domenica 29 marzo 2009

Il destino degli automi



Nella scuola dell’esistenza, la maggioranza delle persone non ritiene che investire in saggezza sia una buona forma di investimento, perciò la maturità non si coniuga necessariamente con l’età anagrafica. Sapere conquistare dei titoli di studio o migliorare il proprio status sociale e raggiungere l’agiatezza economica, non significa assolutamente avere conquistato la ricchezza interiore, né garantisce la libertà di pensiero, la capacità di godimento estetico e il piacere di vivere; chiunque sia preda di questa illusione, sarà costretto prima o poi a ricredersi. D’altro lato, anche la ricerca di una illuminazione spirituale tramite la lettura di mille libri di esoterismo, non garantisce affatto la conquista della capacità di saper vedere armonicamente con il corpo, la mente e il cuore ben centrati in noi stessi: potremmo leggere tutti i libri del mondo e restare ancora insoddisfatti e confusi, privi di ogni forma di amore per il prossimo.

La scuola della vita ci offre sempre degli insegnamenti di ampio raggio, che coinvolgono la nostra direzione di crescita, che stravolgono tutta la nostra educazione e tutte le concezioni sociali che fino a quel momento ci avevano sostenuti: entriamo in gioco noi, in tutta la totalità del nostro essere.
Nella scuola della vita, il vero successo non si cerca fuori di noi, ma in noi stessi, ed è offerto dalla ricerca di nuovi sentieri interiori, e dalle esplorazioni che facciamo all’interno di noi, per questo i migliori allievi della vita sono coloro che sanno riconoscere i propri conflitti e le proprie limitazioni. Molti viaggiano in mille strade del mondo, ma restano limitati nelle mura di un villaggio mentale ristretto.

Le esperienze di vita si conquistano riflettendo sulle proprie sconfitte e sulle nostre perdite, superando anche profondi momenti di sconforto e confusione, duri momenti in cui siamo soli, sia a livello intellettuale che sociale. Gioire delle vittorie è importante ma non fa crescere, è la gratificazione per il lavoro svolto, è una pausa rigenerante, in attesa di nuove conquiste. La creazione umana e l’esistenza sono, perché sono in movimento e in dinamica evoluzione, perché la stagnazione anticipa la morte.
Il migliore modo che la vita ha ideato per farci crescere è costituito dagli stimoli stressanti, per questo le persone apparentemente calme e imperturbabili, possono non restare più tali di fronte a forti impatti e grossi sconvolgimenti, e dimostrano di perdere forza d’animo e coerenza interiore.

Essere capaci di rigenerarsi, di restare lucidi e coerenti, di non perdere le qualità di umanità e di tolleranza verso gli altri, dimostrare di sapere uscire da profonde difficoltà personali, economiche e spirituali, saper risorgere da forti crisi affettive, rifondarsi dopo periodi in cui si perde l’identificazione personale: tutto questo è un vero percorso da eroe. Quale migliore Vello d’Oro è preferibile alla nostra pelle, che ritorna a casa indenne, dopo un viaggio pericoloso che poteva costarci la vita? Questo è il vero significato dei viaggi di coloro che venivano mandati in terre lontane per compiere grandi imprese, questi sono vittoriosi viaggi eroici.

Per rifondarsi bisogna essere in grado di modificarci dall’interno, sapere rifondare il mondo del pensiero e dell’emozione, altrimenti non ci sarà nessuna trasformazione nel mondo esteriore. Senza il rinnovamento interiore del singolo, di ogni singolo, non ci sarà neppure nessuna trasformazione sociale, tutto sarà mutamento effimero, di facciata e di parvenza: false trasformazioni di automi ottusi.

Molti desiderano apparire come persone di forte spessore intellettuale e spirituale, ma la maggior parte dei veri maestri sono molto ben nascosti e i veri insegnamenti necessitano di canali molto più sottili ed intimi: il contatto con la divinità avviene solo all’interno di noi stessi. Molti di coloro che si proclamano fortemente spirituali e spiritualizzati sono spesso persone che seguono una moda affascinante, solo formalmente discepoli fedeli di un credo, ma pronti a passare ad un’altra concezione qualora appaia più conveniente ed opportuna.

L’atteggiamento mentale che permette una nuova rifondazione del pensiero viene indicata sia dall’induismo che dal buddismo, dal taoismo come dalla predicazione di Cristo. Queste concezioni indicano un atteggiamento privo di autocommiserazione e di autocompiacimento, tipico di colui che è dotato di una mente acuta, aperta e tollerante, capace di sapere ascoltare gli altri e di sapere comprendere le difficoltà in cui gli esseri si dibattono, perché tali debolezze sono naturali e connaturate alla natura umana.

Una mente così sa capire la storia delle persone, sa comprenderle fino in fondo, sa applicare l’arte raffinata dell’ascolto, ma sa anche rispondere con sagacia, con sensibilità ed efficacia. E’ sempre necessario sapere reagire con educazione, con amabilità, senza esporre pubblicamente al ridicolo gli errori delle persone, ma sapendoli aiutare con discrezione e facendo sentire l’altro sempre superiore ai suoi errori e mai vittima di essi. Bisogna aiutare le persone a mettersi in discussione per migliorare. Coloro che irridono agli errori altrui sono falsi amici e veri seminatori di discordia, sono esseri nemici di sé e degli altri, esseri che sentono di non valere nulla e che amano umiliare gli altri per consolarsi della propria pochezza.

Nella vita è perfettamente inutile cercare di convincere gli altri, non bisogna cercare di persuaderli delle nostre convinzioni, non bisogna credersi superiori agli altri anche quando stiamo cercando di aiutarli. Chiunque sia un buon servitore della propria coscienza, non aspira mai a convincere, piuttosto muove l’intelligenza altrui con l’arte del dubbio e dell’elaborazione del pensiero.

Anche colui che vuole farci divenire gregario delle proprie idee, si comporta in modo amabile ed accattivante, ma la sua voce assomiglia a quella dell’adulazione. I manipolatori usano dei mezzi obliqui e subdoli, delle forme indirette di persuasione con cui ci rendono insicuri ed incerti, dubbiosi delle nostre idee e vogliosi di aderire alle idee prevalenti del buon senso comune. Vogliono farci schiavi anche quando queste idee sono estranee al nostro più profondo sentire, anche quando quel pensare comune non ci appartiene affatto, perchè la loro sete di dominio ha la precedenza sulla nostra felicità.

L’idea che il progresso scientifico e tecnologico potesse renderci felici, appare fallita miseramente. Il sogno che la prosperità economica e sociale avrebbe aumentato la solidarietà, il senso civile, la qualità delle relazioni personali e la qualità della vita sembra pienamente sconfessato dall’osservazione della realtà in cui viviamo. Nulla di tutto questo è avvenuto, anzi sono aumentate le guerre e le discriminazioni, come pure le violazioni dei diritti umani, anche in paesi ritenuti civili. Le forme con cui la dittatura esercita il suo dominio sui popoli, sono divenute solo più raffinate, ma non sono affatto scomparse le tirannie dei pochi sui molti.

La scienza e la tecnologia, pur avendo allargato il nostro sguardo fino allo spazio cosmico, non ci ha resi capaci di fare evolvere la nostra intelligenza e la nostra consapevolezza. Oggi milioni di persone sanno indicare le parti più infinitesime dell’atomo, ma non sanno concepire che la pelle bianca, nera, gialla o rossa non è il parametro giusto per giudicare le persone. Nulla ha saputo sconfiggere la miseria primaria della condizione umana, cioè l’ansia e l’angoscia del vivere, per cui l’uomo tecnologico è in preda alle sue paure come il cavernicolo che si nascondeva negli anfratti rocciosi per sfuggire la paura del tuono e del fulmine.

Ancora oggi, malgrado il progresso tecnologico, ci vogliono dominare con la sferza della paura, ed il gioco riesce. Riesce perché le persone non sono più in grado di osservare e di riflettere su ciò che osservano, riesce perchè non siamo educati a farlo e perciò rischiamo di non sapere più usare la testa. Succede però che le persone che non pensano, atrofizzino il loro cervello e diventino come automi. Ed è risaputo che il destino degli automi è quello di obbedire agli ordini degli altri, privati di ogni forma di coscienza e di libertà.

Buona erranza
Sharatan

3 commenti:

Nessuno ha detto...

Da un punto di vista umano, ovvero dell'oggetto cervello che crea il soggetto fittizio "io-ego", si hanno davvero tutte la ragioni per ribellarci a questa condizione di automi. Ma da un punto di vista assoluto la Coscienza, altra essenza creata concettualmente dalla stessa mente, ci sta portando esattamente dove ci deve portare, ovvero ovunque e da nessuna parte; ma ogni nostro passo, che è sempre libero da giudizi, in quanto chi giudica in realtà non esiste, ne mai è esistito, ogni nostro passo ci riporta Li, nel Luogo da dove mai siamo andati via.
Il mondo è solo una bolla di sapone proiettata da un puro nulla, nostra unica vera realtà. Mi rendo comunque conto che i Suoi scritti possano perlomeno giovare a chi si trova perduto in questo mondo che lo ha fatto suo prigioniero e schiavo. L'io crea una divisione tra oggetto percepito e soggetto (inesistente) percipiente e da qui il dramma della vita.
L'insegnamento finale dei veri maestri è che nulla è, solo Lui è e tutti siamo Lui ma finché ci sentiamo i protagonisti del film della vita, siamo immersi nel mondo dei concetti e prigionieri dello stesso concetto di mondo. E' solo quando molliamo gli ormeggi, quando non c'è più giudizio, più nessun parere, nessuna idea, quando realmente non sappiamo più nulla, che il mondo diventa noi, in quanto non c'è mai stata separazione, non ci sono mai state azioni buone o azioni cattive, ma tutto è avvenuto spontaneamente. Quando realmente capiamo che la vita e la morte sono energia è questa energia è solo un pensiero, un potere, ma che anch'esso è falso ma tuttavia utile per vivere nel quotidiano, allora siamo liberi e ci accorgiamo che lo siamo stati da sempre, in quanto non siamo mai nati e ne mai moriremo, stiamo solo sognando una vita di oggetti, atomi vuoti che l'occhio cristallizza. Siamo già liberi, non c'è mai stata schiavitù e di conseguenza nessuno da liberare. I concetti sono vuoti, le parole aria fritta. Centrandoci sul sapere di Essere ci riscopriremo per l'essenza che siamo: Nulla, Tutto.

Andrea Provera.

Sharatan ain al Rami ha detto...

Credersi separati dall'energia della Fonte è causa di dolore, confusione e sofferenza, ricordare che alla Fonte dell'Energia noi ritorneremo è un ottimo obiettivo. Ogni altra considerazione è inutile perchè è falsa. Noi siamo sempre i protagonisti e i padroni assoluti della nostra vita, e su questo non c'è alcun dubbio. Se siamo schiavi o vittime lo siamo per scelta personale! E' una difficile verità da digerire, ma credere altro significa crearsi degli alibi per non assumersi questa responsabilità. Incontrare un essere coraggioso che ammette questa verità, è raro. Io lo credo, e lo dico senza voler presumere di modificare nulla o nessuno, perchè le parole sono insufficienti, in quanto raramente diventano veri pensieri per gli altri. Si immagini se possono trasformarsi in azioni positive o trasformazioni reali delle persone! Essere consapevole che esiste questa ignoranza umana non mi esime però dal testimoniare ciò in cui credo. Dire ad un prigioniero che può scappare, dire al malato che può guarire, dire a chi soffre che può guarire mi sembra un bel passatempo, perciò mi dedico a farlo perchè è tempo speso bene. Affermare che le cose sono inutili e non fare nulla, mi sembra una dimostrazione di paura travestita da forza. La ringrazio del suo interessante contributo.

Cari saluti
Sharatan

Nessuno ha detto...

Ci mancherebbe, ognuno si intrattiene come più desidera nella Maya; sono infatti d'accordo con Lei quando "suggerisce" che siamo Noi gli artefici della nostra miseria e gioia. Come siamo sempre Noi che nell'aiutare gli altri, in realtà stiamo solo aiutando noi stessi o perlomeno ci tentiamo. Ma tutto ciò è irrilevante, è proprio come cambiarsi il nome, si aggiunge solo un altra testa falsa sulla prima testa anch'essa falsa. Solo quando la testa esplode, quando non c'è più nessun io che decide, che fa, solo li siamo liberi.
Comunque si, le parole sono vane, possono comunque indicare la luna e se lo stolto guarda al dito e non alla luna, beh, non importa, è sempre Maya, il dito, la luna, il maestro, il discepolo: tutto è illusione, tutto è grande, tutto è luce. Noi siamo luce, mangiamo luce, proiettiamo luce.
Grazie per la Sua pazienza. Le auguro un sereno cammino su questa strada che non è percorribile.