"Io sono la via, la verità e la vita;
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me."
(Giovanni 14,6)
Il maestro Omraam Mikhael Aivanhov dice che, da molti secoli, i cristiani riflettono sulla resurrezione dei morti e sul Giudizio finale, ma l’argomento resta sempre più oscuro. La maggioranza pensa la resurrezione come il fatto che, quando si muore, si viene sepolti e da quel momento, nel chiuso della tomba, aspettiamo che venga la fine dei tempi. A quel punto, al suono della tromba dell’Angelo del Giudizio, tutti i morti riprendono i loro corpi e si presentano al Giudizio finale per essere giudicati. In sostanza, si crede che tutti gli uomini morti nella storia umana risorgeranno nei tempi finali. Ma l’idea è bizzarra e illogica per una serie di motivi.
Innanzitutto, dice il maestro Aivhanov, quando l’uomo muore vengono gli Spiriti degli elementi e prendono l’acqua, il fuoco, l’aria e la terra che compongono l’involucro fisico. Il corpo si decompone per questo motivo, poiché le particelle degli esseri elementali concorrono a creare nuove forme materiali. E allora, da dove prenderemo la materia per rifare i corpi di tutti quelli che sono risorti? Poi riflettiamo sul fatto che la valle del Giudizio sarà un posto pieno di tante strane tipologie di uomini, perché sarebbero tutti risorti. Dove metteremo tutti quelli che sono ritornati?
Vedremo le persone fare una fila infinita per essere giudicati, mentre i giudici divini saranno oberati dalle richieste e dalle lamentele dei condannati. Tutto deve essere ricostituito perciò è necessario portare le prove a nostro discarico oppure porteremo i corpi del reato, mentre i giudici celesti dovranno ascoltare le peggiori miserie e i dolori più grandi dell’umanità intera. Se pensiamo ai mostri e agli assassini vissuti in tutti i tempi immaginiamo che sarà difficile resistere per quei giudici, benché divini, il dover ascoltare tante miserie e tante brutture sarà un lavoro tremendo. E poi, riflettiamo sul fatto che l’attesa del giudizio, rinchiusi nella tomba, sarà di una noia mortale!
Gli uomini più sfortunati sono quelli nati nei tempi preistorici, perchè dovranno aspettare più a lungo di tutti gli altri. E già questa mi sembra un’ingiustizia bella e buona, anche se tutti devono aspettare con pazienza il loro turno. Immaginiamo la dose di pazienza che sarò necessaria per restare immobili nella bara per millenni? E poi quanto spreco è il tenere l’umanità inattiva nelle tombe, mentre l’economia generale prevede che tutti devono essere attivi. Dio è molto operoso e creativo, perciò come può aver ideato una cosa così illogica?
La risposta di Aivhanov è che la resurrezione dei morti e il Giudizio finale, per come la pensano i cristiani, è un'idea inverosimile e contraria alla logica, alla giustizia e al buon senso. Pur ammettendo che i morti possano risorgere dobbiamo pensare che non c’è giustizia nell’essere giudicati in base a una unica vita. Anche vivendo come Matusalemme, il tempo è troppo ridotto rispetto all’eternità. Tutti sarebbero giudicati in base a una esistenza limitata che può essere di mesi o giorni. In assurdo, quasi tutti avrebbero più dormito che vissuto e, avendo dormito, hanno vissuto come esseri inutili. E l’essere inutili è la condizione di sterilità spirituale che costituisce il peggiore peccato degli uomini.
Il Giudizio finale, per come lo si gira non funziona per nulla, e resta un fatto ingiusto e illogico. Le persone sono chiuse per millenni nelle tombe e non hanno la possibilità di riscattare e riparare i loro errori. Si muore e si viene sepolti senza altre possibilità in alternativa: la cosa è ingiusta e va pensata diversamente. Se dirigiamo un’azienda che vuole avere sempre in ordine i suoi conti, dobbiamo fare dei controlli periodici dei bilanci dell’impresa. Un tesoriere è tranquillo se fa verifiche periodiche del denaro che è in cassa. Un buon amministratore non aspetta certo i millenni per controllare l’andamento economico della sua impresa.
Ogni volta che c’è un controllo di cassa viene emesso un giudizio sull’andamento dell’impresa: lo stesso avviene nel regno celeste. Sarebbe troppo crudele far aspettare per millenni i poveri figli di Dio per aggiustare i loro debiti e saldare i crediti, perché non si permette di accumulare troppo lavoro. Se i nostri bilanci karmici fossero derogati per millenni, saremmo oberati dal lavoro. Infatti, quando si muore c’è il giudizio su quella vita. Quando, in alto, si pensa che l’uomo abbia vissuto abbastanza e si crede che l’individuo abbia concluso il suo lavoro… gli si dice di fare i bagagli, di partire e di ritornare a casa.
Per aiutare gli uomini, l’Intelligenza cosmica, nel corso della vita, ci sottopone a delle prove e anche queste prove sono paragonabili a dei piccoli giudizi. Queste forme di giudizio non sono mai dei giudizi finali, perché non ci sono mai condanne definitive, perciò tutti i giudizi divini vanno pensati come penultimi giudizi. E se ci illudiamo che morendo si resta nella tomba, tranquilli e distesi a riposare, ci illudiamo. Certamente si deve lasciare il corpo a decomporre, ma si continua a crescere e imparare a un livello diverso. Poi il nostro spirito ritorna sulla terra per l’apprendimento, perché la vita continua sempre. Si sappia che nessun morto torna, perché non c’è vita nella morte: solo la vita può dare la vita e la resurrezione, come disse Gesù. Considerato il nostro grado evolutivo, dice il maestro Aivhanov, gli uomini hanno bisogno di molti cicli di reincarnazione per diventare perfetti.
Gesù disse: “Io sono la via, la verità e la vita” perciò sappiamo che possiamo risorgere. Sappiamo che possiamo accelerare la nostra trasformazione e la nostra resurrezione avviene se accelleriamo il processo lavorando sui nostri pensieri, sui nostri sentimenti e sulle nostre azioni. E non solo, infatti la resurrezione fu insegnata nei templi dei misteri dagli iniziati per millenni. Tutti quei grandi maestri insegnarono che non è necessario aspettare di essere nella tomba per combattere le nostre debolezze, i nostri vizi e le nostre malattie. Insegnarono che dobbiamo fare un miglioramento interno per avere la resurrezione del corpo nel corso della vita.
Per risorgere dobbiamo cercare di diventare perfetti, secondo il maestro Aivanhov, perciò dobbiamo conquistare una purezza perfetta e una vibrazione molto intensa. Tutti quelli che hanno un’intensa vita spirituale sono esseri che si preparano a risorgere. L’uomo diventa una tomba quando le sue cellule sono spente e inattive, perciò per aprire la tomba dobbiamo ritrovare il calore e l'acqua ossia luce e amore. L’acqua è simbolo di ciò che offre la vita, mentre il calore è il sole che ci dà l’impulso alla crescita. L’acqua è veicolo di vita, perciò se le cellule vengono risvegliate, l’essere si espande e non resta più lo stesso. La tomba si apre quando l’anima rinasce alla vita.
Un’immagine molto usata per descrivere l’anima resuscitata è quella della farfalla, perché la farfalla è una creatura resuscitata. All’inizio la farfalla era un bruco perciò era un verme privo di grazia e bellezza che sa fare il bozzolo. Dopo averlo fatto, si addormenta e dal bozzolo esce una farfalla. Ma cosa è avvenuto durante il sonno della crisalide? E' successo che il bruco è diventato farfalla perché aveva già avviato una trasformazione, anche se quella metamorfosi non si vedeva. Lo stesso fenomeno accade agli uomini che, per molte ragioni, si possono paragonare a bruchi.
Come i bruchi, gli uomini sono creature non troppo belle che strisciano al suolo, e che mangiano foglie. Come i bruchi, anche gli uomini sono esseridannosi, perciò si cerca di contenerli finché non sono diventati farfalle! La natura offre molte ispirazioni per capire cos’è la resurrezione. Anche la meditazione assomiglia alla creazione del bozzolo che sta preparando una metamorfosi. Se non siamo ancora diventati farfalle è perché il lavoro fatto non è stato sufficiente. Forse siamo ancora troppo attaccati alla nostra vita prosaica, e amiamo vivere come bruchi che strisciano e che brucano foglie.
A volte ci racchiudiamo nel bozzolo e tessiamo un filo di spiritualità, ma poi la vita ci chiama e corriamo fuori. L’indomani riprendiamo quel rituale e così via, fino al giorno che ameremo diventare farfalle. Il maestro Aivanhov dice: “A quel punto non avrete più bisogno di mangiare foglie: vi nutrirete del nettare dei fiori, attingerete cioè a quello che vi è di più sottile nel cuore e nell’anima di tutte le donne e di tutti gli uomini. Perché ogni essere possiede in sé qualcosa di delizioso, un po’ di nettare… e se potete attingere a questo nettare senza sciupare i fiori, sarete felici e volerete nella luce.”
Buona erranza
Sharatan
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