giovedì 12 marzo 2009

I nemici di Internet


Alla fine di dicembre 2008 abbiamo superato il traguardo del miliardesimo utente di Internet, secondo la società comScore, che si occupa di studiare il traffico sulla Rete. Secondo il suo presidente, Magid Abraham, è “una significativa pietra miliare nella storia di Internet” per una “comunità globale sempre più integrata, e ci ricorda che il mondo sta diventando piatto”. Il secondo miliardo di utenti, “saranno online prima che ce ne accorgiamo e il terzo miliardo arriveranno ancora più in fretta”.

La Cina risulta in testa con 179 milioni di visitatori di siti web a dicembre (17,8% del totale globale), seguita dagli Usa con 163 milioni (16,2%), ma è il versante pacifico dell’Asia più in generale a fare la parte del leone: il 41% degli accessi al web avvengono qui. Tra i primi 15 paesi al mondo figura anche l’Italia, 12° con 20,7 milioni di utenti della Rete (2,1%).

Oggi, leggo su La Stampa, che“Reporters sans frontières pubblica un rapporto intitolato “I nemici di Internet” nel quale l'organizzazione analizza il fenomeno della censura che colpisce la Rete in ben 22 Paesi. “I 12 Nemici di Internet” (Arabia Saudita, Birmania, Cina, Corea del Nord, Cuba, Egitto, Iran, Uzbekistan, Siria, Tunisia, Turkmenistan, Vietnam) hanno trasformato la Rete in una sorta di Intranet, impedendo in questo modo a tutti gli utenti di accedere alle informazioni considerate “indesiderate”. Tutti questi Paesi si distinguono non soltanto per la loro capacità di censurare l'informazione on-line, ma anche per la repressione quasi sistematica degli utenti considerati sovversivi...” ha dichiarato Reporters sans frontières.

Inoltre dieci governi, che Reporters sans frontières ha posto “sotto sorveglianza”, hanno adottato misure inquietanti suscettibili di aprire la via a nuovi abusi. L'organizzazione vuole per esempio attirare l'attenzione sull'Australia e la Corea del Sud, Paesi in cui misure recentemente adottate possono mettere a repentaglio la libertà di espressione su Internet. “Oggi la Rete è sempre più controllata e nuove forme di censura e di manipolazione dell'informazione stanno emergendo. Commenti “teleguidati” messi on-line su siti Internet molto consultati e strategie di pirateria informatica orchestrate dai governi più repressivi confondono l'informazione su Internet”, ha aggiunto Reporters sans frontières. Attualmente, 69 cyberdissidenti sono in carcere per aver pubblicato sulla Rete informazioni non gradite dalle autorità. La Cina mantiene il suo triste record e rimane la più grande prigione al mondo per i cyberdissidenti, seguita dal Vietnam e dall'Iran.”

Ieri, sul sito della Reuters Italia leggevo che “la Corte di Cassazione, ha stabilito che per i nuovi mezzi di comunicazione, non possono valere le stesse regole che riguardano la stampa, ed ha respinto il ricorso contro il sequestro di alcuni messaggi del forum online dell'Aduc, associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori, che sul forum “Di' la tua” del proprio sito web consente agli utenti di esprimersi liberamente su qualsiasi argomento.

Per la Cassazione (terza sezione penale, sentenza 10535) “i nuovi mezzi di comunicazione del proprio pensiero”quali newsletter, mailing-list, chat, blog, forum, messaggi istantanei e newsgroup, non possono “tutti in blocco, solo perché tali, essere inclusi nel concetto di stampa” enunciato nell’articolo 21, comma 3 della Costituzione, “prescindendo dalle caratteristiche specifiche di ciascuno di essi” per cui sono equiparabili ad una bacheca e, a differenza della stampa (dove per la riproduzione e per la responsabilità civile e penale ci sono editore e direttore responsabile), l'autorità' giudiziaria può esercitare un controllo diretto.

“Contro questo avevamo fatto ricorso in Cassazione ed avevamo fatto presentare una interrogazione parlamentare (ad oggi senza risposta)”, dice l'Aduc, Ricordando che l'articolo 21 della Costituzione, oltre a ribadire che “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”, recita anche che “Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità' giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.”

Per l'associazione, la Carta stabilisce cioè che il sequestro possa avvenire non nel caso di un reato qualunque, ma di un delitto già previsto dalla legge sulla stampa mentre, a giudizio dell'Aduc, il delitto di cui all'articolo 403 del Codice penale, con cui la Procura di Catania aveva motivato il sequestro preventivo, “non e' in alcun modo contemplato nella legge sulla stampa. Pertanto, il sequestro preventivo...era per noi un atto incostituzionale. Non è d'accordo la Cassazione che ha stabilito la legittimità della censura per tutto ciò che non è stampa” conclude l'Aduc.”

Come curiosità va detto, che i commenti che hanno portato alla censura, erano di protesta contro l’atteggiamento assunto dalla Chiesa Cattolica verso la pedofilia e riguardavano le accuse di pedofilia mosse contro dei religiosi cattolici. I commenti erano stati ritenuti offensivi perché nel forum, secondo l’ordinanza impugnata, si erano travalicati “i limiti del buon costume”, offendendo la religione cattolica e “alludendo espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il sacro seme del cristianesimo.”

Quando leggo notizie di questo genere mi viene facile creare delle associazioni mentali, e spero che non vengano considerate come delle associazioni mentali a delinquere, tali da farmi incolpare del reato di istigazione alla malizia mentale. Certo dopo il concetto di guerra preventiva, che nobilitava il principio “ti ammazzo oggi perché so che domani tu potresti uccidermi” non dovrei stupirmi più di nulla. In questi giorni, dietro le notizie che leggo e dietro le cose che vedo, mi immagino ‘sti maestri-revisori del karma che mi dicono: ”Senti tu carina… tu … dico a te che fai la gnorri .. tu nascosta in fondo… vieni qui alla lavagna. Allora carina… come la mettiamo con tutte queste belle cosine che stai elaborando? Sono messe bene a punto?”

Quindi mi comunicano associazioni e pensieri maliziosi, che sono frutto solo della mia mentalità disturbata, del mio io deviante, e che sono comunicabili solo dietro il più rigido anonimato. Mi si fa notare che i paesi più internettizzati sono i paesi più controllati e quindi anche quelli più censurati. Questo è male o bene mi viene chiesto, io direi che è male ma poi c’è l’interferenza del Buon Senso Comune che scaccia i maestri del karma e rimette le cose a posto, sui binari del buon senso ordinario e comune.

Ormai governata dal Buon Senso Comune, fingo di non vedere che i signori del karma mi guardano molto male, e dichiaro che il controllo non è male, è segno di considerazione. Ma perché pensare che sia censura? Perché non vederla come un indicatore di evoluzione della comunicazione? Ma perché questo pensiero sempre negativo, sempre critico, sempre controcorrente, sempre all’uso del bastian contrario? Perché sempre questa cattiveria, questa malizia, questo scontento e questo pessimismo così estremo ed esagerato?
Ma vadano al bando, ma che siano eliminati tutti quei profeti di sventura, quei corvi del malagurio che ammorbano le gioie della vita parlando solo di paranoie e di crisi.

Vorrei anche aggiungere che se l’Italia ha conquistato i primati nelle cose più deprimenti, entrare in futuro nella classifica di Reporters sans frontières, non mi sembra un'idea malvagia: è pur sempre un primato. Ma non vorrei tirare troppo all’estremo la pazienza dei maestri del karma con una ulteriore provocazione, perciò tengo per me la curiosità di chiedergli quale sarà la lista dei Paesi Cattivi del prossimo anno e chiudo il post prima che diventi compromettente.

Buona e prudente erranza
Sharatan

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