domenica 17 aprile 2016

Come mille lampade



“Lo Stato di Buddha è presente in noi.
L’essenza è illuminata sin dal principio,
tuttavia è oscurata temporaneamente.”
(Tulku Urgyen Rinpoche)

Il grande maestro buddista tibetano, Tulku Urgyen Rinpoche, diceva che “tutti i buddha sono come mille lumi a burro in una stanza: le fiamme sono diverse, ma la loro luce è una. Quando si realizza lo stato del Dharmakaya, c’è una sola identità che possiede la luce di mille lumi a burro.” Urgyen Rinpoche dice che la realizzazione non ha senso se non si persegue la finalità di essere come una lampada che risplende con la luce di mille lampade. Dice che in questo eone devono comparire mille buddha perché, per essere percepito dagli esseri ordinari e anche dagli animali, un buddha si deve manifestare come essere umano e vivere in un corpo fatto di carne.

Gli esseri umani vagano nel Samsara perché non sanno che la loro mente, nella sua essenza, è uguale a quella di tutti i buddha. L’unica differenza che esiste tra uomo ordinario e buddha è che il buddha ha riconosciuto la sua natura fin dall’inizio, mentre l’uomo ordinario è oscurato dall'ignoranza. Ma gli esseri senzienti soffrono di un oscuramento che è temporaneo, perché possiamo essere condotti a riconoscere la nostra vera natura. La differenza tra un buddha e un essere senziente ordinario è la stessa differenza che esiste tra la comprensione e la non-comprensione.

Comprensione significa comprendere la propria vera natura, il proprio volto originario, invece la mancanza di comprensione equivale al Samsara. Questo insegnamento è molto prezioso e lo dobbiamo alla compassione del Buddha, dice Urgyen Rinpoche. Il Buddha è un essere che si è liberato e ha rinunciato alla condizione di maggiore evoluzione e libertà per restare a guidare gli uomini verso il riconoscimento della loro vera natura. Il Buddha ha dimostrato di avere conseguito il massimo grado di realizzazione e di evoluzione perché è riuscito a sacrificare una parte della sua beatitudine per aiutare tutti gli esseri senzienti.

Questo fatto è una verità che riguarda l’evoluzione dell’uomo comune come di quello che avanza verso livelli di perfezione sempre maggiori. E questo concetto lo comprendiamo bene solo se sappiamo che il massimo grado dell’evoluzione è quello in cui sappiamo sacrificare quello che abbiamo già piuttosto che quello in cui sappiamo soltanto prendere dagli altri. Steiner ci spiega meglio il concetto dicendo che l’evoluzione avviene per mezzo di una continua trasformazione del corpo astrale in Sé spirituale, del corpo eterico in Spirito vitale e del corpo fisico in Uomo spirito.

La sapienza originaria insegna che l’uomo trasforma continuamente il suo corpo astrale in modo che quel corpo avrà una parte fatta della vecchia sostanza astrale e l’altra parte sarà il Sé spirituale che ha iniziato a fare il suo sviluppo. E, poco a poco, questa trasformazione continua proseguendo di vita in vita. Tutti gli esseri ordinari sono a questo stadio, perciò accade che la parte del corpo astrale che non abbiamo saputo trasformare siamo costretti a lasciarlo dopo la nostra morte.

Quello che non possiamo trasformare è quello che l’io non ha sentito come suo, che non ha percepito come qualcosa che facesse parte di se stesso. Quello che non ha suscitato i nostri sentimenti interiori non possiamo tenercelo perciò, dopo la morte, dobbiamo abbandonarlo. Al momento della morte dobbiamo lasciare tutto ciò che non è stato mai nostro, perciò lasciamo tutto quello che non ha ricevuto un senso interiore. E questi contenuti che vengono abbandonati diventano i “residui” ossia diventano dei “gusci astrali” che sono lasciati e che vengono abbandonati come relitti nel Kamaloka, cioè nel cielo delle passioni.

I gusci astrali che vengono abbandonati, con il tempo, sono destinati a disperdersi nell'astrale. Ma la dispersione di gusci astrali che sono pieni di cattivi pensieri e sentimenti negativi causerà dei disturbi e degli inquinamenti nel mondo astrale. Infatti l’uomo può riportare con sé tutto quello che è riuscito a elaborare al suo interno perciò lascerà sempre meno residui nel mondo astrale. E questo si capisce solo se guardiamo al fenomeno dei residui che ci lasciamo dietro dopo la morte. 

E quando il corpo astrale viene elaborato, prende una nuova forma cioè si forma il Sé spirituale e s'imprime sul corpo eterico che prende la forma del corpo astrale perfezionato. E non è detto che il perfezionamento si sia concluso perché è sufficiente che il processo si sia avviato fino al punto che il corpo astrale abbia la forza per imprimere la sua forma sul corpo eterico. In questo modo si deve pensare il lavoro in cui è impegnata la creatura evoluta che ha sviluppato completamente il Sé spirituale. Essa, nella dottrina orientale, ha sviluppato la condizione che viene chiamata “Nirmana-kaya” perché ha raggiunto la capacità di conservare la coscienza e la forma che ebbe in passato. 

Il Nirmana-kaya è il corpo di perfezione perché il kaya astrale dell'entità è così perfezionato da non lasciare residui. E il lavoro può essere continuato e si può trasformare il corpo eterico e il corpo fisico, ma cosa avverrà quando tutto questo sarà accaduto? Quando il corpo eterico si trasforma arriva a contenere non solo il Sé spirituale nel suo corpo astrale, ma avrà anche lo Spirito vitale che si sta sviluppando lentamente nel suo corpo eterico. Allora lo Spirito vitale avrà ricevuto la forza necessaria per imprimersi sul corpo fisico, perciò avremo raggiunto un gradino intermedio.

E una volta che avremo raggiunto il gradino intermedio vedremo che saremo giunti nel punto in cui si può non lasciare indietro nulla di ciò che vogliamo conservare. E il progresso che abbiamo raggiunto riguarda anche il corpo eterico perché esso può conservare la forma che gli fu impressa quando siamo diventati uno Spirito vitale. Le dottrine orientali dicono che, per mezzo di questi fatti occulti, l’uomo diventa sempre più il padrone del suo corpo astrale e del suo corpo eterico. Il dominio che sapremo raggiungere su questi corpi sottili ci consentirà di continuare a controllarli, in una qualche maniera, anche in futuro.

Chi ha raggiunto questo livello evolutivo può disporre a suo piacere di quel corpo eterico e di quel corpo astrale. Perciò, quando deve tornare a incarnarsi, egli può scegliere e crearsi nuovi involucri con la sostanza eterica e astrale che già possiede. Costui può ritornare dopo essersi plasmato, a suo piacere, degli involucri eterici e astrali perfetti come quelli che aveva in passato. A questo essere perfezionato non verrà imposta una forma fisica, eterica o astrale ma egli potrà avere la forma e tutto ciò che aveva in passato.

Una volta che avremo raggiunto questo grado di sviluppo saremo in grado di sacrificare qualcosa di noi stessi per darlo agli altri, perciò saremo in grado di sacrificare il nostro corpo eterico e astrale trasferendoli ad altri. Perciò vediamo che un’entità può dominare, donare e sacrificare i suoi corpi allorché avrà imparato a costruire i suoi corpi. E quando dovrà ritornare sulla Terra potrà costruirsi altri corpi, e la perfezione che avrà raggiunto verrà trasmessa ad altre personalità che devono svolgere una missione nel mondo.

Vediamo allora che i corpi eterici e astrali dei grandi maestri del passato possono intrecciarsi nelle persone di altri maestri che vennero dopo. E comprendiamo perché si dice che le azioni dei grandi non muoiono mai e che agiscono anche nel presente vivendo in altre persone, così che il passato aiuta a tracciare il futuro. Nell'induismo si dice che coloro che hanno saputo costruire un corpo, un kaya, che sa agire nel presente e nel suo tempo, ma sanno fare qualcosa che dà i frutti in futuro ha costruito un Dharma-kaya, ossia il Corpo che segue la legge, perché la legge che riguarda il futuro è detta “Dharma.” 

Molti maestri dicono che anche gli Dei sono stati uomini, infatti le entità più evolute furono ad un livello simile al nostro durante le passate incarnazioni. L’uomo che vuole evolversi deve fare lo stesso percorso evolutivo, perciò il primo gradino superiore al livello dell’essere umano è quello degli Angeli che diverremo quando saremo diventati Buddha umani. Da questo gradino si ascenderà a quello degli Arcangeli che diverremo quando saremo diventati dei Bodhi-Sattva. E poi ascenderemo agli Spiriti della Personalità che raggiungeremo quando saremo diventati Dhyani-Buddha.

Ma il punto da cui inizia a mostrarsi la capacità di sacrificarsi è l'eccelsa gerarchia dei Troni. Questo gradino mostra lo sviluppo che hanno raggiunto di spiriti che devono guidare interi popoli o intere razze. Queste entità devono fare in modo di evolversi in modo tale che, da loro, possa emanare sempre qualcosa da donare agli altri. Secondo Steiner furono i Troni che emanarono la loro essenza durante la creazione e che, in alcune fasi dell’evoluzione, hanno offerto il loro Nirmana-kaya per animare alcune personalità elevate che vennero per continuare un percorso già iniziato da altri.

Costoro non avrebbero potuto fare la loro missione senza l’aiuto di queste entità elevate. L'atto di sacrificarsi è tipico di entità che hanno uno sviluppo elevato, infatti solo gli esseri evoluti sanno donarsi agli altri. L'atto di donare se stessi equivale all'emanare verso l'esterno che dimostra la trasformazione da creatura a Creatore. Il fenomeno evolutivo non è altro che questo continuo ripetersi di cicli e di scale evolutive in cui vediamo che alcuni aprono le strade e altri seguano le loro orme. Alcuni, a volte, restano indietro perché sono incapaci di andare più veloci, perciò ricevono un aiuto per andare avanti ma sappiamo che, alla fine, saremo tutti esseri illuminati, liberi, elevati e perfetti.

Buona erranza
Sharatan

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