venerdì 2 novembre 2018

La pratica di consapevolezza



Amare significa essere presenti per l’altro.
Come fai ad amare se non ci sei?
(Thich Nhat Hanh)

Una volta che hai visto la verità e la bellezza in te stesso, la puoi vedere nelle persone care. Amare significa offrire la nostra presenza a chi amiamo e riconoscere quanto sia importante per noi la sua presenza. Esserci, essere presenti fino in fondo, saper apprezzare la preziosità della persona cara sono pratiche di vero amore.

Per essere presente per l’altro devi essere presente per te stesso. Hai il tempo di essere presente per te stesso? Hai il tempo di bere una tazza di tè, di mangiare un’arancia, di inspirare, di espirare? Hai il tempo di muovere qualche passo senza pensare ai tuoi progetti? Se non ti capisci, se non riesci ad accettarti, ti sarà impossibile capire e accettare l’altro.

La pratica di consapevolezza ti aiuterà a entrare in contatto con te stesso in modo da poter comprendere la tua sofferenza, le tue difficoltà, le tue aspirazioni più profonde. È importante sapere che potresti avere una carenza di comunicazione interiore: il tuo corpo e la tua coscienza cercano di dirti tante cose, ma tu non hai tempo di ascoltarli.

Forse il tuo corpo ti sta implorando di rallentare il ritmo o di prenderti una giornata di riposo, ma tu continui a spronarlo e a lavorare di più. Potresti non essere presente per il tuo corpo: te ne curi troppo poco o non sei capace di ascoltarlo. Nella tua coscienza potrebbero esserci blocchi di dolore ma tu non le presti attenzione.

Il primo passo verso la comunicazione amorevole è tornare a casa, tornare a se stessi. La pratica del respiro consapevole ti immette sulla via maestra del ritorno a te stesso, per entrare in contatto con la gioia, la bellezza, le meraviglie della vita che hai in te e intorno a te.

La pratica di essere consapevole del respiro, dei tuoi passi, della colazione che stai preparando ti aiuta a tornare a casa, a te stesso, nel qui e ora, a essere consapevole di ciò che accade nel tuo corpo, nelle tue sensazioni e percezioni, per riconoscere la tua sofferenza e trasformarla. Se emerge rabbia, prendi consapevolezza della rabbia. Se emerge paura, prendi consapevolezza della paura.

Sei sempre presente a te stesso. «Buongiorno, mia piccola rabbia, so che ci sei. Mi prenderò cura di te.» «Buona sera paura, vedo che ti sei appena manifestata. So che sei sempre qui, sei una vecchia amica. Mi prenderò un po’ di tempo per prendermi cura di te.» Poi pratichi la consapevolezza del passo e del respiro mentre riconosci la presenza della tua paura o della tu rabbia, e le alleggerisci.

La comprensione e l’amore per se stessi forniscono il fondamento su cui costruire la comprensione e l’amore per un’altra persona. Ecco il primo passo: tornare a se stessi, prendersi cura di se stessi, comprendere se stessi, accettare se stessi e trattarsi con comprensione.

Il dono più prezioso che puoi fare alla persona che ami non è il denaro, né il potere, né la fama, è la tua presenza autentica. Amare significa essere presenti per l’altro.Come fai ad amare se non ci sei? Conta moltissimo anche la qualità della tua presenza: bisogna che tu sia presente con freschezza, amorevolezza, comprensione.

Con la pratica della consapevolezza del respiro e della camminata riporti mente al corpo, ti stabilisci nel qui e ora, sei pienamente presente. Allora puoi andare dalla persona che ami e farle la prima dichiarazione d’amore: «Caro (cara) sai, sono davvero qui con te.»

Non è soltanto un’affermazione, è una pratica; se non sei lì e fingi solo di essere presente, l’altro se ne accorge. Può darsi che tu sia tutto preso dai tuoi progetti, dalle tue preoccupazioni, dai tuoi timori e finga di essere lì, ma non ci sei per davvero. Solo con la pratica puoi generare una presenza autentica.

Non occorre altro, basta che tu le offra la tua presenza. E grazie alla comprensione e alla compassione generata dalla pratica, la tua presenza le potrà risultare fresca, nutriente, risanatrice... la persona che ami ha bisogno della tua vera presenza, non di un surrogato:«Caro (cara) sono qui con te.»

Dicendolo riconosciamo la presenza preziosa della persona amata; se non ne riconosciamo la presenza è come se non esistesse. E se non ha la nostra attenzione e consapevolezza, l’altro non si sente amato. Se continuerai a vivere in questo modo, ben presto la tua felicità continuerà ad estinguersi perché si sente non amata, non ha la tua attenzione, la tua consapevolezza.

È importante, di quanto in quanto, tornare a se stessi e guardare la persona che ami e dirle:«Caro (cara) so che sei qui e questo mi rende felice!» Questa è la seconda dichiarazione d’amore. È semplicissima: la persona che ami, abbracciata dall’energia della tua consapevolezza, ne sarà felicissima e sboccerà come un fiore. (Thich Nhat Hanh, La scintilla del risveglio, Mondadori ed.)

2 commenti:

Unknown ha detto...

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Sharatan ain al Rami ha detto...

Grazie per la tua gentilezza :-)
Purtroppo non scrivo per altri, e non conosco l'inglese.
Mi dispiace :-(
Un abbraccio