venerdì 3 maggio 2013

Un nutrimento supremo



«Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
(Matteo 4,4)

Secondo Gurdjieff, l’alimento più importante per la macchina umana sono le impressioni, infatti sul viso abbiamo tre bocche, ovvero gli occhi, le narici e la bocca. Queste bocche sono strutturate per afferrare diversi tipi di impressioni sensoriali, perché le diverse percezioni forniscono delle energie di tipo diverso. Se una persona è depressa si disinteressa anche di respirare e di mangiare, ma può tornare allegra se riceve una lettera con una bella notizia. Chiaramente, conviene Gurdjieff, una lettera non può ritenersi nutriente come un buon cibo, ma essa rivitalizza il depresso anche meglio del cibo concreto.

Questa è una cosa molto importante sul ruolo dei tre nutrimenti, e soprattutto dobbiamo capire il ruolo delle impressioni sensoriali. Tutto ciò che leggiamo, che ascoltiamo e quello che vediamo costituisce una serie di impressioni che entrano nel nostro ordinamento interno. La vita viene connotata dal continuo fluire di impressioni e dal modo con cui reagiamo alle impressioni, perciò dobbiamo sempre reagire in modo corretto. Le impressioni di cui parla Gurdjieff sono delle realtà psicologiche dotate di una materia diversa da quella dell’aria e del cibo che nutre.

Le impressioni servono per costruire la vita, ma poi siamo esposti alle cattive notizie, alle critiche, ai rimproveri e alle polemiche, e queste impressioni non possono dare il nutrimento adatto per aumentare la gioia di vivere. Se riceviamo un complimento, un sorriso o sentiamo una parola che viene a confortarci ci sentiamo rinforzati e sollevati, e questo avviene perché le impressioni muovono una materia molto delicata. Sprechiamo la vita a cercare l’apprezzamento e l’approvazione per costruire l'essere che vogliono gli altri, e fatichiamo a controllare i sentimenti negativi che ci travagliano.

Quando la vita interiore è carente di risorse interiori crea l'essere debole che cerca l’appoggio dei molti e la maggioranza osanna il valore primario della fama e della considerazione esteriore. Quando valori di questo genere diventano prevalenti, la vita psicologica delle persone si basa sulla vanità, perciò si cade in depressione se non si viene considerati. Questo stile di vita sviluppa una Falsa Personalità che pretende l'omaggio della sua persona e, quando sbaglia, incolpa il destino o le altre persone della sua disfatta.

Quello che è stato descritto è l’individuo privo di Centro di Gravità che esiste solo in funzione degli altri. Costui viene controllato con gli elogi e le lodi, ma la difficoltà lo getta in basso e il successo lo spinge alle stelle: questi sentimenti sono sbagliati, perché il suo sentire proviene dalla percezione distorta della persona. Così si educa un cane abituato a obbedire in modo ottuso che viene blandito o sottomesso, perciò diventiamo un cane che aspetta la carezza o che teme il rimprovero del suo padrone.

Se c'è un’adunanza di persone simili vediamo la riunione di cani che fanno a gara a chi abbaia più forte, perché ognuno cerca di prevaricare l’abbaiare dell'altro. Così avviene in molte assemblee amichevoli, ed esistono anche le riunioni di persone che covano gatti, tigri, orsi o serpenti che causano riunioni assai peggiori. Con questo esempio Gurdjieff vuol dire che molti permettono agli animali di gestire la materia delicata delle loro emozioni, perciò tutta la loro vita interiore si mantiene a livello animale.

Il problema è fare attenzione al luogo in cui cadono le impressioni, perché noi conserviamo anche la memoria dei comportamenti animali che vengono dal lato istintivo. Dobbiamo sapere dove vanno le impressioni e capire che gli animali vivono ancora nei piccoli io, che è il lato più ignorante e ottuso che tutti abbiamo. Il lato inconscio impersona la parte più inconfessabile o incontrollabile del nostro essere, poiché tutti hanno un interno che è diverso dall'esterno, perciò il nostro lato oscuro va conosciuto. L’osservazione di sé viene per aiutare a distinguere tra la Falsa Personalità e l’Io Reale.

Se facciamo delle analisi superficiali non vediamo la struttura interna, perciò crediamo di conoscere e non sappiamo, e l’ignoranza limita una migliore conoscenza. Se viviamo alla superficie delle cose non sappiamo riconoscere la qualità di influenze sottili che possono nutrire l’Essenza e farla crescere, togliendo lo spazio alla Falsa Personalità. Ma, l’ignoranza e la menzogna sono la barriera che impedisce di percepire le influenze curative che “discendono dall’Ottava Laterale del Raggio della Creazione” avverte Gurdjieff.

Se crediamo di essere perfetti quando facciamo le stupidaggini ci affanniamo a cercare mille giustificazioni per non ammettere di aver sbagliato. Quando le impressioni vanno a cadere al livello più profondo si inizia a vivere in modo nuovo, perché nello strato più profondo esiste un nuovo mondo. Il discorso è psicologico ma insegna che abbiamo bisogno di avere tante impressioni diverse, perché siamo un microcosmo correlato al cosmo maggiore. Avere una consapevolezza così elevata richiede uno sforzo continuo di auto-analisi per affrontare una crescita dolorosa e necessaria.

La percezione umana può essere molto raffinata, infatti il gusto insegna come discernere tra un pasto di cose buone e uno di alimenti cattivi o sgradevoli. Anche la vista partecipa al gusto e il palato viene rafforzato dagli occhi nella contemplazione della bellezza. Il problema è il fatto che le persone hanno perso la raffinatezza delle percezioni, e che tutti si sentono soli e isolati, perciò pochi sanno stare in relazione armoniosa con il mondo. Questo significa che un macchinario stupendamente strutturato per andare al massimo dei giri, si riduce a vivere al minimo delle sue prestazioni.

Noi viviamo contemporaneamente in tanti mondi diversi, ma ci dimentichiamo di vivere nel realtà della vita organica della Terra, perciò disprezziamo il fatto che la Terra offra gli alimenti necessari per vivere e sentire il gusto della vita. Abbiamo tutte le strutture adatte per gustare, odorare, toccare e vedere la bellezza che la natura offre spontaneamente, ma facciamo fatica a vedere oltre la fine del naso. Tutte le attività che nutrono la vita sono associate al Centro Istintivo, perciò esso filtra la nostra capacità di gustare la vita. Questo stesso Centro aiuta a costruire la prima vita ossia la vita istintiva d’impressioni.

Gurdjieff dice che, prima di tutto un alimento è una impressione, e solo dopo diventa una sostanza cioè un cibo fisico. E’ l’impressione che produce l’appetito e la sostanza produce la nutrizione, perciò ignorare questo significa ignorare come poter nutrire la nostra vita. Il cibo insipido è meno appagante del cibo ricco e gustoso, perché l’impressione istintiva è alla base della qualità della vita, perciò l’alimento supremo per nutrirci sono le impressioni più raffinate.

Se pensiamo al gusto comprendiamo la differenza tra cibo buono e cibo cattivo, e la medesima impressione la sentiamo nel Ricordo di Sé quando assaporiamo il gusto sottile e inconfondibile del nostro Io che si ridesta. Secondo Gurdjieff, un momento di Ricordo di Sé offre a ogni cellula del corpo un’energia che non può essere fornita da nessun altro cibo, perché ricordando noi riceviamo lo Shock che riesce a risvegliare il Sé Reale.

Il ricordo fornisce l’alimento raffinato e tonico del Primo Shock Cosciente che si radica internamente diventando un tutt'uno con il Lavoro, e se dimentichiamo quel sapore dobbiamo ricercarlo. Perdiamo tempo in polemiche ridicole, nelle giustificazioni, nel vivere di teorie sul Lavoro senza fare concretamente nulla. Il Ricordo di Sé abolisce il pensiero per far sorgere la luce che rivela una percezione accentuata in cui tutto diventa molto vivido, perciò arriva più luce, più colore e sentiamo maggiori impressioni. Se l’organismo è occupato a registrare molti dati, il tempo diventa più leggero e scorre veloce e fluido, perciò la nostra vita diventa un dolce navigare.

Gurdjieff dice che le cellule del corpo possono avere una vitalità eccezionale quando ricevono il nutrimento contenuto nel Ricordo di Sé. Siamo abituati alla vita ipnotica di identificazioni inutili e di preoccupazioni per cose sciocche che crediamo importanti, ma che non portano a nulla. Stiamo a rimuginare sui torti e sulle vittorie che abbiamo o che vogliamo, perciò tutta la gran massa di impressioni negative che percepiamo impediscono il ricordo.

Quando affrontiamo le prove e le tensioni della vita non ci ricordiamo di noi, perciò dobbiamo confidare nella forza che viene da un’altra direzione e non dalla vita. Per ricordare dobbiamo uscire dalla meccanicità che ottunde e lasciare le comodità, perciò questo diventa doloroso. Ma il disagio iniziale serve per farci diventare malleabili e ricettivi agli influssi di qualità superiore delle meschinità dei “piccoli io” che occupano il nostro mondo interno.

Ouspensky dice che tutti ospitano piccoli esseri meschini che possono farci ammalare, perché quando ci identifichiamo con qualsiasi cosa subiamo il suo dominio. Tutto quello che ci assoggetta, ci domina. Ma la conoscenza della struttura del mondo interno elimina ciò che si oppone al nostro benessere, perché non vuole l’armonia che sorge in noi. Dobbiamo conoscere il processo della percezione e della separazione interiore per poter riconoscere la parte vera e la parte falsa che abbiamo, perciò sapremo la parte che ha buona volontà e la parte che ci boicotta.

Riceviamo le impressioni in diversi modi, infatti percepiamo con i sensi ma anche tramite il nostro Io, seppure l’impressione più elevata sia quella che proviamo quando avviene il risveglio dell’Io Reale. Questa percezione non può venire dal mondo esterno, però mentre essa sorge sentiamo che e impressioni esterne si fondono con l’essere e diventano una risonanza che si modula con l'accordo che viene emesso dall’Io che sta percependo.

L'impressione che arriva con il Ricordo di Sé è una percezione piena di bellezza, ma se l'impressione arriva negli strati degli io negativi, anche la cosa più meravigliosa diventa orrenda. Quando siamo nello stato negativo, tutto perde il suo sapore e il senso, perciò quando una cosa non ha più senso non può dare alcuna impressione. Allora la domanda principale diventa: “Con quale alimento scelgo di nutrirmi?”

Se siamo negativi ci nutriamo di impressioni sgradevoli e se siamo depressi ci nutriamo di cose tristi e deprimenti, ma questo pensare malsano inquina tutta la macchina umana. Se usiamo un cibo scadente la nostra vita riceve poca vitalità, perciò entriamo nella fase di entropia. Nello stato entropico non facciamo più nessuno scambio energetico, perciò tutto l’apparato rischia di crollare per esaurimento di forze.

Il Ricordo di Sé impedisce questo indebolimento dell'Io, perché diminuisce l’entropia e aumenta la forza di attrazione del nostro io e la capacità di sentire la vita interiore. L'identificazione indebolisce l'essere, perché gli impedisce di distinguere tra il Sé e la sua vita esterna. Il Ricordo di Sé aumenta la percezione dell'essere e il suo potenziale di reazione, perché l'essere ritrova la potente forza che gli proviene dai Centri Superiori.

Buona erranza
Sharatan

2 commenti:

luca ha detto...

Gurdjieff è stato uno dei primi autori che ho letto quando ho cominciato ad interessarmi alla ricerca.
Trovo molto giusto ciò che hai scritto, senza il ricordo di sè non si possono fare tutti i passi successivi, continuiamo a essere macchine , che vengono sballottate come marionette, da tutto ciò che ci accade, i piccoli io la fanno da padrone e siamo intasati da emozioni che non riusciamoa vivere appieno ne a governare.

C'è da dire che all'inizio, quando cominciano a cadere i primi "ammortizzatori" che ci eravam costruiti, e aumenta un minimo il ricordo di sè la prima sensazione è di paura quasi, ma poi col tempo le cose migliorano, e ci permettono di affrontare meglio il presente, il futuro ed anche il passato.
Ricapitolare , come diceva Castaneda, il passato quando siamo più presenti, fa capire esciogliere molte situaizoni che ci portavamo dentro ingarbugliare.

Sharatan ain al Rami ha detto...

Caro Luca, senza dubbio Gurdjieff è un autore essenziale per il ricercatore. Hai ragione su tutta la linea.

Usando una terminologia castanediana direi che sei "impeccabile" nell'integrare questi aspetti del mio ragionamento.

Il discorso del primo affiorare del ricordo vede anche il disgusto per quello che eravamo che si assomma alla paura di non riuscire a migliorare. Lo sforzo ha senso solo se accettiamo la nostra incompletezza e impotenza a fare.

Il pensiero di Gurdjieff ha mille sfumature affascinanti. Avrai capito che io faccio una sorta di ricapitolare quando scrivo i miei post. Grazie per il commento.