sabato 15 marzo 2008

Samsara


Qualche tempo addietro ragionavo con una mia amica di lunghissima data e insieme si rifletteva sulla sua simpatia per il buddismo.
Me ne sono uscita fuori facendogli notare che la sua liberazione dalla catena delle reincarnazioni, il suo samsara, potrebbe essere una grande fregatura.
Samsara (pali, sanscr.) trascritto anche sangsara significa letteralmente "percorrimento, peregrinaggio" del flusso del divenire. Rappresenta il mondo del flusso, del mutamento e dell’incessante divenire in cui viviamo, infine rappresenta la catena delle reincarnazioni che siamo costretti a percorrere, tramite la trasmigrazione delle anime, per liberarci dal Karma.
Accumulando karma positivo si riesce a raggiungere la liberazione nel Nirvana, condizione in cui ha luogo l’ identità dell’anima individuale con il Brahman cioè l’anima universale.
Il carattere delle mia amica non è mai stato mite, anzi diciamo che la mitezza non fa parte delle sue virtù, per cui in molti abbiamo salutato la sua simpatia per le pratiche buddiste come un percorso molto utile e fruttuoso per le sue intemperanze. Alle intemperanze non so quanto abbia giovato, ma il succo del discorso non era questo.
Lei stava preparando un the e intanto riflettevamo su varie cose inerenti la spiritualità, per cui siamo arrivate ad un punto in cui io gli ho detto che, dopo avere letto molto su varie filosofie, il succo era sempre lo stesso e diverse erano solo le vie per raggiungere il fine ultimo.
Il senso era che tutte le religioni o le concezioni mirano ad eliminare la sofferenza dalla condizione umana, ma poi ognuna si spende diversamente sul metodo utilizzato per giungere a questo obiettivo. Qualche concezione vuole arrivare portandosi dietro il corpo e l’anima, qualcuna vuole fare arrivare solo l’anima, qualcuna arriva ad abiurare ad una delle componenti delle qualità umane, quali il sesso o altre.
Altre ancora vogliono che ci sia un distacco netto dalla corporeità già durante la vita tramite pratiche ascetiche ed eremitiche.
Io sono fermamente convinta che al Tutto si giunge con il Tutto dell’uomo e che se sei in una condizione corporea, nulla e dico nulla del corporeo va mortificato. Ogni mortificazione corporale assume il significato di insulto al creatore. La condizione umana può essere un’esperienza meravigliosa se attuata con la passione, l’intelligenza e la consapevolezza, con la compassione e l’empatia di una sensibilità affinata ed arricchita quotidianamente.
Mi figuro questo concetto come una situazione in cui un direttore d’orchestra viene fornito di un’insieme di strumenti per eseguire una sinfonia: ha senso rinunciare a qualche d’uno di essi, illudendoci che la musica sarà migliore?
Fatte tutte queste ed altre nobili deduzioni alla fine me ne sono uscita con una riflessione facendogli notare come tutta la storia della Nirvana fosse una vera scemata. Il senso della riflessione è questo.
Prima te ne devi scendere per risolvere ‘sta storia del Karma, e vai lì che te lo pesano, valutano il positivo e il negativo e ci fanno la tara. Beh! Almeno spero che ci facciano la tara, per cui le attenuanti che valgono nei tribunali te le portini a detrazione di pena anche sul Karma.
E quindi scendi e ti travagli per fare tutto ‘sto pellegrinaggio, quest’erranza e per riportare almeno le penne alla fine del viaggio. Come dire che potresti travagliare e travagliare senza guadagnare. Poi te ne arrivi al Nirvana - e già qui me la vedo tetra - ma metti che ci arrivi.
Sei li che ti godi la tua bella promozione e ti pensi sistemato, quando ti arrivano dei Maestri illuminati, assistenti del Brahman, che ti dicono: “Ehi tu, mascherina!”
Tu fingi indifferenza, fischietti e ti spiumacci le alucce nuove nuove e fai finta di non avere sentito.
Ma loro insistono: “Ehi! Mascherina dico a te. Giusto giusto dovresti riscendere sulla terra per fare un lavoretto che puoi fare solo tu. Lo richiede il Grande Disegno universale.”
Potresti dire che non sei la persona adatta, ma tanto ti conoscono da prima che tu fossi nel grembo di tua madre, come vogliono le scritture. E poi sei un Illuminato e sai che il bene universale è più importante del bene individuale egoistico ed ottuso.
Rinunci a dire qualsiasi cosa e prepari una valigetta leggera : sei illuminato per cui vai senza angelo custode e scendi in tutta fretta. Un quarto d’ora e sei di nuovo nel Samsara: altro giro, altra corsa.
A quel punto la mia amica mi ha guardato come se avesse difronte un alieno con la pelle verde ed i pallini rosa e mi ha versato il the.
Buona erranza
Sharatan ain al Rami

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