sabato 3 maggio 2008

L’aliena sbarcata da Marte


Sono arrivata alla conclusione di essere stata rubata dalla culla e di essere stata esiliata sulla Terra. Mi sento come appena sbarcata da Marte. Da bambina ho avuto la speranza che i fratelli marziani venissero a riprendermi, ma oggi sono persuasa che ormai si sono dimenticati completamente della mia esistenza. Quindi mi sono rassegnata a stare in mezzo a questi esseri che costituiscono la maggior parte degli abitanti della terra. Mi sono adattata frequentando degli affini, ma la maggioranza mi è assolutamente aliena e spesso, nel caso in cui la incontro in modo troppo ravvicinato, mi riesce del tutto nociva.
Ieri pomeriggio in palestra, stavo facendo due chiacchiere mentre mi stavo preparando per tornare a casa, quando una signora ha iniziato un vaneggiante discorso xenofobo. Lei è preoccupata perché la razza pura si sta perdendo, non ha detto dove, ma lo smarrimento è certo. Aveva sentito dire che in Francia stanno diminuendo le persone con gli occhi azzurri, sono in aumento solo gli extra comunitari. Io gli ho fatto notare che mi sembra strano potere dire quante persone hanno o meno gli occhi azzurri, nel campione di un’intera popolazione, come nel caso della Francia. La retore, imperterrita ha continuato a dire che, anche nell’Italia centrale, le popolazioni si stavano estinguendo, come nel caso degli etruschi. Gli ho fatto genericamente notare che gli Etruschi erano già pochi ai tempi degli antichi romani. Ma lei di seguito, sempre più convinta, ha continuato ad asserire che invece le razze regionali, come quella toscana, l’umbra e le altre sono ancora presenti, seppure a rischio. A quel punto gli ho detto che la storia è fatta di popolazioni che migravano, che si spostavano e di popolazioni che si sono mischiate: insomma il futuro è dei meticci e non dei puri. Ma la signora in oggetto, preparandosi per fare la doccia, imperterrita continuava a blaterare, del tutto refrattaria al dialogo. Ormai il suo era diventato un soliloquio sulla purezza perduta della razza, sull’aumento degli orientali e mediorientali, sul fatto che lei, mai e poi mai, avrebbe voluto avere un matrimonio con uno di una diversa religione. E che comunque, ha ribattuto - buttandosi un telo bagno sulle spalle e minacciosamente armata di bagnoschiuma - insomma che se la finissero questi stranieri di ammorbare la nostra vita. Io e un’altra tizia che eravamo state le testimoni della concione, siamo rimaste perplesse, io ho preferito prendere la mia borsa ed uscire, ma quelle parole mi avevano disturbato. Ero ripugnata, non solo dai discorsi, ignoranti e qualunquistici che avevo sentito, ma anche dall’acredine che trapelava dal tono velenoso della signora. Devo dire che mi alleno in una palestra normale, frequentata mediamente da persone normali, di tutte le età e con interessi diversi, ma non è la prima volta che sento discorsi qualunquistici e razzisti. Altre volte avevo sentito altri stupidi commenti sugli omosessuali e sui veri uomini, e altre delizie intellettuali di pari livello, per cui mi sono persuasa che non sono loro gli strani; la strana sono io, sono io la marziana! Io sono profondamente convinta che le persone si debbano giudicare dalle loro azioni e non dalla loro apparenza. Sono contraria ad ogni forma di discriminazione, sono contraria ad ogni forma di sopraffazione, sono allergica all’ignoranza ed alla miopia intellettuale, eppure mi sento scema per il fatto che riesco ancora a stupirmi che tutto questo possa esistere. Io che ho pensato che tante aberrazioni fossero ormai alle nostre spalle, mi ritrovo a dare ragione al cinico Voltaire il quale affermò che “Lasceremo il mondo così stupido, così come lo abbiamo trovato.”
Il primo documento ufficiale da cui scaturirono le leggi razziali italiane è il Manifesto sulla purezza della razza pubblicato il 14 Luglio 1938, a cui aderirono molti intellettuali e che diede inizio alle deportazioni italiane. In nome di tale ideali, i regimi nazionalsocialisti, arrivarono al controllo di tutti gli aspetti della vita dei cittadini : dall'anamnesi familiare, all'orientamento dei matrimoni, alla sterilizzazione ed aborto selettivi, all'assistenza alla maternità, alla politica demografica, alle politiche in materia di adozione, concessione della cittadinanza o immigrazione, all'eutanasia, a tutte le altre misure più in generale connesse alla autogestione da parte della comunità della propria dimensione anche "biologica"; ivi compreso quanto era finalizzato a promuovere o rafforzare alcune caratteristiche o a farne decadere delle altre. La purezza della razza sembra provenire da un mondo lontano, invece mentre eravamo distratti a farci un caffè... zacchete! E’ rinata la purezza della specie e della razza. E dire che invece la genetica ci insegna che una razza troppo selezionata, vede la comparsa di malformazioni e debolezze genetiche, cioè l’esatto contrario di quello che il sogno di ogni purista, si possa auspicare. La storia ci consegna innumerevoli esempi di nobilissime dinastie reali, funestate da tare ereditarie, causate dai matrimoni tra consanguinei. L’idea della purezza della razza ad oggi si è dimostrata scientificamente del tutto falsa, eppure non è morta per l’ignoranza delle persone. Gli studi sul DNA umano stanno rivelando che le differenze morfologiche tra le "razze" umane stanno diventando sempre più impalpabili. Siamo una sola specie; diversificata, multiforme e nomade, certo, ma unica. E' questa la tesi esposta da Steve Olson, ricercatore indipendente e giornalista scientifico, nel libro "Mappe della storia dell'uomo" (Einaudi) in cui ripercorre appunto la storia umana degli ultimi 150.000 anni. La storia indelebilmente impressa all'interno delle cellule di ciascuno di noi, sta rivelando un tale mosaico di popolazioni, di incroci, di culture e di migrazioni da privare di qualsiasi fondamento ogni riferimento a una "purezza di stirpe", per non dire di "razza". Il bagaglio genetico è sorprendentemene similare in tutto il genere umano, per cui, lo studioso afferma che “…è vero ogni individuo, ed ogni gruppo sociale, possiede un'eredità biologica unica, ma il termine razza confonde il livello culturale con quello biologico in una maniera che è inevitabilemente fuorviante. Credo che il termine razza sia geneticamente e storicamente infondato e che debba essere abbandonato. […] Ci accomuna il nostro bagaglio genetico e ci separano le condizioni ambientali nelle quali ci sviluppiamo. Le nostre differenze sono fisiche non genetiche ed emergono dalle condizioni alle quali gli esseri umani dai quali discendiamo si sono dovuti adattare quando si trasferivano in regioni differenti del mondo.[…] I gruppi umani rispondono alle condizioni ambientali nelle quali vivono e alle malattie endemiche delle zone nelle quali risiedono, molte volte sviluppando resistenze specifiche come quella alla malaria. Inoltre le mutazioni che contribuiscono alla nostra suscettibilità ad alcune malattie appaiono prima in singoli individui e poi si diffondono nel resto della popolazione. Sono dell'idea che le specificità culturali dei vari gruppi siano più utili per differenziare le genti. Il guaio è che tendiamo a confondere la cultura e la biologia.”
Prevalentemente si ritiene che la stirpe ariana abbia origine dalle catene del Caucaso e dall’Asia centrale, come insieme di popoli erranti eurasiatici che si sono diffusi sia al sud che all'ovest. Ultimamente si è formulata un’altra ipotesi, formulata indipendentemente sia da Luigi Luca Cavalli-Sforza che da Colin Renfrew. Essa ritiene che le lingue indoeuropee si siano sviluppate a partire dall'odierna Turchia fino a diffondersi per tutta l’odierna Europa. In un secondo tempo l'espansione sarebbe proseguita a partire dalle steppe euroasiatiche verso l’Iran e l’india. Forse dovrei avvertire la signora che tra le ultime teorie sull’origine della stirpe ariana, vi è quella che ne afferma l’origine anatolica, forse la signora dovrebbe essere informata del fatto che i primi ariani sono gli odierni e baffutissimi turchi, i suoi odiati stranieri.
Buona erranza.
Sharatan ain al Rami

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