sabato 8 maggio 2010

Arrendersi alla vita!


"Sii sempre te stesso!
Tu sei ciò che sei: è questo l'unico
modo sincero di vivere."

(Paramhansa Yogananada)


Imparare a vivere in modo adeguato è una pratica che non ci insegnano, perciò dovremmo approcciare alle cose con più tranquillità per permetterci di imparare con il fluire del vivere: così impariamo la pazienza di vivere la vita momento per momento, assaporando l‘istante. Si tratta di imparare l’Arte di vivere come si apprende la pratica di una disciplina, perciò dobbiamo coltivare la volontà e la determinazione nell‘apprendimento. E se il primo requisito per un buon maestro è amare la sua disciplina conseguentemente, la condizione essenziale per la migliore pratica di vita, è amare follemente la vita!

Osho afferma che dobbiamo innamorarci appassionatamente della vita se vogliamo imparare a vivere: e questo è un invito ad aprirci fiduciosamente, perciò imparare a essere recettivo e disponibile: cioè credere nella vita, e sentirsi gioiosi e vivi in ogni momento. Questa sembrerebbe un’ovvietà mentre, invece è una verità molto profonda con cui impariamo a ritornare innocenti, fiduciosi e gioiosi come dei bambini per i quali, l‘ambiente che li circonda diventa una fonte ininterrotta di messaggi, d’insegnamenti e d’intuizioni profonde da dovere assaporare.

Se siamo fiduciosi nella vita e la amiamo veramente la vita ci ricambia, perciò ogni accadimento diventa una scoperta entusiasmante da esplorare e non da subire dolorosamente: il cambiamento diventa un’occasione per migliorare quello che non andava bene. Se sappiamo nutrirci di questa verità sapremo aprirci sempre all’alba del nuovo giorno con un sorriso ma, la domanda a cui rispondere è: “Siamo disposti a sparire del tutto nel nostro ego? Siamo disposti a dimenticare quello che crediamo di conoscere come vero?”

La rinuncia che dobbiamo fare non riguarda certamente le cose, perché di nulla noi siamo i padroni. La verità vera è che noi siamo i padroni soltanto di noi stessi, quindi l’abbandono a cui si allude è quello di noi stessi: ed è questo il punto in cui è richiesto il coraggio più grande. Un risultato così grande non si raggiunge facilmente, poiché solo pochi sono veramente disposti a lasciare andare tutte le preconcezioni e gli schemi mentali, senza opporre una pur minima resistenza. Pochi sono veramente e intimamente convinti che tutto ciò che giungerà dalla vita è veramente il partito migliore per loro, per questo noi ci opponiamo agli accadimenti esterni, perciò affrontiamo la sofferenza della vita.

Noi dobbiamo imparare un’altra virtù tanto poco apprezzata nel mondo moderno che è la pazienza, ed è una qualità che non sappiamo capire bene perché tutto ciò che assaporiamo, lo facciamo con una vorace fagocitazione. Nella fagocitazione vi è la bramosia dell’Ego, che cerca continuamente cose nuove da inglobare per accrescere e rinforzare mentre, invece, nella pazienza di saper coltivare l’arte del vivere vi è sempre un avanzamento lento, progressivo e inesorabile, come per tutte le cose durature e persistenti.

Una cosa tanto essenziale si comprende a livello economico quando si afferma che, dei piccoli risparmi danno delle maggiori ricchezze future, perciò si tende ad investire oculatamente accontentandosi di piccoli rendimenti iniziali in vista di un migliore utile economico futuro. Economicamente sappiamo concepire che, un tasso di incremento più lento, se praticato con margini molto ridotti di rischio è maggiormente stabile e redditizio: è perciò molto grave, nell’economia, far correre grossi rischi con cifre rilevanti di capitali importanti.

Nella vita funziona una uguale paziente pianificazione perciò, finché non possiamo fare altro, cioè nel corso degli eventi dobbiamo vivere in attesa assaporando ogni istante, ma restando pienamente presenti e consapevoli. Certo, una pratica di continua consapevolezza superiore è l’arrivo dei più grandi maestri, perciò accontentiamoci di fare dei piccoli passi con progressi anche lenti. Quando non sappiamo vivere consapevolmente, e non siamo presenti a noi stessi, non dobbiamo mai pensare di essere sconfitti, ma di avere vinto momentaneamente la guerra contro l’inconsapevolezza dell‘Ego, lungo la pratica del ben vivere.

Nella pazienza vi è anche l’accoglienza di noi stessi vedendoci come esseri perfettibili ma non perfetti, perciò vediamoci come un mare che non riesce ad essere sempre calmo per riflettere la luna, ma che riesce sporadicamente a rispecchiare la luce del cielo. Nello stesso modo calmo e profondo concepiamo la nostra calma interiore, che sa rispecchiare placidamente tutto ciò che giunge, sapendo restare fiduciosi e gioiosi di vivere: e così restiamo calmi, perché siamo cullati dal nostro silenzio essenziale; così siamo cullati dall’Amore di Dio.

Rinunciamo allora a dare ogni definizione di noi, perché nel definire noi stessi, ci stiamo anche delimitando e stiamo limitando anche la manifestazione dell’essere interno. Semplicemente restiamo pacificamente con il vivere, e senza alcun secondo fine, non essendoci alcun ego da proteggere o rafforzare: esistiamo nella pura presenza semplice e naturale di nuda essenza, ed è questa che esercita il maggiore potere positivo. Noi siamo noi stessi e restiamo così, perché noi siamo degli esseri semplici, perciò siamo privi di ogni pretesa di apparire qualcos’altro, noi non stiamo manifestando null’altro se non la Presenza di noi: una pura essenza priva di artificiosità diventa amore, fiducia e gioia di vita.

Quando noi ci distacchiamo dalle maschere e dai ruoli, sappiamo diventare presenti come consapevolezza essenziale, perciò diventiamo una sola cosa con la vita, noi diventiamo perfetti perché siamo spontanei e naturali, perchè siamo svincolati da limitazioni e obblighi imposti: per questo si dice che essere completamente in Essenza significa smettere di “volere essere” per "divenire" consapevolezza continua di vita. E’ qui che scompare anche la Presenza del Testimone, in cui vi è ancora la dualità, perché diventiamo Tutt'Uno con la Coscienza Superiore.

Nello smettere di apparire altro da noi non abbiamo la morte, piuttosto diventiamo la nuova vita e il nuovo orizzonte del nostro “nuovo” essere nascente. Amando la vita dimentichiamo tutto per diventare ricettivi a Essere e Vivere, imparando ad accettare tutto quello che viene da Dio come il migliore Sentiero di vita. E sappiamo farlo soltanto se restiamo pienamente innocenti e fiduciosi in ciò che possiamo divenire, perché riconosciamo tutto questo come l’essenza veramente nostra che emerge dall’interno, perciò ci sentiamo veramente Figli beneamati del Padre Misericordioso e Divino.

Nella letteratura spirituale si dice che, è solo quando finisce il frastuono interiore che noi possiamo udire la voce interiore che è la voce di Dio, la parte più autentica della nostra natura interna: è questa la voce dell‘Essenza sana che ama la vita. E’ quando siamo disposti ad esplorare il mondo con la voglia di assaporarlo e con il gusto di vivere, è solo allora che la vita ci trasmette tutto il suo amore: ed è così che l’amore giungerà copioso e vero nella nostra vita reale, perché l‘Amore vero rispecchia sempre un vero Amore che viene inviato, a causa della Legge di Simpatia.

L’amore per la vita non è mutevole, e non è legato alla forma, esso non è effimero ma è pienamente vero ed eterno. Se la nostra volontà di avere amore, e di amare la vita diventa un sentimento vero e sentito anche noi diventiamo Amore, cioè siamo degli esseri amorevoli a cui tutto risponde con Amore. Per avere una vita migliore bisogna ricordare che dobbiamo fare una pulizia mentale, dobbiamo saperci rinnovare, e continuare a coltivare il desiderio di esplorare e di sperimentare per ritrovare ogni giorno l’entusiasmo della scoperta, e l’estasi della vitalità intensa che scorre nelle vene.

E’ nell’arrendersi all’armonia del Tutto che noi possiamo assaporare la beatitudine del vivere, che godiamo l’assoluto silenzio dal rumore mentale, che assaporiamo la pace interiore in cui c’è gioia e delizia, e in cui sentiamo la calma profonda che giunge a placare il fragore prodotto dalla disarmonia della battaglia dell‘Ego. E’ questa assoluta pace interiore che porta la tregua mentale che chiude la guerra, perché il Sé Reale rivela che non può essere sconfitto un nemico inesistente. Arrendersi alla gioia della vita, dice Osho, significa arrendersi all’Estasi di vivere e chiudere la guerra ai fantasmi.

Buona erranza
Sharatan

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