mercoledì 17 ottobre 2012

Sacralità



“E la sapienza donde viene,
e qual'é il luogo dell’intelligenza?”
(Giobbe 28,20)

Nella cultura tibetana si crede che la sostanza di tutte le cose e dei processi mentali sia fondata su 5 elementi, cioè sulla terra, sull'acqua, sul fuoco, sull'aria e sullo spazio. Il pensiero tibetano studia le relazioni che esistono tra questi elementi e indaga le loro relazioni, perché su di esse fonda la base della medicina, dell'astrologia, del calendario, della psicologia e delle tradizioni spirituali dello sciamanesimo, del tantra e del dzogchen.

I nomi degli elementi sono simbolici, ma essi definiscono delle qualità fondamentali dell'esistenza e delle modalità particolari d'azione. Queste metafore descrivono delle forze interne e delle forze esterne a cui sono attribuite delle precise proprietà fisiche, cioè: alla terra legano la solidità, all'acqua legano la coesione, al fuoco legano la temperatura, all'aria legano il moto, mentre lo spazio rappresenta la dimensione cosmica che accoglie e racchiude tutti gli altri 4 elementi.

Gli elementi sono messi in relazione con diverse emozioni, sentimenti, orientamenti, colori, gusti, tipologie fisiche, malattie, stili di pensiero e caratteri. Non esiste nessuna cosa e nessuna dimensione che non riceva la loro influenza e che non sia in relazione con questi 5 aspetti dell'energia. I processi degli elementi creano tutto l'universo, lo sostengono e lo distruggono, perciò essi creano anche tutti gli esseri viventi, quindi essi creano anche il corpo, la mente e la personalità degli uomini.

Con la morte la creazione operata dalla danza degli elementi si dissolve, perché gli elementi collassano uno all'interno dell'altro. I maestri Bon, cioè gli sciamani tibetani, dicono che gli elementi non si devono comprendere in modo astratto, ma che essi vanno usati in modo concreto, perché la loro profonda comprensione ci dona una diversa esperienza della vita. Le interazioni tra queste primigenie forme di energia si esplicitano in ogni realtà del mondo e nell'universo, infatti tutta la complessità del creato si forma con il dinamismo dei 5 elementi.

L'uso che facciamo di questi insegnamenti nella nostra pratica spirituale è diverso a seconda dell'approccio, ossia se vediamo il livello sciamanico, quello tantrico o quello dzogchen, ovvero se l'apprendimento avviene a livello esterno, interno oppure segreto. A livello esterno non dobbiamo vedere solo l'aspetto grossolano dei fenomeni così come viene percepito dai sensi, ma dobbiamo vedere che il livello è quello delle divinità, degli spiriti e degli altri esseri che sorgono dalle energie degli elementi primari.

La pratica di lavorare con le energie è tipica del Bon, infatti le pratiche degli elementi fanno parte dei primi 4 livelli dei 9 livelli complessivi degli insegnamenti spirituali del Tesoro Meridionale della tradizione Bon. A livello interno dobbiamo comprendere quello che rappresentano le forze energetiche che sono nascoste dietro le forme fisiche, perciò dobbiamo comprendere le energie che sono dietro al nostro funzionamento biologico, cioè vedere le energie sottili su cui si basa la nostra salute e la nostra vitalità, così come si presentano nei modelli energetici su cui agisce l’agopuntura.

Poi ci sono delle energie ancora più sottili che vengono attivate dallo yoga e dalla meditazione contemplativa. Esiste poi un livello energetico sottile che agisce oltre a quello del corpo, infatti esso scorre formando la dimensione energetica della terra che viene studiata nel feng shui, cioè nell’antica arte taoista dell’armonia con le forze dell’universo. Vi sono poi anche delle altre forze che entrano in gioco, e sono costituite dalla dimensione energetica di gruppo e del comportamento di massa che agisce e che viene studiata nel tantra.

Il tantra lavora con le energie interpersonali per orientarle correttamente all'interno del corpo, perciò agisce usando le tecniche yoga e la postura fisica, il respiro, la visualizzazione e i mantra: il tantra riconosce tutte le forme di energia come delle manifestazione di forze divine. A livello segreto agiscono le pratiche dzogchen, che riguardano la dimensione segreta dell'energia che non si descrive a parole, perché essa si trova oltre il dualismo ed è costituita dalla luminosità dell'essere.

Il dzogchen lavora con le "5 pure luci" che sono costituite dagli aspetti della luminosità dell'essere che emerge quando viene unita alla vacuità, che è la base della Grande Perfezione. Questi 3 aspetti di percezione e di pratica della scuola tibetana sono insegnamenti solo formalmente separati, perché è sbagliato pensare alle 5 energie basilari in modo settoriale, in quanto la dimensione esterna, interna e segreta non si escludono a vicenda ma si integrano reciprocamente, avvertono i maestri tibetani.

La confusione e la separazione concettuale fanno parte delle concezioni religiose che negano il corpo, sono insite nelle civiltà che negano la sacralità della terra, e vivono nelle culture che cercano il benessere materiale trascurando la realtà del cammino spirituale. Tutto quello che fa parte della vita è importante, perché tutto trae la sua origine da elementi sacri, infatti sia lo sciamanesimo, che il tantra e lo dzogchen considerano tutti gli elementi degli aspetti diversi della sacralità.

Tutto quello che proviene dagli elementi è sacro, perciò anche la natura e il corpo umano sono sacri. Gli elementi interni ed esterni ai fenomeni sono della stessa natura, perché l'acqua della terra è la stessa acqua del corpo. L'aria che respiriamo è la stessa aria che respira la terra e il cosmo, e la medesima aria scorre nello stesso spazio in cui volano anche gli uccelli.

Lo spazio che occupiamo è lo stesso spazio che occupano tutti gli oggetti, perciò è lo stesso spazio in cui sorgono i pensieri, ed è il medesimo spazio che forma tutto il cosmo. Tutto quello che esiste all'interno di questo spazio, siano delle entità sostanziali oppure entità non sostanziali, siano delle sostanze composte di materia oppure siano costituite di sostanza mentale, ricordiamoci che pur sempre il tutto è nato dai sacri elementi.

Poiché gli elementi che formano il corpo sono sacri, anche la coscienza umana, che è fatta della stessa sostanza del corpo è una cosa sacra. La saggezza e la passione, il sogno e l'incubo, la gioia e il dolore, perciò tutta l'esperienza di vita degli esseri senzienti è ugualmente la manifestazione di elementi sacri e di cose pure che interagiscono con la consapevolezza. La consapevolezza innata è anch'essa integrata con gli elementi fondamentali, perché essa è il più puro e il più sottile livello dei 5 elementi che sono in perfetto equilibrio: questa è la quintessenza della luminosità che è alla base dell'esistenza.

La consapevolezza innata è integrata con i 5 elementi, perciò la consapevolezza ci consente di entrare in contatto con il sacro, e se non siamo in grado di essere in contatto con la sacralità non potremo apprezzare nessuna forma di spiritualità. In Tibet si dice che colui che tratta ciò che lo ammaestra come un cane è come se volesse mangiare un cibo avariato, perciò mangia un cibo che non lo nutre, ma che lo avvelena: ricordiamoci che ogni esperienza della vita offre un grande insegnamento.

Se il nostro rapporto con il mondo naturale diventa un rapporto con qualcosa di vivo che è popolato di esseri fatti di elementi e di spiriti più elevati, anche il mondo naturale ci parlerà. Se ci rapportiamo alla vita e al mondo come a qualcosa di sacro, anche gli elementi naturali, il corpo e la mente diventano sacri. Imparare come essere in contatto con il sacro ci porta un senso più profondo di noi stessi, e fa emergere la parte di sacro che è racchiusa in noi.

E' in questo modo che gli sciamani che sono in contatto con la terra imparano come trovare dentro di loro il collegamento con la vita, con i poteri e con le forze che governano il mondo. Il rapporto con il sacro del mondo fa riscoprire il sacro che è racchiuso in noi, infatti riconoscere il sacro che ci circonda,e vedere il sacro che ci circonda risveglia e rafforza la parte di sacro che vive in noi: infatti le due parti si rispecchiano e si rinforzano reciprocamente.

La sacralità della vita si trova scoprendo il rapporto profondo con il tutto, infatti sebbene i rapporti di amicizia e di affetto possano aiutare e sostenere, la prima risorsa è avere dei rapporti appaganti con tutti gli aspetti del vivere. Dobbiamo sentire un rapporto sacro con l'ambiente, con le persone, con le immagini sacre, con i sentimenti più nobili, etc., perché non sentire queste sensazioni significa che la parte sacra che è vivente dentro di noi sta morendo lentamente, oppure che è già morta anche se ce ne siamo resi conto.

Ciò che non nasce dal nostro interno, ciò che non nasce dal nostro mondo interiore non ha trovato nulla all'esterno che lo abbia saputo sostenere e alimentare, perciò esso è diventato una cosa morta. Nel mondo moderno è avvenuta una cosa di questo genere, perché il contatto con il mondo naturale è diventato qualcosa che abbiamo rinchiuso nei parchi che sono assediati dal cemento. Per quanto riguarda i rapporti tra gli uomini sono sempre più collegati all'egoismo e allo sfruttamento dei singoli al danno dei più indifesi: l'amicizia e l'amore sinceri sono sempre più rari a favore di un sentimentalismo ipocrita.

La nostra civiltà è diventata una tecnologia meravigliosa priva di ogni sacralità, perciò viviamo una vita artificiale che si è ridotta a una reazione di sostanze chimiche, infatti vediamo un mondo di plastica che è scintillante di apparenze ma falso, perché è privo di vita. Il nostro mondo è diventato un paese dei balocchi che accalappia i grulli con i divertimenti, perché il divertimento è la sola fonte di soddisfazione per troppe persone: questo è il prezzo che paghiamo per un progresso che è in crisi!

La perdita del senso del sacro è diventata l'ostacolo sul cammino della spiritualità, perché anche le teorie sciamaniche sono diventate dei simboli vuoti che servono come aride tecniche di autosuggestione per aggiustare i processi psicologici difettosi. Nel mondo della crisi che vediamo intorno abbiamo veramente bisogno di rivolgerci a qualcosa di più grande e di maggiore che vada molto oltre l'aiuto che possono offrire gli amici.

Nel mondo tumultuoso in cui viviamo siamo molto fortunati se in noi è riuscita a sopravvivere un'inclinazione per la vita spirituale, e se riusciamo a trovare l'aiuto appropriato in una tradizione viva, perciò siamo fortunati se riusciamo ad aprirci alle energie sacre che ci guariscono e ci benedicono. Oggi sappiamo che il benessere non dipende più soltanto dal mondo, ma che abbiamo bisogno anche di sentire la forza di qualcosa di più grande. Queste concezioni sono riconosciute come un qualcosa di grande e di vivo: così sentiamo di poter entrare in comunione con delle forze vive e creative che si manifestano nella nostra vita.

Ma come sentire e sviluppare il senso del sacro? Possiamo ricordare che tutto è sacro, ricordare in ogni momento che lo spazio e la luce sono sacri, ricordare che ogni apparenza è bella se superiamo il pregiudizio di ciò che ci appare, e se riconosciamo la natura vibrante e radiosa che è esistente anche nei fenomeni. Ricordiamo sempre che in tutti gli esseri vive la natura del Buddha. Ogni giorno dobbiamo aprirci alla bellezza del mondo, dobbiamo aprire il nostro cuore e la nostra mente alle prospettive grandi che vanno oltre le nostre preoccupazioni quotidiane: questo significa fare esperienza del sacro.

Quando si lavora con gli elementi del sacro si lavora sull'esperienza della vita, perciò conoscere gli elementi naturali, vedere la loro bellezza e saper apprezzare i loro rapporti reciproci significa riconoscere la loro bellezza e riconoscere che non siamo lasciati mai da soli: e questo significa entrare nella sacra danza degli elementi. Vivere così significa sentire che abitiamo in un mondo vivo, in un mondo ricco di mistero, e questo ci dona delle potenzialità sempre più elevate.

Buona erranza
Sharatan



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