Finalmente è arrivato l’anno nuovo, ma se pensavamo che qualcosa fosse cambiata da quello vecchio, dobbiamo rimanere delusi, tant’è che anche il messaggio di fine anno del Capo dello Stato, è stato quasi una replica fedele di quello vecchio.
Il Presidente fa un richiamo al problema del crescente costo della vita, alla gravità della crisi, alla necessità del dialogo istituzionale, alla difesa della Costituzione, alle riforme condivise, rimarca l'attenzione alla tolleranza nei confronti degli immigrati e alla libertà di confessione religiosa per tutti.
Il Presidente ha ricordato il coraggio degli imprenditori siciliani che hanno avuto il coraggio di reagire al “pizzo” e ha ricordato che “Un autorevole commentatore straniero ha recentemente individuato nella cultura e nella creatività il più grande potenziale del nostro Paese. E a questo il nostro sistema e le nostre imprese devono attingere e prestare maggiore attenzione». Augura tanta forza di determinazione negli italiani per potere affrontare i tempi duri che ci riserva il futuro.
Allora, per onorare lo stile creativo italiano e a riprova che anche il presente ci mette la sua, segnalo lo splendido scambio epistolare tra Lina Sotis ed il ministro Franco Frattini, avvenuto a cavallo tra il 31 dicembre ed oggi; ignorarlo sarebbe un peccato mortale!
L’antefatto è la crisi di Gaza, la mattanza di innocenti che sta avvenendo a due passi da noi, e il Tg1 intervista al riguardo, il Ministro degli Esteri Franco Frattini. Il ministro viene inquadrato in una baita di montagna, in perfetta tenuta da sci, appena rientrato dall’ultima discesa, tanto che non ha avuto neppure il tempo di cambiarsi per il relax al rifugio.
Il fatto viene notato e rimarcato dalla signora Lina Sotis, autrice di “Bon ton” il manuale di saper vivere in società che fu un successo editoriale e un fenomeno di costume, una vera autorità nella materia. Dalle pagine del Corriere della Sera, la signora Sotis gli scrive:
“Caro ministro, perché un bel signore dall'aria avvenente ed elegante come lei, con un perfetto phisique du role per fare il ministro degli Esteri si ostina a danneggiare la sua immagine? So che le ferie sono un diritto. Anche per un rappresentante del governo. Anche quando nel mondo scoppiano guerre e crisi terribili. Va bene. Ma dato che la diplomazia mondiale non riesce a rispettare i suoi tempi di vacanza, le vorrei dare qualche consiglio per attrezzarsi alle emergenze. Non è difficile, basta saper fare le valigie. Prendiamo il caso della Georgia. Durante la crisi con la Russia, in un momento così delicato e difficile per i ministri degli Esteri di tutti i Paesi del mondo, lei si è fatto sorprendere in mutande da bagno alle Maldive. Non si è immediatamente infilato dei pantaloni ed è corso con il primo aereo alla Farnesina perché l'Italia potesse dire la sua, ma si è limitato a cambiare costume da bagno e, fra una nuotata e l'altra, ha lavorato, pare, in conference call [… ]Dal suo chalet di montagna intutato, sponsorizzato, abbronzato e dichiaratamente in vacanza lei si è limitato a fare un commento per i telespettatori. Le vacanze natalizie, si sa, sono sacre. Ma bastavano solo due minuti per togliere la tuta con marchio, indossare camicia, cardigan scuro e allontanarsi dalle travi di legno della baita, farsi prestare una bella scrivania e piazzarci sopra un mappamondo. E, magari, chiedere anche in prestito a Chantal, la sua compagna, un po' di cipria per smorzare l'abbronzatura. Troppo sole fa male, non è elegante e non trasmette sicurezza a meno che uno non faccia il ministro del Turismo. Lei che ha il phisique du role che tanti suoi colleghi di governo le invidiano, nel 2009 non ci deluda. Visto che ha la responsabilità degli Esteri abbia sempre pronta una faccia da estero-dramma, dato che parla di cose importanti e drammatiche quando parte porti sempre dietro due guardaroba, uno per le vacanze e uno per lavoro. […] Basta poco, in fondo. La prossima crisi, forse della Cecenia, potrebbe sorprenderla mentre è a cavallo in Mongolia. Nessun problema, l'importante è metter via in fretta pantaloni da cavallerizzo, frustino e cavallo. E prendere dalla valigia una camicia, un golf di colore non sgargiante, lei è tipo da cravatta, se ne porti sempre dietro una. A noi il ministro degli Esteri piace anche con la giacca. E poi, dato che viviamo nel tempo dell'immagine, pensi anche alla scenografia: una carta geografica, un mappamondo, un quadro. In modo che lei non compaia sempre inquadrato con un mare turchese o con vette bianche di neve. Caro ministro, dopodomani è un altro anno. Non ci deluda.”
“Un personaggio pubblico – scrive in risposta Frattini a un utente di Facebook - deve abituarsi anche ad essere comunque criticato. Il giornalismo usa ormai con disinvoltura una certa “falsificazione” della realtà, del contesto e anche del tempo, per rendere persuasivi i meccanismi con i quali rappresenta appunto una realtà semplificata. Nella lettera garbata della Signora Sotis, ad esempio, per far passare il messaggio che io non saprei “fare le valigie” (nel senso di mettere una bella giacca accanto agli indumenti da vacanze: il costume al mare, la tuta da sci in montagna) si richiamano interviste televisive estive o immagini di dichiarazioni in costume che nessuno ha mai visto, solo per rendere più credibile e persuasiva la critica all'intervista tv sul Tg1, questa volta sì in tuta, in montagna. Per dimostrare in questo modo una continuità nell'errore che in realtà non c'è stata. Tra parentesi: Obama in short e maglietta sportiva alle Hawaii, nelle stesse drammatiche ore, non ha suscitato alcuna curiosità. Più sottile il meccanismo di ripetere la critica il giorno dopo, quando non ero più in vacanza.”
“Quanto al discorso della tuta - ammette Frattini - è vero, non è stato forse appropriato e rispettoso, ma comunque non insincero, indossarla in quel momento. La saggia alternativa non sarebbe peraltro stata quella di girare con costumi e oggetti “artificiali”– una location sembrerebbe di capire nelle parole divertite della Signora Sotis – ma più semplicemente di parlare al telefono. Proprio come feci dalle Maldive.”
Quindi oggi risponde la Sotis: “Caro Ministro, ha proprio ragione Lei: nessuno si meraviglia che Obama vada a fare il bagno in costume da bagno. Tutti invece rimangono perplessi, per non dire offesi, del fatto che Lei parli della tragedia di Gaza in tuta, con dietro una scenografia da chalet di lusso e con la faccia ben lucida di abbronzatura. Lei era nel momento della sua massima professionalità e così si doveva presentare.”
Non sono nessuno, ma a me pareva che la signora Sotis non proponesse “una location” più opportuna, non proponesse affato un atteggiamento di facciata, ma piuttosto invitasse ad un comportamento di sostanza, un atteggiamento di serietà e di maggiore consapevolezza del ruolo rivestito.
Tale comportamento è frutto, non solo di bon ton ma è anche l’indice di una concreta sensibilità e del senso dell’opportunità politica, che sono doti necessarie ed opportune, soprattutto quando si discute di cose importanti e drammatiche. Ma poi, Frattini che si paragona ad Obama … ma vi sembra opportuno?
Buona erranza
Sharatan
Nessun commento:
Posta un commento