“Siamo tutti parte dell’unico Spirito.”
(Paramahansa Yogananda)
“Noi pensiamo che la nostra vita sia piacevole o spiacevole in funzione della felicità o dell’infelicità che proviamo. Si determinano, di conseguenza, cinque stati mentali: felicità, dolore, indifferenza, pace e vera gioia. Le onde sollevate nell’oceano da una tempesta s’innalzano, ricadono nel vuoto e tornano a sollevarsi, una dopo l’altra, fino a dissolversi nuovamente nell’oceano quando la tempesta si placa.
La stessa cosa accade nella mente. Le onde mentali sono costituite dall’alternarsi della gioia e della sofferenza; l’indifferenza o la noia costituiscono il vuoto intermedio. Questi sono i primi tre stati mentali. Un desiderio esaudito rende felici. Un desiderio insoddisfatto rende infelici. Altri vivono in uno stadio intermedio, si trovano fra la cresta dell’onda della felicità e quella opposta dell’infelicità. Questo è lo stato neutro dell’indifferenza.
Non si può restare perennemente sulla cresta dell’esuberante allegria o del tempestoso dolore, e nemmeno nel vuoto della noia. In questo mondo di contrastanti dualità il comune mortale è sballottato su e giù: si innalza su un’onda di gioia, sprofonda nel vuoto dell’indifferenza e poi viene travolto da un’onda di dolore. Conosce molto poco oltre questi stati di coscienza.
Lasciarsi sballottare così significa abbandonare il proprio libero arbitrio alla mercè di un destino apparentemente capriccioso. Ciò di cui l’uomo ha bisogno , per vivere una vita colma di successi e di soddisfazioni, è la serenità della mente, che può essere raggiunta soltanto grazie alla concentrazione e al controllo delle facoltà psichiche.
Perfino il dolore più terribile viene guarito dal tempo; non si ottiene nulla rivivendolo ogni giorno. Piangere per chi è scomparso non aiuta né lui né voi, né può modificare il triste evento. Rendersi infelici coltivando un complesso di inferiorità o punirsi per gli errori o gli insuccessi del passato, non porta a nulla; paralizza invece le facoltà mentali.
Non cadete mai preda di abitudini mentali negative. E non pensate mai che la vita sia noiosa, perché questo stato d’animo è molto spiacevole; vi logora poco a poco. Non bruciate voi stessi le vostre potenzialità nella fornace dell’indifferenza. Oltre i primi tre stati mentali, felicità, dolore e indifferenza, si trova lo stato della pace, ma sono pochissimi quelli che lo raggiungono.
Chi possiede tutte le cose che desidera o di cui ha bisogno – denaro, salute e rapporti umani soddisfacenti – a volte può dire: “Non sono né felice, né infelice né indifferente. Sono contento, sono sereno.” Questo stato d’animo è piacevole dopo aver attraversato un periodo difficile.
Ma se dovesse durare troppo a lungo questo senso di pace, che è semplicemente assenza di gioia e di dolore, egli stesso finirà col dire: “Per favore, datemi un pizzicotto affinché possa scoprire se sono ancora vivo!” Questo genere di pace non può soddisfare a lungo perché è soltanto una condizione negativa nella quale è stata neutralizzata l’eccitazione.
Viene ora l’aspetto positivo, il quinto e ultimo stato di coscienza: la gioia sempre nuova. Questo stato si raggiunge soltanto quando nella profonda meditazione si entra in comunione con Dio, grazie alla pratica di tecniche specifiche simili a quelle insegnate dai maestri dell’India.
Questa gioia che non si appaga completamente, non si esaudirà mai. Come posso descriverla? Se per dieci giorni vi avessero impedito di dormire e foste stati costretti a rimanere svegli, e poi vi avessero permesso di addormentarvi, la gioia che sentireste in quel momento, moltiplicata un milione di volte, non potrebbe neppure lontanamente eguagliare la gioia di cui vi parlo.
Gesù e altri esseri divini ne hanno parlato. Il sentiero non dice di respingere tutto ciò che appartiene al mondo, ma vi esorta ad abbandonare le cose minori che vi sono di ostacolo, in cambio della più grande e vera gioia perenne, che appaga completamente. E’ arrivato per voi il momento di conoscere e capire qual è lo scopo della religione: percepire la gioia sublime, Dio il grande, l’eterno Consolatore.
Se troverete questa gioia e riuscirete a percepirla in ogni momento, allora qualunque cosa vi accada, sarete imperturbabili anche nel fragore dei mondi che crollano. Questa è la prima regola per rimanere giovani: coltivare uno stato d’animo felice, che gli eventi della vita non possono sconvolgere. Quando sarete immersi in quella gioia, neppure la morte vi può turbare. Questo è lo stato invulnerabile della mente che dovete sforzarvi di raggiungere.
Per mantenere viva la vostra freschezza mentale potete ricorrere anche ad altri metodi, oltre alla meditazione che è il sistema più immediato. Prima di tutto imparate a sorridere, sorridere sinceramente. Dovunque siate, per quanto le circostanze siano difficili, sorridete dal profondo del cuore e allontanate l’ira e il rancore in ogni forma.
Cercate di sorridere sinceramente a tutti, amici, familiari ed estranei. Metà del segreto della giovinezza consiste in questo. Se il vostro sorriso è contagioso perché sgorga spontaneamente dal vostro vero Sé, siete giovani. Non appena decidete di sorridere, vi accorgerete che tutto sembra cospirare per farvi piangere. Questa è la vita.
Spesso i nostri simili ci tormentano, ma la loro meschinità non dovrebbe influenzare la nostra decisione di essere gentili. Lasciate che gli altri seguano la loro strada, voi siate superiori e seguite la vostra. Non è l’approvazione degli uomini che volete, ma quella di Dio.
Per quanto vi è possibile, cercate di assecondare il prossimo e di non offendere nessuno, ma non permettete che niente ostacoli il vostro dovere, cioè quello di compiacere Dio. Non fatevi fermare o distrarre, non ne vale la pena. Cercate di andare avanti conservando sempre sulle labbra il sorriso della vostra giovinezza mentale.” (Paramahansa Yogananda, Verso la realizzazione del Sé, Astrolabio, 2006)
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