sabato 15 ottobre 2016

Haiku



“Il vecchio stagno
la rana salta dentro
il suono dell’acqua.”

Questo è uno dei più famosi haiku di Matsuo Basho. Possiede quella qualità speciale di cui solo gli illuminati sono consapevoli. La sua bellezza non è solo estetica, è anche esistenziale: ha la fragranza della buddhità. L’haiku non è una comune poesia. La comune poesia è frutto dell’immaginazione; è una creazione della mente. L’haiku riflette semplicemente ciò che è. La consapevolezza diventa uno specchio e riflette ciò che ha di fronte: lo specchio non è toccato da ciò che riflette.

Quando non ha davanti nessuno da riflettere, lo specchio rimane immutato. Sia che rifletta o che non rifletta, sia che rifletta una cosa buona, sia che rifletta una cosa cattiva, lo specchio rimane vergine. Così è la consapevolezza di colui che è illuminato. Basho era un discepolo del Maestro zen Butcho. Quando nacque in lui questo bellissimo haiku, viveva in una capanna ai bordi di un vecchio stagno.

Un giorno, dopo una breve pioggia, il Maestro Butcho fece visita a Basho e gli chiese: «Cos’hai compreso in questi giorni?» Nota che non gli chiese: «Cos’hai appreso?» Ma gli chiese: «Cos’hai compreso?» La comprensione è una cosa del tutto diversa dal sapere. Il sapere lo prendi in prestito, la comprensione nasce in te. Il sapere ti arriva dall’esterno; la comprensione scaturisce dalla tua interiorità. Il sapere è brutto, perché è di seconda mano. Il sapere non potrà mai entrare a far parte del tuo essere; rimarrà alieno, estraneo a te, non potrà mai affondare le sue radici dentro di te.

La comprensione nasce da te, è la tua stessa fioritura, è autenticamente tua: di conseguenza è bella e liberatoria. Non puoi prendere in prestito la verità da nessuno; inoltre una verità presa in prestito non è più una verità: è già una menzogna. Nell’istante in cui viene detta, la verità diventa una menzogna. Devi sperimentare personalmente la verità, non devi udirla da altri, né devi leggerla. La verità deve pulsare in te e circolare come il tuo stesso sangue. Quando hai compreso la verità, tu diventi verità. Basho rispose:

«La pioggia è passata
ha inumidito il verde mischio.»

Fino a qualche minuto prima pioveva: la pioggia è passata e ha inumidito il muschio verde. Va bene, ma non benissimo. Butcho non era soddisfatto, la risposta era buona, ma nulla di valore. Il discepolo aveva un potenziale infinito e il Maestro non poteva essere soddisfatto tanto facilmente. Ricordalo! Più è grande il tuo potenziale e più saranno difficili i compiti che il Maestro ti assegnerà. Egli sarà severo, sarà durissimo con te.

La risposta sarebbe stata buona se l’avesse data qualcuno con un potenziale inferiore a quello di Basho, allora il Maestro avrebbe potuto accettarla annuendo con un cenno della testa, ma non da Basho. Era sufficiente un intervallo di pochi minuti: la pioggia era finita, le nuvole si erano disperse, il sole era tornato a risplendere tutt’intorno, sullo stagno, sulla capanna.

Il Maestro disse: «Dimmi qualcosa di più!» ma non intendeva dire: «Parlami più a lungo di questo.»; il suo “di più” non aveva un significato quantitativo. Egli intendeva dire: «Dimmi qualcosa di più profondo, dimmi qualcosa di più intenso, di più esistenziale: dimmi qualcosa di più in senso qualitativo!» In quell’istante, Basho sentì un plop! Fatto da una rana, che saltava nello stagno e disse:

«La rana salta dentro
il suono dell’acqua.»

Questo è il Tao, è l’immediato, ciò che è vivo e pulsante nel momento presente. Il Tao non conosce il passato, non conosce il futuro. Il Tao conosce solo un tempo: il presente, conosce solo il qui-e-ora. Questa è un’affermazione del Tao; questo è Tao puro, semplice, nudo. A questa risposta, il Maestro si sentì immensamente deliziato: il Maestro si sente sempre deliziato quando un discepolo fa ritorno a casa.

La delizia del Maestro non conosce limiti, è come se gli accadesse di nuovo l’illuminazione. Al suo essere, già perfetto, si aggiunge altra perfezione. Il suo essere non ha bisogno di alcuna aggiunta, ma ogni volta che un discepolo si infiamma di consapevolezza, il Maestro ha la sensazione che di nuovo gli sta accadendo l’illuminazione!

Il Maestro si sentì immensamente deliziato e la delizia del Maestro fu l’occasione per l’illuminazione di Basho. Vedendo il volto deliziato del Maestro, vedendo l’aura della sua gioia e il suo cenno di assenso… forse non disse nulla: il silenzio del Maestro inondò il discepolo di grazia e Basho si illuminò! Che momento per illuminarsi! In passato, migliaia di persone raggiunsero l’illuminazione, ma il modo in cui Basho si illuminò, rimane unico.

Poiché il Maestro si sentiva immensamente deliziato, la delizia stessa del Maestro penetrò come una spada nel cuore di Basho. Fiori piovvero sul discepolo, poiché il Maestro aveva sorriso… Basho sentì una musica inaudibile, poiché il Maestro l’aveva guardato benedicendolo, con gioia. In seguito Basho continuò a rifinire il suo haiku, come se fosse un diamante. Basho continuò a rifinirlo per tutta la vita, poiché questo breve haiku è un frammento raro:

«Il vecchio stagno
la rana salta dentro
il suono dell’acqua.»

Fu a causa di questo haiku che, in lui, si scatenò il processo dell’illuminazione. Basho continuò a rifinire il suo haiku, come un diamante: continuò a tagliarlo, per dargli una profondità sempre maggiore. Per questo aggiunge: “Il vecchio stagno” perché la prima affermazione era soltanto:

«La rana salta dentro
il suono dell’acqua.»

In seguito aggiunse: “Il vecchio stagno” e la mia sensazione è che: “Il vecchio stagno” premeva per essere incluso. E “Il vecchio stagno” aveva tutti i diritti di essere incluso: senza quello non ci sarebbe stata la rana, né il suo salto, né “il suono dell’acqua.” Basho doveva molto a quel “vecchio stagno”. Lo incluse e l’haiku diventò:

«Il vecchio stagno
la rana salta dentro
il suono dell’acqua.»

Inoltre, in seguito, lasciò perdere: “dell’acqua.” L’haiku non aveva più la perfezione precedente, però era più completo di prima. Era diventato:

«Il vecchio stagno
la rana salta dentro
il suono.»

L’haiku non ha più la perfezione precedente, ma è più completo. Cosa intendo dire, quando dico che ora è più completo? Adesso è un fenomeno in crescita, non occorre mettere un punto. Prima c’era un punto; era un prodotto finito e non avresti potuto aggiungere niente. Non ti lasciava niente su cui meditare. Invece, solo “il suono” è una porta aperta. Non c’è più il punto, diventa una ricerca.

Ora è più completo, ma meno perfetto. Ora è completo: completo nel senso che è in crescita. È un albero in crescita, imprevedibile: adesso ciascuno deve meditare sull’haiku. E tra i ricercatori che seguirono Basho, divenne una tra le maggiori meditazioni. Ora la sua bellezza è aumentata. Ricorda sempre: tutto ciò che è completo, assolutamente completo, perde qualcosa, è morto.

I massimi poemi sono quelli lasciati incompleti, quelli in cui sia rimasta aperta una porta per farti entrare: così il tuo essere può entrare in comunione con il poema incompleto, in quel modo il tuo essere può completarlo, in quel modo puoi completarlo nella tua esistenza. L’haiku era diventato:

«Il vecchio stagno
la rana salta dentro
il suono.»

Tuttavia, in seguito, Basho lasciò perdere qualcos’altro e l’haiku divenne:

«Il vecchio stagno
la rana salta dentro
Plop!»

Così l’haiku tocca un crescendo, solo: Plop! È ancora più vero. È più vero per la rana, è più vero per lo stagno, è più vero per la realtà. La realtà conosce solo: Plop! Adesso ti lascia lì, semplicemente a meravigliarti, a ricercare, a meditare. Qualcuno chiese a Basho: «Perché hai tolto le parole: dell’acqua e alla fine anche: il suono?» Basho rispose: «Perché voglio che voi udiate che tipo di suono è. Non voglio dirlo io, voglio che lo udiate per come è!» (Osho, Il sacro fuoco, Mondadori)

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