“La nostra miniera è quella che scaviamo per ultima”
(F. Nietzsche)
(F. Nietzsche)
Il risveglio dello spirito avviene con gli occhi che si aprono per scorgere l’eccezionale paesaggio che ci circonda, poiché il sacro è sempre presente, ed è la forza della vita che vediamo intorno a noi che illumina tutto il mondo. Noi immaginiamo che andare oltre, per allargare lo sguardo spirituale sia una strategia per fuggire dal mondo, ma è una illusione. Nessuna spiritualità viene a rapirci dal mondo per farci volare lontano, infatti il vero gioco è nel mondo materiale.
E’ qui che dobbiamo stare, è qui che dobbiamo imparare cosa fare, poiché questo avviene solo nel mondo materiale, e nella concreta esperienza della materialità, anche se la mente duale fatica a concepire queste antiche verità. E’ nel mondo materiale che il Sé divino si può manifestare pienamente, poiché è nella carne che facciamo il percorso che ci aiuta a capire, e questo avviene tramite il vincolo che lo spirito stringe con la carne.
Un tale concetto si comprende solo se sappiamo zittire tutte le voci che il mondo ci rimanda, e che sono il rumore di fondo, cioè il perpetuarsi degli usi e costumi con cui riempiamo le nostre giornate: è così che ci anestetizziamo con delle futili cose che annichiliscono la nostra mente razionale e l’intelligenza intuitiva.
Tutto questo impedisce di vedere, poiché la realtà è che nel mondo in cui viviamo esistono tutte le prerogative migliori per noi, ma noi non sappiamo vederle. Se la nostra concezione della condizione umana include il concetto di evoluzione progressiva, la migliore comprensione che possiamo avere è il riconoscimento che affrontiamo il mondo con uno spirito negativo.
Noi viviamo con degli atteggiamenti sbagliati, e con delle abitudini dannose collegate al giudizio e alla condanna impietosa di ciò che siamo e alla sfiducia nella bellezza del mondo, poiché così ci viene insegnato a pensare. Ma, se ricerchiamo con un sincero intento il risveglio, un altro tipo di mondo si aprirà davanti ai nostri occhi, e anche le condizioni materiali in cui viviamo diventeranno più felici.
L’umano aumenta la consapevolezza se scava all’interno, così che affronta una nascita diversa da quella fisica ordinaria, e tutti abbiamo la prerogativa di poter nascere e rinascere molte volte nella vita, anche se pensiamo di poter morire una sola volta nel corso dell’esistenza. E’ nella consapevolezza, e nella forza che ne deriva, che troviamo l’energia necessaria per raggiungere tale maturità spirituale, ma ciò avviene solo se sappiamo conoscere il corretto uso dell’energia, e se troviamo il modo giusto per dosarne l’equilibrio.
E‘ questo il motivo per cui non è possibile definire un giusto percorso, poiché esso è personale e va trovato personalmente da ognuno di noi, nel corso della sua vita. E‘ per questo che un unico sentiero non esiste e, l'ottimale maturità spirituale e umana implica il rispetto di tutte le vie di conoscenza che vediamo percorrere dagli altri. E’ solo nella condizione duale umana che facciamo esperienza di percorsi e di vie, poiché la vita si dipana sempre lungo vari percorsi che vanno sperimentati per l'espansione della nostra comprensione operando un opportuno discernimento.
La sofferenza e il dolore non sono contenute in alcun piano divino, non sono scritte in nessun disegno prefissato, piuttosto per noi viene tracciata la mappa di base recuperabile tramite il ricordo delle qualità che sono utili nell’esistenza presente. La sofferenza che proviamo è il frutto della qualità vibrazionale che mettiamo in moto, ed è una libera scelta il farlo o meno, come pure vi è la libertà del contesto in cui preferiamo vivere.
Lo scopo della vita è sperimentare e superare al meglio le situazioni in cui ci possiamo trovare. Il nostro percorso, il nostro essere, e tutto ciò che incontriamo fanno parte integrante del gioco: è l’atteggiamento del giocatore che fa la differenza, poiché tutti siamo veramente liberi di agire come vogliamo. E’ solo la maturità della consapevolezza personale che sa capire la maggiore efficacia di una condotta di vita piuttosto che un’altra: è questo il campo di battaglia su cui il Sé interno deve lottare per riconquistare la forza offerta dallo spirito.
E’ in questo modo che impariamo come vivere, in quanto la consapevolezza è conoscere chi siamo, da cui deriva l’accettazione della responsabilità delle nostre azioni: è così che superiamo la nostra visione ordinaria della dualità. Se non ci fosse questa spontanea accettazione nulla si potrebbe aprire al nostro interno, e non potremmo avere la certezza e la fede di avere tutte le migliori condizioni e i migliori requisiti per controllare la nostra vita.
Senza questa convinzione, non avrebbe alcun senso incarnarsi poiché non ci sarebbe nulla da sperimentare, perciò nulla da imparare e da realizzare. Il problema è che il nostro addestramento è antico di molti secoli, infatti ci viene insegnato a demandare il nostro governo alle istanze superiori del severo giudizio di un Dio che possiede tutte le cattiverie, e tutti i difetti del tipo umano peggiore.
In realtà la forza e la bontà della Fonte interna è talmente grande da potersi disinteressare di quello che noi chiamiamo “male” poiché esso è la proiezione dell’animo deviato dell’Umano che ha creato un mondo malato come lui. In ognuno di noi giace un talento particolare, o una serie di competenze e di abilità con cui possiamo approcciare alla vita in modo gioioso e creativo, e la creatività è la prerogativa divina di poter creare i mondi.
In un determinato campo possiamo ritrovare talenti e attitudini che sono nascosti nelle pieghe e nelle incrostazioni impure del nostro carattere. I talenti che noi ritroviamo sono intrappolati nelle nostre pigrizie fisiche e mentali, essi sono incatenati alle nostre paure, spesso sono negati dall’inettitudine alla ricerca spirituale derivata dall'indole materiale da cui ci facciamo ingannare.
Il nostro equilibrio e la nostra crescita spirituale sono sempre un fatto interiore che si riflette successivamente in un migliore equilibrio nel nostro mondo materiale. Nulla viene controllato dall’esterno, nulla viene guidato in noi se non lo vogliamo, ma è l’uomo che ama vivere nei drammi controllati dalla volontà degli altri per sentirsi vivo.
Esso ama vivere cullandosi nell’illusione di poter controllare il corso degli eventi altrui, ma nessun equilibrio interno si raggiunge nella dilatazione dell‘egoismo. Molti credono di avere le Chiavi del Regno, e di essere in grado di risolvere i problemi e i drammi altrui dimenticandosi completamente di loro stessi. Questo è un meccanismo che accresce il nostro smisurato egocentrismo, poiché ci fa sentire forti e importanti offrendo la conferma della nostra importanza e del nostro valore personale.
Un meccanismo che aiuta la fuga dalla guerra più dura è normale, poiché è dovuto alla fragilità della nostra visione duale. Andare oltre il mondo mentre si vive sulla terra è sempre molto duro, infatti dobbiamo avere la forza di tenere alta la fronte davanti a tutte le paure, davanti a tutte le incertezze che ci verranno poiché non vedremo mai la fine del nostro percorso: un sentiero si percorre per tutta la vita.
Sarà duro rinunciare a tutte le illusioni con cui facciamo fronte alla freddezza della vita, per questo è necessario avere il coraggio di ricercare il giusto equilibrio, poiché esso è necessario per affrontare le sfide della vita ordinaria senza angoscia e paura. E’ solo quando accettiamo la verità di chi siamo, e il libero arbitrio sulle azioni della nostra vita che andiamo oltre l’approccio ordinario della realtà: è solo in questo modo che noi sbucciamo tutti gli strati che ricoprono la nostra vera identità per ritrovare il nocciolo del seme che siamo.
E' nel recupero dell’energia del contatto con la fonte interna che noi percepiamo tutte le informazioni che abbiamo in noi, da sempre incise nel nostro DNA che è il terreno da cui vengono i nostri frutti migliori. Nello scorrere dell’energia della forza interiore che ci esalta ci giungono tutte le risorse necessarie per successivi gradini evolutivi e, nel contempo, anche la nostra vita materiale sarà migliore, e nulla ci verrà a mancare.
Tutto diventa molto più facile quando padroneggiamo tutte le nostre potenzialità, ma questo avviene quando i nostri occhi diventano adatti a contemplare l’infinita ebrezza di una superiore consapevolezza. E' solo allora che ci possiamo chiedere perché abbiamo impiegato tanto tempo per avere il risveglio alla consapevolezza di questa sublime e profonda verità interiore.
Buona erranza
Sharatan
E’ qui che dobbiamo stare, è qui che dobbiamo imparare cosa fare, poiché questo avviene solo nel mondo materiale, e nella concreta esperienza della materialità, anche se la mente duale fatica a concepire queste antiche verità. E’ nel mondo materiale che il Sé divino si può manifestare pienamente, poiché è nella carne che facciamo il percorso che ci aiuta a capire, e questo avviene tramite il vincolo che lo spirito stringe con la carne.
Un tale concetto si comprende solo se sappiamo zittire tutte le voci che il mondo ci rimanda, e che sono il rumore di fondo, cioè il perpetuarsi degli usi e costumi con cui riempiamo le nostre giornate: è così che ci anestetizziamo con delle futili cose che annichiliscono la nostra mente razionale e l’intelligenza intuitiva.
Tutto questo impedisce di vedere, poiché la realtà è che nel mondo in cui viviamo esistono tutte le prerogative migliori per noi, ma noi non sappiamo vederle. Se la nostra concezione della condizione umana include il concetto di evoluzione progressiva, la migliore comprensione che possiamo avere è il riconoscimento che affrontiamo il mondo con uno spirito negativo.
Noi viviamo con degli atteggiamenti sbagliati, e con delle abitudini dannose collegate al giudizio e alla condanna impietosa di ciò che siamo e alla sfiducia nella bellezza del mondo, poiché così ci viene insegnato a pensare. Ma, se ricerchiamo con un sincero intento il risveglio, un altro tipo di mondo si aprirà davanti ai nostri occhi, e anche le condizioni materiali in cui viviamo diventeranno più felici.
L’umano aumenta la consapevolezza se scava all’interno, così che affronta una nascita diversa da quella fisica ordinaria, e tutti abbiamo la prerogativa di poter nascere e rinascere molte volte nella vita, anche se pensiamo di poter morire una sola volta nel corso dell’esistenza. E’ nella consapevolezza, e nella forza che ne deriva, che troviamo l’energia necessaria per raggiungere tale maturità spirituale, ma ciò avviene solo se sappiamo conoscere il corretto uso dell’energia, e se troviamo il modo giusto per dosarne l’equilibrio.
E‘ questo il motivo per cui non è possibile definire un giusto percorso, poiché esso è personale e va trovato personalmente da ognuno di noi, nel corso della sua vita. E‘ per questo che un unico sentiero non esiste e, l'ottimale maturità spirituale e umana implica il rispetto di tutte le vie di conoscenza che vediamo percorrere dagli altri. E’ solo nella condizione duale umana che facciamo esperienza di percorsi e di vie, poiché la vita si dipana sempre lungo vari percorsi che vanno sperimentati per l'espansione della nostra comprensione operando un opportuno discernimento.
La sofferenza e il dolore non sono contenute in alcun piano divino, non sono scritte in nessun disegno prefissato, piuttosto per noi viene tracciata la mappa di base recuperabile tramite il ricordo delle qualità che sono utili nell’esistenza presente. La sofferenza che proviamo è il frutto della qualità vibrazionale che mettiamo in moto, ed è una libera scelta il farlo o meno, come pure vi è la libertà del contesto in cui preferiamo vivere.
Lo scopo della vita è sperimentare e superare al meglio le situazioni in cui ci possiamo trovare. Il nostro percorso, il nostro essere, e tutto ciò che incontriamo fanno parte integrante del gioco: è l’atteggiamento del giocatore che fa la differenza, poiché tutti siamo veramente liberi di agire come vogliamo. E’ solo la maturità della consapevolezza personale che sa capire la maggiore efficacia di una condotta di vita piuttosto che un’altra: è questo il campo di battaglia su cui il Sé interno deve lottare per riconquistare la forza offerta dallo spirito.
E’ in questo modo che impariamo come vivere, in quanto la consapevolezza è conoscere chi siamo, da cui deriva l’accettazione della responsabilità delle nostre azioni: è così che superiamo la nostra visione ordinaria della dualità. Se non ci fosse questa spontanea accettazione nulla si potrebbe aprire al nostro interno, e non potremmo avere la certezza e la fede di avere tutte le migliori condizioni e i migliori requisiti per controllare la nostra vita.
Senza questa convinzione, non avrebbe alcun senso incarnarsi poiché non ci sarebbe nulla da sperimentare, perciò nulla da imparare e da realizzare. Il problema è che il nostro addestramento è antico di molti secoli, infatti ci viene insegnato a demandare il nostro governo alle istanze superiori del severo giudizio di un Dio che possiede tutte le cattiverie, e tutti i difetti del tipo umano peggiore.
In realtà la forza e la bontà della Fonte interna è talmente grande da potersi disinteressare di quello che noi chiamiamo “male” poiché esso è la proiezione dell’animo deviato dell’Umano che ha creato un mondo malato come lui. In ognuno di noi giace un talento particolare, o una serie di competenze e di abilità con cui possiamo approcciare alla vita in modo gioioso e creativo, e la creatività è la prerogativa divina di poter creare i mondi.
In un determinato campo possiamo ritrovare talenti e attitudini che sono nascosti nelle pieghe e nelle incrostazioni impure del nostro carattere. I talenti che noi ritroviamo sono intrappolati nelle nostre pigrizie fisiche e mentali, essi sono incatenati alle nostre paure, spesso sono negati dall’inettitudine alla ricerca spirituale derivata dall'indole materiale da cui ci facciamo ingannare.
Il nostro equilibrio e la nostra crescita spirituale sono sempre un fatto interiore che si riflette successivamente in un migliore equilibrio nel nostro mondo materiale. Nulla viene controllato dall’esterno, nulla viene guidato in noi se non lo vogliamo, ma è l’uomo che ama vivere nei drammi controllati dalla volontà degli altri per sentirsi vivo.
Esso ama vivere cullandosi nell’illusione di poter controllare il corso degli eventi altrui, ma nessun equilibrio interno si raggiunge nella dilatazione dell‘egoismo. Molti credono di avere le Chiavi del Regno, e di essere in grado di risolvere i problemi e i drammi altrui dimenticandosi completamente di loro stessi. Questo è un meccanismo che accresce il nostro smisurato egocentrismo, poiché ci fa sentire forti e importanti offrendo la conferma della nostra importanza e del nostro valore personale.
Un meccanismo che aiuta la fuga dalla guerra più dura è normale, poiché è dovuto alla fragilità della nostra visione duale. Andare oltre il mondo mentre si vive sulla terra è sempre molto duro, infatti dobbiamo avere la forza di tenere alta la fronte davanti a tutte le paure, davanti a tutte le incertezze che ci verranno poiché non vedremo mai la fine del nostro percorso: un sentiero si percorre per tutta la vita.
Sarà duro rinunciare a tutte le illusioni con cui facciamo fronte alla freddezza della vita, per questo è necessario avere il coraggio di ricercare il giusto equilibrio, poiché esso è necessario per affrontare le sfide della vita ordinaria senza angoscia e paura. E’ solo quando accettiamo la verità di chi siamo, e il libero arbitrio sulle azioni della nostra vita che andiamo oltre l’approccio ordinario della realtà: è solo in questo modo che noi sbucciamo tutti gli strati che ricoprono la nostra vera identità per ritrovare il nocciolo del seme che siamo.
E' nel recupero dell’energia del contatto con la fonte interna che noi percepiamo tutte le informazioni che abbiamo in noi, da sempre incise nel nostro DNA che è il terreno da cui vengono i nostri frutti migliori. Nello scorrere dell’energia della forza interiore che ci esalta ci giungono tutte le risorse necessarie per successivi gradini evolutivi e, nel contempo, anche la nostra vita materiale sarà migliore, e nulla ci verrà a mancare.
Tutto diventa molto più facile quando padroneggiamo tutte le nostre potenzialità, ma questo avviene quando i nostri occhi diventano adatti a contemplare l’infinita ebrezza di una superiore consapevolezza. E' solo allora che ci possiamo chiedere perché abbiamo impiegato tanto tempo per avere il risveglio alla consapevolezza di questa sublime e profonda verità interiore.
Buona erranza
Sharatan
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