martedì 18 ottobre 2016

Da una mano all’altra



“Nessun gesto di gentilezza,
per quanto piccolo, va mai sprecato.”
(Esopo)

“Proprio come la felicità, la gentilezza e l’amore, anche la generosità alimenta altra generosità. Paradossalmente, è difficile sostenere che esista davvero un atto di generosità, perché donare felicità agli altri è il modo migliore per dare felicità a se stessi. Ma nella pratica della generosità il punto fondamentale è agire senza aspettarsi qualcosa in cambio, e questa è la parte più difficile.

Anche se cominciate dalle piccole cose e date poco, se lo fate con il cuore e senza pretese di ricompensa, compirete buone azioni. Ovviamente, se qualcuno vi ringrazia, questo è bello; ma se non ricevete nessun ringraziamento, non ha importanza, date comunque. La generosità non consiste soltanto nel dare in senso materiale.

Se riuscite a insegnare qualcosa a un’altra persona o a ispirarla, si tratta comunque di un eccellente atto di generosità; l’ispirazione è uno dei massimi doni. Potete anche proteggere o curare qualcuno: ecco un’altra azione di generosità. La pazienza, la tolleranza, il riso, l’apprezzamento, la gentilezza e la compassione sono tutti doni stupendi che possiamo offrire ogni giorno.

Alcuni grandi yogi indiani, mille anni fa, dissero che avevano imparato a praticare la generosità passando dapprima le cose dalla mano sinistra alla mano destra. Avevano inventato questo semplice metodo per addestrarsi a dare. Può sembrare un metodo infantile, ma forse funziona proprio per questo; si parte dal piccolo per passare poi gradualmente al sempre più grande.

In questo modo, quando date qualcosa a qualcuno - sia un oggetto materiale, sia un’ispirazione o protezione - lo fate senza sforzo. E non provate nessun rimpianto e nessuna necessità di ostentare il vostro gesto. Un buon sistema per cominciare è dividere ciò che volete dare in due metà: la prima per gli altri e la seconda per voi.

In tal modo condividerete e gradualmente ritroverete la motivazione pura, senza condizioni e senza sentire il bisogno di raccontare al mondo ciò che avete fatto. L’atto basta a se stesso. Quando si compiono questi atti dal profondo del cuore, essi provocano un sentimento di calore, di pace e di felicità. Non sarete più presuntuosi, ma riconoscenti.

La pratica è sincera e genuina e, essendo spontanea, invece di nascere da una sensazione di peso o di colpa, dona un enorme senso di gioia e di soddisfazione. Date spontaneamente e con la gioia nel cuore. Anche se non avete niente di materiale da donare, non ha importanza. Avete aperto il vostro cuore e vi siete liberati dei pesanti attaccamenti alle cose o alle persone.

Date agli altri la libertà e sarete liberati voi stessi. Tutti dobbiamo essere fratelli e sorelle. Tu puoi essere ricco, io posso essere povero; non importa. Al di là delle differenze individuali, siamo tutti uguali. Possiamo fare esperienze diverse, ma alla fine della giornata ci saremo scambiati tante cose. Perciò piangiamo insieme, ridiamo insieme, rattristiamoci insieme, gioiamo insieme, aiutiamoci l’uno l’altro.

In molte, molte esistenze precedenti, il Buddha Shakyamuni diede in dono la sua vita e il suo corpo. Una volta, in Nepal, offrì il suo corpo a una tigre, e noi possiamo ancora vedere il luogo in cui questo accadde. La tigre affamata stava per divorare il suo cucciolo e il Buddha preso da compassione, conoscendo ciò che stava per succedere, offrì il suo corpo. E, poiché la tigre era troppo debole per mangiare, il Buddha si tagliò una vena, in modo che l’animale potesse prima leccare il suo sangue e finalmente divorarlo.

La maggior parte di noi cerca continuamente la felicità, compiendo ogni sorta di azioni sciocche ed egoistiche, senza comprendere che, rendendo felici gli altri, anche noi lo saremo. E possiamo verificare da soli se questo sia vero. Sto cercando di dire che, se avete un grande cuore disponibile a condividere i suoi doni, allora quei doni si moltiplicheranno. Più darete con il cuore, più riceverete.

Se offrirete e aiuterete senza aspettarvi niente in cambio e senza porre condizioni, questa sarà una grande pratica e una grande gioia che non potrà essere misurata da nessuno strumento umano. Posso anche aggiungere che, quando voi aiutate, o date o fate qualcosa di benefico in modo incondizionato, tutto ciò che riceverete in cambio sarà anch’esso incondizionato. Non è un buon affare?” (Gyalwang Drupa, Vedere il cielo in un fiore selvatico, Mondadori)

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