domenica 20 luglio 2008

L'essere diversi è il destino degli erranti!


Sulla mia normalità pochi di quelli che mi conoscono potrebbero metterci la firma, anzi la metterebbero all’opposto, per testimoniare la mia anomalìa. Mio padre, diretto responsabile della mia esistenza e della eredità anomala, di me diceva: “Il tuo cervello funziona con 30 rotelle di cui 29 rugginose e 1 che gira al contrario.” Lo diceva, per inciso, ridendo.
Ho sempre apprezzato il suo contributo, mi lusingava che cercasse di aiutarmi come poteva – poverino - ricorrendo alla psicopatologia meccanica dell’ingranaggio, fosse stato elettrauto, non oso immaginare cosa avrebbe fatto, forse mi avrebbe attaccato alla trifasica e resettato la centralina. Essendo meccanico metteva in campo le sue competenze.
Comunque anche lui poteva starsene buonino, visto che la parte anomala viene da lui, lui che mi aveva proposto di fare società nella sua officina, una donna meccanico la vedeva molto bene, mi vedeva portata secondo lui per la materia. Era un’idea interessante e confesso che ho molte volte rimpianto di non avere accettato. Era molto bravo anche nel restauro di moto d’epoca, di cui prendeva carcasse rugginose e restituiva moto luccicanti. Penso di essere stata una delle poche bambine portata a fare un giro tra l’officina di un cromatore e per i piazzali degli spasciacarrozze, alla ricerca da carcasse da cannibalizzare. I pezzi di ricambio d’epoca oggi puoi trovarli in Internet, ieri si cercavano scarufando negli sfasci, nei cimiteri delle auto. Era un uomo strano, più di quanto potessi dirne, ma l’idea della donna meccanico non era mica male!
Avrei dovuto dirgli che colui che è causa del suo mal pianga sé stesso, era lui che mi aveva programmato, fosse stato per me stavo liberamente dov’ero. Era la mia risposta in ogni nostro litigio e lui diceva che ero una testacalda disgraziata. Verissimo, sono una testacalda disgraziata, ora lo ammetto. Ero di casa al pronto soccorso, ero sempre a cacciarmi nei guai: la curiosità uccise il gatto, si dice, a me mi ha risparmiato ma qualche buona cicatrice mi è rimasta. Fatto sta che i sintomi dell’anomalo erano nel mio Dna, quello malsano delle rotelle difettate, per interderci.
Credo che mia madre avrebbe fatto meglio ad impedirmi di leggere tutto il Salgari, Verne, London, Molnar & Co. che mi sono letta, ma anche qui sarebbe stata una fatica persa, non gli avrei dato retta. Nella prima infanzia sono stata bulimica di libri, ora ne sono tossicodipendente. Mi sommergono ma non posso fare a meno di leggere, penso sia una droga, ad oggi ho anche un disco esterno pieno di e-book, la manìa è oramai inarrestabile. I formati elettronici occupano poco spazio, sono solo più faticosi da leggere, ma io sono adattabile.
“Un rifugio interiore – afferma Paul Auster - è un luogo dove un uomo si reca quando la vita nel mondo non è più possibile.” Il mio rifugio interiore sono stati i libri mentre quello esterno sono stati gli amici, perché ne ho avuti di meravigliosi. Ho avuto anche l’opportunità di trovare molti maestri sulla mia strada, per cui non mi sento affatto sfortunata da questo punto di vista.
Quando ho letto il mio primo libro sulla dimensione spirituale “Reincarnazione” di Manuela Pompas sono rimasta affascinata dal nuovo universo, infinito e multicolorato che vedevo comparire al mio sguardo. Tutto mi ha risuonato come vero e penso di avere sempre saputo che torniamo più volte per completare il nostro percorso evolutivo. In seguito nella filosofia presocratica ho ritrovato dei distillati di conoscenza eccezionali. Tante delle teorie della fisica moderna sono state predette da loro e altrettante delle loro teorie le ho ritrovate nella filosofia orientale, allora mi sono fatta l’idea che in fondo alle concezioni universali, le grandi verità hanno un’assonanza comune a tutti i tempi e a tutti i luoghi. Una verità sottintesa che aspetta solo di essere svelata, ma non creata, solo riconosciuta. Questo sentimento viene vissuto quando ci accorgiamo che una cosa è per noi familiare, l’abbiamo sempre saputa ed è profondamente nostra, quando ritorna la accogliamo come il figliol prodigo che torna a casa.
Essendo le religioni inflazionate dalla loro necessità d’impresa, l’incremento di anime, ne ho profondamente diffidato fin dall’età di 8 anni. L’idea del triangolo con un’occhio onnivedente mi ha sempre inquietato. Uno che ti segue sempre, che ti spia e ti controlla, che ti conosce prima che tu fossi nel grembo di tua madre, uno che può rinfacciarti tutto quello che avviene in pensiero, parola, opera o omissione. Scusate ma è un grande rompi, se fosse umano potresti anche sfuggirgli e denunciarlo, ma con un entità, che pesci prendi? Dal dio impiccione e guardone sono scappata presto, ma a tante forme del sacro sono arrivata subito dopo. Sacro e non religioso, le cose sono molto diverse: una prospettiva spirituale non impone alcun credo religioso, necessita solo la credenza nelle forze della natura, nei magnetismi, nelle leggi della fisica pura. La reincarnazione non offre un’ottima manifestazione del principio di conservazione dell’energia totale? La teoria delle superstringhe non è forse un interessante partenza per la concezione del Multiverso? E forse il paradosso del gatto di Erwin Schrödinger, non dimostra in pieno come sia fallace l’applicazione della teoria dei quanti, in determinate situazioni? Schrödinger, fisico teorico austriaco, fu tra i fondatori della meccanica quantistica, di cui nel 1926 definì un'equazione che porta il suo nome e che nel 1933 ricevette il Premio Nobel per la fisica. Un’altra mosca bianca che ha avuto l’intelligenza di darsi torto quando la correttezza lo ha richiesto: un carattere curioso ed anticonvenzionale che si occupò di molte discipline, tra cui la filosofia antica, la poesia, la biologia, la fisica, la termodinamica. In genere a me piacciono molto le persone che si interessano di varie cose, sono meno noiose di coloro che vivono in un universo ad una sola dimensione che, guarda caso, di solito è la loro.
Buona erranza
Shararan ain al Rami

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