“Mi sembra di non essere totale nel mondo e neppure un osservatore sulla collina. Come posso fare per essere da qualche parte? Mi sembra di essere in mezzo a tutto ciò che faccio. Quello è proprio il luogo in cui dovresti essere. Continui a creare problemi. Ovunque tu sia, stai lì. Non è necessario essere un osservatore sulla collina. Non dovrebbe esistere nessun "dovere". Quando il dovere entra nella tua vita, sei già avvelenato. Non dovrebbe esistere meta alcuna. Non dovrebbe esistere nulla di giusto e nulla di sbagliato. Questo è il solo peccato: pensare in termini di divisione, di valori, di condanna, di apprezzamento.
Ovunque tu sia... non c'è nulla di male nell'essere a metà tra l'osservatore sulla collina e un uomo di mondo. Quello è proprio il punto in cui dovresti essere. E io ti dico: ovunque sei, se riesci ad accettarlo, immediatamente, proprio lì, in quel preciso istante, sei diventato un osservatore distaccato, sulla collina. Perfino l'inferno, se lo accetti, scomparirà, perché può rimanere in vita solo grazie al tuo rifiuto. L'inferno scompare e compare il paradiso. Qualsiasi cosa accetti diventa paradisiaca, e qualsiasi cosa rifiuti diventa un inferno.
Si dice che un santo non possa essere gettato all'inferno, perché conosce l'alchimia per trasformarlo. Avrai sentito dire che i peccatori vanno all'inferno e i santi in paradiso, ma hai sentito dire la cosa sbagliata. Accade l'esatto opposto: ovunque un peccatore vada, creerà un inferno e ovunque vada un santo, creerà un paradiso. I santi non vengono mandati in paradiso: non esiste nessuno in grado di farlo, non c'è nessuno che possa farlo! Ma ovunque essi vadano, sono fatti così: essi si creeranno il loro paradiso. Portano in sé il loro paradiso, è dentro di loro.
E i peccatori? Li puoi mandare in paradiso: vi creeranno un inferno. Non possono fare altrimenti. Qual è dunque la definizione di un santo e quella di un peccatore? La mia definizione è questa: un santo è colui che è giunto a conoscere il segreto alchemico in grado di trasformare tutto in un paradiso. E il peccatore è colui che non conosce come trasformare le cose in esistenze magnificamente belle. Anzi, al contrario, rende tutto orribile. Qualsiasi cosa sei, verrà riflessa intorno a te. Per cui, non cercare di essere qualcos'altro. E non cercare di essere da qualche altra parte.
Questa è la malattia chiamata "uomo": diventare sempre qualcuno, essere sempre da qualche altra parte, rifiutare sempre ciò che si è, brancolare sempre verso qualcosa che non si è. Questo è il male chiamato uomo. Stai attento! Lo vedi?! È un fatto elementare, evidente. Non ne faccio una teoria, non sono un teorico. Sto semplicemente indicando un fatto nudo e crudo: se riesci a vivere in questo momento, ovunque tu sia, scordandoti il futuro, le mete, l'idea di diventare qualcun altro, immediatamente il mondo interno a te si trasforma; sei diventato una forza trasformatrice.
L'accettazione.... una accettazione profonda e totale è l'essenza della religione. A vuole diventare B. B vuole diventare C. In questo modo sorge la febbre del diventare. Ma tu non sei un processo in divenire, sei un essere. Sei già ciò che puoi essere, ciò che potrai mai essere: lo sei già. Non devi più fare nulla; sei già un prodotto finito. E questo il senso che io do alla storia della creazione di Dio: quando il perfetto crea, la creazione è perfetta.
Quando Dio crea, come si può migliorare la sua creazione? Pensa a quanto sarebbe assurda; l'idea in sé è assurda. Se cerchi di migliorare Dio, non potrai mai farlo. Potrai solo cadere nell'infelicità più nera, ecco tutto. E soffrirai senza ragione. E soffrirai mali che esistono solo nella tua immaginazione. La creazione di Dio significa solo questo: dalla perfezione sorge solo perfezione. Tu sei perfetto! Non occorre altro. Osserva in questo preciso istante, in questo momento, guarda dentro di te. Dai uno sguardo diretto: cosa ti serve?
Tutto è semplicemente perfetto ed è bello. Non riesci a vedere neppure una nuvola. Osserva dentro di te: non esiste una sola nuvola nel tuo spazio interiore. Tutto è colmo di luce. Ma la mente prima o poi, ti dirà di essere qualcos'altro, di essere da qualche altra parte, di diventare qualcosa o qualcuno. La mente non ti permette di essere: la mente è un divenire, e la tua anima è un essere. Ecco perché i Buddha continuano a dire: "Se non abbandoni ogni desiderio, non ti realizzerai mai!"
Il desiderio è sinonimo di divenire. Desiderare vuol dire essere qualcos'altro. Desiderare significa non accettarti per ciò che sei, non avere uno stato d'animo di piena accettazione, non importa quale sia la situazione. Dire di sì alla vita, è segno di religiosità; dire di no alla vita è irreligiosità. E ogni volta che desideri qualcosa, dici di no. Affermi che qualcosa di meglio potrebbe essere possibile. Gli alberi sono felici e così pure gli uccelli e le nubi nel cielo, perché non hanno divenire alcuno. Sono semplicemente qualsiasi cosa sono.
La rosa non cerca di diventare un fior di loto. No, la rosa è assolutamente felice di essere ciò che è. Non potrai mai persuadere una rosa: per quanto potrai decantare il fior di loto, non riuscirai mai a corrompere la mente della rosa, ed a farla diventare un fior di loto. La rosa si limiterà a ridere, perché "una rosa è una rosa è una rosa." È semplicemente centrata, è stabile nel suo essere. Ecco perché l'intera natura non è affatto febbricitante: è calma, quieta e tranquilla. È stabile, assestata in se stessa!
Solo la mente umana vive in un caos, perché tutti aspirano a diventare qualcun altro. Ed è ciò che si è cercato di fare per migliaia di vite. E se non ti svegli ora, quando mai lo farai? Sei già maturo per risvegliarti. Inizia da questo preciso istante a vivere godendoti la vita e apprezzandola. Dimetti ogni desiderio! Godi qualsiasi cosa tu sia. Gioisci nel tuo essere.
E all'improvviso scomparirà il tempo, perché il tempo può esistere solo con il desiderio. Il futuro esiste a causa del tuo desiderio. In questo caso sarai simile a un uccello: ascoltane il canto. Sarai simile agli alberi: osservali, nella loro freschezza, nel loro verde, immersi nei fiori. Per favore, sii dove sei. Io non sono qui per creare in te un nuovo desiderio.
Sono qui solo per renderti consapevole dell'assurdità di tutto il processo del desiderio. Il desiderio è samsara. Comprendere la futilità del desiderio è illuminarsi. Colui che ha scoperto di essere già ciò che voleva essere, è un Buddha. E voi tutti siete Buddha, per quanto possiate essere addormentati e russare: questo non fa affatto differenza! Lasciate che io sia la vostra sveglia. Aprite gli occhi. Avete dormito a sufficienza. È ora di svegliarsi. Il mattino bussa alla vostra porta.” (Osho Rajneesh)
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