venerdì 17 ottobre 2008

E se fossero ricominciate le crociate?





La Fao dedica quest'anno al tema “Cambiamento climatico e impatti sanitari su cibo, acqua e nutrizione” la Giornata mondiale dell'Alimentazione 2008. L'incontro è organizzato da Organizzazione mondiale della sanità Ufficio Europeo (Oms Europa), Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dalla Fao, in collaborazione con il ministero del Lavoro, Salute e Affari sociali.

Le loro proiezioni hanno confermato i timori che già da tempo circolano fra gli studiosi di questi scenari globali: malnutrizione ed epidemie aumenteranno con l'acuirsi degli effetti del surriscaldamento del pianeta e avranno ripercussioni devastanti. Gli esperti hanno stimato che entro la fine di questo secolo il costo globale del cambiamento climatico potrebbe arrivare al 5% del Pil.

“Occorre al più presto - ammonisce dalla Fao Marc Danzon - garantire acqua pulita e igiene, alimenti sicuri e in quantità adeguate, sorveglianza delle malattie e risposta, preparazione alle emergenze”. E’ necessario “sensibilizzare gli operatori sanitari sulle malattie legate al cambiamento climatico, fornire un'informazione accurata e tempestiva ai cittadini, stimolare all'azione i settori in cui la riduzione delle emissioni può produrre effetti benefici per la salute. Prima agiremo, maggiori saranno i benefici e minori i costi”.

Secondo l'ultimo rapporto Ipcc, nella regione europea si prevede una diminuzione della produttività agricola nell'area Mediterranea, nell'Europa sud-orientale e in Asia centrale. I raccolti potrebbero ridursi fino al 30% in Asia centrale entro la metà del 21° secolo, con ripercussioni disastrose tra le popolazioni rurali più povere, il cui reddito familiare è strettamente legato alla produzione di alimenti. Inoltre, temperature più alte favoriscono la crescita di batteri negli alimenti.

Intanto è tensione tra il governo italiano e la Commissione di Bruxelles, dopo che il commissario europeo all'Ambiente, Stavros Dimas, ha dichiarato che i dati italiani sui costi che il “Pacchetto clima-energia” avrebbe sul sistema industriale nazionale (-1,14% del Pil) “non hanno nulla a che vedere con il Pacchetto Ue. ” La Commissione ha ricordato che l'Italia deve “prendere provvedimenti” per mettersi in regola con le norme in vigore in applicazione del Protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas a effetto serra, avvertendo che si tratta di “un obbligo giuridico” nell’ambito degli obiettivi del 2008-2012.

Sua santità Benedetto XVI intanto, torna a esaltare il valore della ricerca scientifica a servizio del progresso dell'umanità, ma nel contempo ricorda che “la scienza non è in grado di elaborare principi etici; essa può solo accoglierli in sé e riconoscerli come necessari per debellare le sue eventuali patologie”. “Avviene, tuttavia - osserva Papa Ratzinger - che non sempre gli scienziati indirizzino le loro ricerche verso questi scopi.

Il facile guadagno o, peggio ancora, l'arroganza di sostituirsi al Creatore svolgono, a volte, un ruolo determinante... è questa una forma di "hybris" della ragione, che può assumere caratteristiche pericolose per la stessa umanità. Ciò non significa affatto limitare la ricerca scientifica o impedire alla tecnica di produrre strumenti di sviluppo; consiste, piuttosto, nel mantenere vigile il senso di responsabilità che la ragione e la fede possiedono nei confronti della scienza, perchè permanga nel solco del suo servizio all'uomo”.

Alle affermazioni del Papa replica l'astrofisica Margherita Hack: “Gli scienziati sono persone come tutte le altre. Tra di essi, quindi, c'è chi pensa solo ai soldi e chi invece dedica tutta la sua vita al progresso dell'umanità”. “Considerato che la maggior parte degli scienziati, soprattutto quelli italiani, lavorano il più delle volte in condizioni di estrema precarietà - ha aggiunto la Hack - le dichiarazioni del Papa sono davvero fuori dal mondo. I principi etici non sono solo dei credenti. Il principio etico 'non fare agli altri ciò che non vorresti che gli altri facciano a te' infatti riguarda i credenti come i laici e gli atei”.

Non si può non riconoscere, che la scienza ha dato molti benefici all'umanità”. Inoltre, ha aggiunto, “parlare di arroganza e desiderio di guadagno non è proprio molto adatto in un momento in cui i giovani scienziati italiani stanno rischiando di perdere il lavoro e morire di fame, senza avere più a disposizione nemmeno i mille euro al mese che guadagnano adesso”. “Il Santo Padre dovrebbe pensarci due volte prima di parlare”, ha concluso la Hack.

Il Santo Padre invece, non sembra avere dimenticato la vibrante protesta di un nutrito gruppo di studiosi universitari, fisici soprattutto, i soliti miscredenti materialisti, che lo aveva costretto ad annullare la sua visita alla Sapienza. Se fosse una persona comune direi che sembra se la fosse legata al dito. Sui toni, sui modi e sulla convenienza della protesta dei docenti e studenti della Sapienza, se ne era discusso in modo acceso, nel gennaio scorso, ed il mondo politico, stranamente all’unanimità, aveva preso le distanze dai protestatari.

Si erano distinti dal coro, il radicale Marco Pannella e il senatore Verde Giampaolo Silvestri, solidali con i docenti che avevano trovato improprio l’invito del rettore. “Questi professori – aveva dichiarato Pannella - ricordano quella dozzina di professori che negli anni Trenta si rifiutarono di giurare fedeltà al regime fascista.” Le dichiarazioni di oggi dimostrano che molti dissidenti avevano visto giusto.

Intanto Papa Ratzinger, nel discorso rivolto a Jacques Diouf, direttore generale della Fao, in merito ai lavori della Giornata Mondiale dell'Alimentazione 2008, ha invitato a smettere con la "speculazione sfrenata che tocca i meccanismi dei prezzi e dei consumi." Infatti "Le cause della fame nel mondo sono diverse", innanzitutto "la corsa al consumo, che non si arresta malgrado una disponibilità più debole di alimenti, e che impone una riduzione forzata della capacità nutrizionale delle regioni più povere del Pianeta."

Lo scorso 13 settembre a Parigi, davanti a 300 mila fedeli che avevano partecipato alla messa sull'Esplanade des Invalides, aveva tuonato: “Il denaro, la sete dell'avere, del potere e persino del sapere non hanno forse distolto l'uomo dal suo Fine vero?” Aveva ricordato l'invito della Scrittura a fuggire gli idoli, affermando che esso “resta valido anche oggi”.

“Il mondo contemporaneo non si è forse creato i propri idoli? Non ha forse imitato, magari a sua insaputa, i pagani dell'antichità, distogliendo l'uomo dal suo vero fine, dalla felicità di vivere eternamente con Dio?...La parola "idolo" - ha ricordato - deriva dal greco e significa immagine, figura, rappresentazione, ma anche spettro, fantasma, vana apparenza: l'idolo è un inganno, perché distoglie dalla realtà chi lo serve per confinarlo nel regno dell'apparenza”.

Secondo il Papa teologo poi, c'è oggi “una tentazione propria della nostra epoca, la sola sulla quale noi possiamo agire efficacemente”, che è quella di “idolatrare un passato che non esiste più, dimenticandone le carenze” o “un futuro che non esiste ancora, credendo che l'uomo, con le sole sue forze, possa realizzare la felicità eterna sulla terra”.

Forse è per questo che rivolgendosi infine ai vescovi dell'Equador, il Papa era tornato a difendere il ruolo pubblico della chiesa, sebbene “l'attività della Chiesa non possa confondersi con l'attività politica". Comunque a Parigi aveva chiarito che “I cristiani devono poter contribuire ai valori che sono fondamentali per la costruzione della società. La religione non è identificabile con uno Stato, la religione non è politica e la politica non è una religione”. Sarà pure vero, ma a me resta uno stranissimo dubbio: che sia già iniziata la decima crociata?

Buona erranza
Sharatan

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