domenica 18 dicembre 2011

Un Sé più profondo


“Dichiaro che all’interno del corpo,
pur se mortale e lungo solo sei piedi,
risiedono il mondo e l’origine del mondo,
e il cammino che conduce a ogni fine.”
(Dhammapada)

Il mondo spirituale è qualcosa che l’anima percepisce come estraneo, perché possiede delle qualità e delle condizioni che nessuna esperienza sensoriale può fornire. L’anima vede il mondo spirituale come qualcosa di sconosciuto che gli risveglia un senso di vuoto, di desolazione e di abbandono. Gli uomini provano questi sentimenti quando si sentono impotenti, perchè crediamo essere vero solo ciò che ci appare familiare e tendiamo a fuggire davanti a quello che non conosciamo o che temiamo, e il resto non ci interessa.

Nella coscienza non può entrare qualcosa che sia percepito a sua insaputa, perciò cerchiamo delle prove che ci dimostrino la verità delle nostre concezioni, ma tale ricerca rivela il timore interiore che proviamo. Non si diventa scettici dell'aspetto spirituale se non ne abbiamo paura, perciò tutte le forme estreme di materialismo nascondono il timore che quelle idee possano diventare inquietanti, e lo stesso meccanismo di timore e di inadeguatezza a padroneggiare le cose si rivela in chi teme e rinnega totalmente il mondo fisico.

Per riconoscere che la realtà materiale sia il prodotto dello spirito dobbiamo avere grande equilibrio e convinzione interiore altrimenti è difficile che sappiamo ammettere che il corpo fisico sia il prodotto del corpo sottile soprasensibile cioè del corpo eterico, e che il corpo eterico sia contenuto nel corpo fisico apparendo come il suo nucleo denso. Dobbiamo avere uno sguardo molto profondo per percepire l’uomo come una nuvola con un punto denso nella parte centrale, perciò non è facile ammetterne la verità di un'idea così anomala, così come riesce difficile concepire, in modo simultaneo, la doppia prospettiva del soggetto che osserva e di essere l'oggetto dell’osservazione.

Non sappiamo stare nella coscienza unitaria se percepiamo delle distinte entità che vivono al nostro interno, infatti siamo spaventati e inquieti del fatto, perchè non sappiamo esaminare il fenomeno senza avere paura del risultato dell’osservazione. Se pensiamo al corpo eterico come a una parte esterna a noi stessi abbiamo una pari difficoltà a percepire lo spirito che ci abita, non sappiamo pensare che lo spirito non sia distinto dal corpo fisico, perciò fatichiamo a capire che la realtà esterna non è mai indipendente dalla realtà interna dell'osservatore.

La dimensione reale non è prodotta dalla lotta di realtà opposte, perchè la percezione è vedere come si manifestano i livelli di realtà, perciò nel saper vedere tutte le implicazioni delle cose esistenti nella realtà in cui viviamo. Nella coscienza ordinaria il concetto dell'io viene collegato al corpo concreto, perciò l’io si percepisce come l’entità solo se si sente racchiuso nel corpo fisico. L'esterno viene percepito come qualcosa che resta distinto da noi, perchè questo ci serve per sentirci un'entità autonoma che esiste percependosi come entità differenziata dal mondo.

Diventa difficile poter conoscere la nostra parte soprasensibile se si continua a pensarla in questo modo, infatti è difficile concepire che esista una parte eterica che possa essere in contatto con delle forze e degli esseri eterici che vivono nell’ambiente, e che il nostro corpo eterico possa avere dei contatti con questi esseri e con i loro processi energetici. Ma, per la parte eterica non ha senso pensare che possa esistere una differenza tra l’interno e l’esterno, perché l'eterico vive sempre in armonia con il suo ambiente, infatti gli esseri eterici esistono in un mondo libero e non hanno bisogno di essere limitati per essere integrati in loro stessi.

Sono gli uomini che hanno la sensazione di poter esistere solo se si pensano come tali nel loro pensiero, infatti abbiamo la necessità di essere contenuti in qualcosa per percepire l'Io. Gli uomini comunemente non sanno che, nella parte più intima della componente eterica, possono vivere degli esseri, delle forze e dei processi energetici che sanno agire come il pensiero agisce nella mente. Ma, a differenza del pensiero, questi esseri e le loro forze, non devono essere percepiti come degli estranei o dei nemici, ma devono essere ritenuti come ciò che fa parte della parte più intima della nostra anima.

Per conoscere la nostra parte soprasensibile più elevata dobbiamo avere una grande consapevolezza, perciò dobbiamo avere una forza interiore che è maggiore di quella che viene richiesta per riuscire ad affermarsi come individualità nel mondo fisico concreto. Penetrando nella parte più elevata del soprasensibile, all’anima viene richiesto uno sforzo maggiore di quello che è ritenuto necessario per potersi affermare come entità nel mondo materiale, perciò la preparazione alla visione più elevata richiede un duro lavoro di rafforzamento interno.

Il lavoro di rafforzamento deve portare l’anima a sentirsi un essere libero e autonomo nel suo modo di pensare, però deve anche rafforzare la certezza di poter ospitare nella coscienza delle forze e delle entità che fanno parte integrante dell'essere nostro più intimo. La quantità di forza che permette all’anima di potersi affermare nel mondo concreto è già presente internamente, anche se non sappiamo di averla, ma essa è sufficiente per avere la percezione di essere delle individualità diverse dal mondo.

Nell’anima possediamo una certa quantità di forza e la nostra riserva è sufficente solo per la nostra vita ordinaria, perciò per spingersi a vedere maggiormente è necessario uno sforzo maggiore, perché lo sforzo serve per comprendere il pensiero e ammettere l’esistenza di queste entità e forze spirituali interiori che siamo noi stessi, ma anche qualcosa di maggiore. La nostra preparazione avviene acquisendo una maggiore chiaroveggenza che insegna a vedere tutti i livelli e i modi che sono usati dallo spirito per manifestarsi nella materia.

Se non coltiviamo la certezza dello spirito non sapremo accettare che una concezione simile possa essere vera, perciò avremo il timore dello spirito sentendolo come un elemento destabilizzante, e conserveremo l’illusione che l’unica realtà vera sia quella concreta. L’illusione aiuta il corpo fisico a controllare la paura di essere divorato e annullato dal mondo spirituale, però ci impedisce di vedere il corpo eterico che c'è “dietro” il nostro corpo fisico, perciò non vedremo nemmeno il mondo soprasensibile che esiste “sopra” il mondo della materia.

Se arriviamo a vedere il mondo spirituale, la coscienza chiaroveggente può trovare “qualcosa di sostanziale, dotata di autonomia parziale, proprio come nel mondo dei sensi” perciò possiamo vedere che “la coscienza fisica trova pensieri che non hanno autonomia, né esistenza propria” come dice Steiner. L'entità superiore si può vedere nel suo contesto maggiore se viene pensato che essa possa sentire di essere se esiste correlata all'esterno come le varie membra sono correlate al corpo, perciò si riesce a pensare al rapporto che può creare un corpo maggiore come prodotto dell'assieme di tante parti semiautonome.

La coscienza soprasensibile deve saper vedere che esistono anche altri esseri spirituali che si sono differenziati in modo autonomo, e che essi fanno parte del mondo spirituale, perciò si deve credere che tutte queste forze sono funzionali per poter creare la struttura del corpo spirituale dell’umanità, che è il Corpo Vitale della terra. L’entità umana, nella sua parte eterica, deve sentirsi una parte del corpo vitale terrestre e deve sentire il fatto come un rafforzamento, infatti l’anima deve sentire che l’elemento spirituale della terra è fatto di tante entità di specie diversa e noi siamo affini a tutti loro, perché nel mondo c'è bisogno di tutto quello che esiste.

Nell'universo esistono delle forze e delle entità che sostengono il tutto, infatti esistono delle entità che governano la durata delle altre cose, esistono le entità che reggono le forme e la solidità materiale, esistono delle altre forze che governano la gravità, e poi ci sono anime elementari che governano la terra, l’acqua, l’aria e il fuoco. Dobbiamo pensare che esistono anche delle sostanze eteriche che non hanno lo stesso livello di sviluppo degli elementi terrestri, perché possiedono una natura di qualità tanto elevata che la mente stenta a concepirle.

Per comprendere l'aspetto soprasensibile delle sublimi entità spirituali, dobbiamo sapere che la Terra si è evoluta dalla Luna, e che l’antica Luna è un pianeta ormai scomparso, perciò dobbiamo sapere che la metamorfosi continua perché siamo diretti verso un nuovo mondo spirituale futuro, ed esso simbolicamente è detto di Giove. La conoscenza antica dice che il nostro mondo è il frutto di tre successivi stati planetari e che il nostro mondo è la preparazione del mondo futuro, perciò l’uomo è calato nel corpo fisico per potersi conoscere come entità autonoma, ma ha pure la necessità del corpo eterico per potersi ricordare che fa parte del corpo vitale terrestre e che segue un'evoluzione, perciò evolve come evolve la terra.

Se l’anima non riconosce il fatto e se si oppone alla concezione è solo perché la teme, infatti è necessaria una coscienza molto robusta per poter credere e accogliere questa verità nell’anima sentendola come una cosa che fa parte dell'essere più intimo. Credendo questo, possiamo sentire nell’anima l’esistenza di un “nucleo interiore” che è autonomo e che resta tale anche nel tempo che c'è tra la morte e la nuova vita. Infatti la coscienza deve imparare a riconoscere nei suoi strati più profondi l’esistenza di un essere di cui essa si sente figlia, e di cui è figlio anche il corpo fisico con tutte le sue caratteristiche e le sue qualità, perché il corpo è il veicolo in cui questa coscienza ha scelto di essere custodita.

Solo con il corso di vite differenti l’anima può imparare a riconoscere e discriminare i processi di maturazione dell’entità spirituale che ospita, perciò l'anima con il tempo si sottrae al corso del suo tempo ordinario. Nel periodo che vive tra la nascita e la morte, l’anima impara a sentire che l’entità interiore diventa sempre più forte e più autonoma, infatti nel tempo si impara che l’entità si comporta come il seme e che essa diventa la gemma che si schiude. L’essenza interiore nel tempo si comporta come il germe da cui può originare la pianta, perchè essa stimola il nostro sviluppo e ci cura per farci fare una trasformazione evolutiva.

Il germe che vive interiormente è il seme dello spirito che dorme nel nostro nucleo interno, perciò nel corso delle esperienze di vite successive esso può costruire un pensiero che dimostra nella trama delle nostre vite successive. Dentro il nucleo dell’anima c'è un essere che resta relativamente autonomo dall’anima, e che può trasportare ciò che l’anima ha prodotto dalla vita presente alla successiva. Questo essere determina le condizioni spirituali che avremo nell’esistenza futura, e ci farà ripetere le esperienze a cui non siamo stati adeguati e tutto quello che non abbiamo saputo vivere quando eravamo nell’involucro carnale.

La vita attuale è il risultato di vite vissute in epoche passate, perché l’anima è riuscita a sviluppare un germe che può sopravvivere alla morte del corpo, infatti quello è l'elemento che, dopo la morte fisica, può ascendere allo spirito. Nel mondo spirituale il germe affronterà il lavoro preparatorio che è necessario per farlo diventare maturo per vivere un nuovo ciclo terreno, ma per farlo è necessario che il germe sia preparato creando delle condizioni diverse da quelle che aveva precedentemente vissuto sulla terra.

Solo una consapevolezza molto elevata può comprendere come avvenga il processo di formazione del senso autonomo del suo nucleo, e come il senso può essere riconosciuto per potersi trasferire dalla vita presente passando alla successiva. Se l’anima è preparata bene riesce a riconoscere l’immagine di qualcosa che vive nell’entità autonoma e che fluttua nella nostra anima, perciò riconosce l’emersione di un secondo Sé sentendolo come un essere indipendente e molto superiore a quello che aveva considerato essere il suo io, nell'epoca precedente.

Il nuovo Sé deve poter assumere il ruolo di ispiratore del sé precedente, perciò deve permettere la nascita di un nuovo personaggio in cui sentiamo che sono confluiti e che vivono entrambi, perciò dobbiamo sentire che il nostro essere si è completamente fuso con l’ispiratore e il superiore. La coscienza ordinaria trova strano il nuovo personaggio, perciò dobbiamo acquisire la coscienza che ha dei sensi nuovi che sanno vedere in modo più chiaro, perciò dobbiamo rafforzare l’anima che avanza in questa conoscenza restando ancorati all'esistenza concreta.

La forza per affrontare la realtà spirituale esiste nel substrato delle forze necessarie all’esistenza fisica, ma è necessario avere delle ulteriori risorse per affermarci nell’entità spirituale che è vivente in noi, e raggiungere il livello sublime in cui sentiamo la certezza interiore che la sua verità non è estranea al nostro essere. Comunemente l’anima non sa riconoscere l’ispirazione che sorge dalla sua profondità, ma l’influsso agisce anche se noi non lo riconosciamo e l’influenza non si manifesta a livello teorico nei pensieri, ma agisce concretamente usando gli eventi, i processi e le azioni che accadono nella vita concreta.

E’ questo Sé profondo che spinge l’anima umana verso gli eventi che fanno parte della sua vita e del suo destino, perciò lui adempie alla missione quando fa ridestare le nostre tendenze, le nostre capacità e le nostre disposizioni. Il Sé superiore vive tessendo la trama del nostro destino e procede camminando al fianco del nostro sé ordinario che è immerso nelle esigenze della vita comune. E' il Sé superiore che detta il passo della vita che affrontiamo definendone i successi, le sconfitte, le gioie e i dolori, perciò esso stabilisce il lavoro evolutivo che è necessario per farci crescere maggiormente.

La coscienza soprasensibile riconosce il Sé superiore come il vero Io che esiste da sempre e che tesse la nostra trama, perciò lo riconosce suo come l’uomo riconosce il suo volto allo specchio. Ciò che chiamiamo karma è la parte del Sé superiore che agisce nella vita ricordandoci le vite precedenti, perciò ciò che siamo è nella nostra vita. La vita viene ispirata dall’entità che ci accompagna perciò dobbiamo sentirla nostra e percepirla come uguale al nostro vero essere, ma questa evoluzione si raggiunge solo se sappiamo pensare nella sfera dello Spirito.

Buona erranza
Sharatan


Nessun commento: