domenica 8 febbraio 2009

Alla larga dal falso Samaritano!


La coscienza e la consapevolezza implicano il concetto di responsabilità, infatti se siamo esseri coscienti e consapevoli, dobbiamo poi saperci assumere la responsabilità dei nostri sentimenti e dei nostri comportamenti. Dobbiamo sapere che, ogni volta che proviamo un’emozione, come conseguenza, noi attiviamo una vibrazione energetica sottile, che è della stessa tonalità dell’energia emanata; per cui le emozioni positive attirano positività e le emozioni negative attirano negatività.

Questa consapevolezza ci impone di essere responsabili dei reali moventi che ci spingono all’azione, quindi dobbiamo essere molto presenti alle nostre nostre vere pulsioni interne: è essenziale perciò osservare con onestà le nostre vere motivazioni e saperle classificare per quello che sono, siano esse degne o indegne. Ma, allo stesso modo, dobbiamo essere in grado di capire quali motivazioni siano alla base dei comportamenti di coloro con cui entriamo in relazione.

Sarebbe bello se le persone fossero veramente quello che dichiarano di essere, ma questo non avviene e invece è facile che, nella vita di ogni giorno, si possano incontrare delle persone che si dichiarano essere una cosa, ma che in realtà si dimostrano essere tutta un’altra.
Per questo, se non diventiamo esseri forti e consapevoli, potremmo cadere vittime di ruoli che altri vogliono farci impersonare, di ruoli in cui gli altri mettono in gioco la loro capacità di affermare un possesso, in cui giocano una loro affermazione di potere o in cui scaricano le tensioni di tutte le parti oscure che loro non sanno gestire.

Nella vita dobbiamo anche imparare a difenderci, e dobbiamo imparare a saper rispondere adeguatamente alle strategie di coloro che vorrebbero trasformarci in burattini da manovrare con fili invisibili.
Ma dobbiamo anche essere consapevoli che spesso, i ruoli a cui gli altri ci chiamano, sono gli stessi ruoli che noi sentiamo d’impersonare, sono le note musicali che conosciamo e sulle quali sappiamo risuonare.

Per questo dobbiamo fare molta attenzione, perché siamo chiamati solo a ciò che ci rappresenta e a quello che crediamo di essere: se ti senti vittima diventa consapevole che gli altri ti possano vittimizzare, perché sei recettivo ad impersonare quel ruolo.
Se ti senti vittima ti deprezzi e svendi il tuo tesoro interno, il tuo essere, il tuo sentimento e la tua dignità, consegnandola in mano al primo che incontri per strada. E’ normale che sia così, infatti ti svendi perché pensi di valere poco: è un errore crederlo, perché ognuno di noi è un “unicum” e quindi vale molto.

L’essere chiamati al ruolo di carnefice, è un ricalco dello stesso schema solo che la rabbia è focalizzata sui torti subiti che vengono violentemente scagliati addosso al primo che passa. Se vuoi fare il cernefice, fai un grosso errore, perché bisogna chiedersi sempre come mai si possa fare del male agli altri e se sia giusto infliggare la sofferenza agli altri, ben sapendo che ci ritornerà indietro, in base alla terza legge di Newton che recita che “Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.”

Riconoscere coloro che fanno del male non è difficile, mentre è molto più insidioso riconoscere il Falso Samaritano, ma per analizzare questo ruolo, ci può aiutare la capacità di sapere riconoscere le vere risorse del conforto e del soccorso e, l’unico modo per capirlo, è osservare con attenzione la vera qualità dei comportamenti.

I Falsi Samaritani dichiarano di essere mossi da sentimenti di amore e di amicizia, ma poi lavorano su vibrazioni molto poco elevate. Con la scusa di volerci aiutare e consigliare e nella vigorìa del volerci confortare, iniziano ad instillare sottili dubbi, possono insinuare giudizi poco lusinghieri, possono usare dei termini meschini o volgari, ci parlano con toni di sarcasmo o con velati sottintesi, spesso usano la violenza sia pure velata o la prepotenza. Tutti coloro che usano questi metodi sono falsi Samaritani, da cui è bene tenersi alla larga.

Il Buon Samaritano è una persona che lascia all’altro lo spazio necessario per esprimersi e che mentre l’altro si confida, sa aiutarlo a fare luce e consapevolezza nella sua mente, è colui che non recrimina, non giudica e non condanna gli altri, ma che sa comprendere e confortare.
Nell’esprimere le sue opinioni, il Buon Samaritano parla con gentilezza e con delicatezza, non avanza nessuna osservazione in modo troppo diretto o personale per non ferire l’altrui sensibilità, porta esempi e citazioni in modo indiretto, così che l’altro non si senta attaccato o giudicato, ma veramente sostenuto e compreso.
Questo soccorritore vero non mette mai in evidenza le debolezze dell’altro, facendone un’arma, ma cerca di rafforzare le qualità altrui, ottenendo in cambio un rafforzamento energetico ed una gioia reciproca. Tra il vero Buon Samaritano e la persona in difficoltà si crea un ponte energetico di affetto e di fiducia, uno spazio di comunicazione, un ponte sottile che fa fluire la Gioia e Luce dall’uno all’altro.

Esistono i buoni samaritani e io ne ho incontrati, ma a buona ragione, stiamo attenti ai falsi Samaritani. Facciamo attenzione a coloro che entrano in modo violento e prepotente nella nostra vita, a coloro che fingendosi amici ci aiutano a smontarci nei momenti di difficoltà, a coloro che ci demoliscono e ci umiliano, a coloro che godono a vederci crollare.
Per difenderci è bene fare un buon allenamento alla scuola della consapevolezza, conquistare una mente lucida e consapevole, e decidere che tutti questi ruoli non ci interessano, perchè le coltivazioni energetiche infime, le motivazioni basse, sono indegne di un essere libero.

Buona erranza
Sharatan

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