"Se conosci il trucco, c'è felicità anche all'inferno"
(Proverbio tibetano)
I tibetani insegnano che un Buddha può apparire in ogni regno dell'esistenza anche nei regni infernali, infatti possiamo trovare la chiara natura del Buddha in ogni forma di esperienza, perché questa condizione è insita anche nella negatività dell'odio e dell'avidità. Il tantra afferma che la realtà è ciò che appare nel risultato della interazione degli elementi, perciò comprendere il meccanismo della realtà può modificare la qualità della vita.
Se riusciamo a cambiare la percezione del mondo possiamo cambiare anche la realtà che vi è collegata: se il nostro mondo interiore nasce dal flusso dei fenomeni possiamo imparare ad annullare i flussi negativi per valorizzare quelli positivi. Per fare questo processo dobbiamo ipotizzare che ciò che pensiamo come mondo reale potrebbe non essere tale, infatti molte cose del mondo sembrano vere ma sono false. Tanti insegnamenti dicono che la vita va vissuta vedendo l'aspetto migliore che essa possiede e rifiutandone il lato peggiore, perché la felicità appartiene a chi sa gustare e valorizzare il meglio di ciò che possiede.
La vita viene paragonata alla partecipazione a un banchetto in cui non è bene mangiare tutto quello che è stato imbandito, perché alcuni cibi offerti sono indigesti, dei cibi sono nocivi e altri sono inadatti al nostro palato, perciò questo banchetto prevede una selezione delle pietanze. Se la nostra percezione della qualità diventa adeguata è evidente che anche il nostro vivere diventa un buon mangiare, in quanto impariamo a cercare i cibi migliori.
Una buona pratica spirituale è la migliore difesa contro la negatività, infatti il bon e il buddismo tibetano insegnano che tutti i 6 regni dell'esistenza ciclica esistono negli uomini. Al nostro interno sono depositati tutti i semi che si possono creare, e le varie forme di esistenza che è possibile sperimentare. Tutti i tipi di semi esistono come potenzialità, perché le tracce karmiche delle vite passate ci hanno lasciato delle tracce che possiamo reiterare o meno. Le nostre energie sono state strutturate dal nostro passato atavico causando una abitudine preferenziale ad attivare una determinata polarità dei chakra, perciò dobbiamo imparare a coltivare le nostre caratteristiche innate modificando al meglio la nostra polarità interiore.
Per evitare il perpetuarsi della negatività dei nostri depositi karmici ci sono pratiche per purificare le tracce e per impedire la rinascita infelice nei regni inferiori. Le pratiche tantriche insegnano a purificare le emozioni negative e a valorizzare il nostro aspetto positivo, perché ogni chakra può funzionare sul polo positivo oppure su quello negativo. Nei chakra abbiamo la capacità di attivare il tipo di esperienza desiderata se impariamo a fissare l'attenzione sull'esperienza relativa, infatti l'attenzione e la concentrazione hanno la capacità di caricarci magneticamente come dimostra la pratica yoga.
Molte tecniche yogiche evocano le qualità che sostengono un determinato aspetto mentale del soggetto se la sua coscienza è concentrata su un punto specifico, infatti essa rinforza quelle tipiche sfumature. Noi facciamo esperienza dei due poli opposti dell'esistenza, cioè del lato positivo o negativo della vita quando sentiamo le percezioni del corpo, poiché le sensazioni corporee sono condizionate dai sentimenti. Seppure la mente non venga determinata solo dalla percezione del corpo è pur vero che ogni cambiamento della nostra condizione mentale si ripercuote sempre sul corpo.
Non si tratta di imparare solo a fare spazio all'esperienza interiore ridestata dall'attivazione dei chakra, ma si tratta di trasferire l'esperienza percettiva sul polo positivo dei chakra perché essi sono dei trasformatori, perciò dobbiamo farli funzionare attivando il polo positivo piuttosto che il negativo. Questo spiega perché la mente che viene continuamente concentrata sulla positività trova delle forze che sostengono la gioia di vivere, mentre quella attratta dal negativo subisce l'influsso della negatività.
Gli insegnamenti dicono che la mente viene protetta se è concentrata su cose belle o sacre, perché le immagini sacre, i mandala e le preghiere sono considerate delle potenti forme di protezione mentale. Secondo tante concezioni, il Bello e il sacro sostengono la bellezza della vita, mentre il dolore e la paura deprimono le forze fisiche e le risorse interiori. Sebbene il dolore sia una condizione inevitabile del vivere non dobbiamo essere addolorati più del tempo necessario, infatti non dobbiamo indugiare nel dolore. Anche per la morte di una persona cara dobbiamo mantenere il lutto solo per il tempo di superare il trauma, ma il crogiolarsi nel dolore alimenta la negatività.
Anche l'amore per la violenza e per la cronaca nera non fa che aumentare il gusto per la parte peggiore dell'indole umana. E' evidente che non possiamo essere indifferenti agli scandali, alla corruzione, ai delitti e alle guerre, perché non possiamo essere ciechi davanti alla bruttezza del male. Ma il rischio da evitare è quello di credere normale la condizione del male e la bruttezza, perché questo guasta la sensibilità rendendola grossolana, perciò arriviamo a credere come normali e umane delle azioni molto spregevoli.
Guardando il male ricordiamo che viviamo nel Samsara, perciò vediamo il male come l'elemento del regno del dolore e dell'imperfezione in cui viviamo, ma dobbiamo rinforzare solo la positività della nostra indole e la nostra gioia di vivere. La mente deve sentire la bellezza di vivere se vuole avere la forza di superare tutto il negativo del mondo. Solo la mente che viene continuamente rinforzata dalla gioia può annullare l'amarezza, infatti la mente che non crede nella bellezza di vivere diventa una mente debole e confusa, perciò diventa più indifesa davanti alla negatività.
Le energie vengono attratte dai chakra che assomigliano a ruote con raggi formati dai petali del fiore di loto, perciò la condizione di apertura e la qualità energetica che i chakra sanno captare influisce sulla qualità delle nostre esperienze, infatti i chakra sanno captare tutte le esperienze dei 6 regni dell'esistenza. Molte pratiche insegnano ad agire sui canali in cui circola il prana per stimolare la circolazione di un certo tipo di energia, perciò insegnano ad attivare uno specifico funzionamento che è finalizzato ad attirare le qualità positive per sfuggire a quelle negative.
Sappiamo che la negatività si ripete ogni volta che ci colleghiamo ai simboli e alle immagini negative che ci allontanano dal contatto con la mente naturale, in quanto la mente funziona come un magnete che attira la qualità della sua medesima polarità: il polo positivo attira il positivo, mentre il polo negativo attira la negatività. E' chiaro che la vita migliore è quella che piace, ma se non c'è scelta dobbiamo imparare a trasformandolo la vita in senso positivo. Molti credono che coltivare la positività sia vedere il bello anche dove non c'è, ma questo pensiero sarebbe un sintomo di idiozia e non di spiritualità.
Dobbiamo comprendere che essere fragili interiormente ci rende indifesi davanti alle cattiverie, perciò diventiamo recettivi alla rabbia o dell'angoscia: questo è il significato dell'essere vittime della negatività. Quando questo accade si diventa più vulnerabili alla malattia, alla depressione e alla distruttività, perché un prana che si è indebolito rende fragile il corpo e la mente. Quando la mente resta a rimuginare sul lato peggiore della vita diventa una mente che affoga nella negatività e nel rancore dei torti ricevuti: questo è il significato di reiterare la negatività.
Il maestri insegnano che il regno infernale dell'odio e della rabbia è collegato al chakra del centro del piede, il regno degli spiriti affamati nasce dall'avidità che è collegata al chakra segreto che si trova dietro ai genitali, il regno animale nasce nell'ignoranza collegata al lato negativo del chakra dell'ombelico. Il lato negativo del regno umano è la gelosia collegata allo sviluppo malsano del chakra del cuore, mentre il regno dei semidei o asura malvagi viene nell'orgoglio e nell'arroganza collegata allo squilibrio del chakra della gola, e il regno degli dei malvagi che amano la distrazione piacevole è collegato allo squilibrio del chakra della corona.
Le pratiche tantriche insegnano a concentrare l'attenzione sui chakra per rinforzarne le caratteristiche migliori poiché il prana e la mente si muovono assieme, perciò si dice che orientando l'attenzione in una direzione, si dirige e orienta in quella direzione anche l'energia. I maestri tantrici dicono che la realtà diventa la fusione perfetta dei due opposti di forma e vacuità, di beatitudine e di vacuità, di consapevolezza e di vacuità quando la nostra percezione filtra equilibrata nel canale centrale e rappresenta la nostra esperienza usando i due aspetti del vivere che sembrano in opposizione, ma che sono due aspetti inseparabili della vita.
Solitamente il prana scorre vigoroso in entrambi i canali laterali, e questo flusso trasporta un prana karmico che può avere la connotazione neutra, positiva o negativa: questo è il prana indifferenziato che forma il substrato di tutte le esperienze dualistiche percepite. In questo modo abbiamo la possibilità di fare esperienze che possiedono una connotazione neutra, positiva o negativa, perché nel canale centrale, che è molto sottile, scorre il prana indifferenziato che sa usare la consapevolezza non duale o "rigpa."
Nelle pratiche dei venti e dei canali sottili si impara ad aprire i chakra principali per portare la circolazione del prana dai canali laterali fino a quello centrale, in modo che le esperienze energetiche possano circolare in modo equilibrato. Ma, per fare la modifica della circolazione pranica è necessario essere disposti a rinunciare alla nostra abituale concezione duale, perciò è necessario imparare a dimorare nella mente che possiede la consapevolezza non duale del rigpa.
E' nel livello corporeo che il prana viene avvertito per il suo movimento e per gli effetti che produce, perciò questo è il livello in cui il tantra lavora maggiormente per renderci sensibili al prana, perciò il tantra usa la mente, l'immaginazione, la postura, il respiro e il movimento. Se sappiamo orientare le energie grossolane verso le dimensioni più raffinate possiamo apprezzare i livelli sottili delle esperienze, perché accrescendo la sensibilità percettiva sperimentiamo il livello di una vita migliore.
Riequilibrando il lato negativo del chakra della corona passiamo dalla distrazione piacevole alla compassione, uscendo dal negativo del chakra della gola cioè dall'orgoglio andiamo nella mitezza e nell'umiltà. Dal lato negativo del chakra del cuore cioè dalla gelosia passiamo all'apertura e alla disponibilità verso tutti gli esseri, perciò eliminando il negativo del chakra dell'ombelico cioé l'ignoranza si acquisisce la saggezza e la giusta discriminazione.
Dal negativo del chakra segreto, cioé dall'avidità passiamo alla generosità, come dal negativo del chakra della pianta dei piedi cioè dall'odio e dalla rabbia passiamo all'amore. Trovando l'amore evitiamo l'inferno, coltivando la generosità evitiamo la fame insaziabile, e acquisendo saggezza e discriminazione fuggiamo dal regno animale. Se sentiamo l'apertura dell'amore per tutti gli esseri viventi possiamo definirci dei veri esseri umano, se diventiamo umili e miti diventiamo semidei che ascendono tra gli asura, perciò provando la compassione siamo deva, cioè diventiamo come gli dei.
Questa è la correlazione tra la polarità giusta dei chakra e la qualità della vita, ma la modifica non è possibile con la sola comprensione mentale di un modo di essere e sentire. La rispondenza piena si ottiene solo se la consapevolezza e la presenza mentale all'obiettivo sono indissolubili, infatti la condizione deve essere una condizione totale e costante. La verità di questi obiettivi deve essere fusa con la base dell'essere e con la nostra mente affinché la finalità divenga indissolubile, e il lato negativo non abbia più il sopravvento.
E' necessario che il rapporto con l'idea divenga una costante idealità mentale, e l'esperienza positiva sia una condizione sostenuta anche quando le esperienze della vita la potrebbero far vacillare. L'immaginazione va collegata all'esperienza, perciò può avvenire che giungano delle emozioni negative ma non vanno negate o combattute, perché vanno accettate per quello che sono, cioè come stati momentanei e transitori che vanno lasciati svanire.
Una metafora dice che le emozioni sono come gli uccelli che si posano sugli alberi, perché sono come le creature che volano nel cielo e vengono per dirci ciò che non va, infatti le emozioni devono essere solo dei messaggeri. Non è necessario reprimere le emozioni, perché quando esse si dissolvono lascia uno spazio vuoto maggiore. Se guardiamo ciò che resta dopo che l'emozione è passata troviamo uno spazio che deve ospitare una consapevolezza maggiore. Ciò che resta dopo è solo un vuoto destinato a ospitare qualcosa di maggiore, cioè un vuoto adatto a contenere una maggiore consapevolezza.
Ogni cosa che segue un ciclo cosmico prevede uno vuoto in cui sorge l'essenza, infatti esiste sempre un spazio vuoto che è destinato ad ospitare delle nuove forme di vita: questa essenza è la base dell'esistenza cosmica. La base essenziale del vivere è riconoscere che lo spazio interiore e la maggiore consapevolezza sono due realtà inseparabili che devono essere integrabili tra loro. Ma lo impariamo solo se siamo persuasi che la nostra unica possibilità evolutiva sia nel trovare uno spazio e le strategie migliori per coltivare le qualità migliori della nostra essenza.
Buona erranza
Sharatan
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