domenica 15 gennaio 2012

Procedendo nella via


"Dovunque tu vada, vacci con tutto il tuo cuore."
(Confucio)

Secondo Gurdjieff non c’è niente che distingue chi trova la via da chi non ne incontra alcuna, perché non c’è nessuno che scelga il tipo di uomini che possono entrare in contatto con una strada. In qualche modo nessuno li sceglie, ma sono loro stessi che si scelgono, in parte perché si imbattono per caso nell’insegnamento e in parte perché sentono una certa fame. “Chi non è affamato non può essere aiutato accidentalmente,” perché solo una fame violenta può condurre all’inizio di una via, dice Gurdjieff, ma oltre alla fame violenta sono necessari anche degli altri impulsi interiori, perché accedere alla Quarta Via è più difficile che procedere lungo altre strade.

Affinché si possa apprezzare questa via in modo adeguato è necessario aver intrapreso prima il percorso indicato nelle tre vie tradizionali, cioé è necessario aver intrapreso il percorso del fachiro, del monaco e dello yogi, o almeno è necessario aver conosciuto e aver meditato per aver compreso come avvengono questi percorsi. Oltre alla percezione della fame è necessario sentire che i percorsi tradizionali sono delle vie incomplete e insufficienti per il nostro appagamento completo, altrimenti non vedremmo nessuna via anche se l'avessimo davanti agli occhi.

Per poter affermare che le vie tradizionali non sono soddisfacenti dobbiamo conoscerle, ma soprattutto dobbiamo conoscere i metodi che quelle vie usano per poter concludere che esse non sono le strade più adeguate al nostro essere. E’ falso affermare che l'uomo non può evolvere se non percorre una delle tre vie tradizionali, perché le vie sono solo un aiuto che viene fornito a ciascuno a seconda delle caratteristiche del proprio tipo. Le vie sono percorsi accelerati di evoluzione personale perciò devono aiutare il singolo individuo. Le vie sono dei percorsi abbreviati che si distinguono dall’evoluzione generale, perciò se non ci fossero queste vie di fuga, le persone sarebbero condannate a girare sempre in tondo nello stesso cerchio.

Se non ci fossero le vie che indicano la possibilità di fuggire dal perpetuo ritorno dovremmo rassegnarci a restare un “nutrimento della luna,” perché al di fuori di questi percorsi evolutivi non esiste altra opportunità di evadere dal destino generale stabilito per questo mondo materiale che è posto al più basso livello di tutto il Raggio della Creazione. Se i maestri non avessero tracciato le vie saremmo degli esseri condannati a restare al livello più basso di evoluzione, perché l’evoluzione generale deve procedere senza doversi curare della sorte del singolo.

Nella vita è necessario imparare a essere delle persone serie, dice Gurdjieff, ma la serietà richiesta non è quella comune, perché essere serio significa saper assumere un’attitudine seria nelle cose della vita, dopo aver compreso quali sono le cose veramente importanti per il nostro bene. La maggioranza delle persone attribuisce il valore di "cose serie" a dei contenuti che non hanno nessun valore durevole e che sono del tutto privi di senso, perciò una cosa è seria oggi e diventa inutile domani, perché la serietà di senso comune diventa un fattore variabile come le condizioni atmosferiche.

E’ necessario comprendere che anche la serietà deve essere relativa e che le cose importanti non perdono valore nel tempo, perché "valore" è un concetto riservato a ciò che è immutabile e vive al riparo dai capricci della sorte. Se si potesse vedere l’orrore di una vita che viene sprecata e che è impiegata solo a girare meccanicamente intorno a se stessi e dentro a interessi, scopi e valori vuoti, faremmo qualsiasi cosa per fuggire da questa orrenda condizione.

Se l'orrore della condizione è vissuto con grande lucidità, dice Gurdjieff, ammettiamo che l’unica cosa seria e importante della vita è quella di fuggire dalla nostra prigione. Non c'è una cosa più importante e più seria che salvare la vita, perciò la persona seria e sensata sa valutare con molta attenzione i fattori più vantaggiosi per poter raggiungere questo scopo. Lo scopo delle vie è quello di offrire modi diversi per trovare la salvezza e la liberazione, perché il primo scopo del prigioniero è come evadere dalla prigione.

Per l’uomo sensato, quelli che perdono tempo dietro le illusioni e le stupidità non sono affatto persone serie, perché quelle sono persone che vivono per ingannare se stessi e quelli che hanno intorno. Chi vive di menzogne non ha problemi a promettere dei miracoli mentre sta sistemando i suoi affari e sta curando le sue faccende personali. Nel mondo esistono esseri “lunatici” che credono alle fandonie che vengono dette, perciò esistono i politicanti inadatti a evolvere, infatti esistono i ciarlatani che attirano i lunatici, perché i furfanti usano i sognatori per reggiungere i loro loschi fini.

Una persona può essere sensata anche senza conoscere la filosofia, infatti una persona sensata possiede interiormente una “perspicacia tutta sua,” che gli permette di poter ridere di chi millanta di avere un valore, perché sa che è molto raro trovare chi abbia un valore immutabile e chi sa agire in modo veramente autonomo. La persona sensata sa che la gente fa poco seguendo la sua volontà, perciò il sensato riconosce ciò che è serio rispetto a quello che non lo è. Procedendo e camminando sulla via impariamo che la libertà è un'illusione, infatti vediamo che gli uomini sono schiavi di pensieri e di azioni che sono istigate da altri, perciò vediamo che non si deve temere di lasciare ciò che non ha valore.

Solo chi segue una via sensata sa che quello che si crede utile può diventare inutile, perché si diventa consapevoli che tutti i valori interiori sono condizionati da concezioni parziali, perciò si comprende che nulla è così importante da essere una seria perdita. Soprattutto se abbiamo attraversato una fase in cui abbiamo vissuto come degli schiavi obbedienti e non come dei veri uomini, dice Gurdjieff, solo così possiamo comprendere queste cose, infatti “tutto gli ritorna,” ma tutto ciò che ritorna, ritorna sempre arricchito dalla capacità di saper fare meglio che nel passato.

Il miglior partito da prendere è quello di decidere di non volere vivere mai più in quel modo, perché solo quando si vede il vero valore di quella che si credeva una vita, solo allora l’uomo sensato può decidere di voler essere sincero almeno con se stesso, perciò solo allora può decidere che non vuole più quella condizione. Ma non esiste nulla di peggio che fare un lavoro per interromperlo e trovarsi tra due condizioni egualmente scomode che è il restare “seduti tra due sedie.” Per non doversi trovare molto più scomodi in seguito, si deve scegliere subito ciò che siamo disposti a sacrificare, dice Gurdjieff. Evidentemente non si può chiedere a nessuno di sacrificare tutto se stesso, anche se volesse iniziare in grande stile, perciò è preferibile iniziare dal minimo cioè dalle cose di ogni giorno.

Nella Quarta Via non si richiede a nessuno di ritirarsi dal mondo e non si richiede nessuna rinuncia a nulla di ciò che si fa nella vita normale, perché la sua attuazione riguarda proprio la vita ordinaria. In questa via si dice che la migliore competenza del vivere si apprende nel vivere, e che la competenza ottimale si conquista nella realtà ordinaria, però dobbiamo essere seri e dobbiamo essere disposti a cambiare ogni aspetto dell’essere. La via afferma che la nostra vita esteriore e interiore risente di condizioni che diventano barriere, perciò la prima difficoltà della via è che vada cercata e trovata, perché questa via è molto difficile da riconoscere non essendo una via fissa per tutti come le altre strade.

Questa è una via difficile da trovare, perché è la strada che si inizia a cercare quando l'uomo non si trova nelle sue migliori condizioni, perciò il primo ostacolo è nella difficoltà di saper riconoscere di avere difficoltà, perché per ognuno le sue condizioni sono le condizioni più ottimali, infatti il livello del vivere corrisponde sempre al livello dell’essere. Ciò che si vive corrisponde sempre alle condizioni che la nostra vita stessa si è creato a sua precisa misura, e le altre condizioni sembrano artificiali e non naturali, perciò finché si sente questo, nessuna via si può cercare.

In questa via non si può iniziare se non siamo disposti a cambiare tutti gli aspetti dell'essere, perché il lavoro avviene nelle tre camere dell’uomo, perciò nei suoi centri fondamentali. Per raggiungere la quarta camera è necessario che si conoscano altre tre camere, perché il fachiro lavora nella prima, il monaco nella seconda e lo yogi nella terza camera, perciò si raggiunge la quarta camera solo se sappiamo che le altre camere non ci sanno offrire un contributo completo. Si deve percepire che qualcosa degli altri percorsi ci lascia incompiuti e incompleti, perché il fachiro è padrone del corpo ma non domina le emozioni e il pensiero, il monaco domina le emozioni ma non è il padrone del corpo e del pensiero, mentre lo yogi è il padrone del pensiero, ma non sa come dominare il corpo e le emozioni.

La Quarta Via è diversa da questi percorsi, perché in essa si richiede una dose supplementare di comprensione, infatti non si deve fare nulla che non si riesce a comprendere. Non si deve fare senza sapere, perché più si sa comprendere e maggiore diventa il risultato dei nostri sforzi: e questo è il principio fondamentale del nostro percorso. I risultati ottenuti sono sempre proporzionali alla quantità di coscienza che usiamo nel nostro procedere, perché non viene richiesta nessuna fede o fiducia cieca, perché l'ottusità è sempre un intralcio nel procedere.

La via richiede l'esperienza concreta di ciò che afferma l'insegnamento, perciò finché non vogliamo applicare concretamente le teorie è meglio non fare nulla. Il metodo usato è quello di agire in modo simultaneo su più livelli, infatti si agisce simultaneamente sul corpo, sulle emozioni e sul pensiero, perché l'uomo è un essere fatto di molti livelli. L'altra condizione richiesta è quella di acquisire un sapere che deve essere proporzionale al livello evolutivo dell'essere, perché questo lavoro viene sempre personalizzato a misura d'individuo. L'uomo deve eliminare tutto quello che è superfluo, perché ciò che non può essere utilizzato può ostacolare il procedere e va conservato solo quello che verrà utilizzato, infatti il sapere vero è quello che è utile per fare.

Quando un uomo ha raggiunto la volontà di fare con le pratiche della quarta via, dice Gurdjieff, ha conquistato il controllo delle sue funzioni fisiche, emozionali e intellettuali, perché un lavoro simultaneo e ben fatto fa guadagnare molto tempo. La quarta via è quella che viene indicata dall’uomo astuto che ha conosciuto un segreto, e il suo segreto dice che è necessario saper riconoscere quali sono le sostanze migliori per poter raggiungere i nostri scopi. Nel segreto dell'uomo astuto viene indicato anche il modo con cui queste sostanze sono ricavate, perché le sostanze possono essere introdotte dal di fuori, ma a condizione di conoscerle e di sapere come fare.

Buona erranza
Sharatan


3 commenti:

DifferentDimension ha detto...

Vedendo il tuo blog ho provato un tuffo al cuore ,incredibile come delle parole possano far sentire bene ..

Riyueren ha detto...

Semplicemente, grazie.Quando vengo a leggere da te io poi ne esco più ricca, anche se quasi sempre mi aiuti a "sfrondarmi"del superfluo (non sempre la cosa è indolore:)
Superfluo che, in effetti, non aggiunge, ma sempre toglie qualcosa in noi, ci soffoca l'anima come un cappotto pesante in piena estate.

Sharatan ain al Rami ha detto...

Grazie DifferentDimension,
sono felice di averti reso felice, e spero che resterai a leggere ancora le mie cose che per te non sono forse così strane ;)

Carissima Riyueren,
da te vedo sempre delle immagini stupende, perciò il piacere è reciproco. Per il resto è essenziale ...diventare essenziali nelle cose che conserviamo. Quello che soffoca come un cappotto in estate toglie il respiro, perciò si deve lasciare tutto quello che toglie gioia di vivere. Io credo che è meglio vedere la verità e migliorare. L'illusione è consolante ma soffoca la vita.
Fai una coccola a Milady :)

Vi abbraccio entrambi con molto affetto