lunedì 6 aprile 2015

Shalom!



”Le compagnie più piacevoli sono quelle fra i cui membri
regna un sereno rispetto reciproco.”
(J. Wolfgang Goethe)

“Tanto nella Bibbia quanto nei testi religiosi successivi, la parola shalom ha un significato più ampio e più ricco che la parola pace quale è ordinariamente intesa. Il senso originario di shalom è completezza o sanità, e quindi significa il benessere tanto fisico quanto spirituale, dell’individuo e della comunità. Per realizzare ed esprimere shalom in questo senso più profondo e più ampio, il primo passo, è naturalmente una reciproca tolleranza che escluda ogni fanatismo, ogni imposizione, ogni aggressività. Ma questo è soltanto un primo passo, che da solo è insufficiente.

Ad esso deve seguire il riconoscimento, anzi l’apprezzamento positivo, della necessità e della utilità delle differenze. L’unità non richiede uniformità; essa consiste dell’unione organica di parti diverse… Si tratta quindi di accettare e di mantenere le diversità, ma insieme di riconoscere che esse sono relative e non assolute; che sono essenzialmente, e devono divenire in pratica, subordinate ad una superiore unità o completezza. Esse hanno un’origine comune e devono servire ad un fine comune.

Questa concezione di shalom ha una portata universale e dovrebbe venir attuata soprattutto in quattro campi: in noi stessi, fra gli individui, fra le nazioni, nella religione. In primo luogo in noi stessi, fra i vari elementi consci o inconsci del nostro essere complesso e multiforme. Senza questa shalom interna, senza questa “psicosintesi”, la nostra salute e la nostra efficienza sono menomate e instabili, e noi abbiamo la tendenza a proiettare i nostri conflitti interni nei rapporti con i nostri simili.

Shalom fra gli individui - anzitutto nella famiglia e poi via via nei molteplici rapporti della vita sociale - richiede il sentimento e la pratica della fratellanza, che è basata sulla comprensione reciproca, ma che ha la sua fonte superiore nel riconoscimento che siamo tutti figli dell’unico dio e perciò realmente fratelli.

La terza espressione di shalom, cioè pace salda e duratura fra i popoli, potrà avverarsi soltanto se, e quando, le nazioni verranno considerate e riconosceranno se stesse quali organi di un organismo planetario - l’umanità una. La quarta manifestazione di shalom è necessariamente nel campo religioso, nel quale troviamo troppo spesso intolleranza e ristrettezza, fanatismo e lotte, che costituiscono la negazione della religione, perché questa significa essenzialmente collegamento e unione fra l’uomo e Dio e fra umomo e uomo.

Shalom deve venire attuata entro ciascuna religione; nel nostro caso fra le varie tendenze esistenti entro l’ebraismo. Inoltre essa deve venir attuata fra le varie religioni del mondo, le quali sono manifestazioni storiche di una stessa verità universale ed hanno la loro fonte nello stesso unico e vero Dio. Proponiamo di realizzare tale pace entro di noi, e di cooperare ad attuare nel mondo l’unità piena ed armonica, l’unità che è la vera shalom.” (Roberto Assagioli)

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