giovedì 11 aprile 2013

L’attitudine della mente



“Prendete il sentiero lieve.”
(George Herbert)

“Le emozioni o i ricordi difficili sono problemi solo se non avete metodi per trasformarli. Se non rammentate o non applicate questi metodi di trasformazione del pensiero, le emozioni e i ricordi difficili portano soltanto sofferenza. Tuttavia, se utilizzate gli strumenti giusti, gli strumenti della trasformazione del pensiero, più queste situazioni si presentano più potete praticare! Non è meraviglioso?

È realmente possibile trasformare tutta la nostra vita e tutta la nostra mente nell’essenza stessa del Dharma. Ogni volta che vi trovate di fronte a un problema, pensate: ”Sto vivendo questo problema nell’interesse di tutti gli altri esseri. Invece che lasciare che innumerevoli altre persone ne soffrano, io solo prenderò su di me tutti questi problemi, così che tutti gli altri possano esserne liberi.” Questa attitudine mentale mette fine al problema purificandone la causa, che è sempre all’interno della nostra mente.

Vivere in questo modo i problemi mantiene la mente felice ed è d’aiuto agli altri, e quando il vostro problema aiuta gli altri, ovviamente, aiuta anche voi. Tutto dipende da come usate la vostra mente. Quando siete molto avviliti, veramente depressi, quando il vostro partner vi ha lasciato, quando avete perso il lavoro, è il momento di combattere il vostro vero nemico: le afflizioni mentali.

Pensate: ”Ora è il tempo di dichiarare battaglia, di entrare in guerra con le emozioni del samsara. Il samsara non ha mai portato alcuna reale felicità e adesso è il momento di comprenderlo.” Così facendo dichiarate guerra al vostro nemico interiore, procedete alla conquista dell’avversario che vi ha sconfitto per infinite rinascite samsariche, da un tempo senza inizio. Tutti gli altri nemici apparenti non possono durare a lungo, una volta che il nemico interiore è stato sconfitto.

Mettere se stessi al primo posto è la porta di tutti gli ostacoli. Avere altruisticamente a cuore gli altri, anche un solo essere, è la porta della felicità. Visto che non possiamo evitare l’esperienza della malattia, perché non affrontarla con il pensiero di essere di aiuto agli altri? Visto che facciamo l’esperienza della perdita, perché non affrontarla con il pensiero di essere di aiuto agli altri?

Visto che i problemi delle relazioni sono inevitabili, perché non affrontarla con il pensiero di essere di aiuto agli altri? Visto che dobbiamo fare l’esperienza della morte, perché non sperimentare anche la morte con il pensiero di essere di aiuto agli altri? Potrebbe la vita essere più felice o più carica di significato?

Quando affrontate uno stato negativo, perfino la depressione, per gli altri, per gli innumerevoli esseri che soffrono ovunque, quello stato diventa per voi il sentiero per raggiungere l’illuminazione. Anche la depressione può diventare la gemma che soddisfa tutti i desideri, la più preziosa di tutte, quella che appaga i vostri desideri di felicità e di quelli di tutti gli esseri.

Trasformate tutte le condizioni indesiderabili assumendovi volentieri tutte le difficoltà. Gli altri non possono vedere la vostra mente, quello che vedono è la manifestazione esterna della vostra attitudine nelle azioni del corpo e nella parola. Praticate ogni giorno con l’attitudine del bodhisattva; fate che le vostre azioni fisiche e le parole esprimano la vostra aspirazione a offrire la felicità ultima a tutti gli esseri.

Non turbatevi quando ascoltate i problemi degli altri: le nostre orecchie sono fatte per questo. I problemi sono come gli orecchini: appunto, ornamenti per l’orecchio! Anche se ascoltassimo gli insegnamenti trasmessi da tutti i buddha in ogni spazio e tempo, finché non cambiamo atteggiamento interiore, niente ci aiuterà a far sorgere la comprensione nella nostra mente.

Se non trasformiamo la nostra attitudine, non saremo mai veramente felici, non saremo mai liberi. Ecco perché, nonostante ci siano innumerevoli buddha e bodhisattva che lavorano costantemente e indefessamente, così tanti esseri soffrono ancora. Non è che gli esseri santi non ci aiutano, è che da parte nostra non abbiamo cercato di cambiare attitudine. Se fossimo solo nelle mani dei buddha e dei bodhisattva (come peraltro in quelle di Dio), adesso non ci sarebbero più esseri che soffrono.

Ma, in realtà, essere liberi dalla sofferenza dipende da noi e dagli esseri santi. I buddha ed i bodhisattva sono paragonabili a dottori e i loro insegnamenti a medicine. Come nel caso di una malattia fisica, anche se abbiamo un medico bravissimo che sa tutto della nostra malattia e del suo trattamento e che può sicuramente curarci, se non ci impegniamo a seguire i suoi consigli e non guariamo, la colpa non è del medico!

Se quando siamo malati non ascoltiamo il dottore, lui che cosa ci può fare? Niente. Questo è un punto molto importante da comprendere e ricordare. Per risolvere i problemi nella nostra vita dobbiamo aprire il cuore agli altri. Per quante siano le difficoltà e per quanto possono essere pesanti, accogliendole per gli altri, trasformiamo la nostra vita. Lo sviluppo mentale di una persona può influenzare l’ambiente, lo può trasformare.

Prendete per esempio Lama Yeshe, il mio maestro. Lama Yeshe vedeva tutti come esseri molto gentili. Ho notato di persona che, grazie al suo cuore buono, anche le persone intorno a lui diventavano gentili e buone. Stare vicino a Lama Yeshe trasformava la mente degli altri o, potremmo dire, benediceva la mente degli altri. L’attitudine della mente dell’altro veniva trasformata da negativa a positiva, e una mente egoista diventava una mente gentile.

Dovete osservare la vostra attitudine tutto il tempo, ventiquattr’ore al giorno. Fare solo quello che vuole la mente, credere a tutto quello che dice è molto pericoloso, e di solito è quello che vogliono le afflizioni mentali e non quello che vuole il bodhisattva. Non sottovalutate il potere dell’attitudine! (Lama Zopa Rinpoche, Il cammino della felicità, Mondatori)

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