domenica 31 maggio 2015

I misteri del presente



“Non basta sapere, si deve anche applicare;
non è abbastanza volere, si deve anche fare.”
(Johann W. Goethe)

L’epoca dell’anima cosciente comporta un cambiamento del ritmo dello sviluppo individuale. Nel periodo centrale dell’epoca precedente alla nostra ossia nell’epoca greco-romana, l’individuo maturava all’incirca verso i 30 anni di età. A quella età avveniva l’incontro tra due forze che sono attive in tutti gli uomini ossia avveniva l’incontro tra la forza della vita e quella della morte. Queste due forze agiscono sempre in equilibrio anche se si mostrano più forti e, in modo più evidente al momento della nascita e al momento della morte.

Si deve capire che questa polarità resta sempre in una specie di equilibrio. Prima della nostra epoca, ossia nell’epoca greco-romana, l’equilibrio si raggiungeva circa verso i 30 anni perciò l’uomo sviluppava prima l’anima affettiva e poi, per forza propria, sviluppava l’intelletto. L’uomo di allora raggiungeva il raziocinio per mezzo dell’educazione e dell’insegnamento, ma ora non è più in questo modo, dice Steiner.

Nell’epoca presente l’equilibrio delle due forze si rompe ancor prima dei 30 anni, perciò ora gli uomini non maturano oltre i 27 anni. Oggi non è difficile incontrare persone che non sono sviluppate oltre questa età e che vanno avanti, alla meglio o al peggio, con quello che hanno imparato prima di allora. Questo si capisce meglio osservando il fenomeno esteriore, dice Steiner, infatti tutti credono di essere del tutto formati a 27 anni.

Oggi, l’uomo del ceto medio e soprattutto se fa parte degli intellettuali, dopo aver ricevuto una certa istruzione, pretende di “diventare qualcuno e pretende di usare per il rimanente della sua vita quanto ha già appreso.” Oggi sarebbe troppo pretendere di incontrare “un nuovo Faust” perché è sempre più raro trovare chi, dopo i 50 anni, continua a studiare. Anticamente era molto più frequente incontrarli, perché gli antichi greci non interrompevano la continuità del loro sviluppo.

Essi sapevano che, dopo i 30 anni, la continuità non si interrompe perché le forze della vita sono ancora attive. Adesso le cose sono diverse perché già a 27 anni i giovani credono di saperne abbastanza e smettono di imparare. Ora avviene questo ma, per l’avvenire, sarà necessario un continuo apprendere e sarà necessario non volersi mai fermare nell’apprendimento.

Pochi lo vogliono capire perciò va chiarito un fatto molto importante dello sviluppo interiore dell’anima. Si è detto che il filo della nascita e della morte viene spezzato nel decennio che intercorre tra i 26-27 anni e i 36-37 anni, perciò in quel decennio le due forze non confluiscono più nel modo giusto. L’uomo ha bisogno di avere sempre una giusta combinazione delle due forze e, nell’epoca greco-romana, questo accadeva ma, oggi, non accade più.

Però si può capire se osserviamo i fenomeni della nascita e della morte per come si mostrano nella vita storica esterna. Adesso - Steiner scriveva nel 1918 - il momento storico richiede agli uomini di saper guardare con coraggio e senza illusioni al mondo esterno per vedere che ogni fatto storico nasce e muore, come è normale avvenga per tutte le cose.

Dobbiamo avere il coraggio di continuare a costruire, dobbiamo continuare a voler sempre costruire senza fermarsi. Dobbiamo avere il coraggio di fare, di fare sempre qualcosa e fare ancora. Dobbiamo imparare il valore dell'impermanenza del mondo, perché tutto nasce, invecchia e muore, perciò è necessario non stancarsi mai di continuare a fare.

Nell’epoca precedente alla nostra sapere questo non era essenziale come lo è divenuto oggi. Oggi è necessario saper vedere la vita e la morte all’esterno, così che l’uomo possa sviluppare nel suo interno un qualcosa. È essenziale sviluppare “qualcosa di altro” nel nostro interno, perché anticamente l’uomo vedeva le forze di vita e di morte quando si volgeva a guardare nel suo intimo.

Attualmente le due forze si vedono agire nella vita storica esterna. Adesso è importante pensare alla vita e alla morte alla luce delle ripetute vite terrene, perciò dobbiamo sviluppare un sentimento diverso nei riguardi della vita e della morte. Dobbiamo sviluppare nel nostro intimo un “quid” che matura nel corso del 5° periodo, e che transita nel passaggio nel 6° periodo di civiltà.

Ora che il Cristo deve ricomparire nell’aspetto eterico, dice Steiner, si deve comprendere il ruolo del male, perché attraverso una rielaborazione del male, l’umanità potrà sperimentare un rinnovamento. Parlare del male nell’epoca dell’anima cosciente non è una cosa facile, perché l’uomo resta turbato profondamente da questi argomenti.

Ma ci sono due elementi importanti che emergono nel tempo presente; il primo è il mistero della morte e il secondo è il mistero del male. E questi due aspetti sono correlati uno nell’altro, perciò sorge spontanea la domanda ossia di quali rapporti si parli. Noi possiamo parlare della morte solo se, come sfondo, consideriamo le forze dell’universo che afferrano l’uomo e ne causano la morte.

Queste forze sono attive nell’universo ma non esistono solo per farci morire, perché il fatto che si muoia va considerato solo come un effetto collaterale. Il loro ruolo principale è quello di stimolare negli uomini l’anima cosciente, infatti uno dei compiti più importante del tempo presente è quello di raggiungere la capacità di sviluppare la parte superiore dell’anima.

Il pensiero attuale è molto sciatto e non del tutto adeguato a capire questo fatto, infatti non si capisce che non potremo mai vivere in una struttura sociale più giusta se non avremo sviluppato questa parte dell'anima: questa è la scomoda verità necessaria per vivere nei tempi presenti!

Le forze che chiamiamo forze di morte avevano, in passato, già afferrato la parte corporea dell'uomo avendoci sottoposti alla malattia e alla morte: adesso accade anche un altro fatto. Le forze di morte stanno entrando ancora più profondamente nell’anima dell'uomo e, in seguito, esse agiranno sempre più all’interno dell’uomo.

Anche se esse saranno le responsabili del male che sarà fatto dagli uomini, questo sarà solo un fatto collaterale. Se non esistessero queste forze, l’uomo non avrebbe la possibilità di accogliere il sé spirituale, lo spirito vitale e l’uomo spirituale che sorgeranno nella nostra ulteriore fase evolutiva.

Per accogliere queste parti spirituali più elevate dobbiamo attraversare lo stadio dell’anima cosciente. Perciò, nel corso del 5° periodo di civiltà e fino alla metà del quarto millennio, l’uomo dovrà “unire integralmente il suo essere alle forze di morte, cosa appunto che gli è possibile” se avrà maturato le forze dell’anima cosciente. Ma non gli è ancora possibile fare questo con le forze del male, perché per come queste forze sono conformate sarà possibile farlo solo nel periodo di Giove ossia nella prossima incarnazione planetaria.

Per adesso accade che le forze del male ci potranno afferrare solo in una parte ridotta dell’essere, e governarci con una intensità minore di quanto potranno fare in futuro. Per comprendere il male non sarà necessario cercarlo all’esterno, ma sarà sufficiente “ricercarlo nel proprio essere, dove esse agiscono appunto come devono agire” dice Steiner.

Le forze che appaiono come forze del male si rispecchiano pure nell’uomo. Il male non sta nelle cattive azioni che si vedono fare ma è nascosto nelle cattive disposizioni del singolo essere umano, e nelle sue tendenze a fare il male. Si dovrà prescindere dalle conseguenze delle cattive azioni e si dovranno osservare le cattive disposizioni in se stesse, e dovremo chiederci quali uomini accolgono queste cattive disposizioni.

Dobbiamo accettare questa verità crudele se vogliamo capire che il male si annida nella parte subcosciente dell’uomo. Proprio dalla capacità di sottrarci alla tendenza a fare il male, che si anniderà sempre più nell’anima umana, si proverà la nostra capacità di essere entrati nell’epoca presente con la disposizione d’animo più giusta.

Parlando in modo più crudo si può dire che si vedrà che non esistono aberrazioni che l’uomo non possa fare, perché ci sarà una disposizione interiore a compiere una sorta di aberrazione. Ma sappiamo che si avrà la semplice disposizione, e se la disposizione diverrà concretamente una capacità di trasformarla in una azione crudele dipenderà dalla volontà del singolo individuo.

Come si vede la verità può essere profonda ma impietosa. Resta ancora da chiarire un punto oscuro, cioè cosa vogliono da noi queste forze. Esse sorgono per suscitare nell’uomo l’inclinazione ad accogliere la vita spirituale. Ma questo accadrà quando l’uomo avrà maturato l’anima cosciente.

Se l’uomo non accogliesse questa disposizione a fare il male non potrebbe sviluppare in sé, traendolo dalla sua anima cosciente, lo spirito che saprà fecondare tutta la civiltà futura se non vorremo che essa divenga solo una cosa morta. Vivremo con lo stato d’animo più adatto ai tempi, dice Steiner, se “baderemo a quanto risulterà dalle forze che, come caricature, ci appaiono nelle cattive azioni degli uomini […] e se ci chiederemo che cosa debba avvenire nell’evoluzione dell’umanità sotto l’influenza delle forze che in pari tempo dispongono al male.”

In futuro l’uomo capirà che deve nutrire un profondo interesse per il suo prossimo, e che l’interesse per i suoi simili deve aumentare sempre di più. L’uomo del futuro diverrà trasparente per il suo prossimo, perciò potremo osservare con intima partecipazione e con intimo interessamento come sia formato e cosa rappresenti l'uomo che incontriamo.

In futuro saremo capaci di vedere non l’immagine esteriore ma l’essere spirituale, l’essere eterno, spirituale e soprannaturale che l'uomo rappresenta: così si dovrà e si potrà vedere. A questa capacità si affiancherà anche la capacità di vedere, nell’incontro con un altro essere umano, il suo rapporto con la gerarchia degli Angeli, degli Arcangeli e degli Archai.

Buona erranza
Sharatan

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