domenica 30 novembre 2014

Consapevolezze



“A chi mi chiede perché in alto io viva,
non rispondo, sorrido, il cuore in pace.
Scorrono le acque, passano i venti.
Questo è il mio mondo, diverso dal vostro.”
(Li Po)

Il filosofo Friedrich Nietzsche ha descritto tre stati attraverso cui passa la coscienza umana. Il primo stadio è quello del cammello in cui siamo come ruminanti: questa è la condizione che viviamo da bambini quando siamo formati e assimiliamo quello che è giusto per i nostri genitori. I contenuti che ci vengono inculcati sono la somma delle concezioni, dei modelli e dei valori che vengono dai nostri antenati e dalla nostra società, perciò sono il frutto del nostro passato familiare e collettivo.

I cammelli mangiano tutto quello che trovano perciò anche noi assimiliamo tutto quello che ci viene insegnato senza averne alcuna consapevolezza. Siamo inconsapevoli ma crediamo di avere una grande saggezza. Invece abbiamo accumulato solo i pregiudizi e le repressioni che provengono da coloro che ci hanno cresciuto o educato. Vivendo come cammelli si diventa disponibili e si risponde sempre “si.” Si accetta tutto senza mettere mai nulla in dibbio, perciò restando per tutta la vita come cammelli siamo bloccati e non facciamo nessuna evoluzione.

Raggiungiamo il secondo stadio se vogliamo fare il cammino della consapevolezza, quando diventiamo come leoni. È fatale trovarsi leoni se ci ribelliamo al passato che ci opprime. Un leone si ribella sempre contro quello che sente come oppressivo e come superato. Essendo come dei leoni ci sentiamo forti e sicuri se diciamo sempre “no” e se mettiamo in discussione tutto quello che abbiamo. Il leone ruggisce contro la repressione e contro i limiti del passato, perché il leone non ama i confini, vuole uscire dagli schemi e ama quello che non è comune.

Il leone supera i limiti della tradizione e va alla ricerca di nuovi orizzonti. Se diventiamo come leoni realizziamo il nostro potenziale di esseri umani, secondo Nietzsche, ma anche il leone trova dei limiti e dei rischi. Se restiamo sempre leoni rischiamo di esaurire tutte le energie per creare l’identità di quello che si ribella contro tutte le forme di autorità. Si rischia di essere prigionieri nel ruolo dell'eterno ribelle contro tutto e tutti.

Saltare dalla condizione di cammello a quella di leone richiede molto coraggio, infatti implica accettare la disapprovazione di chi non è un leone. Fare quel salto implica il trovarsi contro la gran massa dei cammelli che odia i seccatori che sono sempre dubbiosi. E la gran massa dei cammelli è sempre più grande dei leoni che sono sempre pochi. Nietzsche dice che c'è anche uno sviluppo ulteriore che viene fatto se diventiamo come bambini. Secondo lui, questo è l'arrivo dell’evoluzione della coscienza personale.

Un bambino ha superato la fase in cui risponde sempre e solo con “si” o con “no.” Un bambino ha molta fiducia nella bontà della vita perciò accetta tutto ciò che la vita gli offre. Un bambino non è passivo come un cammello ma non reagisce neppure sempre con la rabbia e la ferocia del leone. Un bambino è un essere saggio che sa che, nella vita, sa usare la forza del leone oppure sa agire come un cammello. La scelta si valuta valutando le cose per come vengono perché siamo consapevoli delle nostre capacità.

Dobbiamo tornare alla primitiva innocenza e alla fiducia nella vita, ma non è una fiducia cieca ma è una fiducia matura. Sviluppare questa saggezza richiede di avere fiducia, amore e sicurezza in noi stessi. Ma la crescita avviene solo se usciamo dal passato. L'identità che viene sviluppata in ambiti limitati o repressi non si forma come autentica. Chi viene represso sviluppa una personalità che vuole accontentare tutti, perciò diventa una persona falsa. I cammelli non si fidano e fanno tanti compromessi per vivere tranquilli, perciò sono inaffidabili e non ispirano fiducia.

Per apprezzare il senso del nostro valore dobbiamo uscire dall’influsso degli schemi mentali creati dai condizionamenti del passato. Per liberarci dobbiamo rischiare, infatti dobbiamo pensare e agire in modo nuovo. Per separci dal passato è necessario capire quello che riteniamo giusto per noi, e iniziare a fare quello che amiamo fare. Solo così diventiamo veri. Se restiamo chiusi negli schemi rigidi non dubitiamo mai di nulla, perciò resteremo sempre nel gregge.

L'aspetto positivo del cammello è quello che ci permette di sviluppare le nostre radici. La nostra eredità familiare ci struttura un senso di appartenenza, e le nostre radici restano sempre in noi. Le radici nutrono se sappiamo conservare la parte migliore che ha aiutato a formare, in modo costruttivo, la nostra personalità. Ma, se non separiamo questo, o se non sappiamo vederle nel giusto valore, diventeranno una prigione. Infatti diventeranno tutto quello che agisce, anche a nostro svantaggio, nell’inconscio più profondo.

Un leone lotta contro il vecchio ma la sua lotta usa molta rabbia contro le regole. La rabbia è utile solo se è usata per risvegliare la forza e trovare il coraggio necessario per fare il cambiamento. Nella fase iniziale della separazione sentiamo di essere soli contro tutto il resto del mondo. Per sostenerci è necessario trovare l’appoggio di altri leoni che la pensano come noi. Ma lo stato da leone si presenta anche con tante varianti, infatti c'è anche chi lo esprime in modo radicale e drammatico.

Qualcuno usa l’energia del leone per fare uno stacco netto e prendere la distanza fisica dalle persone e situazioni passate. In altri, il leone diventa più sottile o distorto, e si esprime con atti di sabotaggio e risentimento occulti. Spesso si resta inconsapevoli di fare la ribellione e si può restare inconsapevoli tutta la vita perciò il problema non è mai visto. La vera ribellione avviene contro l’infanzia in cui non ebbero cura di noi in modo giusto. E noi, invece di ribellarci contro costoro, ci scagliamo contro le autorità e contestiamo le limitazioni culturali e religiose.

Il contributo più importante del leone è quello di aiutarci a ritrovare la forza. E più diventiamo consapevoli di poter risvegliare il leone addormentato, più la guarigione sarà veloce, certa e completa. La giusta distanza ossia un giusta separazione dal problema può chiarire tutto, perciò quando facciamo la distinzione arriviamo a sentire il senso della nostra vera essenza. Così entriamo in modo spontaneo nel terzo stadio, cioé nello stato del bambino. Riscopriamo l’innocenza originale ma sarà un'innocenza che è diversa da quella che avevamo da bambini.

Abbiamo avuto il coraggio di diventare leoni ma non vogliamo restare aggrappati alla rabbia e al rancore del leone, perché siamo cresciuti e non abbiamo bisogno di quello. Sappiamo apprezzare le cose belle che abbiamo, perché abbiamo separato il brutto dal bello che abbiamo ereditato. Abbiamo risolto tutte le inconsapevolezze che vi erano collegate. Ora amiamo le radici da cui veniamo perché abbiamo la saggezza di riconoscere il bello che abbiamo: ora il passato non ci rende più suoi schiavi.

Ora sappiamo che il passaggio nei tre stadi non è un processo fisso e rigido. Sappiamo che, a volte, possiamo diventare come leoni o come cammelli, e che altre volte siamo fiduciosi come dei bambini. La cosa migliore è equilibrare il nostro vero essere. Lavoriamo duramente per fare questo, ma avere difficoltà è normale per l'essere umano che cerca di diventare migliore. Avere la consapevolezza delle nostre e delle altrui difficoltà ci fa sentire una maggiore compassione e più comprensione.

Buona erranza
Sharatan

2 commenti:

Serpente Piumato ha detto...

Grazie,
ora continuerò ad "errare"
ma almeno so ... cosa cercare ...
https://amicidimauro.wordpress.com/equilibrio/

Sharatan ain al Rami ha detto...

Beh, Nietzsche è sempre di forte impatto ;-) non c'è che dire. Anch'io cerco ancora la mia soluzione... intanto all'erranza ho dedicato un blog.
Grazie del link, e auguri con la regina. Un caro abbraccio