martedì 27 novembre 2012

I frammenti dell'anima



"Credo che tutta la sofferenza sia causata dall'ignoranza.
La gente infligge dolore agli altri per inseguire egoisticamente
la propria felicità o soddisfazione."
(Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama)

La discesa nella materia riduce le potenzialità dell'anima, infatti il sistema energetico dell'anima che è immortale, viene limitato nello spazio della materia e nel tempo di pochi decenni, ma l'anima accetta di subire la doppia limitazione perché la vita sulla terra permette di fare le esperienze che la completano. La personalità viene formata mettendo assieme dei frammenti d'anima completi e altri da risanare e completare, perché l'incarnazione è basata sulla legge che prescrive un arricchimento dell'anima che viene suddiviso in più vite successive. Nell'incarnazione sperimentiamo l'applicazione spirituale della legge fisica di causa e effetto, e la regola è comunemente conosciuta come applicazione della legge del karma.

La legge karmica si basa sull'apprendimento sperimentato in modo personale e concreto, perciò la dinamica karmica ci mostra le conseguenze dei nostri comportamenti rivolgendo l'effetto di essi su colui che ha compiuto l'azione. La legge prescrive che è necessario ottemperare gli impegni che abbiamo contratto prima di poterci liberare dall'obbligo del ritorno nell'esistenza terrena, perciò dobbiamo fare esperienza. Ripetendo le vite, nelle varie esistenze viene cambiato solo il ruolo dell'attore karmico ma la lezione resta invariata, per cui il carnefice del passato rinasce come vittima di chi fu perseguitato: ricordiamo che la lezione dell'amore e della compassione è la base dell'apprendimento per tutti gli uomini.

Esiste un destino generale che è alla base dell'apprendimento necessario per essere definiti uomini che è rivolta a tutti, e riguarda il duro lavoro interiore che è necessario per acquisire le qualità umane di grande nobiltà interiore. Ma esistono anche dei compiti particolari che sono inerenti all'evoluzione del singolo che sono collegate alle variabili personali, e sono inerenti agli emendamenti delle carenze che abbiamo accumulato vivendo in molte vite. Il meccanismo karmico funziona con lo stesso meccanismo sia per i debiti che per i crediti che abbiamo accumulato definendo un bilancio personale del dare e dell'avere, e la dimostrazione di talenti e di attitudini che fanno parte delle nostre peculiarità.

Quando vediamo delle carenze e dei difetti in esseri che opprimono altri esseri senza un motivo effettivo vediamo delle difficoltà che si trascinano karmicamente da una vita precedente, e similmente avviene per le virtù. Sia i difetti che le virtù possono perdersi, perché ogni nuova rinascita serve per riconfermare e dimostrare i vizi, le virtù e le nostre attitudini, perciò ogni volta riprendiamo l'apprendimento dal punto in cui eravamo. L'apprendimento è come una riconquista di ciò che avevamo nella vita precedente e di quello che eravamo, però la ripetizione dimostra sempre un maggiore livello di abilità. Un esempio tipico è quello di Mozart che a pochi anni compose sinfonie perfette, poiché imparò l'esecuzione e la composizione con una velocità che dimostra come la sua anima certamente traeva da vite precedenti quelle geniali capacità musicali.

Tanti esempi che vediamo ovunque ci mostrano che alcuni sono molto più brillanti di altri, infatti molte forme di genialità sono collegate ai talenti che abbiamo già sviluppato. Solitamente vediamo le attitudini nel momento in cui si acquisiscono, mentre è molto più facile vederne l'ulteriore maturazione nelle vite seguenti. Rinascendo si conferma quello che è stato consolidato già in precedenza, ma dopo aggiungiamo apprendimenti ulteriori che sviluppano altre attitudini collegate alle tematiche che dobbiamo risolvere nell'incarnazione attuale. La regola mostra il possesso di un nucleo innato che viene sempre più consolidato, e che viene intessuto di pregi e di difetti, ma il fatto non ci deve stupire in quanto una virtù non è altro che l'opposta polarità e un diverso dosaggio del difetto.

Questo nucleo misto compone l'Io che progressivamente andiamo formando e migliorando, perciò le varie parti coesistono assieme nel nucleo interiore. Queste parti devono lavorare nella materia per integrarsi meglio, perciò la personalità attuale è un mandala composto da parti sane, parti insane e future potenzialità. La personalità attuale deve equilibrare tutti i suoi frammenti, perciò nella personalità si nascondono le sofferenze e le risorse che motivano la vita attuale. Le parti malate e le parti insane vivono assieme, ma sono divise dalle parti di grazia e d'amore che l'anima possiede perché queste sono la capacità possedute dall'anima di saper dimostrare l'amore, perciò sono una capacità sana della nostra personalità.

L'anima è molto ampia, perciò può ospitare molte parti, infatti ospita molte componenti diverse e molti nuclei diversi nello stesso Io. L'anima può ospitare contemporaneamente la parte che ama, la parte che soffre, la parte che ha paura, la parte che sa offrire conforto, la parte amorevole e la parte compassionevole, e così via. Se l'insieme delle parti non viene integrato in un armonico fluire vediamo una disgregazione, oppure vediamo parti incomplete le cui funzioni disturbate creano una personalità disarmonica. Una personalità viene sviluppata in modo equilibrato se l'anima riesce a fluire armoniosamente attraverso tutte le sue componenti interiori mentre esse entrano a contatto con la componente fisica nell'interazione con l'esterno.

Questo spiega la necessità del lavoro sulla personalità, perché una personalità perfettamente equilibrata è molto rara, infatti la personalità si ammala e può soffrire di fobie e può riversare la sua sofferenza anche nella parte animica. La vita dell'anima inizia prima della vita fisica e va oltre la vita, perché prosegue l'evoluzione ma può venire rallentata. Un'anima può rallentare vivendo delle esistenze che non sembrano portare una maturazione spirituale, ma non sappiamo mai la vera realtà dell'evoluzione altrui, e il loro modo di perseguire un perfezionamento. L'apparenza inganna nel mondo concreto e lo stesso avviene nel mondo spirituale, perciò non si deve giudicare la qualità del destino degli altri, perché non possiamo vedere quello che c'è dietro l'apparenza.

Tutte le difficoltà personali che sentiamo come ingiuste e immeritate sono conseguenze di nostre azioni passate, perciò se riscattiamo il passato andiamo verso la libertà futura. La personalità è plasmata per diventare lo strumento ottimale per l'evoluzione dell'anima, e l'involucro fisico sensoriale è lo strumento che filtra l'energia e offre l'apprendimento, perché questa è il senso dell'esperienza. Ogni personalità assume la sua tonalità particolare e la sua sfumatura specifica, perciò ogni configurazione dipendente da molti fattori. Ciò che ripetiamo è la dominante peculiare che abbiamo nella sfumatura energetica che esprimiamo nelle nostre manifestazioni, perciò quello che siamo viene mostrato dal nostro modo di agire. Il nostro tratto peculiare viene rivelato dalle nostre azioni, perché in esse traspare la nota dominante che dimostra la nostra essenza.

Una considerazione ulteriore merita la qualità del copione interpretato dall'attore karmico che vive nell'anima, perciò il ruolo che il soggetto ha deciso di interpretare. La personalità risulta da tutti i frammenti che vengono integrati nella dominante interiore quando essi sono modulati meglio e sono fusi dall'amore e dalla compassione, perciò vediamo l'entità umana che vive nella vita che è più funzionale alle sue finalità evolutive. L'anima accetta di vivere le condizioni migliori per riuscire a risanare le sue carenze, e rafforzare le sue qualità. La vita che ne risulta è il progetto che viene tracciato dall'entità in accordo con le forze spirituali che definiscono l'evoluzione umana singola e collettiva.

Nella parte che va reintegrata vediamo la dimensione che sperimenta il dolore, la malattia mentale, la psicosi e altri dolori, perché è il dolore delle parti malate che limita la gioia di vivere. Il problema è nella personalità che si riveste della forza dell'ego e non della forza dell'anima per trovare la fonte da cui ricavare l'energia da usare nella vita, perciò la personalità viene sommersa se usa le tendenze egoiche che soffocano la vera natura dell'essere. Solo quando la personalità entra nella sua parte più profonda si collega alla vera forza dell'anima, infatti la coscienza vive nell'interiorità più profonda e non è mai visibile nella maschera con cui nascondiamo il nostro essere vero.

Molti non trovano l'equilibrio interno perché la loro personalità vive scissa dall'anima, perciò non riceve la forza della sua vitalità, infatti percepisce questo malessere profondo. Queste persone soffrono, perché hanno smarrito il rifugio sicuro che può offrire l'anima e non ricevono il solo conforto che può ritemprare la gioia di vivere. Questa condizione è in coloro che non hanno un solido punto di riferimento interiore, perciò essi agiscono esteriormente in modo illogico muovendosi contro il loro stesso tornaconto. Queste persone si sono smarrite rinnegando la forza dell'anima perdendo ogni legame con la loro vera origine, perciò sono diventati degli esclusi della vita.

Quando una persona è equilibrata non traccia dei confini tra la sua personalità e la sua anima, perciò vive sentendo questa completezza nell'esperienza di appagamento sentendo una forza da cui attinge risorse utili per realizzare la vita. Una persona così rinforzata si sente in grado di assumersi il governo della sua vita, perciò si sente completamente responsabile di sé e delle sue azioni. Per diventare così forti è necessario faticare molto tempo, perché è necessaria grande maturità e molto coraggio per riconoscere che ogni comportamento comporta di saper affrontare le conseguenze di ciò che facciamo. E' necessario molto tempo per imparare che se ciò che produciamo non ci piace dobbiamo cambiare le azioni, perché questa è una lezione molto difficile.

Comprendere che dobbiamo modificare le azioni che portano gli effetti che non piacciono è un processo lento e faticoso che viene compiuto facendo un percorso che può essere colmo di errori. La densità della materia è il fattore più utile per questo scopo, infatti la lentezza delle ripercussioni delle azioni materiali è un fattore che gioca in nostro favore offrendo il tempo necessario per comprendere meglio, e per modificare lo schema delle azioni sbagliate. L'esperienza materiale permette di provare e di riprovare più volte, perciò permette un lento maturare del peso delle nostre azioni, perciò la materia evita lo svantaggio dell'eccessiva velocità.

La conoscenza nel mondo diventa un ostacolo all'apprendimento quando l'azione viene ripetuta troppe volte senza nessuna maturazione, e l'anima ripete inutilmente molte incarnazioni. Spesso lo sguardo rivolto solo alle apparenze vede le conseguenze delle azioni come delle ingiustizie patite, perciò la persona diventa rabbiosa e ostile alla vita arrivando a rinnegare i suoi errori vedendoli come delle cose non gli appartengono. Il passato non può essere modificato, ma deve essere digerito ed essere metabolizzato, perciò va riconosciuta la qualità delle reazione del passato. La liberazione dal passato inizia quando comprendiamo che dobbiamo modificare il presente, perché la cosa importante non sono gli eventi trascorsi ma sono le nostre reazioni presenti.

La reazione di causa e di effetto riflette il funzionamento del mondo fisico e del mondo spirituale, infatti la legge karmica ha la stessa dinamica della legge fisica. Il destino umano è una dinamica prodotta in scala minore simile all'armonica universale che avviene su una scala molto maggiore, però tutte le forme di riequilibrio energetico funzionano allo stesso modo. Come vediamo lo svolgersi di compiti karmici nei destini dei singoli uomini dobbiamo sapere che esistono dei compiti che devono essere svolti dai singoli popoli e dalle varie razze umane, perché tutti si devono assumere dei compiti per far progredire l'evoluzione generale della terra, e che tutto è inserito nel quadro dell'evoluzione cosmica.

Il karma segue la regola della terza legge fisica della dinamica nella quale è postulato che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, perciò il karma è la legge universale essenziale per regolare gli squilibri dinamici del cosmo. Questa legge è una regola essenziale per ripristinare l'equilibrio delle cose, perciò dobbiamo imparare a vederla come una regola di tipo impersonale. Noi vediamo l'applicazione personale quando la forza dell'intenzione emessa ritorna alla fonte che ha emesso la forza, perciò vediamo chi ha emesso l'energia che sperimenta la qualità delle reazioni alle sue azioni, perché l'apprendimento concreto è la forma migliore di insegnamento, e fa sperimentare meglio la qualità delle energie.

Chi prova odio per gli altri uomini vede l'odio che gli ritorna indietro, e chi prova l'amore vede tornare tutto l'amore che ha inviato, perciò chi vive con amore viene circondato dall'amore di chi gli vuol bene. La regola karmica guida i nostri comportamenti quando ci insegna che dobbiamo considerare il mondo come se fosse una parte di noi: l'affermazione della legge ci dice che si raccoglie sempre quello che si è seminato. Per la verità il karma non possiede delle connotazioni personali perché la morale fa parte della dimensione umana, infatti una morale diventa una dimensione che può variare con il mondo, mentre il karma è una regolamentazione imparziale degli squilibri energetici del cosmo.

Il karma è lo strumento che aiuterà l'umanità a diventare più consapevole e responsabile dei suoi comportamenti, perché è un maestro che non fa favoritismi e che non è soggetto alle simpatie e alle antipatie personali. Quando vediamo che la regola sembra disattesa ricordiamo che l'apparenza è sempre ingannevole, perché un ritardo nella reazione dimostra solo che la catena di cause non si è ancora conclusa. Nel ritardo dobbiamo vedere solo che lo squilibrio non si è completamente attuato, perciò che non si è ancora maturata la situazione che richiede il pareggio nell'azione del riequilibrio.

Se una causa non finisce di produrre i suoi effetti è evidente che non si può avviare nessun riequilibrio delle forze perturbate. Se valutiamo l'aspetto karmico personale vediamo che un pareggio dei conti nel riequilibrio del bilancio personale non può essere attuato in una sola vita, perciò il karma viene sempre pagato a rate, infatti tutto il conto viene saldato nel corso di molte esistenze. La libertà è una merce molto rara e costosa, perciò non possiamo saldarla in una sola vita, infatti non è possibile conquistata in una volta e pagarla interamente, perciò diventiamo liberi sempre più se in ogni giorno acquistiamo un pezzetto di quello che ci garantisce un futuro di libertà.

Buona erranza
Sharatan



Nessun commento: