"Credo che Dio si rivela ogni giorno all'uomo,
ma noi siamo sordi alla sua piccola voce."
(Gandhi, Pensieri)
Secondo Frederick Myers il genio è la possibilità di comunicare con il Maestro segreto che dorme all'interno del nostro io, con il quale non è facile entrare in contatto. Chi è riuscito a farlo dice che questo dialogo dona le migliori opportunità per progredire e per avere tutto quello che ci serve. Il nostro cammino diventa più agevole e sicuro, e pure affrontare il nostro destino diventa più facile.
Platone conosceva il daimon di Socrate perciò insegnava ai suoi discepoli che l'uomo viene posto, alla nascita, sotto la tutela di un daimon che lo affinca tenendolo sotto la sua protezione. Menandro diceva che il daimon ci accompagna fino alla morte e ci inizia ai misteri della vita, e Pindaro diceva che è una presenza che aleggia intorno al suo protetto. Secondo gli antichi filosofi, il daimon è la forza che ci guida al male oppure al bene.
I cristiani conservarono quella parte negativa nella figura del demonio perciò dissero che il demonio è il padre dei vizi e della menzogna. Satana è la forza che spinge verso azioni negative e che fa perdere la libertà di scegliere tra bene e male. Nel medioevo, tutte le forze oscure o misteriose divennero la manifestazione di forze negative formate da legioni di demoni.
La parte positiva diventò l’angelo custode che, per i cristiani, è la guida celeste che l'uomo riceve al momento della sua nascita. Questo spirito ci guida e deve essere lo specchio in cui l'uomo deve potersi riflettere. Deve essere il nostro ideale sovrumano, l'ideale da imitare, ma è anche un angelo protettore che ci difende e guida. L'angelo custode è la forza positiva che viene contrapposta a quella negativa del demonio. La scissione nei due opposti ha comportato anche l'impoverimento di altri significati, infatti si afferma che la polarità sia un fenomeno esterno all’uomo.
Ma non è così, perché ognuno fa solo quello che sceglie di fare e diventa ciò che ha scelto di diventare. Quando l'anima scende dal suo cerchio di evoluzione per incarnarsi nel piano fisico, porta con sé un legame fluidico con un’entità guida. Questo accade perché la legge divina dice che nessuno nasce da solo o viene abbandonato a se stesso. Sappiamo che tutti quelli che abbiamo amato restano sempre con noi, perché siamo legati a loro dall'amore.
Perciò l’entità guida è una forza spirituale che è collegata a questo fatto. Essa ci consiglia, ci suggerisce cosa dobbiamo fare, ci avverte delle situazioni pericolose, e corre in aiuto quando le nostre povere forze sono arrivate allo stremo. L’entità guida si può servire dei morti che amiamo, ma non può interferire con il nostro libero arbitrio. All'inizio, la nostra guida parla piano e resta sommersa dalle voci più forti. Sussurra o parla sottovoce, perché deve capire se il nostro orecchio vuole ascoltarla.
Gurdjieff diceva che, l’evoluzione non ha bisogno di noi ma che siamo noi che abbiamo bisogno di lei, perciò siamo noi che la dobbiamo cercare. Se la vogliamo dobbiamo lavorare perché, nell'economia dell'evoluzione generale, l'universo non si cura del singolo. L'evoluzione generale deve curare, per primo, il bene della collettività, ma la buona volontà viene sempre premiata. La buona volontà si dimostra negli sforzi che facciamo per affinare la nostra attenzione e ascoltare un Dio che non ama imporsi.
Se amiamo il rumore, se non vogliamo faticare e se non sappiamo ascoltare è una nostra scelta. Se i suggerimenti sono verità scomode che non vogliamo capire diventa più facile non ascoltare. Il giusto discernimento è quello di sapere cosa dobbiamo ascoltare. I tanti io assordanti che Gurdjieff descrive simboleggiano tutte le pressioni e le pretese esterne e interne che ci opprimono. Sono voci di quelli che vogliono usarci o condizionarci a loro vantaggio.
Risuonano anche le voci delle pulsioni e degli istinti della natura inferiore, ma tutte usano il tono dell'egoismo. L'uomo poco evoluto si identifica con questi rumori e con i conflitti che sono uniti alla confusione. Perciò si smarrisce dentro ai pensieri che si combattono all'interno della sua mente. Si smarrisce tra gli io molteplici che sono nemici ma anche complici e conniventi con i nostri compromessi e le nostre giustificazioni. Ma noi potremmo essere meno disturbati se riuscissimo a trovare una fonte migliore e potremmo stare meglio.
La guida arriva quando siamo pronti e ci aiuta a trovare un contatto migliore, ma la nostra vibrazione deve volersi sintonizzare sul suo messaggio. Gurdjieff diceva che la ricerca di qualcosa di migliore avviene quando l'essere raggiunge una raffinatezza maggiore, perché pensa e vive con più chiarezza. Dobbiamo pensarci come un vaso colmo di terra in cui è stato piantato un seme della mente divina, ma quel seme va riconosciuto e curato con amore.
E l’io che s'innalza può comunicare con il livello supercosciente che è un piano mentale molto elevato. Le ispirazioni elevate che sentiamo provengono da questa zona sacra, e anche la figura del maestro è collegata con questi livelli. Il maestro è lo specchio del discepolo, ma solo se i due si assomigliano perché solo i simili comunicano in modo totale. Il maestro può guidare un discepolo solo se rivede in lui quello che era stato, prima di diventare un maestro.
Il discepolo vede nel maestro l’ideale a cui vuole aspirarsi perciò vuole crescere sempre più per diventare come il suo ideale. La conquista di un certo livello richiede la necessità di guide che siano simili e superiori al modello di base: anche per i maestri invisibili vale la stessa regola. Il contatto più intimo con la divinità accade nei mistici che i materialisti pensano come persone passive, sognatori patologici e astratti dal mondo. Ma se pensiamo a san Paolo, san Francesco d’Assisi, santa Caterina da Siena o sant’Ignazio questa concezione è falsa.
L'autoconoscenza è l'invito a conoscersi, perché all'interno abbiamo il filo diretto che ci porta al nostro Maestro interiore. Rendersi sensibili alla sua voce è il frutto del raffinamento che curiamo di continuo. Risvegliare una voce che possa salvare dal peso e dal capriccio della materia, che libera dal tormento delle vibrazioni pesanti può sembrare utopia. Ma queste cose non si provano con la scienza anche se la scienza riconosce il potere terapeutico della preghiera e della meditazione.
Le certezze spirituali sono più solide e durevoli di quelle terrene perciò il rafforzamento del contatto accade con l'armonia interna e la sintonizzazione sull'Io divino. Il colloquio deve diventare una pratica costante che trova uno spazio nella nostra quotidianità. L'abitudine al raccoglimento e alla meditazione offrirà una ricarica delle nostre forze con l'apporto di energie sempre fresche e nuove. Gesù Cristo dicendo di essere l'acqua di vita rivelava il potere del Dio che è nascosto in noi.
La nostra vita va riordinata con pazienza tenendo presente che la Scintilla divina deve essere riconosciuta, onorata e coltivata con amore. Se lo facciamo e se il nostro pensiero è sicuro dell'amore del Dio nascosto che ospitiamo, non moriremo. L'unica fonte di vita è quella della Luce e dall'Energia infinita che ci ha creato, perciò la scintilla può risorgere dalla polvere delle meschinità e delle miserie umane.
Se raffiniamo il nostro cuore, il nostro sentimento e il nostro pensiero sentiamo l'amore che Dio prova per noi, perciò riceviamo un Maestro affinché, sotto la guida delle sue istruzioni, possiamo avanzare più veloci. Esistono delle intelligenze che sono molto più evolute di noi che ci guidano, e che sono sempre pronte a correre in nostro aiuto. Non siamo lasciati soli soprattutto se il nostro viaggio si compie in territori pericolosi.
E saremo sempre in migliore compagnia perché possiamo ottimizzare ancora meglio quel contatto cercando delle frequenze più alte. Chi lavora per salire di piano è assistito da una presenza che lo guida, che lo protegge e che lo supporta quando ha bisogno. Questa presenza può diventare una compagnia costante che ci affianca mentre procediamo sulle strade turbolente del mondo. Con questa guida al fianco, nulla ci farà paura, perché sappiamo che resterà con noi fino alla fine dei tempi.
Un vero Maestro ci protegge quando siamo tra le discordie e le disarmonie del mondo, perché ogni uomo è un anello della catena che collega tutta l'umanità. Non dobbiamo pensare che i Maestri non devono imparare, perché l'evoluzione coinvolge tutti. Ogni anello deve cercare agganci sempre più solidi, perché la scala della vita ci unisca meglio. E la saliremo tutti insieme e avanzeremo dal gradino più basso fino alla Suprema Intelligenza che governa tutta la vita.
Tutte le disarmonie interne causano un distacco dalla vita, perciò il collegamento con la vita diventa più debole: questo è ciò che sentiamo nei momenti dell'errore. Ma soprattutto quando siamo in quei momenti dovremmo ritornare in noi stessi a cercare la fonte interna di saggezza e benessere. Dobbiamo entrare al nostro interno e così sottrarci allo scorrere del tempo, e dobbiamo mantenerci aperti!
Ma non dobbiamo pensare all'attesa passiva perché la ricettività è come aprire un canale e aspettare che la Luce venga a illuminarlo. L'attesa non è passività perché dobbiamo lavorare per avere l'armonia che facilita il contatto. E, anche quando lo avremo fatto, dovremo lavorare ancora per mantenerlo e renderlo più saldo. I Maestri sono sempre pronti a offrire il loro aiuto e sono sempre con noi, ma usano forme di comunicazione che vanno oltre la parola. Usano più volentieri le emanazioni di energia che sentiamo come scosse mentali delle premonizioni.
Il linguaggio è un contatto grossolano e limitato, perciò Dio preferisce usare la sottile vibrazione del pensiero. Tutti i rapporti usano forme diverse di energia che viene accumulata, perciò sia l'inconscio che la parte più elevata le conservano. L'intervento delle Guide diventa anche involontario, perché l'uomo psichico forma un mondo interno in cui alcune forze possono agire anche a nostra insaputa. Esse agiscono in nome di vecchi legami karmici ma solo per il nostro bene, e soltanto se il grande Piano Divino glielo permette.
Buona erranza
Sharatan
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