martedì 29 luglio 2008

Fare gossip per non soffrire


Angosciati dal mondo reale, oppressi dalla calura implacabile, d’estate ci rifuggiamo nel gossip. E se qualcuno obietta che non è vero, che non compra alcuna testata di cronaca rosa, sono qui per dissentire, perché in realtà tutti guardiano i telegiornali che sono al 50% inficiati dal gossip, dal pettegolezzo, dal taglia-cuci delle vecchie portinerìe che si è spostato in televisione trasformato in pseudo-informazione. Se poi Mammuccari afferma che la Cultura moderna consiste proprio in questo, santo Dio, perché proprio noi dovremmo essere degli ignoranti? E così abbiamo sdoganato anche la malacreanza, l’opposto di quello che mia nonna chiamava la buona creanza cioè la buona educazione, consistente nel fingere di non sapere le disgrazie altrui, in modo che il malcapitato potesse almeno salvare la faccia.
Potenza dei media! Se prima era sufficiente starsene fuori dai pettegolezzi delle piazzette e dalle ciarle delle parrucchiere, oggi è sufficiente possedere un televisore per essere, come per miracolo, informate prontamente sui nuovi intrallazzi degli emeriti sconosciuti che vogliono farci passare per nuovi divi. Ma le idee sono poche e, come avverte Zygmunt Bauman, “La fama, per molti, serve a lenire il dolore del mondo, pare una sorta di polizza di garanzia contro gli imprevisti che i comuni mortali devono affrontare. Come ogni altra forma di coabitazione umana, la nostra società liquido-moderna è un congegno che cerca di rendere possibile convivere con la paura. Vivere costantemente sotto l’occhio dei media viene considerato una strategia che può funzionare.” La soluzione pensata sarebbe allora una sorta di Truman Show volontario, un suicidio della mente, l’importante è non vedere il vero reality: il mondo reale.
E la realtà è ben angosciante, perchè ci racconta di un nuovo incidente alla centrale nucleare di Tricastin, a 40 chilometri da Avignone, nel sud della Francia, non lontano dalla Costa Azzurra e dal confine con l'Italia. Allucinati, leggiamo che siamo all’incidente n. 3, dopo quello del 7 luglio scorso, in cui per errore, sono stati riversati 74 chili di uranio in due fiumi e dopo quello del 23 luglio, in cui cento dipendenti sono stati “leggermente contaminati” con radioelementi fuorusciti da un condotto. “Siamo al di sotto della soglia”, ha rassicurato Jean Girardi, un ingegnere della centrale, per cui possiamo tornare tranquillamente ai nostri pettegolezzi. E’ il gossip il gusto della vita, ovvero è la via per le nostre nuove vite esemplari, altro che Plutarco!
Se il telegiornale è stato l’architrave della mia infanzia insieme alle previsioni del tempo e all’almanacco del giorno dopo, anche qui, da un bel pezzo, è arrivata la cultura moderna di Mammuccari. Sfido a non trovare una qualsiasi delle reti che non spenda tempo per il nuovo calendario o nel campionario del gossip. Il solo fatto di apparire in televisione è la cosa che rende importanti: se appari esisti, altrimenti sei un nulla. E se un quarto d’ora di celebrità non si nega a nessuno, come voleva Andy Warhol, sarà per questo che dei deficienti dodicenni si sono ripresi sul telefonino mentre sfasciano la loro scuola?
L’immagine di donna che esce fuori dalla tv è una macchietta con labbra a gommone e due cocomeri nella maglietta, scema come una gallina impazzita e deficiente al punto giusto, al punto cioè di mancare di ogni dignità, aprendo la stura alla pletora di scemenze che gli hanno inzeppato a forza nella scatola cranica, prima di spingerla in scena e che lei ripete di fronte alle telecamere, sorridente e con lo sguardo beota. Nell’impero del trash si ammirano corpi fatti con il bisturi, perfetti e finti, ma per i cervelli non c’è intervento, meglio anoressici di contenuti. Le donne dovrebbero essere indignate, ma abbozzano, perlopiù cercano di trovare il gonzo che possa aiutarle ad emergere: una volta si definiva il principe azzurro, ora è l’unico buon partito che non avrà mai flessioni elettorali, pubblicizzato anche dal solerte Cavaliere. E se qualcuna se lo trova anche panzuto e brizzolato, non propriamente aitante ed azzurro? E che vuoi farci? Se è omo de panza è omo de sostanza, si diceva una volta, ed in effetti, per farsi una posizione qualche annetto passa, allora va bene anche con panzaruto e brizzolo-crinuto, sempre che il resto aiuti a renderlo appetibile.
Forse qualcuno avrà pensato che fornire lo stereotipo suddetto solo in versione femminile fosse limitante, allora la cultura moderna si è attrezzata per fornire lo stesso demente stereotipo, anche in versione maschile, fornendoci platee di tronisti nerboruti che occhieggiano e sculettano come le galline sceme; sono i galletti di Lele Mora, i boys che vengono immortalati nel 2006 in una foto storica, mentre massaggiano i piedi dell’ex parrucchiere di Verona, adagiato tra morbidi cuscini ed indolente come un sultano orientale. Sono solerti fanciulli che aspettano di potere avere la loro grande occasione, sorridenti e molto disponibili.
E noi ci nutriamo di queste belle attualità, che devono farci dimenticare la reality, non quella dell’isola o del grande fratello, ma quella della vita reale, quella in cui dovremmo essere molto più vigili e molto meno ottusi. Ma per quale via scorgere una salvezza, come uscirne, come trovare un rimedio?
Anna Guaita, giornalista del Messaggero, indagando sulle tendenze della “Nuova America,” scopre che: “Le vendite di rossetto, gelato e birra, e gli abbonamenti ai siti porno sono dunque in controtendenza rispetto alla maggior parte dei prodotti e dei servizi. Gli economisti hanno un'etichetta tecnica per questi beni : li chiamano “affordable luxury”, lussi che pur in fase di recessione la maggioranza della popolazione può continuare a permettersi e che diventano un rifugio psicologico.” Se la tendenza è questa allora mi conviene mangiarmi un bel gelato, berci sopra una birra e, dopo essermi messa un bel rossetto, farmi una bella scorpacciata di filmini porno. Sarà anche un rifugio psicologico, ma io già sento che sono ancor più aumentate tutte le mie paure.
Buona erranza
Sharatan ain al Rami

Nessun commento: