domenica 24 maggio 2015

Di anima in anima



“Le difficoltà si fanno tanto più grandi
quanto più ci si avvicina alla meta.”
(Johann Wolfgang Goethe)

Oggi il mondo è in fermento e molti temono di sapere dove siamo diretti. Secondo Steiner è normale sentirsi così in tempi di crisi, e il nostro è un periodo di crisi profonda. Sta avvenendo che siamo impegnati ad attuare una trasformazione della nostra anima. Nell’evoluzione dell’umanità, si mostrano alcuni punti di svolta per mezzo dei quali, l’anima umana passa da un modo di essere ad un altro. Ma noi non sappiamo vedere questi cambiamenti, perché sono nascosti all’interno del corso degli eventi. L’ultimo punto di svolta è quello che osserviamo a metà del 15° secolo quando iniziò il periodo moderno.

Attualmente viviamo nel 5° periodo della civiltà post-atlantica. Il periodo precedente fu quello che iniziò verso il 747 a.C. e che si protrasse fino al 15° secolo: poi avvenne una svolta fondamentale. Certamente è impossibile indicare date precise, perché le cose si preparano poco alla volta. Nulla compare già strutturato e ben definito. Comprendiamo meglio il senso del cambiamento che affrontiamo se sappiamo che l’anima umana si è già trasformata in passato, e che oggi sta continuando a mutare. In precedenza, l’anima umana poteva essere facilmente dominata usando la suggestione.

Le chiese agiscono sull’aspetto infantile dell’uomo ossia sull’anima senziente. L’anima senziente è quella parte dell’anima che, per poter agire, dipende dal corpo eterico. Ma, poiché il corpo eterico dipende dall’involucro fisico anche l’anima senziente dipende dal corpo fisico a cui è collegata. Tutta la corporeità, dice Steiner, influisce sull’anima senziente, perciò essa resta limitata dai confini che il corpo dai cui dipende, le impone. Ma l’anima non può essere delimitata dal corpo, perché è più ampia e “possente” dell’involucro fisico. L’anima si estende oltre i confini del corpo e, nello spazio che eccede dai confini del corpo, vediamo la parte di anima fatta di sostanza eterica molto sottile che forma il corpo dell’anima senziente.

Quando proviamo le sensazioni, noi facciamo agire questa anima, perchè i sentimenti piacevoli o spiacevoli provengono dalle percezioni dell’anima senziente. L’anima senziente è detta anche affettiva perché è sensibile agli impulsi, agli istinti e alle passioni. Infatti è l’anima che conserva la parte più intima e personale di noi stessi. E viene detta anche senziente, perché può entrare in relazione con il pensare, perciò può entrare in contatto con lo spirito. Lo spirito si serve della mente e del pensiero, perché i pensieri che riguardano la nostra vita di sensazioni formano il mondo interiore in cui lo spirito può essere accolto.

Gli uomini che usano il pensiero raffigurano mentalmente gli effetti delle loro azioni, prima di agire nel mondo esterno. L’uomo può scegliere se seguire ciecamente i suoi desideri istintuali e le sue passioni. L’uomo non è mai senza scelta come accade per l’animale. La riflessione ci permette di soddisfare con la mente i desideri e le passioni, perciò la civiltà sviluppiamo non è altro che il prodotto della mediazione riflessiva, dice Steiner. Ogni forma di civiltà materiale è questo, infatti è il servizio più o meno buono che la riflessione umana ha saputo attuare sugli istinti e sulle sue passioni più brutali.

Tutte le conquiste materiali non sono altro che il frutto della riflessione e dell’uso del pensiero che vengono messi al servizio del nostro benessere. È la forza del pensiero che ci ha permesso di fare il progresso di cui godiamo. Tutte le conquiste delle civiltà avvennero per soddisfare l’anima senziente. Ma, di contro, non dimentichiamo che l’involucro fisico dipende dal mondo minerale perciò è collegato a diverse correnti di forze. La forza vitale formatrice collega il corpo fisico all’ordine di leggi che reggono il mondo minerale. Il pensiero la collega ad un ordine di leggi che non riguardano solo il mondo minerale.

Il pensare sottopone l’anima senziente a un ordine di leggi a cui ella, come singola anima, non appartiene. Infatti l’anima senziente ci vede come animali, perché non sappiamo sottrarci alla forza dei nostri istinti. E questo fatto è vero, perché gli uomini si comportano come animali finché non si evolvono. L’uomo ha la possibilità di poter riflettere e di fare pensieri che trascendono la contingenza e l’esperienza immediata. L’anima senziente è dominata della parte animale dell’uomo, perché è la parte inferiore dell’anima umana.

La parte superiore dell’anima è quella che riesce a usare la ragione perché ha messo il pensiero al suo servizio. L’anima che usa il pensiero è detta anima razionale, e quest’anima compenetra l’anima senziente. Chi sa vederla dice che l’anima razionale è un’entità diversa dall’anima senziente. Quando usiamo il pensiero possiamo innalzarci oltre la nostra vita particolare, e possiamo conquistare “qualcosa” che supera i confini imposti all’anima. L’anima razionale comprende che la realtà esterna prescinde dalle sue esigenze e dai suoi desideri. L’anima razionale ci consente di conoscere la nostra natura perché, per suo tramite, possiamo cercare la verità. E, attraverso la verità possiamo conoscere anche la verità sui fatti del mondo.

Il pensiero dona la consapevolezza che il mondo ha un suo senso autonomo dal nostro volere. Il mondo non si cura del nostro modo di pensare e dei nostri desideri. L’anima razionale capisce che la verità esiste anche se non è riferita al singolo: tutto quello che accade prescinde dai nostri desideri. Se una cosa ci offre gioia, quella gioia è un sentimento che possiamo conservare nel tempo, anche a prescindere dal fatto che la cosa non ci sia più. È l’anima senziente ci fa unire a ciò che percepisce come affine. L’anima affettiva si unisce a ciò che sente avere un valore. Il valore delle cose non finisce con le cose, perché c’è un quid che non può essere distrutto.

E questo non contraddice il fatto che ci sono delle verità umane transitorie che vanno sapute lasciare quando si dimostrano non vere. L’uomo deve sapere, dice Steiner, che tutto quello che crediamo “verità” non ha mai valore eterno. In futuro sarà utile capire che tutte le verità umane sono delle verità transitorie, e che solo la verità divina è unica e dura in eterno. Dobbiamo riflettere sul fatto che una verità piena e assoluta appartiene solo alla Divinità. Ma proprio perché la verità non sarà mai nostra, rimarrà sempre l’aspirazione più elevata dell’uomo.

La verità possiede un’essenza autonoma che non dipende dalla volontà degli uomini. La verità è un bene morale superiore ai desideri e agli istinti del singolo, perciò non si lascia dominare dagli uomini. In futuro, dice Steiner, l’uomo starà tanto più in alto, quanto più avrà saputo governare la sua soggettività. Egli saprà far risplendere in sé tutto quello che possiede di buono e di vero. Solo allora farà risplendere lo spirito che racchiude al suo interno. Allora sorgerà, negli uomini, una luce interiore che non sarà mai più spenta, perché è la luce del lato eterno, divino e immortale che possediamo. Ma questo lo vedremo compiersi solo tra un paio di millenni.

L’anima saprà far parte del Divino e lo potrà unire alla sua esistenza. Tutto ciò che l’anima avrà raccolto in sé di eterno e di bello non andrà mai smarrito e diverrà un nucleo incorruttibile e l’uomo diverrà immortale. Ma tutto questo è ancora molto lontano. E tutto questo sarà impossibile se non avremo le forze che sostengono lo sviluppo dell’anima cosciente. E non sembri strano che anche l’anima debba fare un percorso evolutivo. L’anima deve mutare la sua consapevolezza, che deve elevarsi dal piano inferiore degli istinti e ascendere al livello superiore della mente.

La sensazione è sempre l’oggetto della coscienza, perciò anche l’anima possiede varie forme di coscienza. Con lo sviluppo dell’anima cosciente possiamo esprimere il nocciolo della nostra coscienza, perciò possiamo sviluppare l’anima dell’anima. L’anima cosciente è un’anima che è diversa da quella razionale. La parte senziente e quella razionale possono essere travolte dalle passioni, dagli istinti e dai desideri. Invece l’anima cosciente può usare la mente e il pensiero, perciò comprende il senso delle sue azioni: ecco ciò che le contraddistingue.

L’anima cosciente può riconoscere quello che è eterno e vero, può prescindere dai suoi desideri e dai suoi istinti. Essa può usare la ragione per tacitare la parte affettiva che la coinvolge. Questo è l’aspetto che tutte le chiese hanno sempre voluto strumentalizzare, e anche quando la chiesa usa la mente e l’intelligenza di uomini colti e acuti agiva su persone che non avevano ancora generato, al loro interno, l’anima cosciente. E ogni volta che viene usata la suggestione per condizionarci, va saputo che si agisce sulla mente collettiva degli uomini che può essere paragonata all’anima di gruppo degli animali.

Ma ora, almeno formalmente, siamo entrati nell’epoca dell’anima cosciente, perciò l’influsso esercitato sulle anime cessa di avere tutta questa forza. Già dall’inizio, nel 15° secolo, abbiamo visto che iniziava a nascere un’anima che sia cosciente di se stessa, e che abbia fiducia delle sue risorse. Già dall’inizio, l’anima cosciente voleva esprimersi, infatti nasceva con una tendenza impellente a voler discutere, a voler esaminare quello che succede. Il suo impulso non era più solo quello di voler sentire, ma anche quello di voler capire e di potersi esprimere. Il suo impulso ci spinge a capire dove stiamo andando, ma gli daremo l’opportunità di svilupparsi?

Buona erranza
Sharatan

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