mercoledì 23 marzo 2011

Il sussurro di Dio


"Le stelle sono buchi
da cui filtra la luce dell‘infinito"

(Confucio)


Essere spirituali ci fa amare l’essenzialità delle cose, infatti per elevarsi è necessario amare il silenzio interiore, perché è solo nel mondo fisico che è sufficiente chiudere porte e finestre, e possiamo tapparci le orecchie con dei tappi di cera come un moderno Ulisse che sfugge agli incanti delle sirene. Nella spiritualità è necessario imparare il silenzio interiore per arrestare il flusso dei pensieri, dei desideri e dei sentimenti, infatti per sfuggire al frastuono dobbiamo andare oltre la superficie delle cose, perché è sulla superficie che il mare dimostra solitamente le sue perturbazioni.

Se guardiamo oltre la superficie dei bisogni che ci vengono indotti dall’esterno riusciamo a cambiare la natura dei nostri bisogni, in quanto sappiamo discriminare ciò di cui abbiamo l’autentica necessità. Se è vero che ogni pensiero e ogni desiderio ci può sospingere lungo un determinato binario è perché nell’uomo è necessaria l’azione per esistere, in quanto nell’agire è il nostro vero vivere, allora possiamo scegliere se vogliamo abitare in una terra che è infestata di forze feroci e incontrollabili oppure se vogliamo fendere il cielo e librarci nello spazio cosmico.

I nostri organi spirituali sono inattivi perché non hanno più le energie opportune per poter funzionare, infatti ogni apparecchio ha necessità di un’energia particolare e di un carburante specifico per poter muoversi. Il lavoro spirituale viene compiuto su una materia sottile ed impalpabile che non può essere lavorata con i sensi fisici ordinari, seppure lo spirito sia destinato a manifestarsi sempre anche in modo fisico e nella concretezza della materia.

Anche a livello spirituale, come nella vita materiale, si può costruire o distruggere delle materie, si possono liberare delle correnti energetiche, si possono orientare delle forze e si possono illuminare le menti, perciò colui che lavora a livello spirituale non deve avere fretta e non essere impaziente se la realizzazione di un miglioramento non si attualizza velocemente. Anche lo spirito è una materia, perciò anch’esso viene plasmato dal paziente artigiano che avvia meticolosamente un compito affinché possa compiere un lavoro perfetto, infatti per modificarsi si deve insistere tenacemente facendo sempre del nostro meglio.

Le leggi spirituali non seguono le concezioni spazio-temporali umane, perché esse disdegnano la fisica ordinaria che pone nel tempo e nello spazio i cardini del mondo, perciò i successi sono certi ma appaiono lentamente anche se ci dedichiamo con impegno incessante allo scopo. Lo sforzo e la fatica di potrebbe farci disperare e potremmo voler abbandonare l’impresa, perciò potremmo rischiare di demolire tutto quello che abbiamo realizzato. Tutto quello che esiste viene impresso nel livello eterico e susseguentemente riesce a materializzarsi, ma solo quando si raggiunge il grado di intensità e di potenza che permetta il persistere e il plasmarsi della materia abbiamo la materializzazione dell‘esito.

Il lavoro spirituale dovrebbe essere il nostro interesse primario, perciò ci dovrebbe spingere in luoghi in cui abbiamo le condizioni che forniscono la rigenerazione delle nostre forze, perciò troviamo le risorse necessarie per proseguire. Nelle scritture bibliche è citato il profeta Elia che andò alla ricerca del Signore fuggendo dalla persecuzione che attentava alla sua vita, perciò Elia camminò 40 giorni nel deserto, e si dovette rifugiare in una caverna, perché il cielo divenne oscuro e minaccioso. Mentre Elia era nella caverna sopraggiunse una bufera di vento che squassava le rocce, poi giunse un terremoto che apriva la terra e, alla fine, sul deserto piovve la pioggia di fuoco, infatti Elia vide la forza della natura. Ma Dio sorse da una brezza di vento tiepido e leggero, e la voce del Creatore giunse per chiedere: “Che ci fai qui, Elia?”

La storia di Elia ci spiega che Dio non è nella forza degli elementi, Dio non giunge nel furore dei sentimenti, e non lo vediamo nell’abisso della materialità, perché la voce di Dio non è nel vento che infuria, egli non sorge dalla profondità della terra, e non scende dal cielo come la pioggia di fuoco. Nelle scritture ci insegnano simbolicamente che la ricerca della voce interiore è il prodotto del senso dell’abbandono se vediamo solo il frastuono del mondo, infatti dobbiamo placare le tendenze inferiori che sono ingovernabili tramite la meditazione e nel silenzio.

Dio non ci travolge con la violenza, perché la materia spirituale è sottile e impalpabile, perciò lo spirito ci accarezza con il suo amore e la voce del Signore non può imporsi, perché l’uomo è libero di concedersi o di negarsi anche al suo Signore, infatti è l’individuo che programma il momento del risveglio. La voce di Dio giunge a noi nel silenzio perché viene portata dalla dolce brezza che fluisce gentile, infatti il nostro padre è amabile e non ci vuole ferire o umiliare, in quanto un padre divino ci consiglia per educarci, poiché ama e rispetta i suoi figli, infatti ci perdona sempre in quanto la misericordia e la compassione vanno sempre uniti all’amore.

E’ solo la sostanza materiale che adora il frastuono, e il mondo esteriore ci assale perché tutti si azzuffano, e molti urlano e anche troppi sono coloro che piangono pur cercando di essere discreti nel dolore. La nostra porta è aperta al mondo esteriore perciò vediamo l’essere umano che non ha traccia dell’intelligenza strategica e della comprensione che gli permetterebbero di evolvere, e questo potrebbe farci disperare sull’esito dell’evoluzione umana. L’uomo non sa vivere nel mondo senza produrre il fragore, infatti non elimina il rumore della sua violenza, dei suoi modi sgarbati e la sua volgare insensibilità, perciò non riesce a trovare la bontà e la misericordia.

Imparare nel silenzio è necessario per evolvere spiritualmente, perché è nello spazio sterminato che l’essere sviluppa, infatti è la dimensione che gli è più congeniale, poiché il fracasso è amato solo dagli esseri poco evoluti a livello spirituale. I personaggi grossolani amano i livelli superficiali, e richiamano l’attenzione del mondo perché vogliono essere considerati, e credono di aumentare il loro scarso valore facendo tanto rumore per farsi notare e per affermarsi interiormente usando la forza della considerazione esteriore: è questo il destino del vaso vuoto che è rumoroso perché è vuoto di sostanza.

Il rumore e il frastuono ci mantengono negli strati psichici inferiori, infatti il mondo sottile richiede il silenzio e la quiete, perché nel vuoto il movimento è più facile, più fluido e leggero, perciò la vista si fa più chiara ed il pensiero procede in modo pacato, e possiamo lavorare alle nostre imperfezioni con agio e con tranquillità. Tutti coloro che vogliono fare dei lavori di precisione hanno bisogno di molta tranquillità per ottenere un lavoro accurato e perfetto, ed il rumore equivale ad un sovraccarico energetico in cui le vibrazioni sonore riescono ad agitare le nostre cellule finché l’organismo va sotto stress e collassa.

Il silenzio è un balsamo, perché è solo nella quiete che possiamo ascoltare la voce di Dio che giunge per parlarci, infatti il mito biblico vede Elia che compie un ciclo di purificazione, che affronta un periodo di solitudine e di introspezione finché diventa ricettivo e può ascoltare la voce di Dio che dolcemente gli sussurra e gli chiede: “Che ci fai qui, Elia?” Il sussurro divino può raggiungerci solo dopo che il fragore del mondo si è placato, perché nello stare in silenzio e nella meditazione giungono delle energie spirituali che ci possono ricaricare, infatti esse ci ritemprano e ci offrono le risorse per continuare il cammino.

Imparare a dominarsi ci permette di frenare lo spreco di forze, perciò possiamo caricarci e magnetizzarci e ritrovare tutte le forze perché attingiamo alla nostra Fonte di vita, e in quei luoghi i serbatoi non vanno mai in riserva e non ci dobbiamo preoccupare di ridurre la nostra gioia e il nostro desiderio di amore e di luce, perché sentiamo la pienezza dell’amore che non ha limiti. Chi riesce ad entrare nel silenzio che permette l’ascolto del sussurro divino riesce ad entrare in contatto con quell’Anima universale che è la manifestazione della Somma intelligenza del nostro Creatore, ed è questo l'obiettivo della nostra mente, del nostro cuore e del nostro pensiero.

Buona erranza
Sharatan

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