché essa, pur essendo consapevole di queste necessità, può anche decidere di abbandonare il corpo per evadere oltre le barriere illusorie del tempo e dello spazio. L’uomo di oggi, afferma Gurdjieff, è talmente confuso che non è consapevole neppure di avere un’Anima, figuriamoci se può avviare il lavoro sacro su di essa.
Ai nostri giorni la desolazione spirituale è molto più accentuata, ma noi possiamo cominciare il miglioramento della nostra Anima (cuore), avviandone la crescita e la purificazione con l’uso di tecniche fisico-igieniche di rivitalizzazione dello Spirito di Vita. Noi possiamo liberarci da quelle che l’induismo chiama vasana, cioè di tutte le peggiori tendenze negative accumulate nella nostra mente, e così pacificare mente e cuore.
Bert Hellinger è uno psicoterapeuta tedesco che ha vissuto come missionario 16 anni presso il popolo tribale degli Zulu, in Sudafrica. Egli, durante il soggiorno, notò che gli Zulu usavano dei rituali simili alla messa cattolica, nella struttura e nella funzionalità, e notò la loro venerazione per la sacralità del cosmo, perché per il popolo Zulu: “Il sacro è ovunque!”
Dopo il soggiorno tra gli Zulu, Hellinger lasciò il sacerdozio e s'interessò di varie tecniche terapeutiche rivolte al risanamento interiore umano. E fu dopo anni di studi e ricerche che egli scoprì che vi era, all’interno di una famiglia, il ripetersi di determinate dinamiche nel corso delle generazioni successive, e che esiste il bisogno di un equilibrio tra dare e ricevere.
Egli afferma che gli esseri viventi sono in continua evoluzione, perciò nelle situazioni bisogna immergersi completamente per potere apprendere ciò che c’è da apprendere, ma poi sapere procedere oltre, in continua evoluzione, lasciando andare ciò che non ci aiuta più a crescere.
Delle persone bisogna saper vedere la loro vera essenza e non ciò che vorremmo, e l’unica prerogativa per ottenere questa consapevolezza è l’esperienza diretta e la reale percezione della nostra condizione di vita. Il raggiungimento di una tale maturità ci farà pensare il mondo per quello che è, e non per quello che ci viene raccontato dagli altri.
E' così che verifichiamo anche la nostra vera Essenza, qualora valutiamo ciò che ci piace e ciò che ci disturba o ci fa male. In questo pensiero è concepito un essere umano che non è un monolite ma un sistema complesso ed integrato, un essere in dinamica evoluzione con la realtà in cui è immerso: questo è il rapporto uomo/cosmo creduto dagli Zulu.
La nostra mente occidentale è abituata a tali assurdità da non saper ricordare le verità antiche. Essa sarà oggi confortata da tangibili prove scientifiche sul potere della volontà irradiata dallo spazio sacro del cuore, che è un potere più forte del potere mentale, così come detto dalle culture tribali: noi occidentali non crediamo nel potere del cuore, perché a malapena sappiamo barcollare nei meandri del mentale.
Buona erranza
Sharatan
Precedentemente, gli scienziati credevano che le emozioni non fossero altro che delle espressioni mentali generate dal cervello: oggi sappiamo che le emozioni coinvolgono sia la mente che il corpo. Si è scoperto che i segnali neurologici ed ormonali che giungono tramite le strutture del corpo fino al cervello, non solo regolano le funzioni fisiologiche, ma contribuiscono pure alla percezione del mondo e all’elaborazione emozionale della nostra realtà.
Le percezioni corporee vengono trasmesse al cervello, con la stessa ampiezza di segnale ma anche con lo stesso ritmo e la stessa struttura che posseggono durante la percezione corporea stessa: tale modalità di percezione e trasmissione dimostra che il ruolo del cuore è estremamente importante per la creazione di memorie emozionali.
Il cuore, affermano gli scienziati, è ben più di una pompa infatti esso funziona anche da ghiandola ormonale, ed è un organo sensoriale e un centro di codifica e di elaborazione delle informazioni, esso possiede un suo sistema nervoso intrinseco, che è sufficientemente sofisticato da poter essere chiamato “cervello cardiaco.“
In virtù dei suoi circuiti neuronali e della sua memoria cellulare, il cuore può apprendere, può ricordare, può prendere decisioni funzionali indipendenti dal cervello craniale, cioè esso decide indipendentemente dalla razionalità. Tramite ogni suo battito, il cuore trasmette al cervello gli schemi corporei e tutte le informazioni neurologiche, ormonali, elettromagnetiche e di pressione che andranno a costituire la base neurofisiologica della nostra esperienza emozionale.
Se tutti gli organi del corpo posseggono la capacità di emettere una carica elettromagnetica all’interno di un campo d’azione ebbene, il cuore possiede il campo elettromagnetico più potente. Secondo i ricercatori Glen Rein e Rollin McCraty, dell’Institute of HeartMath, il campo elettromagnetico del cuore è migliaia di volte maggiore di quello del cervello: esso si estende fino a 1,5-2,4 metri dal corpo.
Secondo questi studiosi se usiamo tecniche di self-management mentale ed emotivo appositamente ideate, se utilizziamo delle tecniche con cui calmiamo la nostra mente, se iniziamo a spostare la nostra consapevolezza sull’area cardiaca, e se ci concentriamo su emozioni positive, allora raggiungiamo lo stadio di “emotività coerente“ che può renderci più sereni ed armoniosi.
Essi hanno dimostrato che l’impiego cosciente delle emozioni può modificare il DNA umano, perciò direi che hanno dimostrato come il potere del cuore abbia la potenzialità di fare miracoli. Gli studiosi hanno fornito la prova che un buon uso del potere del cuore ci permette di acquisire facoltà d’ordine superiore, che possiamo incrementare le nostre facoltà di apprendimento, che possiamo ottimizzare i nostri processi decisionali, e che possiamo migliorare il nostro comportamento emozionale e il nostro vivere sociale.
Il mondo tecnologico in cui viviamo soffre della sindrome dell’usurpatore spiegata dalla parabola di Gurdjieff, in cui egli paragona la condizione umana alla carrozza trascinata dai cavalli. La carrozza è il corpo fisico con struttura materiale e bisogni, i cavalli sono i nostri istinti e i sentimenti che il cocchiere, che è la mente, deve saper governare mentre il padrone della carrozza, che giace dormiente nella vettura, è la nostra Anima.
L’Anima è sopra la mente e sopra il corpo perché essa, pur essendo consapevole di queste necessità, può anche decidere di abbandonare il corpo per evadere oltre le barriere illusorie del tempo e dello spazio. L’uomo di oggi, afferma Gurdjieff, è talmente confuso che non è consapevole neppure di avere un’Anima, figuriamoci se può avviare il lavoro sacro su di essa.
Ai nostri giorni la desolazione spirituale è molto più accentuata, ma noi possiamo cominciare il miglioramento della nostra Anima (cuore), avviandone la crescita e la purificazione con l’uso di tecniche fisico-igieniche di rivitalizzazione dello Spirito di Vita. Noi possiamo liberarci da quelle che l’induismo chiama vasana, cioè di tutte le peggiori tendenze negative accumulate nella nostra mente, e così pacificare mente e cuore.
Bert Hellinger è uno psicoterapeuta tedesco che ha vissuto come missionario 16 anni presso il popolo tribale degli Zulu, in Sudafrica. Egli, durante il soggiorno, notò che gli Zulu usavano dei rituali simili alla messa cattolica, nella struttura e nella funzionalità, e notò la loro venerazione per la sacralità del cosmo, perché per il popolo Zulu: “Il sacro è ovunque!”
Dopo il soggiorno tra gli Zulu, Hellinger lasciò il sacerdozio e s'interessò di varie tecniche terapeutiche rivolte al risanamento interiore umano. E fu dopo anni di studi e ricerche che egli scoprì che vi era, all’interno di una famiglia, il ripetersi di determinate dinamiche nel corso delle generazioni successive, e che esiste il bisogno di un equilibrio tra dare e ricevere.
Egli afferma che gli esseri viventi sono in continua evoluzione, perciò nelle situazioni bisogna immergersi completamente per potere apprendere ciò che c’è da apprendere, ma poi sapere procedere oltre, in continua evoluzione, lasciando andare ciò che non ci aiuta più a crescere.
Delle persone bisogna saper vedere la loro vera essenza e non ciò che vorremmo, e l’unica prerogativa per ottenere questa consapevolezza è l’esperienza diretta e la reale percezione della nostra condizione di vita. Il raggiungimento di una tale maturità ci farà pensare il mondo per quello che è, e non per quello che ci viene raccontato dagli altri.
E' così che verifichiamo anche la nostra vera Essenza, qualora valutiamo ciò che ci piace e ciò che ci disturba o ci fa male. In questo pensiero è concepito un essere umano che non è un monolite ma un sistema complesso ed integrato, un essere in dinamica evoluzione con la realtà in cui è immerso: questo è il rapporto uomo/cosmo creduto dagli Zulu.
La nostra mente occidentale è abituata a tali assurdità da non saper ricordare le verità antiche. Essa sarà oggi confortata da tangibili prove scientifiche sul potere della volontà irradiata dallo spazio sacro del cuore, che è un potere più forte del potere mentale, così come detto dalle culture tribali: noi occidentali non crediamo nel potere del cuore, perché a malapena sappiamo barcollare nei meandri del mentale.
Buona erranza
Sharatan
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